Esempi di quesiti per l'eventuale Comitato scientifico

Ciao partirei da un caso reale da sottoporre al CS. Qualche anno fa io e Orso proponemmo all’AP una issue il cui scopo era quello di sostenere le battaglie dei comitati locali contro le grandi opere, in pratica pretendevamo che in casi controversi valesse un “principio di precauzione” a salvaguardia della salute delle persone e dell’ambiente.

https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/3781.html

Allora Cal fece alcune critiche alla proposta, critiche per nulla peregrine, affermando in pratica che il prinicipio di precauzione non è parte di un rigoroso metodo scientifico e che tale atteggiamento precauzionale è intrinsecamente conservatore. Potrei fare ad esempio il caso dell’Olio di Palma, che è al centro di controversie più che altro mediatiche visto che la letteratura scientifica non ha ancora dmostrato la nocività dell’ingrediente. Mi chiedo, ad esempio, quale sarebbe l’atteggiamento del CS in questo frangente, cioè la proposta che ho linkato oppure una proposta che chiedesse il “ritiro dal commercio dei prodotti che usano olio di palma”.

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Io, invece, mi chiedo quali sarebbero le competenze e le fonti di informazione del comitato scientifico sull’olio di palma. Olgtre, naturalmente, alle risorse di tempo dei suoi membri.

L’impressione è che stiamo aprendo l’ennesimo fronte che fra 2 settimane sarà abbandonato senza aver nulla ottenuto. Credo che dovremmo concentrarci sulle nostre priorità:

  • Numero degli iscritti
  • Chi siamo e cosa vogliamo

Anche questi temi che da sempre affrontiamo periodicamente per la durata di una settimana.

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Riguardo l’iniziativa che hai linkato @briganzia è una questione politica come vogliamo porci di fronte alle grandi opere. L’unico fatto (se è posto in dubbio) che si può consolidare è cosa intende legalmente l’Europa per Principio di Precauzione, problema facilmente risolvibile andando a leggere gli articoli di legge. L’applicazione stessa della legge è già fuori dalle competenze di un CS e talvolta è un problema arduo in tribunale, in particolare quando le leggi sono troppo vaghe (e succede…).

Riguardo l’olio di palma la questione si risolve in modo semplice. Abbiamo fonti accreditate come l’OMS (Organizzazione Mondiale Salute) che stabilisce i limiti massimi di acidi grassi saturi. L’olio di palma è molto ricco di questi acidi grassi saturi, entro un certo limite non può far male, se consumiamo molto prodotti ricchi di questo olio (adesso il mercato sta cambiando, ma era presente un po’ dappertutto) rischiamo di eccedere con i grassi saturi, ma lo stesso discorso vale per lo strutto, il burro, la panna da cucina, ecc. I dati sul contenuto di acidi grassi saturi per ogni alimento sono reperibili nel database del dipartimento dell’agricoltua degli USA. Questa considerazione si limita ai valori nutrizionali dell’olio di palma, quindi a parte il discorso sui danni delle monoculture e a parte eventuale presenza di inquinanti.

Si tratta - io credo - di limitare molto i fatti che vogliamo mantenere saldi (o anche rimettere in discussione se ci sono buone ragioni per farlo), gran parte di ciò che interessa sono interpretazioni, posizioni politiche, timori su tendenze future, ma tutte queste cose non sono fatti, restano tutte aperte. Inoltre, siamo facilitati da molte fonti accreditate che - salvo particolari ragioni - dobbiamo prendere per buone.

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Ho spostato un messaggio in un argomento esistente: Riassunto di una possibile visione comune per il PP

“Potrei fare ad esempio il caso dell’Olio di Palma, che è al centro di controversie più che altro mediatiche visto che la letteratura scientifica non ha ancora dmostrato la nocività dell’ingrediente.”

Ma non sappiamo nemmeno se si sta sbattendo per farlo Non sappiamo se è tutto solo un meme che è in loop in rete Un comitato scientifico dovrebbe chiedere un’indagine rigorosa etc etc

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Io lo vedo come una mediazione tra la capacità di riflettere dei tanti cittadini e le conoscenze che provengono da fonti accreditate / autorevoli. Può essere utile, nel caso di argomenti spinosi, che collettivamente ci si accordi su singoli e chiari fatti per non far “prendere la deriva” ad eventuali argomenti “focosi”.

Non si potrà stabilire tutto… quando serve un’indagine su certi omicidi per esempio: o queste sono state fatte e ci affidiamo ad una fonte autorevole oppure la questione resta semplicemente aperta.

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Dipende, dipende. Se la precauzione ci invita a non cambiare nulla dove la situazione è spettacolarmente inequa, allora è un gesto “conservatore” profondamente ingiusto. Se la situazione attuale è invece ragionevole, allora la scelta conservatrice sarebbe quella giusta.

In pratica il principio di precauzione concepito in modo astratto non risolve nulla in quanto praticamente mai applicabile alle realtà politiche, giusto?

Magari l’EU si è fatta un culo a definire tale principio in un modo utilizzabile, boh…

Olio di Palma… si può usare il metodo intersoggettivo per stabilire cosa riteniamo dati scientifici riguardo all’olio di palma, ma solamente con l’effetto che una mozione programmatica poi non può dire il contrario… cioè il dibattito politico continua ad esistere, ma parte da certe premesse base. Il PP può decidere di essere contrario all’olio di palma, ma la proposta non può contenere delle falsità demagogiche riguardo alla sua nocività. Questo il compito dell’approccio scientifico… di vietare che i votanti decidano con la mente offuscata da bufale, ma che lo facciano in piena consapevolezza. E di vietare che le bufale finiscano nel programma elettorale.