A me sembra tutto molto chiaro.
Se si è davvero contro il totalitarismo si inizia condannandoli tutti: non ho visto Franchismo né Salazarismo.
Basta guardare il numero di morti
: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=115373526524891&id=115356383193272
Il Partito Pirata non è anti-comunista, non è «anti-niente», l’essere anti- non ci contraddistingue. La nostra essenza non si risolve nell’opporci ma nel costuire una società in cui non ci sia violenza, sopraffazione e censura.
Il problema dei simboli comunisti è molto più ampio e profondo della censura a qualche gruppo di facinorosi senza che questo sia stato deciso da un tribunale. Il problema dei simboli comunisti è un problema comune a tutti i cittadini ed è essenzialmente di diritto all’immagine e alla riconoscibilità di qualsiasi persona, gruppo o organizzazione.
La censura, nella storia, non ha mai risolto alcun problema. La non conoscibilità, anche dei peggiori discorsi, non ha ridotto ma anzi incentivato la violenza e la sopraffazione. Chi oggi esulta alla censura è politicamente un avversario della società della conoscenza, c’è un solco infinito tra un partito come quello pirata che sulla necessità della conoscenza ha fatto la sua bandiera tanto da chi costruisce la propria azione sulla violenza fisica, tanto da chi vede nella censura una soluzione per imporsi. Noi giochiamo un altro campionato, lontano da tutti questi partiti che inneggiano agli stumenti della sopraffazione fisica o digitale, lontani dalla società dell’informazione che creata e coltivata ad immagine e somiglianza dei partiti del totalitarismo democratico novecentesco. Il nostro campionato è quello della Società della Conoscenza.
Per costruire una società senza violenza, sopraffaziome e censura bisogna anche opporsi a violenza, sopraffazione e censura.
Ma anzitutto bisognerebbe evitare di adottarli come metodo.
E invece una parte di questo partito non sa fare altro.
Impedire agli altri di fare.
Oggi come quando si trattava di PeerTube.
E poi accusarli di non fare abbastanza.
Sopraffazione e censura. Ed incoerenza che sfocia nell’ipocrisia.
qualcuno può rispondere a questa domanda:
quali sono per voi i punti che non vi convincono?
qui sotto il link al testo tradotto in italiano (non lo copio per intero, perchè è veramente lungo): http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html
Tieni, fatti rispondere da un europarlamentare del PD: https://www.facebook.com/brando.benifei/posts/10156359332536610
tu ti ritrovi in questa risposta che mi inviti a leggere?
È un resoconto, non un’opinione. Non credo ci sia da ritrovarsi oppure no, ma secondo me è sincero.
Già, decenni di propaganda, imperialismo culturale e marchette cinematografiche come “La vita è bella” hanno prodotto questa mistificazione della Storia.
La cosa più paradossale, però, è che una risoluzione che parla di “memoria europea” vuole cancellare l’incontestabile verità che il 27 gennaio, vera Giornata della Memoria, ricorda l’ingresso dell’Armata Rossa ad Auschwitz, non delle truppe britanniche, né di quelle americane.
Non mi stupisce affatto, invece, che questa porcheria abbia ricevuto ampio supporto da quella nullità politica che in Italia passa per “sinistra”, ormai allo sbando totale.
Sticazzi, allora se in nome delle “diverse culture” dobbiamo accettare che in una risoluzione vengano scritte delle falsità storiche, come quella scemenza sul patto Ribbentrop-Molotov, allora difendiamo pure il diritto degli integralisti cristiani americani di andare in giro a straparlare di creazionismo, intelligent design e altre minchiate, per di più imponendole nelle scuole perché loro hanno una diversa cultura.
Alessandro Barbero parla del patto Ribbentrop-Molotov:
Per l’ultima parte di questa frase dovresti provare vergogna.
Bello lanciare condanne morali senza dover dare spiegazioni. Molto bello. E utile, quando non si hanno spiegazioni razionali. Chi le lancia dovrebbe vergognarsi, @solibo. Riprovazione morale rispedita al mittente.
Il finale del “La vita è bella”:
La realtà:
e comunque vai a sputare sulla tomba di Monicelli, già che ci sei.
«Non come quelle inventate, non come quella mascalzonata di Benigni in La vita è bella , quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà.»
Non sto lanciando condanne morali: sto solo dicendo che è, a mio avviso, una vergogna parlare in questi termini di un capolavoro (a prescindere dalle statuine, che per quanto mi riguarda non hanno alcun valore).
Non ho bisogno di sputare nella tomba di nessuno, ma il giudizio che Monicelli ha dato mi pare molto riottoso. Un film non è un documentario: è un’opera d’arte. E quella di Benigni, sempre a mio avviso, lo è.
Per questo ho detto che giudicare così un’opera d’arte è vergognoso.
Non è mascalzonata, è prostituzione
OK, ho capito che cosa intendi, ma non concordo: se io faccio un quadro bellissimo che falsifica un evento storico, sarà pure bellissimo da vedere, ma sto trasmettendo un’informazione sbagliata. E qui non stiamo parlando di un a"falsificazione in buona fede", ché chi ha liberato Auschwitz lo sa benissimo chi ha studiato. E se Benigni non lo sapeva, vorrei capire su che cosa ha basato il suo film. Chi non ha studiato, finisce poi a imparare informazioni sbagliate e magari a scriverle nelle risoluzioni del parlamento, anche se di sicuro nulla è peggio di personaggi come Pisapia che scrivono lunghi post benaltristici per giustificare le loro, di mascalzonate, rimangiandosi decenni di storia e di militanza.
I film sono come i romanzi: nulla è vero, anche se sembra. Sono tutti verosimili, non devono essere veritieri. Per questo è un capolavoro e non una mascalzonata, anche se cambia la storia. Se poi chi lo guarda pensa che Auschwitz sia stata liberata dagli americani, è solo un ignorante.
Ed è anche propaganda.
Per un partito che fa della conoscenza una bandiera quella fake-news è un obrobrio.