La morte di Noa

Non si può costringere nessuno a vivere.

Ma dalla depressione si può guarire.

E uno Stato che permetta ad una persona in uno stato di coscienza alterato (quale che sia la causa dell’alterazione) di autorizzare il proprio omicidio apre ad una società distopica in cui i più deboli e i poveri vengono indotti a questa scelta.

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La medicina, purtroppo, non è una scienza esatta: dalla depressione si può guarire, verissimo. A che prezzo? Dopo quanto tempo? Perché non vogliamo riconoscere che l’uomo possa avere diritto ad essere assistito qualora lui, e lui soltanto, sentito il parere di medici, sciamani, preti, amici e parenti di sorta, voglia smettere di vivere?

Io lo trovo un atto di civiltà. Profonda. E no, non vedo ingerenze capitaliste.

Non credo serva assistenza al suicidio, (a meno che non si tratti come ho già detto di DJ Fabo) serve assistenza al non suicidio…

Qui non c’entra proprio “atto di profonda civiltà”, non è una cosa utile al mondo… Te la metto così facendo un esempio:

Antonio in passato ha pensato al suicidio, oggi antonio è contento che quel periodo della sua vita sia passato, ed abbia compreso le bellezze della vita nonostante le cose orribili che ha dovuto passare. Ma se Antonio quando in passato pensava al suicidio, avesse avuto una clinica sotto casa in cui si poteva uccidere come se andasse al bar al prendere il caffè, Antonio oggi sarebbe ancora vivo? Se quella settimana storta avrebbe avuto la possibilità di essere assistito per morire, Antonio oggi sarebbe ancora vivo? Molto probabilmente Antonio oggi sarebbe morto.

(Antonio esiste, non è solo una metafora, è reale)

(ah, Gesù con le parabole aveva capito proprio tutto, non c’è miglior metodo di insegnamento in queste situazioni)

Grazie per il vostro tempo.

Se Antonio avesse (non avrebbe) avuto una clinica sotto casa sarebbe morto forse. Il fatto che forse un giorno Antonio potesse tornare felice e fare come Lazzaro è irrilevante. Gesù con le parabole aveva capito tutto, così come coi miracoli.

Grazie per la replica, educatissima e gentile, cerco di chiarire alcuni concetti, che già di suo la scrittura è una cosa ambigua, quando poi si parla di certi temi il casino totale è facile.

“credo che…coronamento di un incubo”

Per me non c’è nulla da capire quando si parla di queste cose, qui si parla solo di “sentire”. Non è per un ragionamento logico che si desidera morire. Quanto un desiderio sia puro, quando un sogno sia un sogno e quando un incubo non sono cose che mi sognerei mai di sindacare perché non credo che siano sindacabili.

Sul discorso mani mozzate cerco di spiegarmi meglio: Per me costringere una persona a vivere quando questa vuole morire equivale in tutto e per tutto al reato di tortura. Ergo capirai che tra un colpo secco come la mano mozzata e un’infinita serie di arti mozzati ogni giorno, ad ogni ora, in ogni istante, beh, per me non c’è paragone. In più la mano mozzata per i ladri è qualcosa che anche noi, in versione (deo gratias) molto più soft abbiamo: vale a dire che il furto anche qui in Italia è considerato qualcosa da punire, poi le punizioni cambiano in base ai contesti ma l’idea di base è la stessa ovvero il furto va punito. Nel caso dell’eutanasia invece per me il problema è radicalmente opposto. Qui si parla dello stato che DECIDE cosa una persona deve amare. Se domani quei dementi che abbiamo al governo facessero una legge per cui si può amare solo le persone con i capelli rossi e solo se si chiamano Gianni o Paola tu cosa penseresti? Perché per me è di questo che stiamo parlando, uno stato che pretende di decidere i sentimenti dei cittadini, condannando in pratica chi non ama la vita alla pena della tortura. Io la vedo così.

“traduco questa… tu vuoi la libertà di scegliere… problema morale” Traduzione bocciata :wink: Io non voglio nessuna libertà di scegliere, io sogno un drammatico cambiamento nella percezione di ciò che è Eutanasia. La parola morale non ho mai capito bene cosa significhi e trovo che si presti troppo a mere speculazioni filosofiche, ho citato le religioni perché troppo spesso sento dire da persone non religiose una frase che mi manda in bestia a livelli inimmaginabili, ovvero che la vita è sacra. La vita, che inizia tra sperma, sudore, tirate di capelli e “ti piace quando ti sculaccio eh” per me è tutt’altro che sacra; è sporca, sudicia, carnale, godereccia, selvaggia e profana ergo intimamente blasfema.

Sul discorso che si può farla finita anche senza cliniche: certo, ci si può buttare dalla finestra rischiando dolori e sofferenze enormi, idem cercando di impiccarsi. Ma veramente dobbiamo essere così inumanamente sadici da aggiungere altro dolore a chi ne ha già talmente tanto da volerla fare finita?

