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IUFitalia2015 | contenuti | #0101 profilazione, controllo e censura (sono confluiti qui i thread ‘censura’ e ‘privacy’)

Keyword: profilazione, privacy, controllo sociale, sorveglianza, censura, libertà di espressione, whistleblowing

Dispositivi di controllo sociale basati sulla profilazione degli utenti alla base di enormi profitti dei gestori delle piattaforme e politiche di sorveglianza di massa praticate dagli Stati. Libertà di informazione minacciata da leggi restrittive che cercano di impedire la libera circolazione delle opinioni. Come è possibile difendersi e reagire alla profilazione e al controllo? Come garantire ed ampliare la libertà dell’informazione?

Anche qui non vedo seri problemi… le opzioni per un leaking sicuro sono cresciute… istanze di Globaleaks o Secure Drop si trovano un po’ ovunque. La possibilità di pubblicare anonimamente esiste in piattaforme come Freenet, Bitmessage, Tor. La censura si pratica solo in modo subliminale, facile da combattere ripubblicando i contenuti soppressi se si riesce a notare l’intervento. In pratica, anche questi temi sono molto secondari alla questione della privacy delle comunicazioni intime e la capacità di formazione di movimenti democratici in un ambiente anticostituzionale.

La censura oggi è vero che si abbatte facilmente ripubblicando i contenuti soppressi, questo è meno vero se si va a vedere in paesi con regimi “pseudo-democratici”, diciamo dittatoriali vai, dove la censura parte dal basso, con il blocco degli accessi ai provider. Se includiamo il whistleblowing il discorso si allarga: è vero che le opzioni per leaking sono cresciute ma, in determinati casi, soprattutto se riguardano leak di carattere nazionale-governativo, il nome alla fine viene fuori. La tutela dei whistleblower va prevista… Per quanto riguarda la libertà d’espressione in modo più generale: oggi un problema dell’informazione in rete è dato dalla quantità di bufale create ad hoc e fatte girare in maniera virale; questo danneggia la vera informazione, che verrà in tal modo “oscurata”. In alcuni casi, e soprattutto su determinati temi, si può “censurare” qualcosa anche senza rimuoverlo.

[quote=“Guybrush, post:3, topic:515, full:true”]questo è meno vero se si va a vedere in paesi con regimi “pseudo-democratici” [/quote]

Mettendo tutte le cose in prospettiva si apre la grande domanda quanti e quali sono i paesi pseudo-democratici… in ogni caso i problemi che abbiamo qui sono grossi abbastanza da non permetterci di priotizzare i problemi altrui (che oltretutto ci sono più difficili da capire). Io intanto quando sono in viaggio uso Tor con bridges e riesco ad uscire da qualsiasi tentativo di censura. Voglio proprio vedere se un giorno si presentano tizi in uniforme all’ostello per discutere del mio uso illegale di crittografia.

Ma certamente, ma questo non è un contenuto che ha a che fare con l’IUF.

Il problema dei svariati metodi di manipolazione di massa è diverso ancora. Dobbiamo sviluppare software e cultura che aiutano a massimizzare razionalità e scientificità dei dibattiti, ma come lo dimostra il PP stesso il software in sè non è sufficiente a risolvere questo problema. Ci vogliono anche regole comportamentali ed un’entità legale di controllo della veradicità dei fatti. Tutte cose che proprio noi con il Consiglio D’Integrità stiamo esplorando più di altri, ma siamo ancora molto distanti da potere prendere misure di carettere governativo sulla rete perchè significherebbe vietare i forum, le mailing list e i dibattiti su Facebook – rimpiazzandoli con piattaforme di dibattito democratico dotate di statuto, iscrizione e struttura.

In pratica, è un progetto superarduo e abbastanza fuoriluogo al IUF odierno, mi pare.

La situazione è molto molto grave. Criticità tecniche ad ogni livello tecnologico della rete (web, mail, domini, certificazioni, routing…) in ulteriore aumento grazie a follie quali l’Internet of Things.

