Il problema, ad oggi, è che si hanno enormi competenze esclusive (quelle delle regioni) alle quali, però, non vi è una corrispettiva responsabilizzazione delle loro scelte visto che c’è sempre lo Stato a coprir loro le spalle nel caso in cui serva loro denaro.
Questo perché per motivi puramente elettorali si è dato autonomia laddove autonomia non andava mai data (vedi la sanità o l’istruzione).
Eh… Ora, però, siamo in questa situazione ed abbiamo due alternative. Possiamo lamentarcene e basta oppure possiamo fare in modo di avere interventi mirati che permettano la loro relativa responsabilizzazione. Modificare la Costituzione (https://www.senato.it/1025?sezione=136&articolo_numero_articolo=117 visto che è l’articolo 117 della Costituzione che prevede le aree di competenza esclusiva e concorrenze delle regioni) è sempre una cosa da organizzare nei minimi dettagli e da prendere con le pinze ma, al tempo stesso, è in quella direzione dove bisogna andare. In realtà, la mia prima proposta di accorpare nello Stato l’acquisto di beni di consumo delle regioni non è una modifica costituzionale e può essere fatta tranquillamente con legge ordinaria.
Esiste anche la terza via: ridare in mano allo Stato materie di sua assoluta competenza, vedi ad esempio la Sanità e l’Istruzione.
Serve una riforma costituzionale per quello, vedi articolo della Costituzione sopra.
Concretamente?
Ecco.
Questa non mi è ancora chiara…
A me pare invece un vettore per aggravare tale situazione. Il federalismo in Germania non mi pare la abbia unificata bene. I Bavaresi si percepiscono quasi come nazione a parte e agli altri potrebbe anche stare bene un BAYEXIT. Poi non mi pare che stia funzionando in Catalogna, giusto?
E come si fa a non finire così?
Uhm!
Allarme! @erdexe! Qui c’è qualcuno che mette in discussione la Santissima Divina Costituzione di Santo Spirito!
E fa bene. C’è una piccola differenza tra chi, partendo da una premessa sensata, o anche totalmente insensata, fa qualcosa in pratica, mettendola in atto, all’interno del quadro delle azioni possibili (modificare la seconda parte della Costituzione), o anche di quelle impossibili (modificare la prima parte, quindi adottando metodi oltre-costituzionali e eversivi, prendi per esempio i catalani), e chi parla a vanvera di cose che non ha nessuna intenzione di mettere in atto e che peraltro non conosce se non per averle lette un po’ su Wikipedia. I primi a me stanno simpatici, tutti. Perché pensano e fanno. Lascio come compito a casa la deduzione di quello che penso invece di questi ultimi.
Centralizzare gli acquisti di materiali di consumo (dalle penne per scrivere alle siringhe). Si vede quanti di questi prodotti sono richiesti da ogni singola regione, magari tramite invio mensile/settimanale da parte delle regioni stesse del proprio fabbisogno (così si può anche effettuare controlli tra preventivo e consuntivo nelle quantità richieste) e poi lo Stato acquista i materiali di consumo per poi rigirarli alle regioni. Così facendo, a parità di qualità, si ha lo stesso identico costo di acquisto per tutte le regioni. Devono essere stabiliti dei requisiti minimi di qualità e deve essere lasciata la possibilità alle regioni di dotarsi di strumenti migliori, ove necessari, in via autonoma. Avevo inserito tale proposta nel thread “come evitare l’oblio fiscale”.
Lasciamo quindi così come è? Lasciamo la possibilità di assumere indiscriminatamente personale pubblico che sta a girarsi i pollici o che non entra nemmeno nel posto di lavoro senza alcuna sanzione per loro e per i dirigenti sopra di loro?
Meno trasferimenti dallo Stato alle Regioni e, quindi, ai Comuni, più ci sarà bisogno di entrate. Fare una lotta al ribasso significa poi avere meno risorse, non so quanto convenga oltre un certo limite.
