I Want My Money Back

In principio furono le assicurazioni private. Poi vennero le assicurazioni sociali, nell’ambito delle quali, stante la giungla retributiva e, quindi, previdenziale, gli interpreti si affannarono nel tentare di fare chiarezza rintracciando due sistemi: il primo, detto “mutualistico”, caratterizzato per la rigorosa proporzionalità tra contributi e prestazioni previdenziali, ispirato allo schema sinallagmatico fra premi e indennità, proprio dell’assicurazione privata; il secondo, detto “solidaristico”, caratterizzato per l’irrilevanza della proporzionalità fra contributi e prestazioni, essendo considerati i primi unicamente quali mezzo finanziario della previdenza sociale.

Quasi un quarto di secolo fa, intervenne la riforma Dini che espulse definitivamente l’elemento solidaristico dal sistema previdenziale obbligatorio in quanto fu stabilito che il calcolo della pensione doveva, a regime, essere effettuato in rapporto al montante dei contributi soggettivi versati.

Ciò nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore delle ipotesi invece, nessuna controprestazione, ossia nessuna pensione, per chi avesse - causa un lavoro discontinuo e sottopagato - versato poco, come il caso dei contributi cosiddetti silenti della famigerata Gestione Separata Inps.

Il problema non si risolve nello stesso modo con il quale è stato creato.

Espulsa la solidarietà, le assicurazioni sociali sono ritornate ad essere assicurazioni private. E oggi, la tutela previdenziale pubblica e obbligatoria è, di fatto, un’autotutela. Con la differenza che tale autotutela è gestita da un’unico operatore, in regime di monopolio.

In altri termini, lo Stato ben può obbligare i cittadini di assicurarsi, ad esempio, per la responsabilità civile auto, ma non può imporre di contrarre con una determinata società di assicurazione.

L’attuale modello di previdenza obbligatoria non è conforme né al diritto fondamentale della persona alla protezione sociale, sicura ed integrale, né alla libertà di scelta di affidare i propri risparmi previdenziali ad un’impresa piuttosto che ad un’altra (il che non esclude che possa, per chi voglia, essere lo stesso Inps o una della casse professionali).

O si libera il mercato - che c’è già - con reciproco profitto per cittadini e imprese, o a scomparire sarà anche l’idea stessa di Welfare.

Il nostro compito non è vedere quanto nessuno ha visto ancora, ma pensare quello che ancora nessuno ha pensato, su ciò che tutti vedono.

I Want My Money Back.

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Si!!!

Sono anni che vorrei affrontare lo scaglione del monopolio INPS e della previdenza obbligatoria!

Tu cos’hai in mente?

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I want MY money back!

Yes!

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Nel corso del mio intervento all’Assemblea TNT per il Partito Pirata - Torino - 9 giugno 2019 (minuto 04:18:07), ho anticipato che mi sarebbe piaciuto approfondire il tema. Ciò che potremmo fare dipenderà anche dagli spunti, suggerimenti e consigli che emergeranno nel corso del dibattito.

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ma…una cosa tipo questa?

E’ un tema sul quale potremmo avere l’appoggio di quella marea di lavoratori vittime della truffa che prende il nome di gestione separata INPS (tra i quali secondo me c’è anche molto potenziale elettorale nostro). Ora la cosa è capire se politicamente più giusto spingere per un ritorno ad una visione più solidaristica oppure sposare l’impostazione attuale ma, come dici, pretendere la sua effettiva liberalizzazione.

Sono in un piccolo gruppo che fa think-tank politico, ho esposto la tua idea. Uno dei membri, che inviterò anche a contribuire a questo thread del forum, ha letteralmente scritto:

Condivido la tua idea e le motivazioni che ci stanno alla base, ma credo la privatizzazione della previdenza sociale debba essere graduale. Ritengo inoltre sia nostro compito essere più specifici sui modi di attuazione, perché per ora il tuo è un manifesto un po’ futuristico e generico alla “Dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio” di Barlow.

