Nelle nuove versioni siete però retroceduti a vecchi cliché. Va bene, sono disposto a farmi convincere da un testo ben scritto che si debba parlare di copyright… ma, ragazzi, così come mi appare adesso non mi convince.
“Copyright e brevetti si aggrappano ad una scarsità artificiosa.” Se la natura del digitale è che la copia non costa nulla, per fare rispettare i diritti di un autore è inevitabile una scarsità artificiosa. So bene quanto c’è da criticare nel modo come tali diritti sono attualmente definiti, ma di aprire il manifesto politico di un movimento con un tema di nicchia ed un posizionamento politico ingiusto nei confronti degli autori non promette bene. Lo so che le nostre intenzioni sono diverse, ma chi dei pirati ha solo sentito le critiche cliché arriva a mezzo manifesto e si sente confermato di tali cliché: i pirati vogliono avere tutto gratis e non ricompensare gli autori.
“Da troppo tempo l’economia non amministra più le risorse, ma calcola i profitti.” Che significa? L’economia doveva amministrare le risorse?
“Tutti obbligati a cercare un’occupazione per sopravvivere…” Ah, anche qui confermiamo il cliché che i pirati non vogliono lavorare, invece di spiegare in modo convincente come i sistemi di sussidio costruiti attorno al lavoro non funzionano. “Per godere della vita anziché vivere per produrre.” Idem.
Isole di plastica negli oceani, fonti potabili inquinate, aria irrespirabile nelle città, moria degli insetti, surriscaldamento che si traduce in siccità, alluvioni, uragani. Limiti critici che il mondo ha deciso di rispettare durante la Cop21 a Parigi, ma non si sa dove diavolo iniziare.
Aria contaminata okay, irrespirabile esagerato. Noi sappiamo dove diavolo iniziare— lavorando sui trattati, agendo sul mondiale attraverso l’Europeo. Il paragrafo seguente parla d’Europa, ma non mi pare ben illustrato il collegamento causale. E non si parla delle urgenze strutturali, del modo come l’Europa e la governance mondiale necessitano riforma.
Le derive del mercato globale sono in parte inevitabili, ma come continente abbiamo maggiori possibilità di arginarle.
Le derive non sono inevitabili… necessitano di riforme di governance mondiali… democrazia liquida al governo in tutto il pianeta, o qualcosa di equivalente. Ma non è vero che è impossibile.
L’Europa è anche cultura, ampia e resistente contro l’ignoranza e la demagogia.
Questa si è dimostrata falsa come prospettiva idealista. L’ignoranza e la demagogia si fa spazio attraverso i social manipolativi e l’Europa non riesce a farci nulla — basta guardare la Svezia che di problemi non ne ha, eppure la Rete è riuscita a fabbricarli.
Facciamo una rivoluzione democratica! Ai partiti tradizionali non crede più nessuno, si vota per disperazione o non si vota più. La corruzione attacca facilmente le strutture centrate su un leader e cresce la sfiducia. Dobbiamo invertire la rotta. Sperimentiamo nuove forme di aggregazione, dialogo e consenso.
Qui si intravede un barlume di una prospettiva nuova. Finalmente. Ma perché parlare di esperimenti come se non fossimo gli inventori dell’unico strumento a nostra conoscenza adatto a trattare il problema strutturale della democrazia rappresentativa? La sperimentazione l’abbiamo già fatta. Del resto tutti sono convinti che il M5S abbia già seguito questo sentiero.
Il manifesto deve esprimere già nel primo paragrafo quanto si è diversi dal M5S, e non ripetere cose che nel programma 2009 del M5S si trovavano a pagina 53 (o giù di lì, sto numero me lo sono inventato).
Gravi minacce alla democrazia provengono dalla profilazione di massa, che insieme alle fake news, ai contenuti emotivi, soprattutto violenti, permette di applicare individualmente tecniche psicologiche e di marketing per influenzare l’esito delle votazioni, destabilizzare un governo, o suggestionare la popolazione affinché offra il consenso voluto. Alcuni regimi su questo pianeta sono disgustosamente avanti in queste distopie. Censura, restrizioni a link e contenuti, sorveglianza degli internauti vengono spacciate per soluzioni! Non lo sono affatto.
