Posizione referendum trivelle

Quindi sei un’eccezione, e probabilmente non dovresti andare a votare. Perché è un referendum stupido che rischia di spostare l’estrazione del gas naturale in paesi dove non puoi regolamentarla, ma sopratutto perché riconosci che l’ambientalismo è una cosa seria e non può essere trattato a colpi di cialtronate come Greenpeace fa.

Se al referendum dovessero vincere i sì, gli impianti delle 21 concessioni di cui si parla dovranno chiudere tra circa cinque-dieci anni. Gli ultimi, cioè quelli che hanno ottenuto le concessioni più recenti, dovrebbero chiudere tra circa vent’anni.

Vedi testo riportato qui sopra: non voglio spostare niente, voglio lavorare perché tra 5-10-20 anni non si debba estrarre né lì né altrove.

Allora non credo ci sarà molto accordo fra ciò che vuoi e gli eventuali risultati di questo referendum.

l’estrazione del gas naturale è gia spostato!! non si somma, è gia li

la gestione energetica nazionale ENI è paracul-privata e non di dominio e controllo pubblico

ergo siamo nella peggiore delle ipotesi da terzo mondo quando invece dovremmo stare ad investire i soldi nelle soluzioni di processo a base di idrogeno, concentratori solari, fotovoltaico, etc etc

essendo che non sara mai cosi per ora, allora fanculo alle trivellazioni

ma sto STOP agli idrocarburi ci interessa di darlo? il metano è un gas fichissimo pero in confronto all’idrogeno fa ridere e sta producendo danni immensi al pianeta.Del petrolio ne vogliamo parlare??

allora dire STOP è ovunque ma allo stesso tempo spingere per immettere l’alternativa

il referendum è idiota ma l’unica alternative è SI per tutti i motivi di fantasia possibili

l’ENI è qui per rimanere e per trivellare tutto il mondo nel bene e nel male ed è un’azienda privata altrimenti ce la dobbiamo riprendere pubblicamente in seno e fargli fare quello che NOI vogliamo adesso non è ne carne ne pesce (una Spa asset strategico nazionale con garanzie parastatali e coperture militari e dei servizi segreti…ma che cazzo di animale è??? roba da dittature del terzo mondo marcio)

l’ENI dovrebbe concentrare tutte le sue “energie” sull’idrogeno e nient’altro

so far vota SI

Mah, bruciare roba per ottenere energia è una cosa che gli umani fanno da sempre. E poi cucinare coi fuochi elettrici non è bello. L’idea figa sarebbe bilanciare il sistema coltivando foreste, non rompere le palle al metano.

E l’idrogeno da dove lo estrarresti?

Per me è il contrario. A questo referendum, se l’ambasciata mi invia la cartolina, voterò NO, o non voterò affatto.

I fuochi elettrici sono la cosa meno ecologica che esiste sulla faccia della Terra dopo le auto elettriche. Perché quell’energia elettrica come si produce?

Non sono convinto che bruciare legna sia, dal punto di vista delle emissioni, più ecologico che bruciare metano.

E se non ci riusciamo? Chi paga?

Vent’anni non sono sufficienti per una transizione del genere.

Non lo è. Il metano brucia pulito in acqua e co2.

Le emissioni di particolato del bruciare legna sono allucinanti.

Infatti le foreste le coltivi per lasciarle li, oppure per materiale da costruzione, oppure per lasciare il legno in discarica, bloccando co2.

Sì, ma intanto per il riscaldamento che cosa bruci? Con quello che costa in termini energetici estrarre l’idrogeno, sarebbe più ecologico piantare un reattore nucleare in cantina. Il riscaldamento elettrico è una follia adatta a chi non conosce il teorema di Carnot, e il geotermico - nuovo Santo Graal degli ambientalisti - non si può installare ovunque e - soprattutto - come la maggior parte di quello che è “verde” richiede risorse energetiche (e finanziarie) non da poco. In alcune zone il riscaldamento potrebbe essere coadiuvato dal solare, ma occorre comunque un’altra fonte in questo caso.

