Ripartiamo da dove stavamo 2015 (la versione autorata insieme a @Laura1950 con supporto di @vinetastrasse e @FelynX) e integriamo quel che c’è di nuovo da integrare. Ricordo che nessuna grande riforma economica al mondo è mai stata largamente prevedibile e calcolabile — ancora oggi le scuole di economia prevalenti sono fondate su premesse sbagliate o perlomeno indimostrabili — ma possiamo impegnarci a non commettere errori grossolani. In ogni caso non ha senso fare proposte economiche attualmente applicabili dato che non siamo al governo. Anzi, non siamo nemmeno in opposizione. Quello che serve al PP per coinvolgere l’elettorato è una grande visione economica capace di fermare l’umanità dall’autodistruzione. Una precondizione scientificamente sicura è che dobbiamo ridurre l’ineguaglianza economica o il pianeta non sarà in grado di supportarci.
Prerequisiti alla partecipazione a questo tema
Issues approvate in AP riguardo al tema:
- i931: Economia sostenibile / Reddito di esistenza (mozione)
- i1136: Modello di Riforma Tributaria per un Reddito di Cittadinanza (implementazione)
- i1069: No. La nostra posizione attuale e` migliore
- i1092: Programma: Diritto di esistenza sicura e partecipazione sociale
- i1888: Reddito d’esistenza: Un ‘new deal’ economico
« Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonché alla realizzazione … dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità. » → Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Art. 22
Reddito di Esistenza
Viene definito “Reddito di Esistenza” perché risponde all’obiettivo di assicurare ad ogni essere umano la possibilità di trascorrere una vita sociale, produttiva, creativa, non caratterizzata da paure di esistenza. Il Reddito di Esistenza viene erogato a tutti i cittadini, incondizionatamente. Il Reddito di Esistenza è un progetto a lungo termine orientato a stabilire un’economia sostenibile per salvaguardare l’ambiente e la capacità di sopravvivenza dell’umanità sul pianeta.
Nel finanziamento del Reddito di Esistenza possono rientrare tasse sui mezzi di produzione non sostenibili (petrolio, gas, energia atomica), tasse sulle imprese e il commercio, sui guadagni alti, sui patrimoni elevati, sul consumo, sulla speculazione e i guadagni in borsa, tasse sui prodotti di lusso e sui prodotti nocivi alla salute o all’ambiente.
Col trasferimento di reddito ai meno abbienti il denaro torna certamente in circolazione, nessuna fuga all’estero, nessuna fuga speculativa, improbabile risparmio ma piuttosto consumi di base con effetti benefici sull’economia e ritorno fiscale allo stato sull’accresciuta attività produttiva.
Viene messo in pratica con un nuovo sistema fiscale: chi guadagna bene trasferisce le tasse sugli introiti (probabilmente a ritmo mensile, non annuale) all’agenzia delle entrate. Chi guadagna poco o niente riceve un reddito dall’agenzia delle entrate che provvede a integrare o rimpiazzare il sistema delle pensioni, dei sussidi di disoccupazione e svariati altri meccanismi di welfare o sussidio. Visto che il reddito è incondizionatamente per tutti non si crea ulteriore burocrazia a quella esistente in campo fiscale.
Dal momento che gli imprenditori non sono più costretti ad erogare un completo stipendio capace di finanziare l’esistenza dei loro dipendenti, possono permettersi di offrire più posti di lavoro. In cambio saranno obbligati, attraverso tasse dirette ed indirette sui mezzi di produzione, in particolare quelli non sostenibili, a riconsegnare una gran parte del guadagno alla comunità, e in questo modo, se applicato a livello mondiale, a fermare la corsa all’autodistruzione dell’umanità.
