Roma, Raggi: studiamo il Sardex

A Roma la Raggi tira fuori l’idea di usare una moneta complementare. Il PD non capendone niente (o forse sapendo che se lo facesse potrebbe raccattare molto consenso…) la critica parlando di medioevo.

“Si crea una sorta di credito tra imprese - aggiunge la candidata al Campidoglio - Una che vende un certo tipo di prodotto ha un credito in Sardex che potrà spendere all’interno di un circuito di imprese che vendono o offrono altri servizi per cui si scambiano dei crediti. E’ come se i servizi si pagassero in natura”.

Se fosse andata oltre l’home page saprebbe che il Sardex è già stato “esportato” nel Lazio, dove si chiama Tibex (e la sede centrale è a Roma, in Via Campania 59).

Ergo, non dovrebbe fare nulla, a parte una massiccia campagna pubblicitaria mirata a convincere i commercianti romani ad aderire al Tibex. Quanto al PD vabbè, sono da sempre maestri nel criticare ciò che non conoscono. Ad ogni modo penso anch’io che questi sistemi -che non sono nemmeno “valute complementari” a tutti gli effetti- andrebbero usate massicciamente in Italia. Non a livello comunale (abbiamo migliaia di comuni), ma regionale sì.

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Sì sì, la raggi parla anche di tibex… infatti penso che l’idea principale sia promuovere la cosa a livello comunale…

Su L’espresso di questa settimana c’é un articolo sul Sardex. Gran parte dell’articolo é dedicato a spiegare come funziona (nulla che nojsi possa trovare anche sul sito), ma nell’ultima parte racconta le possibili evoluzioni del progetto. Tra queste c’é anche ció che vado ripetendo da tempo, cioé di andare a costituire u a sorta di “credito di base” (se non un vero e proprio reddito di esistenza o simili).

“(…) sistemi di sostegno delle fasce di povertá estrema attraverso lo stesso principio: invece di cash, le istituzioni possono dare a chi é in grave difficoltá un conto in unitá di credito, spendibile in un circuito di beni realmente utili (alimentari, farmacie etc.), e non al videopoker o in negozi di superalcolici”.

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la moneta complementare è un’ottima cosa, la Raggi è sicuramente meglio di Marino come sindaco

E se invece di usare la moneta normale si usasse la moneta complementare? Roma, Raggi: studiamo il Sardex

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E’ una questione completamente diversa. Può esistere una moneta baratto come il sardex e il tibex che se lo possono permettere solo aziende che hanno un loro scambio di prodotti ed evitano di usare l’euro su cui poi pagherebbero le imposte. Quelle monete sono uno strumento per, di fatto, gestire un baratto tra aziende, ma i cittadini non possono permettersi di barattare cose significative ed in modo costante. Infatti, per i cittadini esistono le monete sconto, ma sono a tutti gli effetti degli sconti su un prezzo che deve rimanere principalmente in euro. Il motivo è che il debito pubblico si paga in euro, le imposte sono richieste in euro, i negozianti non possono rifiutare per legge gli euro. Tutto questo rende marginale il ruolo di monete baratto e monete sconto, per quanto possano essere utili.

Quindi serve una riforma al sistema finanziario, per forza. Il reddito di esistenza è concepibile solo intervendo sul sistema finanziario, che poi come ho mostrato si tratta di ricollocare diversamente le risorse, non trovare nuovi finanziamenti, ed anche un parziale e minimo recupero del nero. Saremmo già apposto, anche se è un reddito di esistenza più basso possibile (per ottimizzare i soldi), così come l’ho concepito.

Sardex é nato cosí, ma volendo potrebbe evolversi in qualcosa di piú, e infatti c’é giá chi ci ha pensato. Oggi per entrare in Sardex devi essere un’azienda o avere partita iva, ma come spiegato sunL’Espresso, da ottobre anche chi non ha nulla da vendere potrá ottenere i Sardex acquistando in euro dei prodotti di aziende del circuito. In teoria nulla vieterebbe allo Stato di “ricaricare” il conto Sardex dei cittadini, che poi li spenderebbero nel circuito (e le aziende l’IVA la pagano in euro).

Il problema secondo me é l’opposto: un’eventuale diffusione delle valute complementari (o soluzioni simili) farebbe diminuire la quantitá di € in circolazione, e in un sistema come il nostro (e soprattutto:coi criteri di valutazione dell’economia che abbiamo), dove lo stato di salute lo si misura dalla quantitá di denaro che circola, farebbe risultare che l’Italia é come il Mozambico.

Tanto più queste monete complementari ampiano il loro giro d’affari e tanto più si riduce quello dell’euro, eventualmente anche il gettito fiscale. Ciò significa che - nelle attuali condizioni - aumenta il rischio di restituzione del debito e quindi il suo interesse e forse anche una svalutazione del mercato italiano, in cui c’è la paradossale situazione che la valuta è dell’ “Europa”, ma ogni Stato ha conservato il suo debito pubblico e deve fare i conti del rapporto tra il suo debito ed il suo PIL come se avesse una valuta autonoma da tenere “fissa” / “agganciata” a quella dell’euro. Una pseudo unione monetaria che ci crea più problemi che benefici, visto che i benefici si sono rifiutati (la Germania non vuole e non vorrà mai un’unificazione dei debiti pubblici - allora che l’abbiamo fatta a fare l’unione monetaria tanti si chiedono?).

Cmq le monete complementari sono un’uscita dall’euro progressiva, si possono vedere in questa prospettiva, anche se in realtà non si arriva davvero ad un’uscita, proprio per i limiti posti a tali monete. Tanto vale uscire e basta e recuperare la sovranità monetaria. C’è un bravissimo economista Alberto Bagnai che sostiene l’uscita come una scelta valida e che soprattutto in un mondo che cambia e che vuole flessibilità non ritiene vero che avere una moneta “grande” significa essere al sicuro. Avere una valuta vicina alla realtà economica di una regione più piccola (es. Italia) può consentire di reagire meglio e più in relazione ai propri interessi che essere vincolati in un grande sistema di cambi fissi quale è l’euro.

Intervista di Bagnai su Brexit (si parla anche di eurozona, unione monetaria e le parti del video dove non parla Bagnai possono essere saltate perché irrilevanti).

Possiamo mettere il discorso sulle monete complementari in un thread a parte? [Silvan: OK] Mi pare che i post siano chiaramente separati.

Stai dicendo che il Sardex serve per lasciare che le ditte evadano le tasse? Ma siamo fessi?

Il baratto non è illegale e sul baratto non si pagano le imposte, diciamo che il sardex sfrutta un bug del sistema (che non tutti possono permetterselo, solo le aziende) per non pagare le imposte, è così… Non ha un’altra utilità. Praticamente le aziende si segnano un conto che vale zero e scambiandosi beni e servizi tra loro possono andare sia in positivo che in negativo, ma la cosa importante è che approssimativamente tutti abbiano un conto sempre vicino a zero. Questo significa che approssimativamente si sono scambiati lo stesso valore tra loro, senza usare l’euro, e quindi di fatto usando una forma più sofisticata di baratto.

Una iniziativa inutile (il Sardex) perché dal momento che diventa un canale serio di evasione fiscale verranno adeguate le leggi, magari dal M5S stesso. Il problema dell’Italia non sono le tasse alle imprese.