Intervento: «The crasis between bits and demos / Digital solutions and dissolutions in modern democracy»

Sono stato invitato a tenere una lezione all’istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli, all’interno dell’evento «T.A.K.E. PART – Transnational Activities for Key digital skills in Engagement and youth PARTicipation» sui limiti delle tecnologie digitali in ambito democratico.

Presenterò una tesi dal titolo «The crasis between bits and demos / Digital solutions and dissolutions in modern democracy» che parte da un’ipotesi di lavoro che è la seguente: «Democracy has a founding limit: it guarantees the isegory but not the parrhesia. Can digital democracy be a tool for alethic rights in modern communities?»

Credo che la domanda può avere senso anche farla qui dentro per capire quale, e quanto diversa, potrebbe essere la risposta di persone sicuramente interessate a questi temi.

In particolare mi piacerebbe sapere se c’è la percezione che strumenti democratici come Liquid Feedback sostengano effettivamente e fino a che punto, o il Partito Pirata (eventualmente non solo quello italiano se lo sapete) garantisca, la parresia (ovvero il diritto di poter esprimere liberamente opinioni anche scomode) o piuttosto si limitano a garantire, come avviene in molte occasioni per ciò che è stata considerata la democrazia, l’isogoria, ovvero il mero diritto di intervenire nelle assemblee. Questo viene considerato un vantaggio o un problema?

Inoltre, vista la centralità che questo ha nella campagna politica del Partito Pirata, se c’è la percezione che senza la rivendicazione dei c.d. diritti aletici, senza cioè combattere per ottenere una società basata sulla conoscenza, anche sostenendo attivamente la transizione dalla società dell’informazione alla società della conoscenza, pur nell’ipotetica presenza della parresia nelle istituzioni democratiche, sarà possibile mai ottenere un livello adeguato di democrazia basata sulla razionalità.

In definitiva la democrazia digitale, e quale forma specifica, può essere uno strumento per ottenere una efficace società basata sulla conoscenza, oppure una società della conoscenza deve trovare altre basi su cui fondarsi?

4 Mi Piace

La butto cosí, perché non ho mai riflettuto seriamente su questi temi. Qui parliamo dei sistemi decisionali che abbiamo inventato nel tempo allo scopo di dirigere una comunitá. La democrazia moderna é nata in Europa e noi, anche se continuiamo a sperimentare e a metterla in discussione, non la mettiamo mai completamente in discussione, perché la storia ci insegna che se la estremizziamo troppo diventa meno competitiva rispetto a forme piú violente o dove c’é meno libertá che potrebbero predere il sopravvento. Questo ci rende tutti piú o meno democratici.

Ora, il sistema, deve essere comunque funzionale allo scopo. Se la popolazione non migliora la propria condizione sociale o quantomeno non ne ha la percezione, il sistema entra in un meccanismo di auto-rinnovamento o entra in crisi e viene sostituito da qualcos’altro.

Per andare alla domanda, che l’isegoria, puó essere funzionale a diversi meccanismi del potere, come per esempio l’indicazione della direzione da seguire senza per questo mettere in dubbio il ceto dominante.

La parresia, al contrario, genera una diversione rispetto al racconto generale della comunitá, chiede di fare i conti con qualcosa che non si vuol vedere e potrebbe mettere in dubbio l’autoritá o le scelte fatte. E’ pericolosa, perché puó danneggiare lo status quo, anche quando questo potrebbe essere nel giusto. Inoltre la parresia rallenta i processi decisionali e quanto piú un sistema la ammette, tanto piú verrá usata da chi vuole mettere in crisi chi é al comando.

Venendo ad un sistema democratico elettronico, quanto piú questo permette di inserire proposte che possono divergere dal progetto tanto piú rischia di generare un disegno generale confuso. Per contro permette di aprire la riflessione a questioni che in caso contrario non sarebbero state prese in considerazione.

Non ho conoscenza sufficiente di LQFB per affermare che sostiene la parresia, ma dall’impressione che ho avuto (mi riservo il diritto di cambiare idea) é che la sostiene in modo eccessivo, cioé permette a chi esprime l’opinione di mettere in crisi il percorso decisionale senza peró arrivare ad una conclusione ragionevole indicando alla comunitá la nuova strada.

Voglio fare notare che la parresia e i diritti aletici non devono essere per forza in sintonia, cioé io posso fornire un’opinione scomoda fondando la mia teoria su falsitá.

