De Decrescita

E anche qui #arriveremopoi? http://www.lindro.it/0-economia/2015-06-01/179299-cresce-solo-il-pil-sbagliato/

Qui speriamo #arriveremomai

Credo che sulla Decrescita Felice ci siano soprattutto incomprensioni legate alla terminologia, volutamente provocatoria… L’articolo parla di quanto sia inappropriato il PIL per valutare lo “sviluppo” di una nazione… Nulla di rivoluzionario o di inaccettabile, già Robert Kennedy lo diceva 40 anni fa https://www.youtube.com/watch?v=77IdKFqXbUY

Dopo di che il movimento per la decrescita felice non parla di una regressione a stati primitivi senza tecnologia, anzi la tecnologia è utile per consumare meno e comunque vivere meglio

Il sostegno di questa società però risponderebbe a nuovi obblighi per i cittadini-lavoratori: non più il denaro per beni e servizi, ma il tempo per garantire il sostegno della struttura sociale. Un ecosocialismo. Il socialismo è un’ideologia nata all’interno di una società che guarda al fare umano come votato alla crescita ed alla produzione. Noi dobbiamo cambiare paradigma, serve una vera e propria rivoluzione culturale, perché si tratta di cambiare gli stili di vita. Ma serve anche una rivoluzione industriale, perché l’innovazione deve andare nella direzione di ridurre, per ogni unità di prodotto, il relativo consumo di energia e materie prime e la relativa quantità di rifiuto prodotto.

Alla fine mi sembra un invito ad uno stile di vita più sobrio, impostando un’industria compatibile con l’ambiente, ponendo come scopo della società la qualità di vita delle persone e non l’arricchimento di pochi.

Non capisco perché tanto astio…

effettivamente sta avvenendo per motivi di rendimento,controllo,etce etc la societa sta producendo sempre piu automazione e sostituzione dell’uomo nei lavori vari.

Negli ambiti piu sperimentali che conosco di arte anche li la macchina viene sostituita all’uomo (generatori vari entropici e molto altro) e quindi anche nell’arte c’è un tentativo di usare l’automazione per sostituire l’uomo ed esiliarlo nell’infinito spazio del “valore aggiunto”.

ovvero l’attuale divoratore vorace si sta auto divorando

E’ probabile che la nostra sola presenza non necessita piu di parole ma solo di continui fatti come gia sta avvenendo

Il mondo è letteralmente quidato dalla tecnologia e dai tecnologi a vario titolo, e viene trainato li dove noi in verita vorremmo che questo mondo potesse andare E lo fa per motivi effimeri, ma a noi interessa il risultato

Ed allora è proprio oggi che dobbiamo gettare le basi solide per permettere all’uomo di vivere in equilibrio con i propri pari e non lasciare ai nuovi bot/robots/androidi/… di venire usati contro di noi

Perche quello che possiamo operare ora è proprio nel dominio degli peer agreements (leggi etc etc) in quanto la tecnologia non sta chiedendo permessi per andare nella direzione che ci interessa, sara poi una questione di, come al solito, avra l’opportunita di usare pochi comandi per muovere tanti meccanismi e ci ritroveremo come oggi ma invece di manipolare base carbonio, manipoleranno base silicio (che poi come avete osservato sta per diventare anche esso base carbonio)

Potrebbe essere nostro intento da subito chiedere ed oerare modifiche di legge per proteggerci da un disegno del mondo che sta avvenendo giorno dopo giorno e che verra usato contor di noi dai soliti 1%

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L’astio alla teoria della decrescita arriva dai liberisti, convinti che tanto il mercato risolverà da sé i problemi legati alla scarsità delle risorse e dai marxisti in quanto la decrescita sarebbe un falso problema. Forse la teoria della decrescita dovrebbe assumere un significato politico più esplicto, disegnare una visione della società (mentre ora sembra ripiegata dentro una sfera puramente etica) il che la rende un po’ né carne né pesce. L’invito ad uno stile di vita “sobrio” in sé non regge. Cosa distingue la sobrietà dalla povertà? Alcuni oridni monastici usano i termini quasi come sinonimi. Il tutto dentro una società in cui la dispartità è così evidente che l’invito alla sobrietà per alcuni pare una vera e propria provocazione.

Vorrei soltanto che qualcuno mi spiegasse perché chi ha una posizione vantaggiosa (e sto parlando di 6 o 7 ordini di grandezza) rispetto ad altri dovrebbe decidere di perderla, in favore di uno stile più “sobrio” o più “equo”. Non solo ciò non accadrà (così come non è mai successo nella Storia del Pianeta), ma al contrario queste posizioni saranno amplificate enormemente grazie al contributo non più interrompibile dello sviluppo tecnologico. All’uomo del futuro resterà la sola capacità di saper lavorare bene con le macchine: chi non avrà questa capacità ben sviluppata resterà sempre ai margini dei margini. Gli altri domineranno il mondo. Non vedo alcuna via d’uscita dal dualismo “dominatori” vs “dominati”. Voi in quale sottoinsieme vorreste trovarvi tra diciamo trentanni? E i vostri figli? E i vostri nipoti?

