Riporto un articolo da “glistatigenerali.com”, in esso c’è un passaggio che stimola una riflessione.
“La cultura e l’informazione sono sempre state caratterizzate quindi, nel corso della storia, dalla mediazione…fino a quando la comparsa della rete – nata fra l’altro, in ambito accademico, per permettere una più rapida comunicazione dei saperi – le ha disintermediate, ponendo – in una falsa illusione democratica – tutti sullo stesso piano.”
Fin qui niente di nuovo, è in fondo quello che sosteniamo anche noi.
E la “democrazia”? Il modo in cui ci affidiamo ad essa in maniera quasi fideistica ed acritica, panacea di tutti i mali (e questo partito ne è una evidente dimostrazione) non è forse frutto di una distorsione di significato anch’essa indotta dalla rete?
E’ da un po’ che io vedo questo pericolo, soprattutto in un partito che nasce nella rete e che utilizza la democrazia come un feticcio che finisce con l’ uccidere la politica.
Scusa @briganzia potresti indicarmi il passaggio del nostro Manifesto dove sosteniamo che dare a tutti la stessa possibilità di espressione è sostanzialmente “una falsa illusione democratica”?
Non trovo nulla che possa essere interpretato in tal senso.
Direi piuttosto che qui possiamo osservare quanto sia fragile la democrazia e come richieda una profonda consapevolezza dei suoi membri per evitare che venga delegittimata, strumentalizzata o rimpiazzata.
Consapevolezza che non è affatto scontata.
L’uso di innovazioni tecnologiche non attenua la sua importanza.
Senza la democrazia degenera nel governo dei più spregiudicati.
Direi che, per parafrasare @erdexe, se un problema esiste in questo partito consiste in una “minoranza intransigente” che la democrazia non la vuole.
È da un po’ che ti chiedo di portare evidenze oggettive di questo pericolo senza riceverne alcuna.
Per contro ti ho proposto spiegazioni alternative ai problemi che vedi supportandole con fatti verificabili.
Io non dubito della tua buona fede.
Ma la buona fede non garantisce che la tua analisi sia corretta.
La democrazia è nata dall’Antica Grecia ed era vista come metodo di democrazia diretta (a quel tempo, solo per i pochi aventi diritto di voto) delle polis.
Churchill disse una frase del genere riguardo la democrazia: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.”
La democrazia, come noi la conosciamo, è sicuramente uno strumento di governo imperfetto, però, ad oggi, è il migliore (o il meno peggiore che dir si voglia) esista.
Sono stato fin da subito intrigato al concetto di “democrazia liquida” che dovrebbe servire, ove perfettamente sviluppato, di far scegliere ai cittadini dove poter mettere il loro voto, sia direttamente se si ha una buona conoscenza dell’argomento, sia indirettamente se non si conosce ciò di cui si sta parlando. Anche questo strumento ha i suoi problemi, ed il problema principale è, proprio, far capire al cittadino quando è necessario fargli delegare le scelte proprio perchè esiste il famoso “effetto Dunning-Kruger” dove si tende a sopravvalutare le proprie capacità valutandosi esperti in materia quando non lo si è.
Con l’avvento di internet e, peggio ancora, dei social, si è accentuato un fenomeno che era latente e pericoloso, ossia quello del “sebbene non conosco un beep posso dire comunque la mia perchè siamo in democrazia” su qualsiasi aspetto, dall’arte alla cultura, dalla scienza all’economia.
Concordo ed è proprio per questo che ci vuole una selezione, se vogliamo mantenere una piattaforma orizzontale dobbiamo selezionare chi può partecipare.
Sant’iddio, se ci fosse qualcuno che veramente sostenesse questa cosa gli farei una statua. Ma a che serve una democrazia dentro un partito? È come se uno sostenesse la necessità della democrazia dentro un esercito o tra i passeggeri di un autobus.
Un partito “è” e “fa”. L’illusione che la democrazia aiuti ad essere e a fare non ha alcun sostegno razionale, anzi dà fastidio.
Se veramente esistesse una classe dirigente degna di questo nome saprebbe interpretare le esigenze della propria lotta politica, come i candidati alle elezioni hanno saputo farlo comunicando bene quello che hanno comunicato, senza alcuna democrazia.
Ci vuole consenso, non democrazia. La democrazia lasciamola agli stolti che vogliono giocare con secchiello e paletta al costruttori di castelli di sabbia in riva al mare.