L’unica speranza energetica a mio parere è la fusione con confinamento elettrostatico - Polywell per intenderci - sperando che riescano a far funzionare la fusione aneutronica - perché quelli che sostengono che la fusione D-D o D-T è pulita, poi mi devono spiegare che cosa se ne fanno dei materiali attivati dai neutroni. E i sostenitori di ITER mi devono spiegare cosa succede all’ambiente se il litio che circonda il tokamak fuoriesce…

immagino che come statement è sufficiente!! ad esempio qualche impero romano è collassato a valle dell’esaurimento della sua fonte principale di energia…dopo aver disbiscato l’intera aeuropa la notte che bruciammo chrome

sono immune a questa nazionalizzazione del bello fiamma libera da masterchef deinoaltri ho avuto modo di cucinare abbastanza con quelle robe ad induzione che non tri fanno esplodere casa, non richiedono bollino blu Pare che la carbonara esce da paura, parola di Italiano cuoco fissato che abita a Saarbruken (closed to Francoforte, 4Km dal confine francese)

mi sa che a detta di una popolazione che traina l’Europa, pare che si possa cucinare bene tutta la vita con l’elettrico

ok la tipica fiamma allegra dei 60 milioni di cuochi italiani sara un ricordo della quale l’ultimo carrozzone di fenomeni da baraccone d’europa puo farsene una ragione

stra quoto e qui siamo allineati

c’è talmente margine di inefficienza nei nostri conti che possiamo investire in impianti solari per avere l’energia per estrarre l’idrogeno dalla piu grossa miniera di idrogeno a cielo aperto del pianeta

è una questione di volonta

non stiamo parlando di fantasie che richiedono investimenti epocali (fusione) ma del fatto che quando paecchi anni fa che sono andato in Islanda, alla pompa di benzina mentre mettevo quella merda di benzina verde in quel cesso di scaldapizzette presso la stazione Shell, a fianco a me c’era la pompa dell’idrogeno!!! l’ho dovuta guardare bene e chiedere al benzinaio per pensavo di essere in un set di una pubblicita!

bruciando metano no? immagino che volevi questa risposta :smile:

si ok il problema della fonte primaria c’è

Allora se costruisco una mega fornace solare a base di sali fusi che muove una cavolo di turbinona la quale a quel punto mi fornisce l’energia elettrica per estrarre idrogeno dal dall’acqua o da dove meglio pensi, non è gia una soluzione che come tutte le atre soluzioni di enegia va a compensare creando un circolo vizioso?

non lo è nel modo assoluto la legna sta sui 18MJ/Kg, il metano a 55 (l’idrogeno a 150 circa ) e la legna sporca con un residuato allucinante, il metano è battuto solo dall’idrogeno

una centrale a ciclo chiuso a metano per produrre idrogeno ha senso, l’idrogeno poi viene distribuito ovunque, nelle case, alle pompe di distribuzione per autotrazione etc etc A quel punto hai sotto controllo tutto.

Sento dire tantissime castronerie e vedo tantissime forzature sia da parte dei sostenitori del Sì che da parte dei sostenitori del No, alcune dovute a semplice ignoranza sull’argomento altre dovute a tentativi di manipolare l’opinione pubblica tramite dichiarazioni false ma di grande impatto.

Alcuni esempi, non certo esaustivi della situazione.

Sostenitori del Si:

“Fermiamo le trivelle”: le trivelle sono già ferme, per legge non si trivellerà più entro le 12 miglia dalla costa. Il referendum è relativo solo agli impianti di estrazione già esistenti. “Fermiamo il petrolio!”: il referendum impatta solo su impianti di estrazione di metano. “In caso di incidente le conseguenze sarebbero catastrofiche in un mare chioso come il Mediterraneo”, accompagnata da immagini di uccelli marini ricoperti di petrolio: niente petrolio, sono immagini fortemente propagandistiche e per di più è un ragionamento stupido perché in caso di incidenti si inizierebbe a immettere nell’atmosfera grosse quantità di metano, gas serra, per capirne le implicazioni basta leggere http://www.qualenergia.it/articoli/20130411-fughe-di-metano-come-il-gas-fa-male-al-clima “Fermiamo le trivelle (sic!) per fermare i terremoti”: siccome in Mediterraneo l’estrazione di gas naturale porta a deformazioni plastiche della crosta terrestre, che sono l’esatto contrario dei terremoti, questa è una affermazione assurda. Piuttosto puntate l’indice sul fenomeno della subsidenza a Ravenna, reale e correlato alle attività estrattive, non sapete neppure fare propaganda.

Sostenitori del No:

“Perderemo il 60% della produzione nazionale di metano”: peccato che la produzione nazionale di metano rappresenti circa il 10% del fabbisogno nazionale, quindi si perderebbe il 6% del fabbisogno nazionale. “Da un giorno all’altro si rinuncerebbe al 60% della produzione nazionale di gas metano”: come sopra, con la precisazione che il 6% del fabbisogno nazionale verrebbe “perso” non da un giorno all’altro ma nell’arco di una quindicina di anni, dando il tempo di programmare le cose. “Da un giorno all’altro si assisterebbe all’azzeramento di un tessuto industriale che fornisce lavoro a migliaia di persone, specialmente in Emilia Romagna”: si tratterebbe di una quindicina di anni, e la maggior parte delle ditte coinvolte non lavora solo per le poche piattaforme italiane, ma lavora già a livello globale soprattutto all’estero, quindi niente licenziamento immediato di migliaia di persone.