Ora parliamo di problemi seri, ma non di soluzioni. “Non lo sono affatto.” Ah si? Spiega, approfondisci…
Spezzare i monopoli digitali per incentivare la creazione di nuovi beni comuni: questo è ossigeno! Sistemi operativi e applicazioni libere e open source.
Lo diciamo noi, ma le prove? Mi suona anche un po’ cliché. Manca giusto dire che la blockchain risolverà tutti i mali, come se avesse alcun cosa a che fare… inoltre elenchiamo cose che già ci sono… ed in quale modo il software libero possa spezzare i monopoli… perché in realtà non ci riesce. Se non parliamo di interventi legislativi concreti, quelli che IMPONGONO il software libero e VIETANO la centralizzazione proprietaria, qui tutto suona un po’ fuffa. Non è novità. Robe che abbiamo già letto nel manifesto M5S nove anni fa.
Una pluralità di reti sociali e motori di ricerca senza distorsioni pubblicitarie.
Questa non è politica ufficiale del PP-IT. Non dico che #ObCrypto sia la via ufficiale, ma contrasta questa frase: se ogni scambio sociale per definizione deve avvenire tra le persone comunicanti, utilizzando nuovi protocolli nativi e senza passare per terzi che attualmente accedono a dati e metadati, le “reti sociali” sono strutture informali, senza nome, senza brand, senza pubblicità per definizione— sono gruppi chat privati. O si spiega questo concetto, o lo si tralascia (ma dubito che possiamo scrivere un manifesto avvincente se non ci mettiamo almeno una o due proposte politiche veramente innovative) — ma di allinearsi alla comoda posizione bloggheresca che basti decentralizzare i social per risolvere il problema è non solo banale, è anche falso.
La neutralità della Rete, la crittografia end-to-end e l’anonimizzazione delle comunicazioni per tutelare la corrispondenza privata.
Detto così pare cose che, o già abbiamo, oppure cose che gli altri partiti stanno già proponendo in ambito europeo. Non puoi tralasciare l’aspetto più importante: che ci vuole un OBBLIGO alla protezione e l’anonimato affinché queste cose non siano opzioni poco popolari, disponibili agli eccentrici, ma la condizione normale dell’essere in Rete, necessario alla difesa della democrazia.
Del resto la “neutralità della Rete” è implicita: se i contenuti sono protetti è impossibile manipolarli per scopi commerciali. E ridicolmente di poca importanza al confronto con gli altri aspetti, ma lo si può fare intendere che chi combatte per la neutralità della Rete non sta combattendo per i problemi a monte. Si sta occupando di un sintomo che neanche esisterebbe. Dobbiamo mettere in chiaro che chi combatte per la neutralità della Rete non ha capito il vero problema.
Noi non abbiamo un leader. Abbiamo scelto la democrazia liquida, in cui il potere viene distribuito, delegato a persone di fiducia e per temi specifici, costantemente controllato e revocabile. Tuteliamo la convivenza, diamo valore alle argomentazioni con basi storiche e scientifiche.
Finalmente qualcosa di nuovo! I pirati allora sono diversi dal M5S? Ma il M5S non aveva detto che i pirati sono falliti a causa della democrazia liquida? Come spieghiamo che non è andata così, che la democrazia liquida funziona mentre il M5S non?
La politica è un programma complesso, ma di tutti i programmi si può fare il debug!
Ah, giusto… ma quante persone comprendono ciò? E non è qualcosa di comunque evidente… che le leggi si cambiano se sono sbagliate?
Bastano poche persone per portare grandi progetti al successo. Mostriamo al mondo un nuovo modo di fare politica e saremo a metà dell’opera! Yo-oh! Sali a bordo!
Questa mi piace. Mi piace che metti in chiaro che non è importante essere in tanti per partire. Giustissimo.
Purtroppo, fossi un interessato senza conoscere gli approfondimenti, non sarei arrivato a questa frase.
Scusa se neanch’io ho le idee chiare come scrivere questo manifesto— so solo che se mi immedesimo in una persona qualsiasi, anche questo testo non mi convince.