Un paio di esempi su come si possa rinunciare ad una posizione vantaggiosa, volontariamente o meno.

  • I martiri
  • Maria Antonietta.

Detta questa pessima battuta e ricordato che la decrescita è detta felice (a certe condizioni) risponderò seriamente non a breve (devo andare a tagliare l’erba).

Il giorno 7 giugno 2015 01:15, solibo cto@lists.partito-pirata.it ha scritto:

se non ho capito male la tesi della decrescita non ha pregiudizi anti tecnologici. Attenzione ora a non compiere l’errore inverso, cioè ritenere che lo sviluppo tecnologico possa progredire soltanto dentro questo tipo di sistema economico. IRussi, prima che la corsa agli armamenti svuotasse le loro riserve economiche, avevano una tecnologia superiore a quella degli americani.

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No no, questo invece è un punto nevralgico. Lo sviluppo tecnologico progredirà sicuramente soltanto in un sistema economico liberista, non fosse altro perché è stato l’unico sistema a sopravvivere su scala macroscopica. La logica del “bene comune” infatti funziona benissimo se il gruppo è ristretto: la famiglia, una piccola comunità. Quando si parla di miliardi di individui, non funziona più e subentra il liberismo puro. Girateci intorno quanto volete, ma in estrema sintesi è questo ciò che accade. Et nunc et semper.

Per molte tecnologie è avvenuto il contrario. Il liberismo vede nel profitto individuale l’unico obiettivo dell’esistenza, e sappiamo benissimo tutti che il profitto individuale spesso può essere in contrasto con l’interesse generale. Se domani qualcuno scoprisse un’automobile alimentata solo dal proprio autocompiacimento (cit. I Simpson :slight_smile: ) e non ci fosse più bisogno di petrolio, pensiamo forse che chi oggi campa sul petrolio non farebbe nulla per impedire il diffondersi di una tale tecnologia? E poi -visto che siamo il PP- prendiamo Internet o il software libero. Si sono sviluppati al di fuori di logiche non solo liberiste, ma direi in generale aziendali.

il fatto che si sia imposto come sistema dominante non prova che sia l’unico a garantire progresso tecnologico. Se oggi l’ISIS si affermasse politicamente governerebbe il mondo ma il progresso tecnologico e scientifico farebbe passi indietro. Insomma non è detto che il più forte garantisca progresso.

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comunque dici una verità sacrosanta: perché chi ha una posizione vantaggiosa dovrebbe deciderla di perderla? Infatti le rivoluzioni servono proprio a questo.

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Ragazzi, non prendiamoci in giro: se ISIS fosse una minaccia reale per USA, URSS e Cina verrebbe spazzata via in un mese esatto. Chi pensate che fabbrichi le armi con cui combattono i guerrieri del Califfato? L’Iran? La Siria? Suvvia…

Il più forte è l’Occidente (a trazione USA, vi piaccia o meno) e basa la sua forza proprio sul progresso. E siccome è avanti, farà di tutto per rimanere avanti, spianando se necessario.

Fai un piccolo esame storico: le rivoluzioni sono state molto poche nella Storia dell’Uomo (tutta, non solo quella dell’Occidente). Nessuna ha veramente trionfato e comunque più passa il tempo e minore è la probabilità che si realizzi compiutamente una rivoluzione reale. Pensa solo a questo: il mio nonno aveva cinque fucili, bellissimi, tutti perfetti, con migliaia di cartucce. Il mio babbo due prima che io nascessi, poi nessuno. Io non ho manco un coltellino svizzero in casa.

E infine ricorda: Annibale mandò a Roma 3000 puttane prima di attaccare dalla Spagna con gli elefanti. Da noi l’effetto zoccole dura almeno da duecento anni: dove pensi di andare?

A) L’unica legge che esiste è quella del più forte, e si può essere il più forte perché lo si è “fisicamente”, perché si hanno più soldi, perché si riesce ad essere più convincenti, … ma soprattutto perché si è di più.

B) Non necessariamente le rivoluzioni, la maggior parte delle democrazie si è affermata senza rivoluzioni. Un grande contributo è stato dato dalle guerre.