Considerando il modo come la rete è sotto #sorveglianza è legittimo dire che la rete infrange in svariati modi la costituzione. In realtà lo fanno gli stati che ci sorvegliano, che abusano del fatto che la costituzione considera solamente il governo “locale” come parte del “threat model” mentre in un mondo globalizzato, anche se lo fanno altri paesi o ditte monopolistiche è comunque una infrazione della costituzione in modo perlomeno etico se non legale.

Anche il Wild West era un ambiente più regolato e più costituzionale di quanto lo è l’Internet odierno. La necessità di una legislazione saggia e ragionevole è immensa in quanto non si può semplicemente implorare i servizi segreti a rispettare leggi e costituzioni. È una iniziativa inutile: l’infrazione non è misurabile perciò non ci sarà giustizia. Anche se volessero attenersi alla costituzione, i governi non se lo possono permettere: sono in competizione strategica tra di loro e chi non sorveglia… perde la partita!

Solo cambiando la tecnologia stessa, introducendo la crittografia in modo pervasivo, possiamo creare una rete sicura per le nostre comunicazioni private e di opposizione politica. E visto che mancano gli incentivi per farlo fare al mercato, è ora di legiferare appositamente.

Ulteriori dibattiti in https://taverna.arrembaggio.eu/c/democrazia/tecnocontrollo

Vedi anche il video… IUFitalia2015 Materiale storico - Video

Su questo, a parte essere d’accordo con ciò che dice Lynx, volevo sottolineare un punto sulla profilazione degli utenti e la legge sui cookies: quanti siti internet fanno uso di cookies di profilazione? La cookie law cosa fa in sostanza per difendere l’utente da profilazioni troppo invasive? Niente di niente. Il bannerino è diventato una sorta di popup pubblicitario che l’utente, infastidito, chiude senza nemmeno leggere. Se non accetti i cookie, oggi come oggi puoi anche staccare l’adsl. Inutile quindi la legge così com’è stata creata. È necessario intervenire “alla fonte”, limitando la possibilità di profilazione degli utenti tramite cookie e le informazioni registrabili. Cazzo, a me fa paura che FB mi sponsorizzi un post sulla ditta che gestisce l’acqua del mio condominio, solo perchè l’ho cercata una sola volta in rete.

Molto importante sul tema anche il discorso fatto da Lynx in Confero, che riporto di seguito:

Anche la camera dei deputati mette a disposizione i contenuti in modo anticostituzionale e in disrispetto delle leggi data protection europee, permettendo la svendita dei dati personali alle agenzie di sorveglianza americane.

“Per visualizzare il player è necessario accettare l’utilizzo dei cookie”

L’utente non può liberarsi dei suoi obblighi costituzionali cliccando il permesso all’uso dei cookie. Tale richiesta è di per se anticostituzionale, ed è particolarmente assurdo leggerla su un sito del parlamento italiano.

I cookie sono di per se illegali in quanto smerciano informazioni di carattere costituzionale non solo dell’utente ma spesso (nel caso di Facebook o Google Mail) anche della rete sociale intorno, cioè di terzi. Perciò l’idea che l’utente abbia il diritto di consentire all’abuso dei diritti umani e costituzionali propri e di terzi è completamente fuori da questo mondo.

Lo so, la legge europea prevede proprio questo ed è un disastro che i politici ci stanno mettendo così a lungo a capire che stanno calpestando i diritti costituzionali con tali legislazioni.

Perchè bisogna sempre aspettare che si arrivi alle corti costituzionali per fermare questa assurda corsa alla distruzione della democrazia?

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Ritengo che in questo contesto vada inserita anche una riflessione su trolling e cyberbullismo, che fa’ in un certo senso da contraltare alla libertà di espressione. Sarebbe interessante sentire a riguardo Kikinki, che ha lavorato su questi temi.

Di quante informazioni abbiamo ancora bisogno prima di capire quanto sia fondamentale per tutti la difesa dei diritti digitali? Sta solo a noi, le persone, auto-organizzarci per farlo! Ecco un altro buon motivo per partecipare a http://iufitalia.net/

Launch of the EU Internet Forum – behind closed doors and without civil society By Kirsten Fiedler