Il Reddito di Esistenza determina un generale rilancio dell’economia. Infatti, assicurata la sussistenza, viene agevolata la propensione al rischio d’impresa, all’invenzione, alla ricerca, al miglioramento qualitativo in ogni attività umana. Il Reddito di Esistenza prevede un nuovo tipo di volontariato diffuso che rende realizzabili imprese e progetti orientati all’utilità comune piuttosto che al volume d’affari: sono i volontari a decidere dove e come investire il loro tempo e il loro sussidio, fino a inserimento lavorativo liberamente pattuito con uno o più datori di lavoro o iniziativa auto-imprenditoriale.
È implicito che il sistema sanitario provveda ai servizi essenziali richiedendo un ticket adeguato proporzionale agli introiti. In modo simile è da garantire anche l’accesso a beni comuni: acqua, energia, istruzione, formazione, mezzi di comunicazione e di trasporto pubblico, edilizia convenzionata. Sono previsti sussidi speciali che non richiedano un controllo periodico nei confronti di persone parzialmente o totalmente invalide.
L’introduzione della riforma deve essere graduale, con particolare attenzione alle ricadute occupazionali stabili dei vari interventi e agli indici di crescita del benessere.
Obiettivo del Reddito di Esistenza è il rispetto e la piena applicazione dell’articolo 22 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Ratio
Da un punto di vista pirata la classificazione della divisione di statistiche delle nazioni unite riguardo alla disoccupazione e gli schemi di protezione sociale non coglie il problema al punto giusto. il reddito d’esistenza non è per quelli che non trovano lavoro - perché amministrare la burocrazia di chi dovrebbe riceverlo consuma troppe energie, è troppo invasiva e non eluderebbe la truffa lo stesso. il reddito d’esistenza è per tutti indipendentemente da cosa fanno nella vita, e si finanzia riformando l’intero apparato di tassazione. i pirati in varie nazioni stanno discutendo molti possibili modelli concreti, di alcuni abbiamo discusso anche noi.
Questo progetto non esclude misure politiche ad applicazione più immediata da discutere in mozione separata.
FAQ
Ma dove li trovate i soldi?
Secondo me i soldi stanno nelle massive nuove tasse sulle energie, in particolare quelle fossili, e su ogni prodotto che non è in se sostenibile. In questo modo forziamo l’economia a diventare sostenibile. A ciò aggiungiamo tasse alla estrema ricchezza (come prevede anche la proposta “Sozialstaat 3.0”) e alle imprese, in particolare quelle grandi e multinazionali (come prevede anche la proposta “SGE”), per compensare il vantaggio che hanno con i nuovi bassi stipendi e costi del lavoro. E poi non ci scordiamo che i soldi erogati non finiscono nel nulla ma restano in circolazione.
Ma un eventuale aumento delle tasse del consumo non colpisce i benificiati?
I teorici del BGE/RdE non escludono un aumento dell’IVA - anzi alcune proposte si basano esclusivamente sull’IVA (come quella di Götz Werner, che però non ci piace) o, come prevede il modello di Verena Nedden, da una nuovo sistema di tasse sul consumo). Spiego, per quanto ho capito io della teoria BGE/RdE: un RdE tarato bene ti da sufficienti soldi per pagare l’IVA sulle necessità quotidiane - cioè l’aumento IVA è compreso nel RdE per la gente semplice. L’aumento IVA va a colpire coloro che acquistano Ferrari, immobili, opere d’arte da museo o intere ditte. Questo tipo di acquisti andrebbero a finanziare (ma non solo questi) il RdE e sono più orientati a tassare l’impiego della ricchezza piuttosto che il guadagno - perciò colpisce anche chi i soldi già ce l’ha o li ha ottenuti senza pagare le tasse.
Ma l’IVA è solo uno dei possibili vettori per finanziare il RdE e probabilmente non il migliore. Ci vuole un approccio bilanciato tra molteplici fonti. Evadere l’IVA è più rischioso di evadere le tasse sul lavoro visto che necessita una quotidiana complicità tra contrattuari nuovi.
