Non sono d’accordo.
I bambini a Taranto si ammalano di cancro.
A Casale Monferrato centinaia di persone sono morte di cancro.
Le cause sono sempre molto rilevanti.
Anzitutto, non si tratta di un diritto, perché non è nella disponibilità dello Stato.
Come dimostra ogni suicida, non c’è modo di impedirlo e punirlo e dunque non richiede alcun permesso.
L’eutanasia è diversa perché è una azione compiuta su un’altra persona ed è dunque oggetto di Politica.
Inoltre il primo valore fondamentale di cui stiamo discutendo è la Libertà.
Se accettiamo che la Libertà si possa esprimere in uno stato di coscienza alterato (come quello causato dalla depressione e dalla anoressia, entrambe patologie ahimè che conosco molto bene a causa di vicissitudini personali occorse a persone a me molto care), allora legittimiamo l’uso di droghe da stupro.
O le manipolazioni alla Cambridge Analitica. O la dispersione scolastica.
Non credo sia quello che vogliamo.
La Libertà in sé manca di uno scopo e se non viene sostenuta da uno scopo è facilmente sovvertibile a danno della Libertà stessa. La Libertà di limitare la propria Libertà non può trovare fondamento nella Libertà stessa.
E invece sì.
Sotto molti punti di vista e lo dico per aver osservato da vicino diverse situazioni di depressione maggiore, nonché varianti come il baby blues o la depressione post-partum.
Ti dirò di più: ho avuto modo di osservare da vicino anche psicosi e deliri, sindromi bipolari e diverse altre patologie psicologiche, inclusa l’anoressia.
In alcuni casi la fragilità è fisiologica, letteralmente riconducibile ad aspetti fisici, ormonali o genetici.
Ma nella stragrande maggioranza dei casi, la patologia psicologica emerge e si rinforza a causa del contesto sociale in cui vive il malato. Tant’è che in molti casi, la terapia psicologica d’elezione è di gruppo.
E tutte le terapie cognitivo-comportamentali si basano sulla modifica della relazione fra individuo e ambiente sociale, sulla modifica dell’interpretazione delle dinamiche percepite e sulla modifica del comportamento sociale.
Psicosi e depressione sono malattie in gran parte riconducibili alla società in cui il malato vive, ai valori che impone ed alle relazioni che la caratterizzano.
Dunque, secondo me, dovremmo iniziare a trattare la sofferenza che comportano come fallimenti collettivi.
E la Politica può affrontare questi fallimenti, quanto meno per minimizzarli.
Si tratta di problemi complessi che vanno studiati con serietà ed onestà intellettuale.
Ma senza scorciatoie. I bug vanno risolti laddove si trovano.
Perché una pillola può ridurre i sintomi, ma non curare la malattia se la malattia è sociale.
Così come l’eutanasia o il suicidio.