La Costituzione sta alla base di ogni Paese e non può essere toccata, rigirata e cambiata ogni volta che cambia la direzione del vento.
Si può modificare la Costituzione, però è necessario parlarne solo quando realmente vi è bisogno e solo quando vi è un programma dietro che giustifichi tale modifica.
mmmmh nì…@solibo forse per l’istruzione ma per la sanità invece ci vuole autonomia eccome nella scelta degli investimenti. L’italia è una penisola che differisce enormemente nelle criticità sanitarie presenti tra regione e regione. Ci sono patologie endemiche in alcune regioni (vedi l’ipotiroidismo nelle regioni centrali, l’anemia falciforme in sardegna, certi tumori in puglia e campania, certi tipi di malformazioni genetiche e patologie dell’umore al nord ecc). Investire maggiormente nello studio, nella prevenzione e nella cura adattandolo alle criticità maggiormente presenti in quel determinato territorio è indispensabile.
Io sono dell’idea che, invece, gli investimenti poi vadano rendicontanti provandone l’efficacia, questo è quello che manca. In Italia si danno ottime motivazioni per chiedere investimenti ma poi non c’è alcun feedback su che fine hanno fatto. Motivo per cui nelle regioni non vengono praticamente quasi spesi i finanziamenti specifici in Sanità provenienti dall’Unione Europea, perché all’Europa non bastano le giustificazioni poi vogliono dettagliati rendiconti su come i finanziamenti erogati sono stati spesi ed hanno inciso sul contesto critico segnalato.
Insomma in Italia manca il controllo…non so più come scriverlo. I tagli lineari finiscono sempre per ricadere sulla popolazione più esposta ma non cambiano di una virgola gli sprechi, la corruzione e le ruberie.
guarda che questo c’è già…e nemmeno nazionale ma europeo. Molto materiale sanitario ha delle precise indicazioni a livello europeo anche come costo e sono molto poche le variabili sulla quale si può fare la cresta. Avere la stessa spesa sanitaria per ogni presidio da regione a regione è una visione miope, permettimi, proprio per le ragioni che ho scritto sopra: non tutti gli investimenti devono essere uguali perché il territorio italiano è molto difforme tra regione e regione e si rischia che per contenere la spesa si taglia dove c’è più bisogno di un investimento per affrontare criticità sanitarie che non sono presenti in altre ragioni. I tagli lineari è quanto di peggio si possa concepire in Sanità.
E’ vero che l’Europa prevede, solitamente, la compartecipazione alle spese al 50% in media da parte dello Stato, però è anche vero che stiamo perdendo MILIARDI su miliardi di finanziamenti europei perchè non si vuole rendicontare le spese visto che si cerca in tutti i modi di evadere i controlli per guadagnarci sopra.
In Italia, più che manca il controllo, manca il sentirsi italiani. Manca il sentirsi parte dell’Italia nel suo insieme, solo in questo modo non si tenta di guadagnare sulle spalle del proprio vicino. Siamo ai primi posti in Europa per percentuale di evasione fiscale e per corruzione statale. E’ necessario trovare modi per cacciare immediatamente le persone che rubano ed evitare che tali persone possano essere, in qualsiasi modo, pagate dallo Stato sotto forma di stipendi e/o forniture di qualsiasi tipo (vedi consulenze esterne).
Il problema principale dello Stato è la corruzione. E’ necessario colpire quella e il modo migliore di colpirla è far osservare ai cittadini il modo in cui vengono spesi i soldi dalle regioni e dai comuni, ma tali soldi sono quelli presi dalle tasse imposte dalle regioni stesse. Solo in quel caso le persone possono “dare le colpe” agli esponenti politici ed amministrativi più vicini a loro, altrimenti si dà sempre la colpa allo Stato e le persone responsabili di tali atti la passano sempre liscia.
