Ci servono "quote rosa"?

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Il problema, @storno, sono gli uomini.

Per ragioni evolutive che precedono la specie homo sapiens sapiens, statisticamente i maschi della nostra specie sono più aggressivi delle donne. Questo significa che a parità di tutto il resto, gli uomini tendono a prevalere perché vogliono (inconsciamente o meno) prevalere. Ancora di più prevalere sulle donne.

L’evoluzione è un processo ancora in corso ed in un futuro lontano potremmo riuscire a superare questa tara evolutiva. E vi sono già donne molto aggressive e uomini (come me) che trattano sempre le donne da pari (anche quando loro non se lo aspettano).

Tuttavia, in questo momento storico, le quote rosa non sono uno strumento per favorire le donne, ma per limitare la lotta per il potere di noi uomini in uno spazio per soli uomini. In questo senso, su una popolazione sufficientemente vasta da disporre di una quantità equivalente di donne ed uomini parimenti adatte ad un certo incarico, le quote rosa possono avere una funzione positiva, sopratutto per gli organi di garanzia come il Consiglio Arbitrale.

Un problema del Partito Pirata in questo momento è che le donne sembrano essere poche: anche per questo preferisco che si aspetti il 2020 per rinnovare i vari organi, perché limitare la prevaricazione maschile non comporti una selezione di persone inadatte al ruolo solo per ragioni di genere.

Che ne pensi?

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Ormai, nelle direttive europee, il concetto di parità di genere o di pari opportunità sta giustamente cedendo il passo a una diversa concezione che trae spunto dal concetto “biologico” di diversità.

[NOTA: è chiaro che i paesi del nord Europa si trovano in una condizione piuttosto avanzata rispetto a quella dell’Italia. Forse da noi la soluzione delle quote rosa rappresenta ancora una fase Degna di essere presa in considerazione]

Tornando al discorso principale, faccio notare che in alcune direttive che hanno molto poco a che vedere con la politica e molto con l’economia e l’ottimizzazione delle strutture organizzative (la 2013/36/UE conosciuta come Crd IV o la 2014/65/UE ossia la Mifid 2 -l’avrete Certamente sentita nominare perché la vostra banca Vi avrà fatto firmare un documento che la cita) si cerca di attenuare il “fenomeno della mentalità di gruppo” che deve essere superata attraverso l’instaurazione di una aumentata "varietà di punti di vista e di esperienze”. Se infatti la parità di genere viene ristabilita attraverso automatismo e quote percentuali, la valorizzazione delle diversità è basata su una trasparente valutazione comparativa di profili diversi. Si è riscontrato infatti che una sana diversità (culturale, tecnica ma anche di genere) può portare, nel quadro delle specificità organizzative, un beneficio tale da stabilizzare le organizzazioni e da renderle più adattive. Pertanto possiamo anche pensare di inserire delle quote di genere all’interno delle cariche politiche e organizzative del partito; ma quello che ci deve essere chiaro è che un partito con poche donne o con pochi disabili o con pochi sociologi o con poche voci dissenzienti è un partito debole e destinato a spegnersi in tempi rapidi e tra frequenti e “inutili spargimenti di sangue”. La diversità perciò è forza e va perseguita sempre… anche se fosse solo per questo motivo.

Concludo con un osservazione un po’ OT: in questo partito Mi sembra di avere riscontrato l’esistenza di alcune voci dissenzienti che però contribuiscono a portare una visione politica che, anche se talvolta troppo imbevuta di ideologia, può aiutare a scongiurare la sciagura del pensiero unico o la piattezza della mera gestione dell’esistente. Sarebbe opportuno limitare il fisiologico atteggiamento di rigetto del corpo estraneo per un duplice motivo:

  1. la diversità aiuta sempre a pensare in maniera non convenzionale
  2. l’intolleranza verso queste voci dissenzienti scatena fenomeni di emulazione non solo verso chi si sente autorizzato a prendere parte al linciaggio, ma anche emulazione da parte di tutti quelli che provano un fascino acritico nei confronti delle voci dissenzienti; questo può creare delle fratture all’interno delle quali possono trovare spazio fenomeni di trolling sistematico e manipolazione mirata. E di conseguenza, possono pirtare alla distruzione di tutta l’organizzazione e la vanificazione degli sforzi di chi si sta impegnando con determinazione e buona fede per costruire qualcosa di solido.
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Perfetto! E allora agiamo sugli uomini modificando la loro cultura. Spero e mi sembra sia così che qui la cultura si sia già modificata.