C) Quando c’è un “vincitore” vivono bene, nell’ordine:

  • chi ha i soldi (utili anche a guadagnarsi il suo favore)
  • chi ha le armi (soprattutto la polizia)
  • Chi ha imparato l’uso delle macchine (per poterlo servire)

Non so in che posizione mettere chi ha un ideale suo e lo serve. Durante il fascismo molti antifascisti hanno rinunciato ad un buon lavoro pur di non prendere la tessera del fascio.

D) Attenzione alla scelta della tecnologia: è un modo sicuro di trovarsi fuori mercato dopo un periodo più o meno lungo.

E) L’impero USA è ormai agli sgoccioli, e quindi nel periodo in cui fa più danni. Fortunatamente viviamo in un paese che ha già mostrato la sua straordinaria capacità di saltare sul catrro del vincitore anche a tempo scaduto

Riporto un articolo sulla decrescita in lungo e in largo che ho trovato su fb

Che cos’è la decrescita? https://peppecarpentieri.wordpress.com/2009/05/31/cos’e-la-decrescita/ L’economia, quella vera, quella aristotelica, si occupa di risorse e pertanto è sinonimo di ecologia, ma i percorsi formativi universitari creando conflitto culturale ed “esistenziale”, assegnano un titolo economico a chi studia la matematica finanziaria e non a chi studia gli ecosistemi e l’uso razionale delle risorse. Tutto ciò poiché l’economia neoclassica è un’invenzione che si occupa di assegnare una misura monetaria allo scambio delle merci, e non un valore, in ciò possiamo riscontrare il conflitto fra economisti ortodossi e specie umana.

Errato il punto di partenza. Non si tratta di 6 o 7 ordini di grandezza. http://www.theguardian.com/news/datablog/2011/nov/16/occupy-protests-data-video :arrow_forward: In fact, the super rich - the top 0.01% of the population - own more of the national wealth now than at any time since 1928, just before the Great Depression. And the richest 1% of the US population? They own a third of US net worth.

Perciò le persone poco più avvantaggiate non sono l’obiettivo delle nostre politiche di ridistribuzione. Stiamo parlando del %0.1 o %0.01 della popolazione, e non necessariamente quella italiana. Alcune di loro non sono contente di ritrovarsi in un ruolo destabilizzante per il pianeta, vedi l’imprenditore informatico che ha paura dei forconi e preferirebbe una riforma politica ridistributiva:

:arrow_forward: The Super Rich and Us, BBC Documentary 2015 – https://www.youtube.com/watch?v=3rkEEJhCJSY – https://www.youtube.com/watch?v=O_oeJgnkvmI

Ma senza dubbio abbiamo a che fare con la lobby politica più potente del pianeta. Hanno creato tutta una architettura legale fatta di trattati internazionali apparentemente per salvaguardare le democrazie mondiali ma con effetti collaterali che tolgono il manubrio dalle mani dei governi nella guida dell’umanità contro il muro. Deus Ex Machina – l’architettura legale ci ha resi incapaci di decidere del nostro futuro. Dobbiamo iniziare smantellando tale architettura. Fermare ACTA, SOPA, CIPA, TTIP ecc è solamente il passo per evitare di peggiorare la situazione, ma sarebbe da rimettere in discussione tutto il bagaglio del passato. Ci vuole molta sobrietà intellettuale da parte della popolazione per attivare i suoi strumenti democratici nella giusta direzione, non di stare a guardare come generazioni di politici scoprono di avere le mani legate e decidono di occuparsi d’altro… dei propri interessi per esempio.

Basta un esempio contrario per refutare l’assolutezza di questa affermazione (invece di un mai forse è giusto dire raramente), ma peggio ancora, credo che i singoli, anche se fossero Bill Gates o Barack Obama, sono comunque integrati nel meccanismo della Machina e dovrebbero attivarsi in politica mondiale per applicare il cacciavite.

Si, un problema drammatico: L’umanità si è data delle regole e ha permesso che siano loro alla guida del veicolo planetare piuttosto che le persone stesse. Il tutto anche con una buona logica che ha anche creato le costituzioni democratiche: Non vogliamo doverci fidare di certe persone nonostante le abbiamo elette… vogliamo regole che valgono per tutti e mantengano un equilibrio a prescindere dei partecipanti. In parte si potrebbe dire che ciò sta funzionando, ma con il modo come la tecnologia cambia le carte in tavola e le regole non si adeguano, la tecnologia crea nuove opportunità di schiavitù.

L’abbinamento dei concetti opposti di “opportunità” e “schiavitù” è intenzionale. Il mercato libero costringe sempre i partecipanti a fare uso delle “opportunità.” Rende l’uomo schiavo di perseguire le opportunità tecnologiche che si presentano. Perciò nessun governo, stando in competizione con altri governi, può permettersi di non darsi alla sorveglianza – solo se la tecnologia impedisce la sorveglianza a tutti, un governo può permettersi di passare dalla parte di quelli che difendono democrazia ed anonimato.