Non ho assolutamente detto questo, sicuramente non mi sono spiegato bene. Ogni regione ha fabbisogni diversi e tali fabbisogni devono avere budget di spesa relativi. Premessa molto semplice: il costo totale dei materiali di consumo è composto da quantità * prezzo (per ogni tipologia di bene). La mia proposta riguarda solamente uniformare il prezzo di acquisto dei beni. Se una regione ha bisogno di maggiori quantità rispetto ad un’altra, ben venga.
Per la Sanità la regionalizzazione è molto peggio dell’istruzione! Sai cosa ha comportato? I limiti di budget delle prestazioni Regionali NON contemplano le prestazioni extra-regione, perché vengono PAGATI dalla regione di residenza.
Un esempio: sono di Catania, mi faccio operare in Lombardia per una cosa costosissima. Se fossi di Milano, la ASL non potrebbe perché ha già raggiunto il tetto massimo di prestazioni erogabili, ma tu sei catanese, quindi non solo sei benvenuto ma vieni anche operato prima! E chi paga? La tua cara regione Sicilia…
Per non parlare dei vari sistemi elettronici di memorizzazione dei tuoi dati sanitari: 5 regioni, 10 standard.
Quindi no, regionalizzare la sanità è stata un’altra sonora cazzata.
Ah, buona. Non mi pare per niente federalista come iniziativa.
Interessante. Stai attribuendo dei problemi ben specifici ad un principio generale. Io ho fatto l’esperienza che quando si indaga in profondità questi problemi, le soluzioni da intraprendere sono ben diverse, mentre la generalizzazione poi non funziona e causa danni anche maggiori. Vogliamo indagare quale problema stai tentando di affrontare con il federalismo?
Il federalismo in Europa in questo senso mi pare deleterio… comuni in Germania che accolgono a braccia aperte i denari in fuga dei miliardari di altre parti del mondo. Londra che si è dichiarata mecca dei straricchi. L’Irlanda che accoglie tutte le ditte liberticide della Silicon Valley, offrendo tassazione quasi inesistenti, un ufficio di data protection praticamente vacuo, e lasciando che queste ditte portino via un bottino di introiti, solo affinché quel minimo profitto di tasse vada all’Irlanda piuttosto che all’Europa.
Infatti non ho discusso alcuna urgenza a cambiare la Costituzione, ma ad @erdexe piace gridare al lupo se pubblico studi e documenti che illustrano come il libero mandato sia politicamente disfunzionale. Chiusa parentesi goliarda.
e la corruzione nasce dalla carta! La carta! Dobbiamo eliminare totalmente la carta e le scrivanie ai burocrati, ogni verifica - OGNI VERIFICA - va resa trasparente e messa obbligatoriamente online a totale disposizione del cittadino. Ci sono già leggi su leggi che dispongono questo ma che non vengono applicate. Le amministrazioni che non le applicano vanno multate. PUNTO. Con tanto di decurtazione dagli stipendi ai Dirigenti che non rispettano la massima trasparenza. Nulla più deve essere messo su carta.
E cristo santo se questa non è una battaglia Pirata non so cos’atro possa essere!
Io non sono manettara, a me non me ne frega nulla se il corrotto finisce in galera perché sono contraria alla galera come soluzione che non sia unicamente rieducativa, e vedo anche non di buon occhio i “premi” per chi svolge semplicemente il lavoro per la quale è stato assunto…che senso ha??
Ma se ti fai corrompere o non svolgi bene il lavoro per la quale vieni pagato allora paghi di tasca tua, come succede al cittadino italiano che quando sbaglia una virgola di quanto rendiconta ci rimette in proprio. Non esiste che gli errori della PA vengano pagati con i soldi pubblici.
Va bene va bene, ma bisogna anche sempre tener conto che la digitalizzazione introduce enormi pericoli ai diritti fondamentali digitali dei quali non ci si rendeva conto perché con la carta non si potevano manifestare. Cioè dico che bisogna digitalizzare bene. Ma so che sarai d’accordo e non intendevi tralasciare questo.
