Prima si crea^W RISCOPRE un'identità e poi la gente si aggrega intorno ad essa!

Non sono affermazioni @solibo, sono domande. Si sta parlando della contraddizione fra la visione elitaria che sostenete in diversi punti del forum e determinate candidature che elitarie non sono. Ho chiesto a @cal di spiegarmela e lui mi ha risposto “chiedi in AP” (risposta che trovo sempre un po’ sprezzante, esattamente come “chiedi in CA” etc, lo sto chiedendo a lui, e peraltro, se ho capito lui c’era in AP).

Quelle domande sono rivolte a @Cal. Non sono critiche all’operato della AP (sai bene che mi sono avvicinato a questo partito per le persone che ha candidato), ma domande serissime fatte a lui.

Se l’identità pirata e fosse individualista, la conoscenza non verrebbe condivisa. The Pirate Bay non esisterebbe. Non esisterebbe il software libero. E di conseguenza, non esisterebbe questo partito.

Dunque di quale identità stai parlando?

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Cazzate. È individualista e sociale, motivo per cui usa reti P2P invece di riunire persone in organizzazioni per mettere su infrastrutture centralizzate. The Pirate Bay erano TRE PERSONE. La maggior parte dei progetti free software è una persona, etc, etc. Questo sistema funziona anche perché quell’identità è individualista, ma non egoista.

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E’ paradossale: confondi (confondete?) l’individualismo con la stretta relazione dinamica fra comunione e libertà che la curiosità, l’amore del sapere, la sete di conoscenza produce.

The Pirate Bay è stato fondato nel 2003 da 3 membri del Piratbyrån, una sorta di collettivo autonomo che si autodefiniva così (enfasi mie):

Piratbyrån (The Bureau of Piracy) is not an organization, at least not primarily. First and foremost, Piratbyrån is since its beginning in 2003 an ongoing conversation. We are reflecting over questions regarding copying, information infrastructure and digital culture. Within the group, using our own different experiences and skills, as in our daily encounters with other people. These conversations often bring about different kinds of activities.

Non ti ricorda qualcosa?

The Pirate Bay è stata resa possibile da pirati che hanno scelto liberamente di mettere in comune la conoscenza prodotta dalla propria curiosità. Pirati come altri. Fra essi l’autore di DeCSS è solo uno dei tanti (seppur significativo sotto molti aspetti). Eppure senza di lui (e di tanti altri), ripeto, questo partito non esisterebbe.

Per i pirati la comunione della conoscenza è tanto importante quanto lo è la libertà di acquisirla.

Nel momento in cui esclude qualcuno, o è egoista o è ipocrita.

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Perché? Questo faccio veramente fatica a capirlo. Perché cazzo?

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Guarda, io non capisco perché dovrebbe essere ipocrita escludere, ad esempio, chi è stato presidente della SIAE.

Ma questo è solo un esempio. Questo è uno dei pochi partiti a non impedire le doppie tessere (insieme al PRNTT, forse l’unico); siamo più inclusivi del solito e questa cosa ci piace anche. Ma lasciar iscrivere (che implica votare in ap, ti ricordo) anche avversari politici o gente che non condivide una determinata visione di società, anche no.

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Perché non è più curioso di comprendere la prospettiva dell’escluso. Perché restringe il suo accesso alla conoscenza che detiene. Perché protegge la propria cultura condivisa invece di metterla in gioco con onestà intellettuale. Perché discrimina qualcuno che ne condivide i valori fondanti, solo perché diverso. Il tutto mentre si riempe la bocca di “diritti civili”.

E’ la Curiosità il cardine dell’identità Pirata.

Se la sottoponi ad altri valori (individualismo, libertarismo, comunismo, democrazia liquida, quello che vuoi…) stai sempre tradendo ipocritamente l’identità che sbandieri.

La Curiosità ci spinge ad essere aperti a tutti perché consapevoli della nostra ignoranza. E ci spinge ad accogliere tutti, perché consapevoli della unicità della loro prospettiva

Per citare qualcuno che conosci bene, “tutti hanno margini di crescita”. :wink:

E dunque tutti devono essere i benvenuti nel partito della Conoscenza.

Perché? Non saresti curioso di sapere tutto su come funziona la SIAE da dentro? Non saresti curioso di fargli montagne e montagne di domande?