Per essere incisivo un partito deve essere un manipolo di eroi guidato da un Leonida. Ma qui al massimo abbiamo qualche Leone di Lernia.
Quindi secondo te dovremmo stare sereni perché abbiamo il nostro Renzi Pirata che ha portato il partito al successo nelle Europee.
Ma è proprio questo che mi preoccupa, non è che la politica del “Le parti c’est moi” porta alla sconfitta, seguita dalla scissione (che fa male a tutti) ed alla rimozione del Renzi nostrano?
Non sarebbe meglio passare direttamente allo Zingaretti nostrano? Chi potrebbe essere secondo te?
I fatti valgono più delle parole, e c’è chi con i suoi pregi ed i suoi difetti, ha traghettato il partito fuori dal forum, ed ha fatto sì che sulle schede elettorali ci fosse il partito pirata, è entrato nella politica vera, toccando questioni importanti e temi cari a noi e portando il partito pirata nella vita reale.
Questo vale più delle vostre mille fisse mentali sull’ap, sulla DL e non si capisce perché non venga riconosciuta questa evidenza.
In verità Renzi fu eletto democraticamente, appunto. Molto democraticamente. Il che non supporta la mia tesi, ma neppure la tua.
Chi potrebbe essere? Forse te. Che ne so io. O meglio… secondo me voi la leader già ce l’avevate, ma ve la siete fatta scappare, poveri fessi.A questo punto mi chiedo come l’avevate trovata.
Comunque una cosa è qualcuno che abbia il fisico del ruolo per fare il frontman (un narcisista patologico ci vorrebbe), una cosa è gruppo di non-illetterati che lo supportino attivamente.
Poi, come al solito, io ho esagerato, come ho detto non prendetemi alla lettera. Ma se si va in guerra, non ci si va con le scarpette da danza.
[quote=“mic, post:9, topic:3431”]
secondo me voi la leader già ce l’avevate, ma ve la siete fatta scappare, poveri fessi.A questo punto mi chiedo come l’avevate trovata.[/quote]
Per curiosità, ti riferisci alla Bargu, o alla Calcagno?
Poi anche questa cosa, cioè che su i 5 capilista non si sa nulla di nulla… Beh…
Perché volere ottenere orizzontalità riducendo democraticità? Lavoriamo sui metodi che possono disincentivare gli usi impropri della democrazia liquida, analizzando seriamente i bias cognitivi piuttosto che alzare le mani e dichiararci sconfitti a priori. Quali bias sono applicabili alla democrazia liquida e quali sono di già trattati dal fatto che LQFB impone certe tempistiche di dibattito, per esempio?
Troverà la possibilità di essere ascoltato senza doversi cercare la protezione di qualche leader o personaggio influente?
Se ci sono delle ragioni irrazionali o conflitti d’interesse per le/i quali alcune persone nel partito non vogliono ascoltare tali idee, saranno in grado di impedire il contributo attraverso metodi ingiusti (per esempio bullismo, non sto alludendo)?
A quanto pare la Germania gode di politica meno peggiore dell’Italia. Potrebbe risultare al caso che esiste una legge dei partiti che impone garanzie agli iscritti affinché non possano essere trattati come delle merde alle scarpe, ma che possano godere di vera libertà d’espressione e contributo senza doversi sottoporre alla cooptazione del capetto di turno.
Dato che il consenso che non viene misurato è una forma di imposizione sociale, non sarà libero da vincoli sociali ed oligarchie formali o di fatto. Un consenso sarà giusto e sincero solamente se ottenuto con metodo democratico vero, per esempio usando LQFB.
Comunque con questo post hai illustrato le limitazioni del tuo pensiero. Ora sappiamo perché non dovremmo mai seguire la tua leadership, perché credi che in tal caso il diritto alla partecipazione si depone al guardaroba ed esiste solo il permesso di aprire bocca, lasciando alle strutture oligarchiche di fatto a decidere se le tue idee saranno prese in considerazione o meno. Come ci insegnano i filosofi, questo approccio garantisce una politica peggiore.
Se lo fa con contenuti e candidati non scelti democraticamente, presto diventerà parte del problema che è la politica vera. Noi almeno in parte facciamo di meglio, nonostante la legge italiana non ce lo impone come altrove.
Perché è sbagliata.
Ho assistito al momento. È stato un problema di mancato rispetto del codice comportamentale, rispetto che può esistere solo in un organizzazione genuinamente democratica.
E con questo siete in due a non concepire la fondamentale importanza della democrazia interna nei partiti per arrivare a politica che non faccia schifo.