Che ne fu di Democrazia in Movimento (DiM)?

Continua la discussione da La fiducia è il fondamento di tutte le corruzioni politiche.

Ho cercato un vecchio dibattito nel forum di DiM dove si era formato il consenso che bisogna contare sulla fiducia nei propri rappresentanti. Mi ricordo una frase tipo “per ripartire bisogna contare soprattutto sulla fiducia”. In quel momento capì, che DiM non era pronto per fare i pirati. Non lo trovo più, invece ho trovato un articolo in FQ che presenta il buon Tavolazzi come leader pirata. Sono inciampato anche in questo articolo sul sito, che fa intendere che cercano ancora il politico onesto invece di sviluppare una politica resistente alla disonestà.

Ho dato un’occhiata allo statuto – estremamente sintetico – con il grande presidente che fa un po’ tutto e un comitato di garanzia per fare il resto. Della convivenza di conseguenza si occupa l’apparato del presidente in ovvio conflitto d’interessi. In pratica non sono molto diversi dal PD che criticano in homepage.

L’assemblea pare sia solamente fisica e occasionale. Lo strumento di voto digitale non ha ruolo da statuto. Usano “e-atene” – non si capisce se è un hosting di LQFB o qualcosa di diverso. Volevo vedere se almeno loro hanno sviluppato una cultura della delega, in caso avessero un LQFB accessibile. Ma se lo strumento digitale è solo sondaggistico, sottoposto a presidente ed assemblea fisica, vuoi vedere che le decisioni non si prendono lì. Stesso errore commesso anche da Progetto X.

Grillini ed ex-grillini hanno spesso in comune: preferiscono dare la delega grossa piuttosto delle micro-deleghe liquide, e pensano che sia più democratico così? Ahi.

In compenso hanno messo la figura del Certificatore nello statuto. Magari giusto che sia così?

Intanto Tavolazzi nella lista degli incaricati di partito non ce lo vedo più. Stando al verbale del 2016 sono rimasti in dodici. Ferrara non ci sta. Ma che si sia staccata?

Modifiche regolamento Votazione Art.4 ATTIVITÁ DELL’ASSOCIAZIONE Sostituire “con votazione in Liquid Feedback.” con “con votazione sulla piattaforma di voto.” e “alla votazione in LQFB.” con “alla votazione sulla piattaforma di voto.” Favorevoli 12 (unanimitá)


Luigi Intorcia nota che c’é stata molto apatia nel passato e ne chiede i motivi. Fabio D’Anna dice che ha lasciato fare chi si é presa la responsibilitá di portare avanti i lavori, per non disturbarli ma a volte non era d’accordo e per questo si é allontanato da DiM.

Ah, guarda un po’, il discorso della fiducia gli è caduto sui piedi nell’anno stesso di fondazione. Dice il sito del Progetto per Ferrara:

L’assemblea di Democrazia in Movimento (DiM), movimento politico nazionale ispirato alla democrazia diretta, riunitasi il 7.9.14 a Bologna, dopo aver approvato ( leggi verbale ) la mozione di sfiducia all’ex presidente Alessandro Crociata e preso atto delle dimissioni del vice presidente Francesco Pronio, […]

Da quel momento il PpF non parla più di DiM – evidentemente ci è stato un cataclisma non bene documentato – e da li il PpF ha continuato fino al termine di mandato ferrarese, questo spiegherebbe che i blog sul sito finiscono in Marzo 2015. Le iniziative terminano già nel 2011. Su Facebook qualcuno riposta notizie locali. Il sito personale di Valentino Tavolazzi non risponde più. Peccato. Su Facebook si vede che ha ripreso a suonare il contrabbasso.

Poteva essere pirata, poteva essere leader tra molti leader. Invece era leader d’opposizione locale per cinque anni. E ora è self-employed a costruire strumenti musicali. Bello, ma non come pensavamo nel 2014.

C’e stato un cataclisma, il solito: presa del potere per mantenere la purezza o Presa del potere con la scusa della purezza. C’è stata una divisione direi personalistica visto che si è diviso frra nord e sud, dopo di che la parte sud ha avuto il simbolo e la parte nord ha lasciato

Ogni volta la stessa storia, @Apsyrtides – prima non ti danno retta perché sanno come devono fare le cose per farle andare benone – e poi qualcosa va marcio ed è colpa di qualcuno… sarà che siamo pochi, ma almeno qui abbiamo sopravvissuto i cataclismi ed abbiamo imparato…

Lavorarono molto democraticamente, poi si divisero sulle modalità di gestione, controllo, trasparenza e proprietà della piattaforma (se non erro). Sciolsero l’associazione e finirono in causa con il giudice che diede ragione a coloro che vollero continuare. Non entro nei dettagli perchè ho vissuto molto la storia dal racconto di un nostro socio e non vorrei essere di parte. Tavolazzi, persona che stimo profondamente, fu tra coloro che lasciarono.

Mi suona molto consone con la nostra esperienza che se non hai modalità di convivenza efficace puoi litigare fino al sangue per qualsiasi dettaglio dello statuto o di una proposta politica, non importa quanto in linea generale sei d’accordo come pochi altri. Alla fine, la cosa che ci distingue di più forse non è nemmeno la democrazia liquida, ma il regolamento di convivenza.

Idem per me riguardo a Valentino.