Chi diventa Pirata deve essere coerente con i valori che dichiara. E dunque deve rispondere con onestà intellettuale.

Per il Partito Pirata questo è un errore madornale. E’ possibile solo a causa della confusione relativa alla propria identità. Non sapendo cosa lo caratterizza, non riesce a definirsi e dunque a delimitarsi. Così paradossalmente i Pirati devono aspettare 90 giorni per entrare nel Partito Pirata come norma “anti-cammellaggio”, ma il Partito Radicale può prenderne il controllo quando vuole aderendo in massa, giocando sull’ambiguità dell’assemblea TNT per il Partito Pirata etc…

Per il PRNTT, invece permettere le doppie tessere è una scelta strategica. Essendosi privati di qualsiasi sbocco elettorale, in questo modo possono mantenere la propria rete di relazioni ma sfruttare il bacino elettorale di altri partiti. E’ un approccio estremamente intelligente. Molto diffuso in natura.

Mi dispiace @cal, ma per questo temo sia troppo tardi. :wink:

E allora sticazzi. Inclusivi ma escludendo chi è iscritto a un altro partito? Questa cosa è contraddittoria.

Sta alludendo ad un ex presidente SIAE che davvero ha tentato di tirare su un partito pirata avverso al nostro a Milano nel periodo 2012-2014 per manipolare il movimento pirata a non essere contrario alla SIAE. Siamo riusciti a fulminare il suo fake-partito proprio per questa ragione, spiegando ai giudici che il suo non è un partito pirata.

Quella persona non la si vorrebbe avere nel PP… ma ci vogliono dei chiari regolamenti d’esclusione piuttosto che una cooptazione senza trasparenza che ci costerebbe la credibilità ed i rimborsi elettorali. Nel 2012 ce l’avevamo: le persone esposte politicamente dovevano passare per l’assemblea a farsi accettare dal partito — Barbato (IdV) famosamente fu bocciato — la definizione di PEP è flessibile ed altrettanto la democraticità dell’AP, per questo è un meccanismo che direi ha funzionato.

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(veramente mi stavo riferendo a un’altra persona, però sticazzi, va bene lo stesso.)

Non lo è affatto, lo può sembrare solo se non hai capito che l’identità del Pirata è una identità forte e ben definita, cui si può aderire o meno in modo chiaro ed esplicito.

Il Partito Pirata è aperto a chiunque aderisca e rispetti ai valori che condividiamo. Chi aderisce al PCI/PD/Lega/FI/M5S/etc e al PP, o è ipocrita con noi o con loro: in qualunque caso non è onesto intellettualmente e dunque inadatto a lavorare con noi.

Il PRNTT ha valori che sono largamente sovrapponibili ai nostri (come a quelli di tanti altri partiti), ma non compatibili nella loro gerarchia: è anzitutto un partito libertario, che è disposto a giocare abilmente con la comunicazione pur di ottenere risultati. Per noi invece l’onestà intellettuale è più importante di ciascun singolo risultato.

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Io non so se avrei grossi problemi con pirati ipocriti, ma capisco che la cosa possa essere poco condivisibile. D’altronde, i pirati son criminali, hanno rispetto solo dei loro pari, e il resto del mondo conta solo come portatore sano di bottino.

Sul PRNTT sospetto non siamo troppo d’accordo.

Ci vorrei credere, purtroppo ormai ho i miei dubbi al riguardo…

[quote=“Cal, post:36, topic:3018”] D’altronde, i pirati son criminali, hanno rispetto solo dei loro pari, e il resto del mondo conta solo come portatore sano di bottino. [/quote]Ecco la FPPP=frase populista partito pirata, con cui si vuole accostare i pirati del passato al partito pirata… Frasi che lasciano il tempo che trovano… Dai chi più ne ha più ne metta…

“Dici anche tu la tua FPPP!”

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Se posso permettermi un cross-post con il thread di @briganzia, direi che, come cristiano cattolico, io non ho alcun problema a vivere e collaborare con peccatori: in fondo siamo tutti fratelli e di certo anche io sbaglio strada e ho bisogno di perdono e di perdonare tanto quanto tutti gli altri.

Tuttavia, proprio in quanto cattolico, il mio operare politico è sempre laico (cft. Matteo 22, 21; Marco 12, 17 e Luca 20, 25) e qui siamo in un partito politico.

