Un'identità effettiva per il Partito Pirata

L’identità liquida del partito pirata pone un problema filosofico. Quando si può parlare di identità? Nel nostro caso le caratteristiche necessarie sono: poter dialogare con un’interfaccia o un rappresentante di quella identità; pianificazioni, intenti e responsabilità si devono poter attribuire chiaramente a questa identità; chi aiuta, consiglia, propone, in generale chi porta avanti i processi decisionali, deve coinvolgere questa identità.

L’Assemblea è paragonabile al cervello di questa identità, LiquidFeedback permette di far emergere di volta in volta una versione finale di processi eventualmente in conflitto tra loro e quanto meno eterogenei.

Però, non va usato solo per le proposte e le votazioni, ma anche per domande da parte di esterni, tra cui eventualmente giornalisti, per sondaggi interni su priorità o altri obiettivi. È vitale stabilire questa dinamica, altrimenti quando si vuol far qualcosa: quasi nessuno risponde o dà feedback; giustamente non è tenuto a farlo, qualora uno volesse porsi come parte attiva dialogante non può e non deve rappresentare il partito e quindi non si sa mai chiaramente cosa ne pensi l’Assemblea. Questa situazione che si crea è paralizzante e mostra che la presunta identità liquida non è ancora propriamente un’identità.

Credo che si possa risolvere con policy su LQFB, magari avendo anche un’interfaccia per esterni che fanno domande (basta qualche giorno di tempo ed uno o due che rispondono con le deleghe degli altri).

Le risposte non avranno valore vincolante come le iniziative, né sono da considerare come comunicati stampa, però saranno sulle stesso piano di quando Grillo o Renzi dicono qualcosa se intervistati o su Twitter (quindi al limite anche rivedibile ma riconducibile ad una identità).

Oltre al valore funzionale, saremmo forse il primo esperimento di identità collettiva con cui poter dialogare. Questo rappresenta un’attrazione che potrebbe portare nuovi interessati o far parlare di noi in qualche università (cosa che già avviene con LiquidFeedback).

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Non è affatto male come suggestione, una sorta di form virtuale al quale puoi porre questioni direttamente al e dove ti risponde una identità collettiva rappresentativa del PP-IT. si può fare

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La mia esperienza personale: anni fa, prima di iscrivermi al PP, provai a porre delle domande sul copyright per un’intervista sul blog aziendale che gestivo. Secco girò la mail in lista, ma nessuno trovò il tempo di rispondere.

Anni dopo, quando ero già iscritto, uno di Linkiesta.it ci chiese un’intervista. Domande scritte su un pad. Risposi io nel giro di qualche ora, anche con qualche imprecisione sulla domanda relativa alle deleghe. Ma almeno l’intervista fu pubblicata (sta qui). La comunicazione al giorno d’oggi corre veloce. Non aspetta i tempi nostri. Servono le deleghe al gruppo RsB. Se poi scrivono/dicono/diffondono cazzate, si faccia presente l’errore a chi sbaglia e -extrema ratio- lo si sostituisca.

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La policy proposta da @Silvan potrebbe essere coniugabile con la contro-proposta di @Exekias di delegare al gruppo RsB ( acronimo per .??? : ma immagino sia il gruppo incarivato della comunicazione ). Potrebbe essere questo ultimo ad approntare la risposta e pubblicarla su FB, con max tre giorni di tempo per discussione-emendamenti-voto ???

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D’accordo per la piena delega. Tre giorni di tempo però possono essere troppi nella comunicazione, dipende dai casi

In svariate occasioni abbiamo risposto ad interviste usando LQFB, mettendo su una urgente per ogni domanda… in queste occasioni la partecipazione all’intervista è stata decisamente più intensa che se la richiesta si vede solo in forma di una mail ad una delle tante mailing list. Se le votazioni decadono, le si possono interpretare come delega al GdL. Spesso le domande hanno una risposta immediatamente deducibile da posizioni precedenti e non richiedono nuovo dibattito. Altre volte invece qualche dettaglio è davvero diverso. In queste occasioni vorrei avere un LQFB ancora più rapido:

Da anni mi piacerebbe l’idea di avere una chat dove i presenti possono prendere decisioni veloci con la modellazione della democrazia liquida estratta da LQFB. Dato che però una Delegation API non esiste, non ci resta che usarlo direttamente. Per fortuna, in fondo non fa tutta questa differenza se ci fossero policy urgentissime in LQFB stesso (usando orario di scadenza provveduto dall’iniziatore piuttosto che una durata prefissa), dato che ormai ci sono anche app dedicate per cellulari.