P.S. so di espormi al pubblico ludibrio ma in materia di computer sono una capra totale ergo non sono riuscito a capire come quotarti.

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Modificato il congiuntivo… errore dovuto ad una modifica prima della virgola in cui c’era il congiuntivo, dimenticando di cambiare il condizionale dopo… Ma è irrilevante al discorso, ora tornando alla tua risposta…

Ma che cavolo di risposta è? Il tuo metodo è rispondiamo alla cazzo di cane?

Se qualcuno ti fa notare [col metodo della parabola, (Gesù che era una persona non unico figlio di Dio, ne faceva solo uso sapiente dato che voleva cambiare la società) che si basa su un esempio che porta alla riflessione] che il tuo pensiero è fragile vai subito in modalità protezione? “proteggo ciò a cui credo perchè io ho ragione, perchè io ci ho pensato, il mio pensiero è più importante”?

Purtroppo per cambiare la società ci vogliono tante qualità, non tutti le hanno…

Grazie anche a te, ti rispondo su alcuni punti anche io:

Per niente, lo stato non decide chi dobbiamo amare, non capisco perchè dici ciò.

[quote=“leuwen, post:45, topic:2668”] Se domani quei dementi che abbiamo al governo facessero una legge per cui si può amare solo le persone con i capelli rossi e solo se si chiamano Gianni o Paola tu cosa penseresti? [/quote]Non capisco che c’entra, è ovvio che sarebbe un ingiustizia, ma non trovo il nesso logico. Per fortuna siamo in un paese che non rispecchia questo ragionamento. Poi se parli di condizionamento sul pensiero (lavaggio del cervello) tramite leggi, informazioni ecc è un altro discorso, di certo non lo vedo connesso all’eutanasia…

[quote=“leuwen, post:45, topic:2668”] Perché per me è di questo che stiamo parlando, uno stato che pretende di decidere i sentimenti dei cittadini, condannando in pratica chi non ama la vita alla pena della tortura.Io la vedo così. [/quote]Lo stato non condanna chi non ama la vita alla tortura, come vedi si va in discorsi morali e personali, soggettivi, non oggettivi…

Più che altro forse tu stai pensando di costringere lo stato in base ad una tua idea di creare/cambiare le leggi al riguardo secondo un tuo personale concetto… Se tu pensi che la vita sia una tortura lo stato che altro può fare se non aiutarti psicologicamente o economicamente? deve dire aspetta mo ti creo una clinica così hai la libertà di ammazzarti?
Ti risponderebbe che è una libertà che non ti ho mai tolto…

[quote=“leuwen, post:45, topic:2668”] La vita, che inizia tra sperma, sudore, tirate di capelli e “ti piace quando ti sculaccio eh” per me è tutt’altro che sacra; è sporca, sudicia, carnale, godereccia, selvaggia e profana ergo intimamente blasfema. [/quote]Hahaha capisco che vuoi dire, sacro è un termine abusato, ma comunque per me anche la cacca è sacra, e di certo non è tutta sta pulizia…

[quote=“leuwen, post:45, topic:2668”] a veramente dobbiamo essere così inumanamente sadici da aggiungere altro dolore a chi ne ha già talmente tanto da volerla fare finita? [/quote]Nessuno vuole aggiungere dolore, infatti si vuole dare supporto cercando di rimuovere il dolore evitando di farti pensare a queste cose.

:v:

La medicina non è una scienza esatta. In effetti è anche un arte. Ma spiegare perché ci porterebbe fuori tema. Purtuttavia dubito che il Partito Pirata voglia sostituirsi alla Medicina su temi medici.

Dunque di depressione si può guarire.

Il prezzo è inferiore alla vita. E il tempo necessario è sicuramente inferiore all’aspettativa di vita di una diciassettenne.

La morte, in quanto condizione definitiva, non è una soluzione razionale ad un problema temporaneo.

Le tendenze suicide sono un sintomo della depressione. Se fosse sano, il paziente non presenterebbe tale sintomo. Dunque la decisione di morire non è libera in quel caso, ma un effetto della malattia. Lo Stato non può favorire l’esito peggiore di una malattia guaribile.

Vi sono poi moltissime ragioni per cui lo Stato non deve essere autorizzato ad uccidere i propri cittadini.

Anzitutto perché è probabile che ci prenda gusto. Uccidere sarebbe sempre più economico rispetto a curare. O rispetto a detenere. O rispetto a pagare la pensione.

Poi perché la volontà degli individui è fortemente manipolabile. Sarebbe molto facile per un governo umiliare, vessare, isolare un oppositore, privarlo degli affetti… e poi un bel giorno drogarlo per fargli firmare la richiesta di eutanasia.

Poi perché facilitare il suicidio significa incentivarlo.

Etc… Etc… Etc…


Credo che tu stia guardando alla questione da un punto di vista individuale, non medico o politico.

Uccidere il paziente non è il modo migliore di sconfiggere una malattia guaribile.

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