Almeno in lingua tedesca ci sono svariate proposte di legge a riguardo… anche perchè prima del '68 ci fu un paragrafo whistleblower nella legislazione tedesca.
Riguardo a questo ci sta la proposta di legge che ho elaborato con un gruppo di crittografi, politici, tecnici ed attivisti al http://youbroketheinternet.org/#legislation – purtroppo ci sono alcuni articoli TODO/FIXME per i quali non è al momento in condizioni adatte per ratificare in assemblea… ma forse sarebbe il caso di mettere al voto l’intenzione generale.
Si tratta di un approccio anti-mezze-misure: Una legge europea che elenca le caratteristiche che un protocol stack da distribuire con futuri computer e smartphone deve rispettare per accedere al mercato europeo dall’anno 201x in poi. Le caratteristiche sono orientate alle esigenze per rispettare principi costituzionali oltre a diritti civili ed umani, tali che la net neutrality è una inevitabile conseguenza collaterale.
Ne consegue che il business model della acquisizione di dati personali e sociali è anticostituzionale (e data la mancata separazione dell’uso dei dati commerciali dall’apparato governativo – vedi PRISM – la costituzione è applicabile al problema Faceboogle), perciò dobbiamo impedire che servizi in rete svolgano ruoli di carattere costituzionale (la comunicazione privata e sociale tra i cittadini) ma che la rete stessa diventi un bene comune. Questa PdL rende l’Internet un bene comune via legislazione.
Per compensare al mercato basato sul pagamento attraverso la prostituzione dei dati, la PdL promuove l’introduzione di una valuta anonima tassabile come il http://taler.net (promosso anche da Stallman btw), permettendo un mercato in rete orientato ai veri servizi e al pagamento anonimo da parte dei clienti (mentre i commercianti devono essere trasparenti verso la società).
Volendo si potrebbe ottenere almeno un miglioramento della situazione emendando l’attuale legislazione contro i cookie a rispettare la realtà tecnologica: Il cookie è il metodo di sorveglianza anticostituzionale più noto, ma ce ne sono a dozzine. Per bloccare il mercato nero della prostituzione dei dati bisogna vietare l’inclusione di contenuti third party in tutti i siti web.
Il concetto di hypertext include l’idea del hyperlink da un ambito ad un’altro, ma non è un elemento fondante del web che ogni sito debba potere svendere l’interesse dei visitatori a terzi semplicemente includendo un bottone Like di Facebook, un font o una map di Google. Se questa pratica diventasse illegale, ci vuole poco ad aggiornare i web browser a rispettare questa esigenza. Niente più connessioni web a terze parti. Niente più aste real-time per il piazzamento della pubblicità personalizzata anticostituzionale. Ecc ecc.
Vorrei starci al #iufitalia per esporre le molte opzioni che di fatto abbiamo per regolamentare l’assurdità del Wild West Web e la corruzione della rete.
Secondo me quello che ci vuole è di mobilitare di andare in strada non solo contro TTIP, ma a favore di un Internet sicuro che ci dia un fondamento costituzionale sul quale costruire proposte democratiche migliori. Finchè la rete ci sorveglia ci impedisce di esercitare i nostri diritti democratici a costruire una politica alternativa a chi ci governa.