Nelle eterne discussioni sull’eventuale Reddito di [insert_name_here] avevo segnalato lo studio di Fumagalli che spiegava come un RMG potrebbe essere in gran parte coperto uniformando tutta una serie di ammortizzatori sociali già esistenti ed attualmente elargiti in modo selettivo (i più maliziosi direbbero -non senza qualche ragione- clientelare).
Oggi vale la pena sottolineare che lo stesso discorso potrebbe farsi per l’annosa questione delle tasse. Lo spiega Mario Seminerio sul suo blog, in un articolo a commento della geniale dichiarazione sulla Flat Tax progressiva del Cittadinoh Toninelli (in realtà riportando un paio di articoli del Corriere).
secondo uno studio di Unindustria, nel 2016 in Italia esistevano 799 tax expenditures, cioè agevolazioni fiscali di vario tipo, tra deduzioni e detrazioni. Il totale di queste spese fiscali ammonta a 313 miliardi di euro di base imponibile erosa, con minor gettito pari all’8% del Pil. Nel 2011, quando iniziammo a leggere sui giornali e sentire dai politici che serviva recuperare gettito chiudendo i loopholes fiscali, le agevolazioni erano 720, per 250 miliardi di euro di base imponibile erosa. Secondo Unindustria, siamo al primo posto in Europa per queste caramelle fiscali, lo strumento col quale i politici comprano il consenso di segmenti di elettorato e costringono le aliquote nominali a restare elevate, producendo distorsioni dal lato dell’offerta. Sempre secondo Unindustria, il peso delle tax expenditures su Pil in Germania è dello 0,8%, in Francia del 2,2%, in Spagna del 3,8%. Questi numeri sono l’indicatore dell’intensità della malattia corporativa di un paese. Non avendo risorse fiscali per ridurre le tasse erga omnes, i politici si inventano le tax expenditures per accalappiare gruppi di elettori. Il circolo vizioso si perpetua, i benefici fiscali diventano “diritti acquisiti” nella patria dei medesimi, e nessuno riesce più a rimuoverli.
Ora, probabilmente una parte di quelle agevolazioni è sacrosanta (penso ad esempio alle imprese che si trovano in zone colpite dal terremoto: e che diamine, è logico esentarli dalle tasse); però, se la cifra è davvero di oltre 300mld, tagliando anche solo il 10% uno risparmia 30 mld€/anno. Ce n’è abbastanza per diminuire di parecchio il cuneo fiscale, tanto per dirne una.