Mezzo OT Il professor Leeson della Mason University che ha studiato l’organizzazione pirata (non la nostra :slight_smile: ) afferma che uno dei loro punti di forza era la loro provenienza da tutte le parti.

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Oh certo, bisogna anzitutto ridurre l’aggressività maschile!

Purtroppo il capitalismo è un sistema sostanzialmente patriarcale e la sua violenza tende a favorire le donne aggressive piuttosto che favorire gli uomini miti. E questo peraltro costituisce una pressione evolutiva che, nel lungo periodo, renderà la società sempre più aggressiva (e violenta).

Ma non è necessario aspettare tempi evolutivi per osservarlo: basta dare un’occhiata alla produzione televisiva e cinematografica, a video giochi che inducono assuefazione e normalizzazione della violenza, alla pubblicità, fino all’approccio europeo contro i migranti o ai governi italiani da Berlusconi a Salvini (non includo tutto il dopo guerra solo per evitare una digressione sulla guerra fredda, la strategia della tensione e la P2 che ci porterebbe fuori tema).

All’interno di ogni comunità, la “cultura maschile” è la stessa delle donne. Appartiene alla comunità in questione, non solo ad una parte di essa. Di conseguenza, non è possibile intervenire selettivamente sugli uomini.

E come possiamo modificare la cultura maschilista di una società se non mostrando quanto prezioso è l’apporto femminile? E quale modo migliore per mostrarlo che sottrarre alcuni ruoli chiave alla competizione maschile?

La cultura di una società si modifica anzitutto attraverso la pratica. La prassi e l’esempio sono strumenti educativi fondamentali.

Possiamo certamente spiegare come proprio le differenze fra uomo, donna ed ogni altro genere arricchiscano qualsiasi ambito in cui hanno modo di esprimersi. Ma l’esperienza di questa ricchezza sarà sempre più efficace.

In tutta onestà, non ne sono certo.

Il Partito Pirata predica bene (durante le elezioni), ma ho l’impressione che siamo molto più allineato ai valori mainstream di quanto non voglia mostrarsi in campagna elettorale.

La mia impressione è che molti siano felici di avere donne in questo partito da sbandierare strumentalmente nelle iniziative mediatiche che questo vorrà intraprendere, ma non intendano affatto realizzare una comunità in cui l’apporto femminile (o LGBT+) sia veramente benvenuto. Tant’è che, correggimi se sbaglio, questo partito rimane anzitutto per la maggioranza maschile. E tutti gli incarichi di rilevanza statutaria sono in mano a uomini.

Il fatto che questa sia una condizione transitoria dovuta al collasso del Partito Pirata prima del 2019 non è rilevante: se la cultura del Partito Pirata non fosse stata intrinsecamente maschilista/femminista (spesso due facce della stessa medaglia), a valle del collasso sarebbero rimaste tante donne quanti uomini. Così non è stato.

Non sono certo @macfranc che un’organizzazione uniforme sia destinata all’autodistruzione. Anzi, direi che storicamente abbiamo una larga casistica di sette religiose e sottogruppi politici che smentisce questa affermazione. L’ho visto plasticamente in diversi contesti: dal gruppo femminista a quello di SJW, dalla setta religiosa al gruppetto di bulli, sempre i leader hanno bisogno di uniformità per costruirsi il loro piccolo regno di potere inutile. totalmente chiuso al dialogo ed incapace di onestà intellettuale.

Sono invece assolutamente d’accordo sulla debolezza di un partito che si condanni all’uniformità e al conformismo. Ma attenzione: io parlo di debolezza Politica intesa come capacità di contribuire positivamente alla vita ed alla organizzazione della Polis. Per intenderci, la Lega è un partito molto efficace nel ottenere Potere, ma molto debole nel fare Politica. Il PD invece è diventato così elitario da non essere nemmeno più capace di ottenere Potere, ma (almeno) da Renzi in poi, è diventato anche debole in questo senso.

Inoltre disporre di voci dissenzienti è inutile senza onestà intellettuale.

Se la maggioranza non le prende in seria considerazione, le voci dissenzienti diventano un divertissement. “Guarda cosa ha scritto oggi @lynX!”, “dopo pranzo magari”.

Anche questo è un aspetto molo importante.

