Siamo arrivati al punto che addirittura iBusiness, un sito specializzato in online marketing, cioè in manipolazione dell’opinione pubblica, avverte che L’INTERNET DISTRUGGE LA VERITÀ mettendo la democrazia in pericolo:
https://translate.google.com/translate?hl=en&ie=UTF8&prev=_t&sl=de&tl=it&u=http://www.ibusiness.de/aktuell/db/086723jg.html
Presumo che la traduzione sia orrenda (a me neanche la mostra) perciò riassumo alcuni punti chiave veramente interessanti:
– La trappola del real-time: i messaggi politici che si possono consumare e ritrasmettere in 140 caratteri ed entro 90 secondi hanno più efficacia di un vero dibattito politico. Risultato, la demagogia, la superficialità vince. Trump!
– Il technology divide: che la maggioranza non comprende le tecnologie che usa o preferisce non usare.
– Aumento del fenomeno delle filter bubbles: Algoritmi nei social media che si specializzano a mostrarti solo quello che vuoi vedere.
– Le bugie digitali: In Rete la tv parlamentare e i media tradizionali sono altrettanto facili da cliccare quanto i siti che promuovono assurdità politiche o scientifiche come l’avversione contro la vaccinazione. Più aumenta la complessità del mondo, più si disperde il concetto di verità.
– La decostruzione della verità: Sono in offerta sempre più forme di verità, dalla pubblicità alla propaganda statale russa, negazionisti del global warming. Si vuol mettere addirittura in dubbio che gli americani siano stati sulla luna. Alla fine esce un insieme di microgruppi che non hanno più le fondamenta comuni per avviare un dibattito.
Ma se tutta la comunicazione è 1:1, il dibattito societario scompare. Dove la superficialità ha il sopravvento sul discorso approfondito, la democrazia appare sempre più un impedimento al progresso tecnologico. Se il progresso, la globalizzazione e la democrazia ha dei vantaggi solo per le elites, quelli rimasti indietro si orientano verso il recesso e personaggi leader. Che si chiamino Strache, Putin, Petry, Erdogan, Orban oppure Trump.