Inoltre, in quanto italiano, mi riconosco nei Principi Fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, ed in particolare negli articoli 7 e 8 che oltre a stabilire l’eguale libertà delle differenti confessioni religiose, stabiliscono un regime di sorvegliato speciale per la Chiesa cattolica, che da Costantino fino all’unità d’Italia aveva assunto un potere temporale che non è mai stata in grado di gestire.

Ora qui siamo in un partito politico, dunque il mio agire deve essere laico, sia perché sono cristiano sia perché sono italiano.

E dunque l’ipocrisia che posso accettare e perdonare come cristiano, diventa inaccettabile come Pirata (in quanto in diretto contrasto con l’etica che caratterizza questo partito) e come cittadino (in quanto in diretto contrasto con qualsiasi velleità rappresentativa dei suoi membri: come puoi chiedere fiducia se ti dichiari ipocrita?).

Dunque comprendo perfettamente il tuo strazio interiore, ma fintanto che operiamo in un partito politico, ed in un partito pirata, siamo costretti a combattere l’ipocrisia con onestà intellettuale.

Ammetto che questa identità Pirata, inserita nella tradizione marittima invece che in quella informatica, spiegherebbe bene l’equivoco senza richiedere un rename del partito.

Ma se così fosse troverei in agorà delle mozioni per depenalizzare omicidio, stupro e furto. Me li sono persi? Vuoi indicarmi i link?

Oppure forse nemmeno quella marittima è la pirateria a cui fate riferimento?

E se così è, se per ipotesi tu stessi scherzando per non rispondere nel merito, allora dovrei chiederti di nuovo: attorno a quale identità volete “aggregare la gente”?

Per l’ennesima volta (poi non lo scrivo più, tanto è evidente l’inutilità di farlo): quest’idea che la restrizione del diritto di voto sia incostituzionale (o addirittura “piduista”) è una tua personale opinione. Sabino Cassese la pensa in modo diametralmente opposto (lo ha messo nero su bianco nella prefazione al libro di Brennan). Spero riuscirai a perdonarmi se, dovendo soppesare sur una bilancia l’opinione tua e quella di uno dei massimi costituzionalisti in vita, quando l’argomento è la Costituzione tendo a dare più peso all’opinione di Cassese (e se anche non vorrai perdonarmi, mimportunasega). [Per inciso: ho notato che ultimamente va di moda su questo Forum asserire che Questa cosa è contraria all’articolo X della Costituzione!!1! e presentare queste mere opinioni personali come assolute Verità oggettive. Vedi il “dibattito” sul 41 bis e l’ergastolo. Ecco, faccio sommessamente notare che in Italia esiste un organo chiamato Corte Costituzionale, tenuto a pronunciarsi sulla conformità delle leggi ordinarie alla Carta; mi viene da pensare che se dopo svariati decenni l’ergastolo e il 41bis sono ancora lì, forse potrebbe dipendere dal fatto che in realtà non sono affatto incostituzionali. L’altra ipotesi è che tutti i membri della Corte Cosituzionale fin qui avvicendatisi nel ruolo fossero degli emeriti cialtroni; cosa in linea teorica possibile (si sta pur sempre parlando dell’Italia), ma forse anche no].

Personalmente questa “mentalità elitaria” mi pare di dichiararla in modo aperto. Se non lo è abbastanza, sono ben lieto di sottoporti questo meraviglioso pezzo (che non ho scritto io, ma se l’avessi fatto ne andrei fiero). E, non bastasse questo, ecco una proposta politica per la quale sarei pronto a battermi.

P.s. Ma tutta questa gente che pontifica sull’identità pirata e poi adopra Windows…mah.

Mi spiace @Exekias, ma io la Costituzione l’ho letta e studiata: la restrizione del voto è anticostituzionale.

C’è proprio scritto sopra (enfasi mia):

Articolo 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 48

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Sono certo che @sarabiemme ti può fornire i dettagli sulla questione (o potremmo anche chiedere a uno dei tanti avvocati che partecipano al Partito Pirata), ma la giurisprudenza ha sempre interpretato la locuzione “incapacità civile” come un riferimento alla infermità mentale perché nel 1947 i membri della Assemblea Costituente approvarono le norme per la disciplina dell’elettorato attivo in cui stabilirono che “non sono elettori gli interdetti e gli inabilitati per infermità di mente”.