Si potrebbe andare avanti per giorni a fare le pulci a questo tipo di propaganda, e quando qualcuno inizia a tirare fuori dati e cifre basta citargli questo

http://www.autorita.energia.it/it/dati/bilancio_en.htm

che è un documento ufficiale e racconta una situazione ben diversa. Leggendolo si scoprono fatti molto interessanti. Ad esempio, dal 2013 al 2014 la produzione nazionale di metano è calata da 6.34 a 5.86 MTep (milioni di Tonnellate equivalenti di petrolio) mentre nello stesso periodo la produzione nazionale di energie rinnovabili è aumentata da 31,63 a 33,11 MTep. In poche parole, stiamo discudendo di una risorsa che globalmente rappresenta un sesto della produzione nazionale di energie rinnovabili, e nel caso particolare (il referendum) si sta parlando di rinunciare, nell’arco di quindici anni, a una risorsa che rappresenta circa un decimo di quello che già produciamo con le rinnovabili. Si scopre un’altra cosa, parimente interessante: circa un terzo del fabbisogno nazionale di metano è per non ben specificati usi industriali. Fra questi buona parte è rappresentata dalle industrie petrolchimiche, il metano è usato come materiale intermedio in tantissimi processi di sintesi di tanti prodotti (plastica, fertilizzanti, ecc…), e questa si che è una industria che sta delocalizzando come se non ci fosse un domani, e nel medio periodo (diaci/quindi anni, per dire) probabilmente ci sarà un calo del fabbisogno http://www.unife.it/scienze/chimica/sciegliere-chimica/studi-di-settore/Prospettive_chimica_dic2012-2.pdf A tutto questo aggiungiamo che nell’ambito della produzione elettrica (e quando hai l’elettricità ottieni tutto il resto, è solo una questione di costi) abbiamo già l’alternativa, funzionante e in produzione, in Italia: le centrali termodinamiche come quella di Priolo

Questo tipo di centrali è fortemente sponsorizzato da Rubbia (che non è un Luca Villani qualsiasi, ma un fisico del CERN e un premio Nobel), in Italia abbiamo un impianto pilota ma nel resto del mondo ci hanno preso a modello e ci stanno mangiando le competenze (as usual):

Notare bene, cito: “l’intero progetto Noor Solar coprirebbe il 50% del fabbisogno di energia elettrica del Marocco”

Quindi, per me, è un “Sì” secco, si rinuncerebbe a pochissimo e si darebbe un segnale forte di volontà di cambiamento. Anche se non mi stanco mai di far notare le castronerie dette dai sostenitori del Sì, perché fanno più male che bene.

Non ti serve la turbina, esiste un procedimento più efficiente per usare il calore e ottenere idrogeno, pensato per fornaci solari e reattori a fissione ad alta temperatura.

Su cui non puoi usare rame o alluminio, e che comunque non arrivano vicine ai 4kW di un fornello a metano…[quote=“mutek, post:34, topic:916”] l’idrogeno poi viene distribuito ovunque, nelle case, alle pompe di distribuzione per autotrazione etc etc [/quote]

What!?!!

L’idrogeno è il gas più esplosivo che esista. Stavano lavorando per stoccarlo in reticoli, ma sicuramente non vuoi tubi di H2 che si muovono per la città.

però resta il fatto che a livello di CO2 il consumo di legna può costituire un ciclo ad emissioni zero purchè ci siano politiche di rimboschimento in grado di garantire un assorbimento del CO2 pari a quello che viene emesso durante le combustioni. Il metano è comunque un combustibile fossile o pensate di ricavarlo in qualche altro modo?

In realtà dal punto di vista “fossile”, esiste un procedimento per estrarre il petrolio dalla plastica… Così si prenderebbero due piccioni con una fava. Se gli idrocarburi non li vogliamo bruciare, possiamo sempre metterli nelle celle a combustibile…

Il problema del solare, sia termodinamico che fotovoltaico, è che richiede spazio…

Ottime le precisazioni, comunque: vanno a vantaggio di tutti

mmm, dici davvero? A me pareva che l’estrazione del petrolio dalla plastica fosse una balla (in termini di bilancio energetico) però magari sono all’oscuro di qualcosa.