Ritiro del contante e utilizzo del GNU/Taler come forma di contrasto all'evasione

… e quindi il vantaggio che otterremmo abolendo il contante sparisce di botto? :smiley:

io considero il Taler valido se e solo se replica esattamente il contante. Quindi deve stare nella propria tasca e nessuno deve sapere quanto hai e due singole persone non merchant devono poter scambiare in segreto (i.e Monero).

Il merchant è solo meglio osservabile e meccanizzabile rispetto ad ora rendendo più efficiente la macchina burocratica delle tasse con risparmio di costi e cambio di paradigma (fatta la legge trovato l’inganno)

Questo non dovrà vietare ai privati di scambiare in privato o meglio anonimi di scambiare anonimi in segreto.

E poi rimane ancora i piedi il problema della dipendenza elettrica per farlo funzionare bene in modo pratico.

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Sono d’accordo, ma a quel punto non è più necessario abolire il contante.

Se vogliamo possiamo abolire tutti i pezzi sopra i 20 o 50 euro, però…

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sembrerebbe cosi ma con il contante puoi fare un p2p segreto con il merchant. Con il Taler dovresti farlo con il suo portafoglio personale (la parte “trovato l’inganno”) Si può fare ma non è più cosi scontato.

Quando pago al negozio posso non essere più disposto a mettere i soldi nella tasca privata del venditore tanto quanto mi posso imputare oggi a farmi fare lo scontrino. Se pretendo di pagare nel portafoglio merchant questo non può negarmi la vendita. La direzione attuale è quella digitale ma nel verso sbagliato, quindi stanno impiantando il peggio del peggio. Sistema digitale centralizzato tracciatissimo a pochi (ed anche fosse a tutti sticavoli sarebbe un danno apocalittico). Quindi il sistema attuale va comunque verso il contenimento del contante verso bancomat, carte di credito etc etc. Con Taler tamponiamo questa deriva ed intanto possiamo ragionarci sopra

Comunque il problema del pagamento delle tasse è aperto ed è legato all’architettura del sistema economico.

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Perché? (Non è una domanda retorica, vorrei davvero sapere a quali casi d’uso importanti stai immaginando)

Perché sono fatti loro. (privacy by default)

La proprietà privata è un costrutto sociale.

Dunque tecnicamente, se “sono fatti loro”, anche proteggere la proprietà è “fatto loro”.

La privacy, nello scambio di beni/prestazioni fra privati, deve proteggere l’identità del acquirente/committente, ma non necessariamente l’oggetto di scambio e tanto meno il fornitore. Altrimenti è semplicemente mercato/lavoro nero.

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  1. Deve essere uguale al contente.
  2. Se usi il Taler ricevi uno sconto IVA.
  3. Nessun costo basta una app o la carta d’identità.
  4. Deve essere gestito sulla identità personale e non dalle banche che devono solo raccogliere risparmio e prestarlo.
  5. Solo la persona ed i controllori istituzionali possono accedere a transazioni e saldo.

Il fornitore nel tuo discorso è il merchant. Se dai 100 euro a tuo fratello saranno fatti soltanto vostri o no?

In passato mi sono trovato in situazioni economiche difficili e mio fratello mi ha aiutato moltissimo in quel periodo.

Ma se ti è chiaro cosa sia il denaro che possiedi, un debito che la società ha nei tuoi confronti, ti dovrebbe essere chiaro che no, non sono solo fatti nostri. Il fatto che mio fratello mi presti 100€ deve proteggere la sua identità, non necessariamente la mia.

Il problema qui è l’idea calvinista che ci sia qualcosa di cui vergnognarsi nel trovarsi in difficoltà economiche.

Ma se io ricevo 100€ tutta la società che si assume questo debito nei miei confronti è in realtà impattata da questo fatto.

Mica ho detto che sei obbligato a mantenerla segreta. Ho detto che di default lo è. Se vuoi farne pubblicità, devi deciderlo tu, esplicitamente.

(e poi mica ho assunto il motivo per cui tuo fratello ti dà del denaro, magari è il tuo compleanno, che ne so.)

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No, il punto è che tecnicamente ogni trasferimento di proprietà di un bene è proprio una questione sociale.

Questo naturalmente non vuol dire necessariamente che tutti i trasferimenti di denaro debbano essere completamente pubblici. L’idea di proteggere una parte, chi cede il denaro, mi sembra molto razionale. L’idea di nascondere chi lo riceve… un po’ meno.

Dipende se è una transazione fra pari o una transazione fra cliente e venditore.

Ma che i trasferimenti di denaro siano una questione sociale dipende dal tipo di società che abbiamo in mente: tradizionalmente in occidente le società sono state più individualiste, mentre il collettivismo è molto più diffuso in Asia.

Ora, io non so se conosci bene le società asiatiche, ma sono molto autoritarie, chiuse, e etnicamente omogenee. In quelle condizioni, il collettivismo può funzionare; ma se arrivi dall’esterno, tanti saluti. In società multiculturali, non ti puoi permettere il collettivismo.