@Rasna se ho capito bene (correggimi se sbaglio) la tua idea sarebbe di:

  • eliminare ogni obbligo di versare contributi all’INPS
  • liberalizzare totalmente il mercato dei fondi pensionistici privati (attualmente non lo è? che intendi con o si libera il mercato - che c’è già -) e lasciare che il cittadino scelga un fondo pensionistico di suo gradimento

Si, ma gli “introiti derivanti da altre pensioni” non sono gli unici introiti da cui lo Stato può attingere per pagare le pensioni. Se il PIL cominciasse a crescere seriamente e il debito a scendere, forse potrebbe non essere un problema

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Qui serve un ripassino di Cottarelli. Hai idea di quanto incidano le pensioni sull’economia italiana?

Ripeto, concordo con l’idea. Va concretizzata bene, se vogliamo uscircene con una proposta di partito in tal senso degna di essere incisiva e credibile.

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io non mi ricordo se è successo in svezia o in olanda, devo cercare l’articolo e non ho molto tempo a disposizione: ma so che in una di queste nazioni del nord europa ci fu una causa molto importante delle giovani generazioni che contestavano proprio il prelievo forzato su un pensionamento che non sarebbe mai arrivato. Questa causa costrinse il governo a rendere questo prelievo facoltativo. Non lo eliminò, perciò, ma rendendolo facoltativo di fatto poi le politiche di pensionamento del governo dovettero diventare concorrenziali rispetto a quelle private

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La previdenza complementare ha dei limiti inerenti la gestione del risparmio previdenziale: non sono certa se nel frattempo siano intervenute modifiche legislative (mi pare di no) , ma i fondi pensione devono rispettare i criteri d’investimento stabiliti per legge. I fondi pensione non hanno la libertà di movimento negli investimenti che hanno per esempio i fondi pensione statunitensi, i quali possono anche decidere d’investire direttamente in aziende private oppure sostenere l’economia locale con programmi d’investimento appositi. Si potrebbe pensare ad introdurre un sistema concorrenziale fra pubblico e privato, ma con regole nuove anche di gestione finanziaria dei fondi pensione. Tra l’altro dovrebbe essere stata publicata una normativa europea sul prodotto pensionistico individuale paneuropeo…

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non può esserci concorrenza in presenza di monopolio pubblico…

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Nella discussione si tende a confondere la “previdenza” con l’ “assistenza”. Sono due istituti profondamente diversi che hanno presupposti, regole ed effetti diversi, persino antitetici. Attraverso l’assistenza lo Stato fa credere alla necessità della previdenza nel modo fin’ora disciplinato. Con la leva della sostenibilità, poi, toglie le caratteristiche che giustificano una previdenza pubblica, obbligatoria e generale. Faccio un esempio. L’assistenza è un “regalo” che lo Stato (cioè la collettività che paga le tasse) fa a chi ha bisogno. E’ giustificata dallo stato di bisogno della persona/cittadino. Non occorre che la persona/cittadino abbia contribuito. Per cui la pensione sociale (assistenza) spetta proprio a coloro che non hanno mai versato i contributi previdenziali (notate che i contributi sono solo previdenziali, non esistono contributi assistenziali perchè l’onere è interamente a carico del bilancio dello Stato) e, per contro, se la persona/cittadino va all’estero (stabilmente) perde il diritto all’assistenza. La “previdenza” invece no. Per come è nata. Poi lo Stato si è appropriato dell’istituto, privatistico e volontario, giustificando con l’introduzione del principio “solidaristico” (la pensione previdenziale viene data indipendentemente, senza rapporto sinallagmatico, con il versamento dei contributi) l’obbligo di versare i contributi, il monopolio pubblico (anche sottoforma di concessione a privati, vedi Casse professionali, salvo non fare la gara), l’incameramento dei contributi se non danno luogo a pensione. Infine, visto che il sistema economicamente non è sostenibile (perchè grava solo sui lavoratori e non sul bilancio dello Stato) ha tolto il principio “solidaristico” (contributivo = tot paghi, tot di rendita ottieni sul versato) trasformando la previdenza in una normale assicurazione sulla vita da far scattare ad una certa data (65 anni, 70 anni, 72 anni ecc.). Però ha mantenuto il monopolio pubblico, l’obbligo contributivo ecc. E’ abbastanza tipico della produzione legislativa dello Stato (modo di comportarsi) fare una legge coerente tra presupposti, regole ed effetti, per poi intervenire e scardinare la coerenza attraverso interventi legislativi spot.