In questa situazione partecipano solo coloro che sono online in quel momento (in un partito di mille persone già sarebbe un numero sufficiente) e lo fanno con la modellazione liquida che corregge gli effetti di dominanza. Affinché il tutto avvenga in tempo quasi-reale ci vuole che le notificazioni e-mail arrivino nell’immediato e che il tutto sia in un’area dedicata per non disturbare chi non ha intenzione di farsi disturbare nel quotidiano da votazioni urgenti e poco importanti nel PP. In pratica ricollego a quanto dissi in passato sull’idea della redazione liquida… aggiungo solo che dando al contatto stampa il potere di definire la durata della votazione si possono dare anche risposte nell’arco di mezz’ora.

Finché siamo una dozzina di persone invece di mille, tale architettura apporterà risultati non molto diversi dall’attuale uso di una chat redazionale… ma io ragiono in strutture per un movimento europeo governativo, con o senza simbolo pirata… e presumo che in un modo o l’altro noi ne faremo parte…

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Si risolve con le deleghe.

Come detto, basta avere delle policy adeguate, anche solo 12 ore per la votazione e 12 per la discussione, con le deleghe si riesce a dare il giusto peso a chi tra noi risulta più corretto e rappresentativo. Possiamo anche avere un quorum assoluto basso, perché non sono cose che diventano parte del programma, sono solo risposte, hanno importanza, ma non sono vincolanti.

Con un tale sistema, magari potrebbe risultare comunque che rispondi tu, ma con una procedura rapida che può anche scalare, quando servirà.

Certo, come sopra indicato. Riguardo i 3 giorni, possiamo essere anche molto più rapidi, se è urgente è urgente.

Intanto, avere la possibilità di porre domande (senza urgenza) al Partito sarebbe un interessante passo avanti. Qui la discussione dedicata all’iniziativa aperta su LQFB: Nuova policy per porre domande al Partito.

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L’idea di fare un “APP” per velocizzare commentare ciò che di politico accade sarebbe il sistema più veloce se qualcuno "sistema di comunicazione volesse sapere qualche cosa sul P.P. Es. candidatura di Di Maio "

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Concordo sui tempi, e sulla delega. Ma passando per liquid. Mi piace come immaginerebbe le cose @lynX. Potremmo aprire un’area dedicata alla Comunicazione, con policy anche rapidissime (ore). I membri di RSB (Redazione Sito Blog per @bockman) sanno che l’assemblea conta su di loro per interessarsi a queste cose, e presumibilmente saranno i più attivi a cui noi delegheremo. E saranno quelli che concretamente pubblicheranno in rete ciò che diciamo.

Il bello è che ogni messagio che esce può avere scritto in calce ciò esce democraticamente dalla bocca dell’assemblea pirata -> link. Sarebbe bello se il link mandasse ad un lqfb in visione pubblica. Il nostro è segreto, non so se si possono differenziare i livelli di privacy tra le varie sezioni.

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Anche perché il nostro metodo è pressoché l’unica cosa che ci differenzia dal resto… le proposte dall’apparenza “pirata” le sanno scrivere anche i cinque stelle.

In un partito di volontari, no. Non poi costringere la gente a trovare il tempo. Ci vuole un ufficio stampa decente, ma questo viene dopo.

[quote=“Several people”] LQFB [/quote]

Beh, questa cosa è così perché così è stata costruita. Può cambiare. Anche perché del metodo non importa a nessuno: chi è che vota PD perché fanno le primarie, o M5S perché c’hanno Rousseau e decide tutto Casaleggio?