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Giusto per chiarire, il mio ragionamento non vuole imporre un sistema di sorveglianza globale. :smile:

Ma la questione è meramente logica: se il denaro è uno strumento per esprimere un debito che la società ha nei tuoi confronti fin tanto che lo possiedi, allora è assolutamente interessata a sapere come viene trasferito.

Non è un ragionamento di valore è una mera applicazione della logica. Precede, in qualche modo, le considerazioni di valore (sulle quali potrei persino essere d’accordo con te!)

Ma non puoi prescindere da tali considerazioni quando progetti un mezzo di scambio del valore. Infatti un ladro che ti ruba il portafoglio si vede riconosciuto un debito dalla società che non gli compete: l’anonimato è un side effect del mezzo di scambio strettamente legato alla sua specificità tecnologica. Il fatto che ci siamo abituati da millenni, non significa affatto che, al cambiare della tecnologia, debbano essere mantenute tutte le problematiche dei mezzi di scambio precedenti.

Per esempio, una moneta la cui proprietà si esprime su 16 bit, permette di possederne al massimo 2^16 unità. Siamo sicuri che non sia una buona idea?

Io sono contrario, per diversi motivi, i primi che mi vengono in mente sono:

  1. Perché dovrei essere obbligato ad utilizzare supporti tecnologici per transazioni commerciali? La libertá é anche il diritto di poter acquistare le merci nelle modalitá che si ritengono piú opportune, inoltre l’utilizzo di tecnologia ha dei costi impliciti che devono venire addossati su qualcuno.
  2. La storia insegna che in molte battaglie per i propri diritti i popoli hanno dovuto reagire contro lo Stato che li governava utilizzando strumenti e risorse illegali.
  3. Non credo che si dovrebbe obbligare un individuo a tenere i propri conti in luoghi che sostanzialmente sono in mano dello Stato o di una multinazionale finanziaria. Credo che l’esperienza di Wikileaks e sul sequestro dei conti di Assange, dovrebbe far riflettere molto.

Inoltre penso che la pratica politica non si dovrebbe risolvere nell’obbligare gli altri a utilizzare la propria soluzione, ma a definire le caratteristiche tecniche richieste da uno strumento finanziario per essere valido, lasciando la scelta di cosa utilizzare all’utente. Ad esempio, potrei dire che é obbligatorio fornire la funzionalitá di anonimizzazione del cliente, e promuovere GNU Taler come esempio opensource, ma non che devono tutti utilizzare GNU Taler.

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Beh, dipende. Esempio pratico: in Italia si possono fare notule per prestazioni occasionali fino a 5000€/anno, ma superata quella soglia scatta l’obbligo per il committente di versare contributi previdenziali. Ergo, c’è chi aggira l’obbligo così: Tizio (che ha già fatto notule per 4999€) ha un fratello di nome Caio, che non ha emesso nessuna notula nell’anno in corso. Caio emette la notula fingendo di aver svolto lui la prestazione lavorativa, e quando arriva il bonifico da parte del committente, provvede a girare a Tizio i soldi (cioè, un po’ meno, visto che le tasse dovrà pagarle Caio). Ovviamente Caio dirà di aver fatto l’ultimo versamento spinto da amore fraterno. Nei reati fiscali alla fine è il giudice che deve decidere se credere o meno all’accusato. Oggi il metodo principale per coprire le tangenti è appunto quello di mascherarle da “consulenze”.

Va da sé che, se così non fosse, chiunque potrebbe sostenere di non dover fare fatture né pagare mai l’IVA, giustificando qualunque bonifico come “regalo” (dopotutto, mica è vietato avere il cuore d’oro, no? E se io fossi uno che ama fare regali agli sconosciuti?).

Ad ogni modo, in uno scenario di pagamenti esclusivamente elettronici, tanto varrebbe vagliare l’ipotesi di cambiare radicalmente l’idea di tassazione, trattenendo una fee su ogni transazione come nelle criptovalute.

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se facciamo valere il riconoscimento del diritto alla sovranità su di sè, potrebbero averne facoltà.A quel punto è loro facoltà esercitare il diritto e rivalerne per i motivi a loro congeniali.

chiedo con ignoranza. è possibile l’esistenza del denaro in una società senza debito nei suoi confronti? E’ un ossimoro?

E’ una splendida domanda! :wink:

Non lo so.

Se il denaro è costituito da oggetti che hanno un valore d’uso intrinseco, forse sì. Ma non riesco a immaginare esempio credibile.

Nota però che il denaro è un debito che la società ha nei confronti di chi lo possiede, non viceversa: se hai 100€ è la società che ti deve qualcosa per quei 100€.

ma il denaro non aveva a che fare con una specie di unità di misura standard del baratto? Il vettore standard dello scambio. Invece di scambiare X riso con Y olio ed ogni volta dover tener conto dei rapporti di scambio si usa il denaro ed il prezzo. Ora l’accumulo (credito) è dovuto al fatto che fornisco il mio tempo per le e-labor-azioni ed in cambio ricevo una capacità potenziale (tipo lo stipendio). Decisamente contorto

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