Anche a me.
Il browser però può integrare un correttore ortografico.
Su Firefox, per esempio, puoi installare il Language Pack e/o il dizionario italiano.
In realtà, le parole che usiamo forgiano la nostra comprensione della realtà.
Diffondere un uso inappropriato delle parole, traslarne il significato, è sempre stato un metodo di manipolazione delle masse. Non a caso in 1984 al bipensiero si accosta il newspeak.
L’informatica ha una funzione protettiva nei confronti di questo tipo di manipolazioni.
Per esempio ogni volta che qualcuno parla di intelligenza artificiale, ogni informatico con in minimo di competenza sa che ciò cui fa riferimento non ha nulla in comune con l’intelligenza.
Stessa cosa per gli algoritmi: qualsiasi informatico competente ed in buona fede obietterà che non è di algoritmi che si sta parlando, ma di programmi, artefatti umani pieni di errori (che noi chiamiamo bug).
Ma questa attenzione alle parole si applica anche ad altri contesti.
Per esempio ogni volta che la libertà viene associata alla possibilità di scegliere fra prodotti preconfezionati su uno scaffale, a me viene l’orticaria. E così via.
Per poter comunicare dobbiamo usare un linguaggio chiaro.
Non dobbiamo permettere che il significato delle parole venga modificato scientemente per permettere la manipolazione delle persone e delle comunità.
La lingua è un bene comune.
E come tutti i beni comuni, se non viene protetta, verrà distrutta.