Legge elettorale

Quindi un “premio di maggioranza distribuito”? Non solo al primo classificato ma a tutti in proporzione a quanto hanno preso, un po’ come la spartizione della quota del 8‰ (per le confessioni religiose, o del 5‰ per le onlus, o del 2‰ per i partiti) con destinatario lasciato in bianco dal contribuente… un modo quindi per favorire i più forti.

Noto comunque che entrambi concordate nell’abolire il principio “una testa un voto” (cioè il voto ha un peso variabile a seconda di come voto).

Esatto, ma che, non avendo soglie (in realtà la soglia esiste di fatto, perché se ci sono 100 posti la soglia è dell’1% e con i premi di dimensione potrebbe arrivare al 2%) garantisce la rappresentatività anche ai piccoli.

Metterei poi delle precise regole sulle modalità di presentare i curriculum, e chi li presenta imprecisi od addirittura falsi viene automaticamente escluso.

Per facilitare poi la conoscenza dei candidati farei delle circoscrizioni molto piccole e delle “supercircoscrizioni” (raggruppamenti di circoscrizioni) dove calcolare gli eletti.

Ho risposto in pad…

D’accordo in tutto eccetto che non ho capito perchè 10.000 equivalgano a 12. Io piuttosto farei il contrario, potenziare le minoranze dando 8 seggi a 10.000 voti. Ma non ci ho pensato a lungo.

Il motivo è che per me esiste anche il problema della governabilità, che non è il principale, perché il principale è la rappresentatività ma ha comunque un peso. Per questo è corretto che ci sia una spinta ad unirsi per presentare un programma condiviso.

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Non è una buona idea… il rischio è la creazione di partitini-satellite per raggranellare voti. Un po’ quello che accade con le “Liste Civiche”…

Resuscto un argomento vecchio due anni perchè ho sempre avuto un debole per le discussioni su leggi elettorali e costituzioni ( che volete, nessuno è perfetto :slight_smile:

Questo è lo stato attuale delle proposte in parlamento oggi:

Alcune mie domande/riflessioni:

  • e giusto che una legge sia decisa da una minoranza (sia pure qualificata ) del paese ? Se si ritiene di no, l’unica legge possibile è quella proporzionale pura, nel qual caso si dovrebbe trovare una formula alternativa per la governabilità : ad esempio istituzionaliizare la possibilità di un governo di minoranza, rimuovendo la necessità (dettata dalla costituzione) che un governo abbia la fiducia delle due camere : il presidente del consiglio è espresso sempre dal partito di maggioranza relativa, e governa di diritto finchè il parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza alternativa ( sfiducia costruttiva). Le leggi pero’ le approva il parlamento, limitando ulteriormente il potere dei decreti legge.
  • se si ritiene che invece una minoranza possa legiferare, sia pure con dei controlli, allora si può procedere a “drogare” la rappresentatività del parlamento con iniezioni più o meno massicce di maggioritario. Occhio pero’ a non dare alla minoranza/maggioranza anche le chiavi agli organi di controllo previsti dalla costituzione ( presidenza della repubblica, commissioni di inchiesta, orte costituzionale ), che invece dovrebbero venire attribuiti in misura proporzionale. Per questo a mio parere in questo scenario non sarebbe sbagliato pensare ad un sistema bicamerale con compiti differenziati : una camera bassa, eletta con sistema più o meno maggioritario, che da la fiducia al governo e legifera su leggi ordinarie. Una camera alta, eletta con sistema proporzionale ( o addirittura con chiamata nominale mediante listone unico nazionale apartitico ) che esercita il ruolo di controllo: nomina presidente della repubblica, una parte della corte costituzionale, stabilisce commissioni di inchiesta e di vigilanza, legifera su questioni straordinarie … ed un eventuale potere di veto a maggioranza qualificata su tutte le leggi della camera bassa ).
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Io credo che se vengono meno i due principi “una testa un voto” e della decisione “a maggioranza” (almeno il 50%+1) mancano i requisiti minimi della democrazia. Tra l’altro sono requisiti necessari ma nemmeno sufficienti: bisognerebbe trovare modi di allargare la partecipazione al potere, invece che adagiarsi su una dittatura della maggioranza.

Le leggi elettorali non proporzionali presuppongono invece addirittura una dittatura della minoranza, proponendo un modello non democratico ed eversivo.

Il discorso della governabilità è ideologico e confuso: si definisce “governabilità” come “decidere”, e basta. E non “decidere bene” o decidere con il consenso di chi è governato. Con una definizione del genere il massimo della governabilità si aveva allora con Mussolini (la cui legge elettorale non era proporzionale), il Re Sole, gli imperatori romani, i faraoni eccetera.

So di essere nuovo, ma mi permetto un osservazione… Lo dicono i 5S…E quindi? Sappiano tutti che scrivo Casaleggio, leggi sognoraggio…