Il metodo non può essere l’elemento fondamentale dell’identità pirata. O almeno, non questo metodo. Possiamo estrarne dei principi: uguaglianza, trasparenza, libertà individuali, rifiuto dell’autorità, e costruire su quelli. Ma “democrazia liquida” è una cosa che può fare chiunque.

Ci crederò quando faranno proposte per impedire la sorveglianza di massa e punire gli abusi delle FdO.

Le deleghe non costringono nessuno, ottimizzano, aumentano la possibilità di rispondere e di velocità, se nemmeno così c’è qualcuno che può rispondere, semplicemente non si risponde, come anche ora può accadere. Almeno un’ottimizzazione c’è, perché non adottarla?

Pur trovando molto importante LiquidFeedback (e sono aperto ad una possibilità più tradizionale, ma con elementi di “liquidità”: ovvero poter delegare solo ad esperti) sono pienamente d’accordo che questo c’entra poco con l’identità pirata. Inoltre, questa identità è problematica perché un partito deve rivolgersi a tutti i cittadini, ma solo una stretta minoranza si sente e comprende lo spirito dei pirati informatici…

Motivo per cui un meta-partito che stabilisce un buon metodo per i partiti politici, che eventualmente adottano tale metodo, è un’idea che in passato è stata avanzata. Ricordo qualche problema di contorno, anche se non nel dettaglio, del tipo “se tutti adottano quel metodo di fatto diventano un unico grande partito”.

Però, visto che l’identità spesso è importante e sentita, si potrebbe tornare a ragionarci. L’unica cosa che mi scoraggia è che le risorse umane sono davvero poche, si rischia di avere anche bei pensieri, ma di fatto sono castelli in aria…

Sospetto che questo sia il problema principale. C’è un sacco di gente che sarebbe disposta a unirsi e pompare il partito, ma stiamo parlando di gente che probabilmente mal sopporteremmo — perché è gente “da silicon valley,” che si mette a ridere se ci presentiamo come “ennesimo partito di sinistra extraparlamentare.” (vedi anche la vicenda del dominio “partitopirata.it”)

mmm, vuoi ricordarci la vicenda del partitopirata.it? comunque mi sembra che si sia superata la fase relativa all’ennesimo partito della sinistra extraparlamentare, credo che l’esperienza altra europa abbia insegnato a molti

Essendo l’ultimonarrivato non pretendo di dire quale dovrebbe essere l’identitá del partito pirata, ma voglio dirvi quali sono state le cose che mi hanno spinto ad iscrivermi:

  1. La democrazia liquida: mi affascina l’esperimento di un partito non strutturato in modo verticistico che usa la rete come strumento di aggregazkione
  2. L’approccio ingegneristico ai problemi, che ho potuto osservare in questo forum, per cui si esaminano pro e contro delle varie soluzioni cercando di mettere da parte il bias ideologico che pure ognuno di noi si porta appresso.

Senza queste due caratteristiche, probabilmente per me il PP diventerebbe unpartito come gli altri…solo molto piu piccolo.

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È di un tipo che l’ha registrato, qualcuno una volta lo contattò, e disse che non aveva problemi a cederlo a un partito funzionante. (Ma ho provato a greppare nella mia mailbox e non ho ritrovato i messaggi in cui mi veniva raccontata la cosa, quindi boh. L’unica traccia è questa ma non è quello che ricordo). Fatto sta che il tipo è ovviamente abbastanza interessato da continuare a rinnovare un dominio che servirebbe solo al pp-it, ma non si fida(va?) abbastanza.

Questo non lo so. Dall’esterno, è un partito invisibile. L’interesse potenzialmente c’è.

E’ questo il problema che non riusciamo a risolvere, come uscire dall’invisibilità.

Beh, finora abbiamo cercato nel contesto “politico.” Forse è ora di guardare da un’altra parte.

Tanto per cominciare ci sono i social network.