La razionalitá é strettamente legata al livello culturale medio della popolazione, cioé alla capacitá di usare la corteccia cerebrale, e di prendere, quindi, decisioni senza farsi influenzare dal momento emozionale. Il mio punto é che piú aumenta la scolarizzazione reale (non diplomifici e laurifici) della popolazione piú si dovrebbe convergere verso una democrazia razionale.

Per rispondere alla domanda finale, non mi é chiaro cosa intendi per democrazia digitale, se intendi l’utilizzo dell’informatica per generare il flusso democratico, io penso che alcuni tool la possono aiutare e possono rendere alcuni meccanismi meno complessi, ma che in generale, la democrazia é il risultato di meccanismi relazionali talmente complessi che possono essere gestiti a distanza fino ad un certo punto e secondo me funziona meglio in organizzazioni che usano gruppi piccoli, perché quello che sfugge a questi sistemi é il racconto generale di un popolo che cammina.

Penso che strumenti come LF siano più strumenti di deliberazione che di libera espressione delle idee. Quando si presenta una proposta, si esprimono delle opinioni, ma non tutte le opinioni possono essere contenute in una proposta. La libera espressione delle idee può richiedere forme e dinamiche articolate, difficili da contenere in uno strumento di deliberazione basato, essenzialmente, su una comunicazione solo testo.

Mi sembra che un sistema rilevamento delle scelte basato sulla democrazia non possa funzionare bene senza una preparazione delle proposte organizzata in cooperazione. La partecipazione deve essere attiva e non passiva come spesso si vede nei partiti. La partecipazione non è indottrinamento e serve più formazione e confronto per arrivare a iniziative e scelte democratiche di buon livello ed efficaci. Considero LQFB valido nella parte finale, burocratica, ma la base per decidere le persone se la formano nel lavoro di gruppo.

LQFB è uno strumento per la misurazione del consenso. Opzionalmente si può arrivare ad un voto finale. LQFB invita a leggere anche le opinioni contrastanti, ma non ha alcuna intelligenza artificiale per scoprire se le proposte sono fondate sulla verità o se sono scorrette o addirittura bugiarde. Abbiamo discusso in questo forum come aumentare la razionalità delle proposte o almeno popperianamente eliminare le opzioni comprovatamente false. Finora l’idea di eliminare sistematicamente populismo e demagogia dal processo democratico del PP ha messo il terrore a chi non comprende i metodi e la loro legittimazione sociologica. Perciò siamo ancora succubi all’irrazionalità, come del resto tutti i partiti.

Definizione illuminante, grazie.

Da cui deduco che, in presenza di variazioni preponderanti della popolazione del Partito Pirata, tutte le decisioni ivi registrate vadano riconsiderate a valle della stabilizzazione di tali variazioni.

Sviluppo software integrato in contesti umani molto complessi da almeno 10 anni. Il software non ha questo potere @lynX. I computer sono solo specchi per le menti umane. Se le persone che costituiscono il Partito Pirata vogliono la guida di un demagogo populista, non c’è nulla che un software possa fare per impedirlo.

Per questo, anzi tutto, bisogna educare le persone al rispetto di valori condivisi.

No, perché presumi che la legittimità cambia totalmente tra gente uscente e gente entrante. In realtà si dovrebbe arrivare ad una intelligenza collettiva che non dipende da specifici individui… ma certo non ci possiamo arrivare se siamo in meno di almeno mille persone.

Beh, se segui il thread che ho linkato puoi vedere che non parlo di software. Sono metodi sociali con aiuto elettronico.

Se le persone che costituiscono il Partito Pirata vogliono la guida di un demagogo populista, non c’è nulla che un software possa fare per impedirlo.

Il metodo che abbiamo discusso può impedire al demagogo populista di aumentare la sua popolarità proponendo cose false in assemblea. Questa è una potente arma contro le manipolazioni politiche.

Per questo, anzi tutto, bisogna educare le persone al rispetto di valori condivisi.

Mica sono bambini. Arrivano qui e hanno buone intenzioni, oppure hanno intenzioni meno buone, cioè seconde ai propri interessi. Bisogna poterci lavorare, e sanzionare quando fanno le scelte scorrette nei confronti della comunità, e questo è il modo migliore con il quale puoi educare gli adulti: facendogli sentire che sono svantaggiati quando provano a fare i furbi. Nel PP-DE questo è fallito in modo estremo: coloro che hanno fatto i furbi sono stati premiati, hanno fatto carriera parlamentare e sono andati nelle talk-show della nazione. Da allora lancio bastoni quando vedo comportamenti di quel genere.