Tale disposizione rimase vigente fino alla legge Basaglia del 1978 che la abrogò estendendo il diritto di voto anche ai malati psichiatrici. Nel 1987 la Corte Costituzionale, interpellata affinché dichiarasse incostituzionale tale estensione del diritto di voto, dichiarò la questione inammissibile, sancendo di fatto (seppur non di diritto) l’eliminazione dell’incapacità civile dalle possibili restrizioni al voto.

Dunque la Costituzione è molto chiara. Non ho letto l’interpretazione del Professor Cassese cui fai riferimento, ma (ammesso che tu l’abbia compresa e riportata correttamente) la sua rimane un’opinione personale contrapposta non alla mia, ma al testo costituzionale, alla dottrina giurisprudenziale e non supportata dalla Suprema Corte che pure ebbe occasione di esprimersi in materia.

Visto il tuo interesse in materia però, ti consiglio vivamente di imbucarti ad un corso universitario di Diritto Costituzionale. Nessuno bada veramente ai presenti. Io frequentai (oltre 15 anni fa, ahimè) quello del Professor Roberto Cavallo Perin presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino.

Attento però che studiare la Costituzione è pericoloso: prima del corso ero anarchico. :wink:

Sì, tu lo fai.

Il problema non sei tu! :wink:

Il problema è che ai 60.000 elettori che hanno votato il Partito Pirata, nessuno l’ha detto.

Ma visto che siete evidentemente tanti a pensarla in questo modo, perché nessuno propone una mozione sull’abolizione del suffragio universale in Assemblea Permanente?

Vuoi mettere che botta mediatica se dovesse emergere che siete in maggioranza? Immagini cosa potrebbe fare @erdexe con tutti i riflettori puntati sul Partito Pirata? :smile: Perché non fate sul serio un comunicato pubblico? Perché non pubblicate sul sito un volantino come quello che hai proposto? Perché non lo avete fatto durante la campagna elettorale?

Io non vi sto chiedendo altro che di uscire allo scoperto, di essere onesti con gli iscritti e con gli elettori.

Vi chiedo onestà intellettuale. Niente di più e niente di meno. E non la chiedo a te, la chiedo a @cal, a @solibo, a @lanta, a @briganzia, a @erdexe e a tutti quelli che condividono questa visione.

Se fai riferimento allo screenshot che ho postato in questo thread, è di @marcat90 e l’aveva postato qui.

Io comunque per lavoro uso e programmo anche su Windows. A casa programmo esclusivamente su Debian, ma uso anche diversi altri sistemi operativi. E uno lo sto scrivendo (o meglio, stavo… prima del Partito Pirata, mannaggia avvoi! :smiley: ).

Questo tu quoque comunque è inappropriato per un hacker. L’uso del software è l’unica libertà che mi viene concessa (se la pago) da chi sviluppa software proprietario: è una libertà assolutamente limitata, ma perché dovrei privarmene? Questo è dogmatismo, @Exekias. Nemmeno Stallman si sognerebbe mai di insinuare che qualcuno non debba o non possa usare o persino sviluppare software proprietario.

Il software libero è una scelta libera e liberatoria, ma non un dovere morale del cittadino in quanto tale. :wink:

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Veramente fino al 2006 era impedito di votare anche agli imprenditori falliti, seppur non oltre i cinque anni dal fallimento. Poi, nel 2006, quella ridicola disposizione è stata appunto superata, ma è stata in vigore dal 1967 al 2006 senza che nessuno obiettasse alcunché sulla sua costituzionalità. Semplicemente, per una quarantina d’anni gli imprenditori falliti sono stati considerati “civilmente incapaci”. Tutto qui.

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Sottoscrivo ed aggiungo che l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nel 2009 e nel 2016 il Comitato ONU ha espressamente chiesto all’Italia di abolire quella parte dell’art. 48 che limitava al diritto di voto che parlava di “incapacità civile” chiedendo al contempo di abolire sia la pratica di interdizione che di inabilitazione e di rivedere anche la legge che ha di fatto riformulato tali stati, ovvero quella che istituito l’Amministratore di Sostegno. Sono diversi anni che se ne parla, ma di fatto (e malgrado ci sia da quest’anno un pomposo ma quanto inutile Ministero della Disabilità) questa abolizione non è ancora formalmente avvenuta anche se nei fatti questo articolo è da tempo inapplicato. Ogni nazione che ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità ha anche ratificato l’abolizione di ogni possibile restrizione al voto per una presunta indegnità mentale.