Nel futuro saranno necessarie sempre meno persone in ruoli importanti a smanettare le macchine. Tutti gli altri o sono liberi da lavoro o sono schiavi del meccanismo politico, ridotti a miseria e povertà – a seconda di come lasciamo che vadano gli sviluppi politici.

Abbiamo saputo uscire da tale dualismo molte volte nella storia dell’umanità. Da qualche parte vidi un bel elenco di questi sviluppi, ora mi viene in mente solo il più recente: con l’industrializzazione si era creato un meccanismo per canalizzare enormi ricchezze nelle tasche degli industriali. L’uscita dal dualismo in tal caso fu di creare i sindacati e i diritti dei lavoratori. Ora abbiamo nuove constellazioni di ingiustizia e necessitiamo di strumenti piu avanzati dei meri sindacati. Il problema serio in ciò è che dobbiamo agire politicamente in rispetto dell’economia mondiale, cioè il Deus Ex Machina dei trattati internazionali. La politica nazionale in questi riguardi detiene il rischio dell’isolamento internazionale.

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Non vedo nulla in questo articolo che non sia in sintonia con la nostra posizione sull’economia sostenibile.

Ed entrambi sbagliano, così l’economia sostenibile è una terza via che non è ne della classica sinistra ne del centrodestra.

Mi pare che con l’analisi delle conseguenze e potenzialità di una introduzione del reddito di esistenza abbiamo sviluppato tale significato politico più esplicito, mentre il MDF si distrae con la coltivazione decentralizzata – come se la distruzione mondiale dell’ambiente non avesse conseguenze per l’orticino privato.

Già, e la cosa non è necessaria. Se togliamo l’elemento rappresentativo-corrotto dalla democrazia, se togliamo il disequilibrio del 99,9% contro il 0,1%, se introduciamo i principi costituzionali all’Internet, se mettiamo le manette alle false “opportunità” tecnologiche e incanaliamo un uso ragionevole ed etico della tecnologia, l’ingiustizia si può combattere e c’è sufficiente prosperità per tutti – anche per coloro che non sanno approfittare dalle “opportunità” della tecnologia. RdE appunto, ma non solo.

Tutto l’insieme della visione politica pirata rientra in questo discorso per garantire una vita degna all’umanità senza dovere ricorrere ad un narrativo sulla sobrietà.

Una cosa che ho notato di questi movimenti (MDF ma anche quello delle Transition Towns) è che si focalizzano molto (quasi esclusivamente direi) sul “settore primario” dell’economia; quando parlano di autoproduzione si riferiscono perlopiù a generi alimentari (frutta, verdura, pane e anche altro). Lo stesso Pallante nell’intervista linkata, alla fine dice che serve una “Rivoluzione industriale”. Personalmente sono d’accordo con coloro che dicono che tale rivoluzione sia già in atto, e che sia simboleggiata da due categorie di tecnologie; le macchine a controllo numerico (stampa 3D in primis) e i micro-processori (Raspberry Pi). Sempre più spesso vediamo nascere sui siti di crowdfunding delle imprese che propongono prodotti elettronici che non sono innovativi “di per sé”, ma lo sono nel modo in cui sono realizzati; l’esempio più lampante è il laptop auto-assemblabile, costruito attorno al Raspberry Pi, ma ce ne sono molti altri (es. questo scanner 3D o questo gioco). Il case esterno stampato in 3D, la parte elettronica basata su un Rasbperry (o equivalente) e altri parti acquistabili e assemblabili dall’utente. Il risultato è un prodotto che costa meno e su cui l’utente ha il controllo, dato che ha perfino contribuito a montarlo. Se -come è auspicabile- questo “schema” dovesse prendere sempre più piede, nel giro di pochi anni potremmo passare dal modello di mercato attuale (basato sul prodotto chiuso e misterioso, su cui solo l’azienda produttrice può mettere le mani se si guasta, e magari pensato per diventare obsoleto nel giro di pochi anni, se non mesi, cosa che rende la sostituzione stessa più conveniente della riparazione) a un qualcosa di opposto; prodotti elettronici basati su hardware e software libero, con le componenti assemblabili -e dunque facilmente sostituibili-. E poi c’é tutto il mondo della Sharing Economy (o almeno di parte di esso) che potrebbe perfettamente incastrarsi nel discorso decrescita, fornendo una buona risposta al tema “tecnologia sí-tecnologia no”; non si tratterebbe di rinunciare a spostarsi in macchina, ma solo a non farlo necessariamente con la propria.