Bravo, hai appena reinventato la centrale acquisti Consip. (Che spesso non è concorrenziale né conveniente rispetto ad acquistare sul mercato).
In realtà è l’opposto, quantomeno per questa specifica riforma, ma il tutto deve essere visto nell’insieme. Un bilancio è composto da entrate ed uscite e si ha un equilibrio se entrate=uscite. Se si riesce, a parità di qualità, ad avere minori uscite, si avrà bisogno di minori entrate per raggiungere il pareggio. Le entrate, per ora, delle Regioni sono relative solo in piccola parte agli introiti fiscali a loro relativi mentre vi sono molti “trasferimenti alle Regioni” che servono per coprire questa differenza.
Partendo da ciò che ho scritto sopra, se vengono dati, progressivamente, meno trasferimenti e si hanno più introiti “propri”, le persone sanno che stanno pagando le imposte per i costi della regione/provincia/comune e, pertanto, sarà meno propensa ad accettare di vedere le persone che lavorano nelle amministrazioni pubbliche in giro a fare la spesa in orario lavorativo. Al momento c’è poca “reciprocità” tra entrate regionali che vengono pagate ed effettivi costi (nei quali, come sopra asserito, si concentra il clientelismo, la corruzione, ecc ecc). Provo a fare un esempio senza numeri: se tutti paghiamo, per le bollette varie, ad una persona del condominio che poi si farà carico di pagare le bollette per il condominio si ha un maggiore controllo delle stesse persone per vedere chi paga e chi meno rispetto che dare questi soldi ad un amministratore di condominio che, magari, gestisce 100 condomini. So che l’esempio non è dei migliori, però è quello che mi è passato in testa prima di pranzare
Questo perchè non vi sono vincoli alle aliquote. In Italia, in molti tributi regionali/comunali funziona che si ha un’aliquota base alla quale applicare una forbice (in positivo ed in negativo) sopra/sotto la quale non si può salire/scendere. Esempio, stavolta numerico: aliquota IMU “standard” è lo 0,76% ed i comuni possono modificarla dello 0,3% quindi si potrà avere, al minimo, un’aliquota dello 0,36% ed al massimo un’aliquota dell’1,06%. Dati alla mano, i comuni più grandi hanno quasi tutte l’aliquota più alta e molto pochi hanno riduzioni rispetto l’aliquota “standard”.
Una possibile soluzione a questo, per me, è quella di creare database centralizzati nei quali inserire i dati in modo tale che possano essere visti dai cittadini stessi, come avevo scritto alla fine nel thread “come evitare l’oblio fiscale”. E’, però, necessario stare attenti nell’introdurla perchè si potrebbe avere una digitalizzazione dei dati che potrebbe essere fonte di possibili intrusioni indesiderate.
Io sono contro la galera per i reati economici. Chi sbaglia deve pagare, fino all’ultimo centesimo, per il danno economico allo Stato. Se poi queste condotte sono fatte con dolo, si deve evitare che essi possano farle nuovamente tramite l’inibizione ai pubblici uffici e (su questa sono forse troppo estremista) la possibilità di togliere il diritto di voto a queste persone per “xx” anni. Chi è un parassita dello Stato deve essere trattato come tale e non deve poter incidere sullo Stato in alcun modo.
http://www.consip.it/media/approfondimenti/consip-nel-sistema-nazionale-degli-acquisti-pubblici
Se, come dici te, non è conveniente (e, per tale, intendo che si possa comprare sul libero mercato un identico prodotto ad un prezzo minore), si potrà tranquillamente derogare a tale acquisto e farlo “in autonomia”, dando documenti che attestino tale inefficienza nell’acquisto centralizzato.
Ok, mi suona ragionevole responsabilizzare i comuni delle proprie spese, ma senza esagerare (concorrenze nocive, privatizzazioni…) e senza applicare l’ideologia federalista a tutto e per tutto…
Mi pare che la politica ha già trovato la soluzione meno peggio allora.