Come è possibile che il lavoro in nero non affligge questo modello quanto gli altri?
Nella situazione odierna il lavoro in nero a volte riguarda l’intero volume di denaro necessario per portare avanti la propria vita. Con modelli di sussidio che integrano il guadagno addirittura conviene di lavorare in nero per non perdere sussidio. Con il RdE cambia l’intera economia del lavoro - il volume degli stipendi ha carattere aggiuntivo e non più esistenziale. Un guadagno in nero perciò è meno probabile che raggiunga il volume odierno.
Oltre a ciò, mettendo l’accento sul finanziamento attraverso le tasse sui mezzi di produzione non sostenibili ed altre opzioni di finanziamento poco suscettibili ad evasione piuttosto che alle tradizionali tasse sul guadagno si può ridurre sostanzialmente il distacco fiscale tra lavoro legale e lavoro in nero… in pratica le tasse che si possono evadere sono talmente poche che non conviene rischiare. Ne avevamo già parlato mesi fa di queste possibilità e in quel modello non c’erano ancora le tasse ecologiche necessarie per fermare la distruzione dell’ambiente.
Personalmente ritengo più utile assicurarci che l’economia sia 100% sostenibile finanziandoci attraverso i disincentivi al consumo di prodotti dannosi (sto parlando di un aumento radicale del prezzo dei petroli per esempio) piuttosto di incentivare il lavoro in nero. In Guatemala le tasse si pagano sulla proprietà mentre le tasse sul introito personale stanno tra i 5 e 7%. In Italia le tasse partono dal 23%. Non è sorprendente che il lavoro in nero conviene, quasi sempre.
Per i guadagni bassi sarebbe meglio se le tasse fossero pressoché zero e solo chi guadagna molto più di quanto necessita per vivere dovrebbe essere confrontato con percentuali di tasse anche elevatissime (la tassa del 80% per Rockefeller per esempio, che servì a portare gli stati uniti fuori dalla grande depressione). Per mettere questo paese apposto, un complete rewrite del sistema fiscale è probabilmente inevitabile. Tanto vale non perdere tempo a proporre sistemi di welfare che non possono funzionare bene, come il RMG o il San Precario, se dipendono dal sistema fiscale odierno.
Se il potere economico non è sufficiente si arriva ad un welfare peggiore dell’odierno?
Modificando i parametri si può creare una cosa che a prima vista somiglia al RdE, ma di fatto non soddisfa le necessità. Ho aggiunto l’ultimo punto proprio per escludere questa eventualità. Non voglio un RdE che non soddisfa l’obiettivo primario.
Perchè forze politiche opposte come i liberali e addirittura Nixon hanno sperimentato o promosso progetti simili e hanno fallito?
Perchè il sogno è potente ma in passato non ci è mai stata la volontà politica a rivoluzionare radicalmente il sistema fiscale, l’intera economia e, nello specifico, a redistribuire la ricchezza - ma se non lo si fa, o il modello soccombe sotto al peso del proprio finanziamento, oppure non riesce a soddisfare l’obiettivo primario.
Ho estratto l’illustrazione più avvincente dal confronto tedesco sui modelli di BGE del 2008, cioè prima che arrivassero i pirati. Mostra come i modelli affliggono il sistema fiscale. In orizzontale le entrate e in verticale il guadagno post tasse. “heute” sarebbe il sistema fiscale tedesco attuale. Spicca subito il modello del politico democristiano “Althaus” - lui vorrebbe abusare del reddito di base incondizionato per arricchire ancora di più i ricchi mentre i poveri restano più o meno allo stesso livello. Non solo è ripugnante, è anche abbastanza sicuro che non funzionerebbe perciò probabilmente si arriverebbe al crollo del welfare. Più realistico invece il modello della LINKE che mostra una redistribuzione dall’alto, ma non tiene conto del fatto che la vera altitudine è il 0.1% della popolazione. Il modello verde a prima vista pare non finanziabile, ma probabilmente prevede anch’esso, come lo fa questa proposta, dei finanziamenti esterni al sistema fiscale come appunto la tassazione alle materie prime nocive all’ambiente. Ecco perchè modelli di questo tipo esistono nei dibattiti in tutti i partiti del mondo, ma nessuno con la necessaria radicalità, l’obiettivo aggiuntivo di salvaguardare le risorse del pianeta e di introdurre una economia veramente sostenibile.
