Non c’è nulla di fantasioso nella sua interpretazione. Si sta riferendo alla prima parte dell’art. 67 (e probabilmente alle varie dichiarazioni che io e Diana o Stefania abbiamo fatto in merito). La prima parte dell’art. 67, una delle più inattuate della nostra costituzione, sostiene appunto che il membro del parlamento con l’ingresso in parlamento perde la sua caratteristica di rappresentante di un partito, e diventa rappresentante dell’intera nazione, quindi un comportamento costituzionalmente corretto sarebbe quello di rappresentare tutte le posizioni politiche, anche quelle differenti dalle sue. I regolamenti parlamentari infatti danno una serie di strumenti ai parlamentari per sottrarsi alla volontà dei propri segretari di partito (poco usati e progressivamente sempre ristretti con il tempo), tanto che appunto in Italia si è chiamata partitocrazia la tendenza dei partiti a prevaricare le caratteristiche formali della costituzione gestendo in modo illecito il potere istituzionale.
Quindi in definitiva sono io quello che si è “permesso” di dire che il Partito Pirata è un partito che vuole rispettare pienamente la Costituzione italiana e che quando e se io fossi stato eletto grazie al Partito Pirata, avrei rappresentato non solo le idee del partito, ma anche quelle di qualsiasi altro cittadino italiano, seppure fossero state in conflitto con quelle del partito (se ovviamente avessi riscontrato la loro validità), perché questo chiede la Costituzione.
Ci trovi qualche problema?