Io sono contro la galera per i reati economici.
Io sono a favore della galera specialmente per i reati economici.
la possibilità di togliere il diritto di voto
Ma che je ne frega al diritto di voto suo se può comprarne mille?
hummm non sono d’accordo ancora…sarà che ho girato l’italia con mio figlio per i centri d’eccellenza che non trovavo nel Lazio. E trovo legittimo che, se la mia regione non ha la possibilità di fare una diagnosi accurata e/o una riabilitazione intensiva perchè hai avuto lo sfiga di ammalarti di una patologia che non viene adeguatamente trattata nella tua regione, tu possa andare dove hai la garanzia di venir curato adeguatamente. La lombardia, c’era un grafico molto istruttivo in merito se lo ritrovo lo metto, in realtà non spende per la sanità quanto potrebbe e non eroga appositamente certe prestazioni non per ragioni di risparmio ma perché ha politicamente deciso di centralizzare gli investimenti unicamente nelle sue eccellenze. E sti cavoli se hai altre esigenze sanitarie.
In realtà la riforma sanitaria regionale io…l’ho vista nascere ed occorrerebbe tornare a quella che doveva essere in origine: ovvero una sanità territorializzata. In pratica il compito della CURA dovrebbe essere totalmente locale ed il più possibile domiciliare. Le strutture ospedaliere dovrebbero riguardare esclusivamente le acuzie (interventi chirurgici e particolari cure intensive) mentre tutto il resto dovrebbe essere affrontato domiciliarmente. E per domiciliare non intendo ambulatoriale, perché siamo nel 2019 ed in Sanità siamo andati parecchio avanti in tutto e per tutto. Curare a domiclilio non è solo più efficiente (si evitano esposizioni ad infezioni opportunistiche e nosocomiali, si evita il sovrapporsi di altre patologie trasmissibili, è scientificamente provato che a domicilio si guarisce prima, ecc) ma è enormemente più economico - monitoraggio dei paramentri continuo e telematico, infermiere domiciliare, eliminazione dei costi di manutenzione degli ambienti di ricovero centralizzati ed ambulatoriali. giusto per dirne alcuni…
non lo è già adesso? Da ciò che mi risulta ogni cittadino può visualizzare tutto ciò che lo riguarda sia all’INPS che all’Agenzie delle Entrate entrando con un PIN che, presumo, per chi è pratico sia abbastanza facile da bypassare. E questo sta avvenendo anche in Sanità, almeno nelle Regioni virtuose: la vita sanitaria di ogni cittadino è già online, sia che ne sia consapevole sia che non lo sia.
E dunque? Mi spiegate la necessità di avere ancora ricette e cartelle cliniche, certificati ecc se tutto ciò che riguarda una persona è già adesso raggiungibile con un click?
Perché con la carta puoi corrompere, con i dati online no.
Per fare quello che dici una sanità regionalizzata è un grossissimo ostacolo, come ti ho detto, prima di tutto lato sistemi: NON esiste avere 10 sistemi diversi in 5 regioni, siamo proprio penosi eh!
Io lavoro in una società che fa telemedicina, quindi so bene di cosa parli e siccome sviluppo software che serve proprio a questo credimi quando ti dico che la sanità pubblica è:
- non integrata (tra sé stessa)
- non integrabile con quella privata (altra cosa allucinante)
E lo spreco regionalizzando è fortemente aumentato, non diminuito. Quindi @Lanta il CEEP ha perfettamente ragione quando dice che non ha senso fare a livello europeo quello che può essere fatto a livello locale: se devi decidere come tagliare il prato davanti al comune di Portogruaro, è bene che non sia il Parlamento Europeo a dirti come fare. Se ti devi difendere coi caccia dai comunisti che attaccano, allora sì.
Oppure magari a Portogruaro vogliono difendersi da soli eh…