Vogliamo prendere in considerazione l’età del beneficiario?
Dipende dal modello di funzionamento e i dettagli della riforma fiscale se è ragionevole distinguere persone per età e definire un RdE diverso a seconda dell’età. Farlo per età ha un vantaggio: non è falsificabile e perciò non necessita alcun controllo da parte dello stato - si può applicare automaticamente all’erogazione. In particolare, per un modello concreto, c’è da decidere se vogliamo incentivare la procreazione - in tal caso diamo un pieno RdE dalla nascita e l’Italia vedrà una crescita di popolazione - oppure se definiamo che il RdE si incrementi lentamente fino ai 18 anni, disincentivando la procreazione allo triste scopo di un immediato arricchimento dei genitori. In ogni caso dopo i 18 anni il RdE permette ai giovani di rendersi indipendenti dai genitori ove necessario e di scegliere in quale modo investire il RdE per realizzarsi una formazione professionale di propria scelta. Questo dovrebbe permettere di risparmiare o rimuovere sussidi all’educazione post-scolastica.
Critica al Reddito Minimo Garantito
La PDL RMG descritta in sintesi qui comporta probabilmente i seguenti problemi:
- viene erogata solo a chi non ha lavoro. questo farà da incentivo a non prendersi un lavoro di seconda scelta e piuttosto darsi al lavoro in nero. in Germania dove il RMG esiste già è un problema serio.
- di conseguenza lo stato introdurrà misure di sorveglianza dei sussidiari, un ulteriore passo verso 1984. in Germania già adesso i poveri richiedenti di Hartz IV hanno subito gravi perdite di privacy.
- “non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico” significa che chi ha lavorato una vita per la sua pensione è svantaggiato. nel caso del reddito d’esistenza, chi è qualificato per la pensione riceve un reddito superiore di chi non lo è.
- col “contributo parziale o integrale per fronteggiare le spese impreviste” si introduce arbitrato. ci saranno burocrati (come è già il caso in Germania col HartzIV) che decideranno del benessere dei sussidiari. il RdE deve essere sufficientemente alto che nel peggiore dei casi devi spostare la tua vita in un appartamento/quartiere più abbordabile, nulla più.
- “La proposta, infine, prevede che il reddito minimo decada se {{[…]}} si rifiuta una proposta di lavoro offerta dal Centro per l’impiego territorialmente competente, che non sia congrua al salario precedente, oppure che disti più di50 km dal luogo di residenza e alla professionalità acquisita.” <- in pratica il RMG non soddisfa l’articolo 22 dei diritti umani.
- particolarmente grave per coloro col titolo di lavoro che saranno persone di minore qualificazione, i burocrati, a decidere della qualifica del lavoro a loro assegnato.
- trattandosi di dati privati dei cittadini è impossibile rendere trasparente l’operato della burocrazia che li tratta, perciò non può esserci una possibilità per i cittadini di controllare il corretto funzionamento di tale sistema di welfare - un invito agli sprechi, agli abusi, all’arbitrio, alla ruberia. Alla fine tutti risulteranno nullatenenti eccetto i poveri.
- per poter usufruire di sostegno come nei testi di proposte di legge circolanti si attende un anno e mezzo per dichiararsi povero, mostrando dichiarazione redditi. in quel periodo la copertura manca.