Noi stiamo parlando di organi elettivi, e dunque politici, non di dipartimenti tecnici come un advisory panel finanziario. La “valorizzazione delle diversità è basata su una trasparente valutazione comparativa di profili diversi” è possibile solo in un contesto di selezione del personale, ex ante, dove puoi confrontare dei curricula anonimi sulla base di criteri di diversificazione prestabiliti.

In un elezione questo non è tecnicamente possibile. Né politicamente auspicabile, perché il voto in un’elezione è una espressione di fiducia che si basa su esperienze indipendenti dal curriculum (non a caso, la lettera che ho preparato per sostenere @calamarim non si focalizza sul suo CV, perché non è una raccomandazione per un incarico tecnico, ma un suggerimento per un ruolo politico di garanzia).

Questo non è un punto di forza specifico della antica pirateria navale.

Vale da sempre per qualsiasi comunità.

Persino in una famiglia, le differenze fra i membri (etnica, ideologica, culturale, di età…) è un enorme ricchezza fin tanto che la consapevolezza del fondamentale bene comune è diffusa e condivisa dai membri.

La comunione lega i membri di una comunità attraverso la gestione di ciò che mettono in comune. La consapevolezza di questo vincolo definisce (permettendola e delimitandola) la libertà dei membri, permette il dialogo onesto ed aperto, permette sintesi senza compromessi.

Secondo me quei modelli sono formidabili per prendere il potere perché sono in grado di dispiegare armi potenti (coesione, identitarismo, ortodossia, aggressività, sarcasmo, stalking, …) ma quando raggiungono il punto massimo di espansione, tendono sempre ad autodistruggersi rivolgendo quelle armi verso i propri compagni.

Naturalmente ci sono tante differenze tra organizzazioni che integrano per selezione/cooptazione e organizzazioni a base volontaria. Quello che voglio dire è che a prescindere dal metodo con cui le persone entrano a far parte di un’organizzazione, le organizzazioni che vantano una presenza più eterogenea sono maggiormente pronte a rispondere alle sollecitazioni esterne. Perché ciò avvenga in un partito è tuttavia necessario che l’impostazione politica (quali cittadini rappresentiamo?), programmatica (come li rappresentiamo?) o ideologica (perché li rappresentiamo così?). Esempio perfetto della violazione di questo principio è stato il PD veltroniano: quali cittadini rappresentiamo? Tutti tutti… Come li rappresentiamo? Dicendo cose che piacciono a tutti ma facendolo con la nostra credibilità perché abbiamo studiato di più e quindi siamo BRAVI e lo dicono sia i giornali che i leader stranieri… Perché li rappresentiamo così? Perché non possiamo fare altrimenti, dal momento che siamo un partito in cui sono rappresentati tutti, da Colaninno jr all’operaio…

già attribuire il rosa alle donne e l’azzurro agli uomini la considero una stronzata, penso che in un partito pirata, la discriminazione di genere non possa avere spazio, di conseguenza creare delle quote di qualsiasi tipo, andrebbe a scapito della meritocrazia

il prevalere di un sesso su di un altro è culturale e non biologico, quindi non è una cosa con cui dover convinvere, ma è un comportamento correggibile, questo però diventa un argomento sociologico globale che esce dal microcosmo del partito

riguardo l’aggressività, a mio avviso, in un sistema di comunicazione piatto come chat/forum, viene eliminato ogni filtro fisico e culturale all’aggressività personale, così mettondo alla pari maschi e femmine, l’immotivato attacco personale che ho ricevuto 2 giorni fa, con tanto di violazione della mia privacy ne è un esempio

quindi per me è: allosutamente niente quote, di nessun genere all’interno del pp e tutti gli eventuali casi di discriminazione che potranno accadere, dovranno essere corretti

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Finalmente leggo una descrizione adeguata della necessità di una quota femminile… e lasciamo stare l’assegnamento di genere dei colori.

Ci hai azzeccato a tutti i livelli, IMHO.

Aaah, leggo la parola meritocrazia, pericolosissima. Vi ho già raccontato la storia di Faxe? Il pirata instabile che fu eletto in parlamento per ragioni puramente meritocratiche nonostante aveva i comportamenti totalmente sbandati? Quando è terminato il suo incarico parlamentare ha commesso un omicidio e poi si è suicidato. Se il PP-DE avesse avuto un regolamento di convivenza fatto bene, non avrebbe dovuto permettere che una persona instabile sia candidabile. E che lo fosse era noto da oltre un anno. No, no, la meritocrazia è un concetto pericolosissimo.