Detto questo, però, permettimi @Shamar ma con tutto il resto di quanto hai esposto sono abbastanza in disaccordo considerando poi che tra le persone che hai citato come elittarie sono contenta del fatto che in un altro post hai perfino messo anche me additandomi come eversiva per aver sostenuto, e continuo a ribadirlo, la necessità di avere delle competenze di leadership per rappresentare un partito e/o per candidarsi a Governare. Dirò di più: mi sento profondamente Pirata nel dichiararlo apertamente e non mi ritrovo per nulla, per nulla, nella tua visione del fatto che sia addirittura eversivo nel pensarla in questa maniera. Quindi uno di noi due probabilmente ha preso una grande cantonata di cosa significa essere Pirata…

Ti sbagli: secondo la dottrina, per una quarantina d’anni gli imprenditori falliti sono stati “moralmente indegni”.

Il fallimento era uno dei casi di “indegnità morale indicati dalla legge” previsti dall’articolo 48.

Il terzo governo Berlusconi, il 9 gennaio 2006 promulga un decreto legge che, viste le straordinarie condizioni di necessità ed urgenza, introduce una “Riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali”. All’articolo 152, Berlusconi ha ridato, con urgenza, dignità morale agli imprenditori falliti.

In retrospettiva, la cosa suona tra il tragicomico ed il surreale.

Ehm… forse no? :wink:

In Italia è eversivo sostenere, per dirla con le parole di @solibo, che “solo i migliori dovrebbero decidere per la comunità”.

Sai chi decide chi sono i migliori, @sarabiemme? Sempre è solo i più forti.

Che si tratti di potere intellettuale, economico o fisico è solo un dettaglio. Tu, colta e battagliera, vuoi che il carisma sia alla guida. Bezos, ricco, vuole che sia il denaro.

Entrambi cercate (consapevolmente o meno) di favorire voi stessi o persone come voi.

L’Italia ha scelto una strada diversa. L’Italia ha scelto il suffragio universale (scelta tutt’altro che scontata) e ha scelto che ogni cittadino possa essere eletto. Ha scelto la DEMOCRAZIA.

Ti invito a rileggere l’articolo 3 della Costituzione (enfasi mia):

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La Repubblica è l’Italia (by definition).

Dunque tutti gli italiani che partecipano alla Politica della Repubblica, si riconoscono in questo principio.

Tu, che come @solibo, @erdexe, @Exekias, @Cal, @briganzia, @Lanta (e immagino altri) vuoi riservare il PRIVILEGIO di decidere solo ad alcuni cittadini (quelli con competenze di leadeship) stai negando questo Principio Fondamentale della nostra Costituzione.

Stai dicendo che solo alcuni possono di fatto partecipare effettivamente all’organizzazione politica del Paese.

Io non sono d’accordo. E non lo sarò mai. Perché sono italiano. Io voglio che tutti, forti e deboli, colti e ignoranti, ricchi e poveri, belli e brutti, religiosi e atei, sani e malati, abili e disabili, uomini, donne, LGBT+, bianchi, neri, rossi, gialli, verdi e blu… TUTTI possano partecipare EGUALMENTE alla vita politica, in TUTTI i ruoli che questa attività prevede.

E per me questo non è un dogma, ma un valore non negoziabile.

Non ti ho chiamato eversiva perché non sei d’accordo con me. Ti ho chiamato eversiva perché ti opponi, di fatto, alla Costituzione della Repubblica Italiana.

Beh… su questo siamo d’accordo. :wink:

@Shamar ho la fortuna di conoscere un paio di costituzionalisti abbastanza noti, lunedì ne parlo direttamente con uno di loro e poi ti rispondo. Perché in questo discorso tu estremizzi i concetti espressi dalle persone (e lo fai sempre quando ti ostini ad avere ragione per forza) mentre travisi ad arte la Costituzione che, credimi, ho studiato molto anche io soprattutto gli articoli che sono alla base della democrazia come l’art.3. Desiderare che chi sia in GRADO di utilizzare al MEGLIO il Potere lo gestisca in uno Stato dove il Potere equivale a Servizio è tutto tranne che eversivo. Ma mi confronto con chi è più esperto di me e poi affronto meglio sto discorso.

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