Per millenni l’umanità ha apprezzato la crescita economica in quanto c’è sempre stato spazio per sempre più persone e sempre più consumo delle risorse naturali. Per la prima volta nella storia dell’uomo abbiamo oltrepassato il punto della saturazione con conseguenze drammatiche per tutti se non cambiamo profondamente il nostro approccio al capitalismo ed al nostro incrostato ed ingiusto apparato governativo e legislativo.
L’attuale sistema economico si fonda sul concetto di crescita illimitata che, nei fatti, corrisponde allo smantellamento delle risorse naturali, all’avanzamento tecnologico e all’aumento della popolazione, ossia dei consumatori. Tra questi tre fattori, l’unico auspicabile è quello del progresso scientifico e tecnologico, che di per se non è sufficiente per compensare i danni irreparabili all’equilibrio ecologico del pianeta, sofferente da un consumo esponenziale delle risorse naturali.
Solo a livello locale si può percepire anche una forma di crescita dovuta all’interscambio di merci, capace di creare un benessere che in realtà implica l’impoverimento o sfruttamento di altri. La popolazione mondiale sarà felice di doversi spartire sempre meno ricchezze tra sempre più mani?
L’automazione tecnologica sta rendendo sempre piú “posti di lavoro” superflui. Un’economia sostenibile non puó prescindere dal rivedere il concetto stesso di lavoro. Il progresso cambia la societá, ora è essenziale che anche l’economia cambi. Disegnare una societá nuova, non più incentrata sul lavoro, è possibile, una societá in cui tutti gli esseri umani godano di un Reddito di Esistenza sovvenzionato dalla produzione industriale, in modo che chi lavora ottenga di più, ma chi non può trovare lavoro trascorra una vita degna e libera da paure esistenziali.
La dipendenza da crescita economica nuoce all’umanità. L’economia mondiale del nuovo milennio deve essere sostenibile a livello locale e globale. A partire da ció, si configura un progetto a lungo termine che include una profonda riforma del sistema economico, tributario, finanziario e del welfare.
Stando al lavoro di analisi “HANDY” di alcuni ricercatori della università del Maryland, l’umanità molto probabilmente può evitare un collasso economico e umanitario solamente se introduce un sistema di ridistribuzione della ricchezza. Anche gli autori del classico “The Limits To Growth” (I limiti della crescita, 1972, Club of Rome), nell’aggiornamento dopo trenta anni arrivano alla stessa conclusione.
Nel contempo, stando ai dati del documentario BBC “The Super-Rich And Us”, l’umanità è passata in soli quattro decenni dallo stato di maggiore equità economica tra gli individui allo stato di maggiore ingiustizia sociale nella storia dell’uomo. Attualmente sessantadue persone possiedono ricchezze equivalenti a quelle possedute dalla metà povera della popolazione umana.
Testo approvato in Assemblea Permanente attraverso le votazioni 6089 e 6134, aggiornato con l’uscita dei dati di OXFAM, riducendo la cifra da 85 a 62 miliardari.