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Ringrazio i pirati e le piratesse che hanno mostrato interesse per I Want My Money Back. Qualcuno ha scritto trattarsi di un manifesto. Ed ha ragione. Contiene però anche un’analisi, un dato di conoscenza, oggi annegato nel finto solidarismo truffaldino. E contiene anche una soluzione, ossia ottenere indietro, per chi ne farà domanda, i contributi versati, I Want My Money Back, appunto. Per chi non ne farà domanda, avrà la rendita promessa dallo Stato, sempre lo Stato mantenga la parola, oppure non riceverà nulla, come i confinati nella gestione separata. Redigerò una proposta di legge in Assemblea Permanente che possa agire come punto di «frattura» dell’attuale sistema.

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Consiglio, al fine di evitare problemi di che sono emersi con la proposta di legge di @sarabiemme. Passa il testo magari prima in questo forum, in area accessibile ai soli pirati: in questo modo sarà possibile, per chiunque, esprimere idee e proporre emendamenti.

Ottimo, comunque! Non vedo l’ora di leggerla

Grazie @Lanta per il consiglio. Ma se è per evitare problemi che sarebbero emersi con la proposta di @sarabiemme, in quella proposta io problemi non ne ho visti e non ne vedo. Proposta che condivido e sostengo. Però un dubbio me lo hai fatto venire. Magari esiste già una proposta elaborata in passato, analoga per analisi ed obiettivi a I Want My Money Back, sulla quale chiunque potrebbe esprimersi per aggiornarla, migliorarla e - perché no? - sterilizzarla. Mi eviterei così un’attività inutile e superflua.

cavolate @Rasna quello che dice @Lanta è falso. I problemi che usciranno fuori non saranno inerenti alla proposta di legge ma a giochi di potere interni che non riguardano l’iniziativa politica. Basta vedere proprio l’evolversi del Gruppo di Lavoro della proposta sulla discriminazione delle persone con disabilità : tutte ste obiezioni gravissime sull’ipotetica non attinenza all’ideologia politica Pirata contro sta proposta le hai più viste quando è stato fatto il GdL?

Macchè, sparite…magari per ricomparire durante la votazione, giusto per ribadire in LQFB che non si muove foglia se il gruppetto capitanato da @Lanta non vuole.

Che tristezza sti giochetti all’interno di un Partito che ha come fondamento la Democrazia Liquida che non dovrebbe avere nulla a che vedere con roba del tipo Rousseau o similia…

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Lol. Complottismo ovunque. I pirati sono paranoici per definizione, ma qui si sta esagerando con la fantasia :rofl:

Io mi sono riletto recentemente la versione della Pdl in votazione, @sarabiemme. Nonostante la stessa ancora collida con la mia vision, ho capito che suggerirti determinate modifiche non porterà da nessuna parte perché abbiamo visioni diametralmente opposte. La stessa votazione specifica come la Pdl sarà oggetto di modifica durante l’iter, cosa che nella mozione urgente non era specificata, e mette le pezze necessarie ai problemi segnalati da altri. Quindi mi va a genio così come ad oggi formulata, hai la mia piena fiducia.

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ti ringrazio.

Ma questo non mi placa: ci sono persone di valore qua dentro che mettono energie solo su discussioni di lana caprina mentre, invece, dovremmo essere una fucina d’idee e di proposte e, soprattutto, di approfondimenti sulle moltissime questioni e criticità che in Italia stiamo vivendo.

Se anche solo ci mettessimo a discutere su ciò che sta avvenendo politicamente, sulle leggi che sono state approvate, su cosa possiamo proporre noi per migliorarle o per difendere chi ne è vittima.

La verità è che non acquisteremo mai un peso politico con qualche senso se non abbiamo idee, e le idee nascono dai confronti, non dalle valutazioni del “questa mi piace, questa no quindi la scarto”…

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Posto che non è pervenuta nessuna segnalazione, devo concludere che non esista una proposta elaborata in passato analoga, per analisi ed obiettivi, a I Want My Money Back. Curioso di vedere sotto quale forma la fazione dei sabotatori celerà il tentativo di sterilizzazione.

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