Che attualmente richiede trattamento apposito nelle regole. Ormai è una cosa quasi universalmente accettata e non vorrei che il partito pirata fa la figura del partito di tutti uomini che rifiutano i problemi della società se non ne sono affetti loro stessi. Non ci possiamo permettere di essere percepiti come partito che favorisce i comportamenti maschili, eppure con le questioni di giustizia in sospeso è evidentemente così. Perché se è permissibile il linciaggio di dissidenti senza che il collegio abbia espresso un consenso in tal senso, chiunque non abbia la pro-tendenza maschile di imporsi lo stesso, risulterà affossato dai bullismi (perché dove l’applicazione di autoritarismo non è confermato dalla giustizia, è bullismo).

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la meritocrazia consiste anche nel non essere dei sociopatici omicida quando si deve lavorare con altre persone, però concordo che la meritocrazia è un concetto interpretabile, di fatto però stando nei limiti di quello che viene percepito come normalità, la meritocrazia diventa un concetto abbastanza definito, che si riferisce ad un gruppo di persone simili, nel quale spicchi qualcuno/a migliore degli altri in un determinato argomento

visto che mi hai quotato in parte, mi riquoto nel completo, perchè sennò si perde il senso della frase, la quale si riferiva al mondo esterno in generale, perchè nel mio concetto di partito pirata, queste cose le dovremmo avere già superate

e con quello che ho scritto alla fine, riferendomi al partito:

inficia la considerazione:

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Anche il PP-DE nel 2011 ci voleva credere di avere già superato il problema… ma in realtà non fu così, abbiamo avuto tante grane fino all’introduzione delle quote e nel frattempo i media hanno accompagnato la gaffe alla grande.

Cioè il sistema di giustizia che attualmente stenta a funzionare addirittura per gli insulti, i bullismi e le offese palesi dovrebbe riuscire a riconoscere discriminazioni sottili, magari non comprovabili ed in genere non attribuibili come intenzionali?

Mi è venuto da ridere, non perché sia un concetto sbagliato, anzi! Lo condivido pienamente. Ma guardando gli interventi nel forum ce n’è di lavoro da fare!

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Ragazzi mi scuso. Però non è tutta colpa mia, uffa! :cry:

Citavo @storno. Uffa! Siete cattivi! Uffa! :cry:

( :joy: )

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mhhhh…ho cercato di capire di più su questa storia, @lynX se vuoi, anche in privato, raccontarmela te ne sarei grata. E questo perché sulla base di ciò che hai scritto io…mi trovo profondamente in disaccordo. La “malattia mentale” è una disabilità. Una disabilità che può essere anche molto seria, ma è, come per tutte le condizioni di disabilità, una condizione vissuta da una gran parte della cittadinanza e che subisce costantemente pesantissime forme di discriminazione, al punto che come disabilità è l’unica verso la quale la collettività si sente in diritto di reagire con varie forme di violenza. Eppure, come per tutte le condizioni di disabilità, è il contesto che fa la differenza, se il contesto è adeguato anche la disabilità mentale può risultare un valore in produttività e…“meritrocrazia”. L’OMS definisce la “disabilità ” come “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano ” e “handicap” come la “condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali. Ma stiamo parlando di persone che dovrebbero “rappresentare” il Partito a livello politico ed istituzionale ed io, pur rischiando di essere tacciata di elittarismo com’è successo in un altro 3D, resto fermamente agganciata alla mia idea che per rappresentare politicamente un partito devi avere competenze di leadership. Ho visto il filmato che hai messo di questo politico che si è suicidato, era in tedesco e non ho capito un ciufolo di quello che diceva, ovviamente, ma avendo quotidianamente a che fare con l’afasia sono abituata a leggere il linguaggio del corpo, la cadenza, il ritmo, la modalità di respiro ed era evidente che quella persona non aveva competenze di leadership. Le competenze di un leader riguardano la capacità di comunicare (può anche parlare in dialetto stretto o con il linguaggio dei segni, ma se sai comunicare sei capace di coinvolgere, incuriosire, emozionare e motivare chiunque ti stia a sentire), la creatività (un leader propone, motiva, è capace di vedere punti di vista differenti la dove tutti vedono la stessa cosa, ed è capace di farla scoprire agli altri semplicemente illuminandola con poche parole), un leader è affidabile (che non ha lo stesso significato dell’ “honestà!” grillina, io ho conosciuto affidabilità anche tra i detenuti in carcere: l’affidabilità è la certezza che ciò che dice, vive e fa quella persona è alla luce del sole. Sempre), un leader è soprattutto una persona capace di valorizzare gli altri…un leader non ha bisogno di “comandare”, quindi di esercitare potere, perché e capace d’incanalare spontaneamente le energie nella medesima direzione. Queste sono competenze a volte innate ma molto più spesso apprese in un duro lavoro. Raramente si trovano in un unica persona ma un Partito, i Partito Pirata secondo me, potrebbe essere capace di rappresentarle tutte in un…“intelligenza collettiva”, quindi in una perfetta sinergia di leadership. A sto punto è indifferente se ci sono le quote di genere o di condizioni fisiche, intellettive o mentali… Certo poi io ho un mio particolare sogno nel cassetto di avere come rappresentante politico una persona come mio figlio, che assembla in se praticamente la maggior parte delle condizioni di svantaggio esistenti al mondo ma ha una tale competenza di leadership che chiunque lo conosce ne rimane soggiogato…ma i tempi non sono ancora maturi per una cosa del genere. Confesso che mi sono buttata anima e corpo in questo Partito soprattutto per spianare la strada ad un leader del genere…quindi comincio da te, @lynX: occorre analizzare bene la storia di questo Faxe perché forse non era il suo squilibrio mentale che ha rovinosamente fatto fallire la sua rappresentanza nel partito, ma era il contesto del partito che non ha favorito, se c’era (io in quell’unica registrazione non l’ho vista) la sua competenza da leader…