- questo approccio, senza adattare le premesse del mercato lavorativo, riduce ulteriormente la competitività di questo paese invece di migliorarlo. dice gianppit, “Nessun intervento correttivo nella situazione dei lavoratori può funzionare se non si interviene correttivamente anche per chi il lavoro lo fornisce. Solo una proposta equilibrata sui due lati della medaglia può funzionare. Senza dimenticarsi del terzo incomodo, le banche e la finanza.”
Critica alla proposta di San Precario
Dopo avere letto l’articolo su FQ la critica è sostanzialmente la stessa come al RMG, visto che anche San Precario è inteso ad essere erogato solo a chi è sotto una soglia: Si presenta lo stesso problema di dimostrazione della propria povertà, il pericolo di arbitrio da parte delle autorità, di possibilità di truffa e di mancata motivazione a lavorare (visto che comunque si integra a 600 mensili). In pratica la proposta di San Precario è molto simile al Hartz IV tedesco, nonostante il nome che indica il contrario (reddito di base incondizionato). La genialità nella proposta di San Precario è che tutti questi problemi non vengono nemmeno accennati.
Critica al Reddito di Cittadinanza
Purtroppo anche il “Reddito di Cittadinanza,” come proposto dal M5S, intende solamente integrare chi non guadagna abbastanza, piuttosto di essere veramente “incondizionato” e riformare l’intero apparato economico - perciò anch’esso soffre del problema della nuova arbitrazia senza trasparenza.
Visione globale
Se lasciamo che il mondo progredisca come sta facendo ora, aumenteranno i fenomeni climatici (alluvioni, terremoti, siccità), la perdita di terreno fertile (desertificazione e l’aumento del livello del mare) e la conseguente incapacità di sfamare l’umanità e si arriverà alle guerre per i privilegi e le risorse.
Il consumo globale di gas, petrolio e carbone è raddoppiato dagli anni 70. Mentre le risorse scarseggiano, la sete di energia è prevista di raddoppiarsi entro il 2030. Tutti gli sforzi che abbiamo fatto per limitare l’uso del nucleare e gli sforzi che faremo per fermare la pratica del fracking saranno futili dal momento che la sete di energia sormonta qualsiasi ragionamento morale.
Il RdE in combinazione con la rivoluzione lavorativa e l’introduzione di un modello economico veramente sostenibile che incanali la sete di guadagno delle multinazionali in un corsetto di ragionevolezza ambientale e sociale è l’unico progetto che conosco che potrebbe disinnescare la miccia al pianeta. Per realizzarlo dobbiamo cacciare la democrazia rappresentativa dalle poltrone e conquistare il mondo con la democrazia ragionevole e scientifica.
Finanziamento
reddito d’esistenza a tassazione di guadagno
l’approccio più facile da concepire dei tre… se non guadagni abbastanza, ricevi soldi… se guadagni bene, paghi soldi… se guadagni tantissimo, aiuti a finanziare l’intero sistema con un contributo serio. il problema sta nell’interfacciamento con il resto del mondo e nelle possibilità di evasione ed abuso…
threat: evasione fiscale non dichiarando gli introiti (lavoro in nero), piuttosto semplice ed efficace da realizzare
reddito d’esistenza a tassazione di consumo
immaginiamoci un attimo se l’IVA fosse al 100%… e gli stipendi invece al 50% di oggi… considera che i nullatenenti sono quelli che ricevono tanto quanto spendono, di conseguenza 50% dei loro introiti torna allo stato in forma d’IVA mentre l’altro 50% lo stato se lo deve guadagnare altrove… i benestanti consumano di più e in questo modo danno di più allo stato… il tutto se tarato bene fa break-even in modo civile… il problema sta nell’interfacciamento con il resto del mondo e nelle possibilità di evasione ed abuso…
threat: mercato nero di scambi merci evitando l’IVA, realizzabile solo dove la produzione delle merci non è ovvia
reddito d’esistenza a tassazione di proprietà
