E’ vero, dovremo aspettare il 19 per avere certezza del tutto ma, secondo me, si possono iniziare a trarre conclusioni da quella che è stata la tornata elettorale di ieri nelle più grandi città Italiane.
Stamattina in conferenza stampa Matthew dichiarava “non è stata una sconfitta, molti sono sopra il 40%, ma non siamo contenti” (40 che è effettivamente la soglia dell’Italicum). Allo stesso tempo Matthew dichiarava, poco tempo fa, mettendo le mani avanti, che le amministrative non avrebbero avuto alcun peso (anche e soprattutto in vista del referendum); probabilmente già sapeva come sarebbero andate a finire, o quasi.
Torino (realtà che vivo) è, forse, la sorpresa più grande. Tutti si aspettavano un margine di vantaggio di Fassino (41,83) sulla Appendino (30,92) molto più ampio (lui stesso ha sempre temuto il ballottaggio e si è stamane dichiarato preoccupato dai risultati delle urne); Fassino stesso ha investito tantissime energie e soldi (per un mese la sua voce m’ha sfracassato prima dei video su YouTube), mentre la stessa Appendino girava tra i mercati rionali e di rado si vedeva in TV. Continuo a credere che Fassino sia favorito ma mai dire mai (De Magistris nel 2011 ribaltò tutto al ballottaggio, e soffriva un distacco maggiore), si tratta comunque della prima volta -da anni a questa parte- in cui si arriva al ballottaggio. Appendino prenderà il 3,70 di Airaudo e il tutto si giocherà sui voti di Lega (8,39) e FI (5,31). Ritengo molto più probabile che i voti della Lega affluiscano nel M5S (viste anche le posizioni sempre ambigue di questo in tema immigrazione). In ogni caso, perdere Torino sarebbe un brutto colpo per la sinistra (seppure quella di matrice Bersaniana) e un grande colpo per il M5S.
La vicina Milano rappresenta, invece, la partita più “mentale” e potenzialmente quella che potrebbe dare il colpo di grazia al PD. Sala è stato l’unico vero e proprio nome forte voluto da Renzi, l’unico che partiva per già vinto (i candidati delle altre città erano o un ripiego o chiaramente sfavoriti) e quello su cui si sono concentrate più energie. Partita “mentale” perché Parisi è stata una grandissima mossa da parte della coalizione di destra: essenzialmente non rispecchia i caratteri dei partiti di destra Italiani, lontano dagli estremismi della Lega, molto posato nei modi, con una sua storia dietro. Sicuramente più a sinistra di Sala. Ricordo quando lo sentii una delle prime volte intervistato da Gruber, presente anche Travaglio; quest’ultimo affermò “Lei e Sala potreste scambiarvi”. Parisi è andato quindi a prendersi tutti quei voti liquidi (non radicalmente di sinistra) che un moderato avrebbe potuto dare al PD, più chiaramente tutti i voti della destra. Ieri sera una tizia dell’ufficio stampa diceva “Secondo i nostri dati ci sta una forchetta del 6/7%”. Stamattina si sarà svegliata col mal di testa. Comunque, qui ci si gioca tutto sul dove si posizieranno i voti del M5S (che dichiarano di non dare mai indicazioni). Vedremo.
Roma, per me, rappresenta la scontata vittoria di Raggi (anche se non mi aspettavo un margine così ampio) e una grande dimostrazione di forza della Meloni che ha già dichiarato che i suoi voti sarebbero confluiti nella Raggi. Non vorrei gufare ma trovo qui scontata la vittoria del M5S. Roma rappresenta forse la vera consacrazione del Movimento in Italia: la Capitale conquistata. Il tutto può avere un effetto domino non indifferente.
Napoli, a parte i brogli di cui scrivevo in un altro thread (e di cui mi sarebbe piaciuto sentir parlare di più nei vari canali informativi) conferma il grande (e a parer mio abbastanza meritato) consenso popolare di De Magistris (per strada e nei centri sociali); altresì Napoli si conferma realtà diversa da quella della Campania intera (dove poco tempo fa si affermava forte De Luca), affermando una vivacità culturale e un’affermazione identitaria che la regione intera non ha. Molto più facile vincere in Campania (seguendo i meccanismi noti) che a Napoli (dove i meccanismi, come si è visto, non sono, almeno per ora, bastati). Si conferma quindi la forza del soggetto fuori dal meccanismo dei partiti e non credo ci saranno problemi al ballotaggio con Lettieri, a meno che quest’ultimo non metta in atto alla massima potenza le sue strategie becere, dato che se non è un mafioso ci manca poco.
Bologna non mi esprimo, è una città che conosco ma di cui mi sfugge la ratio. Simbolicamente il “centro di resistenza” della Nazione anche a livello giovanile, eppure il PD prende una marea di voti e la Lega anche.
In generale direi che se il M5S vincesse Torino e Roma sarebbe l’inizio di una vera e propria ascesa politica in vista delle prossime governative, anche perché si vince con soggetti che non sono né Di Maio né Di Battista, con un passato professionale alle spalle, e con una trasversalità politica che il M5S non aveva mai visto. Se alla sconfitta nella capitale sabauda e nella Capitale (considerando Napoli già fatta, o per lo meno non del PD) si sommasse quella a Milano direi che ci si avvia al collasso del PD (seppure Renzi non sia d’accordo) e ad una probabile vittoria in ambito referendum, considerando anche Emiliano in Puglia e la Basilicata che sta vedendo sgretolarsi Pittella scandalo dopo scandalo, contestazione dopo contestazione (il referendum trascorso fa piena prova).
Vincere Torino, invece, non sarebbe una vera e propria vittoria del PD targato Renzi in quanto Fassino e Matthew se potessero si accoltellerebbero a vicenda. Vincere a Milano (e credo si punterà tutto qui) sarebbe comunque una sorta di ancora, qualcosa a cui appigliarsi (almeno nelle grandi città). Se il PD vincesse Roma, beh, sarebbe un’ottima occasione per cambiare Nazione (già il solo fatto che sia arrivato al ballottaggio un elemento del partito dopo tutti gli scandali che il partito ha vissuto è motivo d’analisi).
E niente, bisogna preparasi al massimo al referendum e spingere come non mai perché quella sarà la vera prova del nove. In attesa, queste amministrative sono un ottimo spunto di riflessione. Per finire (chilometri e chilometri) direi che si evince questo: la frattura all’interno del partito di maggioranza sta iniziando ad espandersi e a dare i suoi effetti anche a livello territoriale. Il Governo si regge così così su patti segreti e elenchi coi vari nomi ed il “visto” o la “x” accanto, non c’è una vera e propria maggioranza (e qui ci spieghiamo il perché del referendum politicizzato, al quale si lega tutto il futuro politico) e se c’è non è “vera” e si limita solo al Palazzo. Appena si mette piede sul territorio ci si rende conto che la frattura è bella grossa e che, effettivamente (ma non inspiegabilmente), il partito sta perdendo tanto tanto terreno.