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Magari nel 2010 i Piraten avessero ascoltato te.

Impara, @solibo

Hai riassunto la mia percezione di quello che il metodo liquido orientato alla razionalità collettiva potrebbe ottenere…!

Giusto.

Chissà…

questo Faxe perché forse non era il suo squilibrio mentale

Era una persona ideale per l’attivismo in strada e assai inadatto ad essere eletto in parlamento. Avrebbe avuto bisogno di tantissimo accompagnamento professionale a trattare la sua condizione piuttosto di essere sopraffatto dalla responsabilità di partecipare a tot commissioni su questioni davvero pressanti per la popolazione della città. Già nelle prime settimane ha litigato col resto del gruppo parlamentare e per 5 anni ha operato in solitudine. Se alla fine di questo viaggio ci è stato un omicidio, qualcosa è decisamente andato male.

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Le quote rosa “sulla carta”, “ideologicamente” non mi piacciono per niente in quanto autoritarie e identitarie tuttavia ogni volta che ho sentito questa obiezione ho visto all’atto pratico nient’altro che un consolidamento dello status quo, ergo, nonostante il mio essere fortemente anti-identitario e di certo non autoritario penso che oggi, in questo periodo storico, ORA, sarebbero non solo una necessità ma addirittura una cosa bella. Ogni tanto è giusto che l’ideologia(o la sua supposta mancanza) si sporchi le mani con la volgarità terrena delle questioni pratiche ergo senza star troppo a menarla dico che per me sarebbe una gran cosa se alle prossime elezioni il Partito Pirata presentasse pari uomini e donne, senza alcuna paura di evidenziare come questa proporzione sia stata frutto di una scelta voluta e non di una casualità o di una classificazione basata meramente sul merito.

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Questa cosa è già successa alle scorse europee, e non solo per il partito pirata.

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Trovi che sia sbagliato o che altro? Non capisco.

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No, ti dico semplicemente che questa cosa è già stata fatta.

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Si lo so, e quindi? Non capisco, vorresti non farla più, farla di nascosto, o che altro?

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Ti sei augurato che accada in futuro, t’ho detto che è già così. Non c’è nient’altro.

Se poi vuoi sapere che ne penso è un altro discorso: si tratta di un correttivo temporaneo da applicare per bilanciare un’ingiustizia storica, ma è una misura che se applicassimo in maniera permanente e intersezionalista implicherebbe estrarre a sorte i candidati (che dico, direttamente gli eletti) il che… probabilmente si può anche fare.

che, oddio, forse estrarre a sorte è l’unico modo sensato di avere degli avatar. se li scegli a mano scegli il candidato per le sue qualità, non come rappresentante di un’assemblea permanente…

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