ci sono anche altri modelli che si orientano alla proprietà… in molti paesi dove l’evasione fiscale è la norma, le tasse si basano ormai sulla proprietà… visto che l’anatocismo incrementa la proprietà dei più ricchi, per il semplice fatto che esiste il debito al mondo, le tasse sulla proprietà fanno da compensazione a questo effetto. perciò, a pensarci bene, questo potrebbe essere l’approccio più onesto. anche qui il problema del capitale che fugge all’estero… alla fine di affidabile resta solo la proprietà immobile…
threat: fuga di capitale/proprietà mobile, sorveglianza della proprietà
reddito d’esistenza a tassazione ibrida
fare un mix di queste tre strategie, abbastanza equilibrata da non mandare in tilt il continente… wink … se alziamo le tasse sul guadagno, sul consumo e sulla proprietà per finanziare il ‘new deal’, che per definizione colpisce solo i ricchi - anzi, se vogliamo, possiamo tentare di colpire solo l’elite dei ricchissimi (~1%), rispettando i benestanti che hanno lavorato una vita per diventare tali, possiamo permetterci di limitare la sorveglianza dell’evasione fiscale ai pesci grossi. se guadagni molto e non paghi le tasse si nota. se spendi molto e non paghi le tasse si nota. se possiedi molto e non paghi le tasse si nota. si nota anche senza una sorveglianza dei conti in banca - oppure introducendo delle soglie massime prima che scatti la sorveglianza finanziaria. c’è spazio per ragionare sui dettagli qui…
analisi: ma dove sta il capitale?
visto che il sistema economico mondiale è attualmente molto squilibrato bisogna anche capire dove è finito il patrimonio del 0.1% … se i debiti statali continuano a dissanguare l’economia, anche un nuovo assetto di ridistribuzione sociale non risolve il problema senza la cancellazione dei debiti, ne mitiga solamente gli effetti. solo per visualizzare un pò la piramide… ecco i 0.1% d’Italia e del mondo…
- https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Italian_billionaires
- https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Italian_billionaires
- https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_members_of_the_Forbes_400_(2010)
e qui le più grandi multinazionali del pianeta…
analisi: il new deal di roosevelt
È proprio interessante il new deal di FDR. Il dettaglio che a me pare più importante è l’aumento delle tasse sul reddito fino alla bellezza del 79% che era studiato in modo tale che un solo contribuente effettivamente ebbe da pagare tale immensa somma… Rockefeller! Esattamente come pensavo anch’io, una piramide di tassazione equivalente alla piramide della distribuzione di denaro. Anche noi dobbiamo chiedere un contributo del 80% da parte di Michele Ferrero. Michele! Molla la Nutella! Per decenni hai approfittato più di ogni altro italiano della crescita economica. Ora abbiamo bisogno del tuo contributo. Scusa se per la riforma tributaria del Partito Pirata abbiamo bisogno del 80% del tuo reddito. E via dicendo riguardo agli altri miliardari d’Italia. Potrebbe essere una campagna mediatica.
inoltre FDR passò dozzine di riforme molto ben studiate che fecere l’opposto di quello che stanno facendo i nostri attuali governi… regolazioni dei mercati, delle banche, e il colmo: FDR ha introdotto i sistemi di protezione sociale e del pensionato! in una fase di totale crisi di stato invece di smantellare i sistemi sociali lui li ha creati. se noi stiamo pensando al reddito d’esistenza non è follia… è esattamente in linea col precedente storico! dobbiamo sviluppare soluzioni per non ritrovarci periodicamente nella depressione economica anche perchè un altro secolo di “crescita” a discapito dell’ambiente questo pianeta non ce lo perdona!
particolare buffo… FDR a suo tempo dovette sopportare la paranoia dei critici che pensavano le sue drastiche misure fossero comuniste e/o fasciste a seconda delle pippe mentali e provenienze politiche. anche in ciò siamo progrediti in un secolo di nulla e niente!