Ovviamente nel caso del nostro referendum costituzionale spezzare le domande referendarie doveva essere un “must”. Ma in fondo non è altro che garantire la possibilità di emendare ex ante. Questa discussione è molto bella e importante ma mette in discussione il concetto stesso di democrazia. Suggerisco un libro bellissimo di Zagrebelsky. “Imparare democrazia” (che mi ha avvicinato tantissimo mondo delle scienze politiche e sociali). Oltre ai 10 punti che Zagrebelsky indica come proposta minima di riflessione sull’ethos democratico, vi sono altri scritti e saggi di molti pensatori (che avrebbero meritato una delega liquida molto lunga…) . La democrazia, comunque, non è una scienza esatta e le sue scelte non sono giuste o sbagliate. La democrazia è relativistica, sperimentale, altruistica. La tecnocrazia non è democrazia. La tecnica può solo aiutare ma non sostituirsi ad essa. La democrazia diretta ha bisogno di strumenti e modalità complesse. Troppo poco il 50% per una scelta così importante per un popolo e per tutta l’Europa.
Ebbi l’onore di incontrare Zagrebelsky ma nell’atto di spiegare la democrazia liquida fece un intervento semplificante, e non mi fu data la parola per dettagliare… per il resto mi pare che ci stiamo ripetendo… ti risponderei con cose che ho già detto. Il discorso che ti sto facendo non è semplice, ma mi pare che stai cercando la grande frase semplice che faccia da scusante per spazzare via i ragionamenti complessi…
Piu che altro credo dovrebbe assicurarsi che ci sia stato un dibattito esaustivo, che tutte le parti abbiano avuto modo di spiegare le loro ragioni e le loro fonti e che il quesito su cui si vota non sia fuorviane …
La democrazia secondo me non ė il sistema perfetto - quello sarebbe una anarchia di edseri eticamente puri che sanno sempre quali sono i loro doveri e li eseguano puntualmente - ma il meno peggio. Per funzionare ha bisogno di alcuni prerequisiti, tra cui buon livello culturale della maggioranza della popolazione. Cercare modi per migliorare questo strumento imperfetto ė doveroso e necessario, anche se bisogna cercare di evitare gli errori del passato come oligarchie e tecnocrazie.
Penso che stiamo parlando di due cose su piani diversi (anche per colpa mia), e che una sia, parzialmente OT:
- La Democrazia Diretta referendaria vs Brexit.
- La Democrazia. Credendo di discutere di una “modalità” (1) in realtà mettiamo in discussione l’essenza stessa delle Democrazia (2). Parlare di “selezione intellettuale del singolo individuo” nell’esercizio del voto, se non è contro la Democrazia (e penso lo sia), è qualcosa di profondamente diverso dalla Democrazia. Lede in maniera assoluta il principio di pari dignità politica, viola l’isonomia che ne è la radice. Platone, che non amava la democrazia, preferiva l’oligachia e il governo dei saggi. Se vogliamo aprire una critica alla democrazia possiamo semplicemente dire che da quando l’uomo si è dato organizzazione sociale in forma compiuta il 99% della storia è segnato da Imperi e Regni non democratici che, fino ad oggi, hanno comunque funzionato… Oggi siamo arrivati al punto in cui, per molti (e specialmente i più deboli), ciò che consideriamo lo strumento migliore per garantire quelli che abbiamo definito come diritti universali, sia la democrazia.
Il giorno 9 marzo 2017 10:16, Francesco B. cto@lists.partito-pirata.it ha scritto:
E così il partito della democrazia liquida scopre l’aristocrazia (sempre meglio dell’acqua calda) Non è comunque discussione inutile visto che la Democrazia Diretta (liquida o meno) ha mostrato di non funzionare.
Su questo sono daccordo, non si tratta di selezionare al momento del voto ma di fare in modo che al voto ci si arrivi il meglio possibile. Non ho idea di come farlo in un contesto di elezioni generali. In un contesto piu ristretto come quello di un partito si puo provare disciplinando il dibattito pre-voto.
Appena entrata la notizia che NRKbeta in Norvegia ha aggiunto un quiz di domande per assicurarsi che la gente ha letto l’articolo prima di permetter(si) di commentarlo. Ah ah!