Sistema di tassazione con aliquote Pirata

Discutendo con amici riguardo ai vari sistemi di tassazione mi è uscita un’idea che secondo me ha un nonsoché di interessante.

Se avrete la pazienza di seguirmi nel ragionamento matematico (che forse sarà un po’ ostico per alcuni, ma neanche tanto, considerato che faccio uso solo di matematica da liceo), verrà ricavata un funzione che determina un livello desiderabile di tassazione a seconda di alcuni parametri arbitrari e nella soluzione uscirà anche un “contributo” al reddito di esistenza teorizzato dai pirati.

Definizioni: x = reddito lordo f(x) = guadagno (reddito netto) g(x) = x-f(x) = tasse da pagare

Alcuni metodi comuni di tassazione sono i seguenti:

Imposta proporzionale (flat tax): Molto semplice. Si stabilisce che ognuno debba pagare in tasse px, con 0 < p < 1 . In questo modo se A ha un reddito doppio di B pagherà in tasse il doppio di quanto paga B. Pro: Semplicità. Se p è sufficientemente basso dovrebbe incentivare la presenza di grandi capitali, e quindi investimenti. Contro: Favorisce le diseguaglianze economiche. Concentra la ricchezza nelle mani di grandi capitali.

Imposta progressiva con tetto: Più si ha reddito più la p (percentuale di tasse da pagare) aumenta, ma fino ad un certo punto, oltre il quale resta costante. Pro: Tende a venire incontro a chi ha redditi bassi. Contro: Il tetto non ostacola comunque le diseguaglianze economiche esagerate. Chi è sotto la soglia del tetto ma non guadagna poco, ovvero il ceto medio, è scontento di questo sistema perché preferirebbe la flat tax.

Un’imposta progressiva senza tetto è vista come un demone comunista perché potrebbe degenerare in una tassazione al 99% per certi casi limite e viene falsamente percepito che ciò equivarrebbe a mettere un tetto ai guadagni. E se si mettesse un tetto ai guadagni nessuno sarebbe spronato a investire di più / a lavorare di più. Insomma, mettere un tetto ai guadagni non è desiderabile.

Si deve permettere in ogni caso che A possa guadagnare n volte B. Se però con la flat tax, il fatto che A guadagni n volte B corrisponde al fatto che A abbia un redditto n volte superiore a quello di B, con una tassazione progressiva continua (con o senza tetto) se A guadagna n volte B, per farlo dovrà avere un reddito superiore a n volte il reddito di B.

Allora… inizia la matematica

supponiamo che A guadagni n volte rispetto a B. Stabiliamo che per farlo, A debba avere un reddito pari a n*k volte superiore al reddito di B con k > 1. Stiamo così imponendo una progressività senza tetto. Quindi:

siano a=reddito lordo di A e x=reddito lordo di B

f(a) = n f(x) a = nkx

da cui f(nkx) = n f(x). Ricordo che f è la funzione che, dato un reddito lordo x, determina il guadagno al netto delle tasse.

Ora, la classe di funzioni che rispetta l’equazione precedente è

f(x) = c n^(log(x)/log(nk) - 1) con c costante arbitraria.

Se pongo k=1 e c=np ottengo come caso particolare proprio la flat tax.

Ma per valori diversi la sostanza cambia!

Ad esempio se stabilisco che, qualora A abbia un reddito netto doppio di quello B (n=2) allora dovrà avere un reddito lordo pari al triplo del reddito lordo di B (k=1.5 così che n*k = 3), la soluzione diventa:

f(x) = c 2^(log(x)/log(3) - 1) La c si può determinare in modo desiderato fissando un “punto fisso di tasse”, ad esempio, se vogliamo che chi ha un reddito di 1000 euro paghi il 10% di tasse, troveremo la c ideale che è:

c 2^(log(1000)/log(3) - 1) = 900 => c circa 23

Pertanto, con questi valori otteniamo che, se il reddito è x, la funzione ideale per le tasse da pagare sarebbe

g(x) = x - 23*2^(log(x)/log(3) - 1)

fine della matematica

dove si colloca il reddito di esistenza in questo quadro? Se facciamo il grafico di questa funzione otteniamo ciò:

La parte iniziale sotto l’asse delle ascisse, fino a 750€ circa, sono “tasse negative”, che emergono in modo naturale dal modello.

Naturalmente cambiando i parametri si può determinare una nuova “soglia naturale di tasse negative”, ma la sostanza non cambia.

Secondo me la bontà del modello dipende dal fatto che si può comunque ambire a guadagnare sempre di più, e il modello è molto simile all’attuale sistema progressivo con tetti, tranne che nelle “code”, ovvero per chi ha un reddito bassissimo e per chi ce l’ha altissimo.

Solo per casi davvero al limite la tassazione arriva a valori superiori al 90%, ad esempio, se il reddito fosse di 1000000 €, il guadagno con questo sistema sarebbe di circa 70000€, e la tassazione circa al 93%.

Secondo voi può essere un sistema auspicabile? Mi piacerebbe ricevere critiche costruttive, magari anche da matematici ed economisti.

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spe, parliamone :slight_smile:

finalmente qualcosa di tecnico ! [scherzo, SERVONO MATEMATICI CHE DISCUTANO STA COSA] [ps: taggate i matematici]

Una critica che mi viene in mente é che le tasse dovrebbero essere, si progressive, ma definite in funzione delle spese dello Stato, non dei guadagni della popolazione.

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io non sono un matematico ed economista, quindi ti chiedo: Potresti fare un esempio, o più esempi con riferimenti del tipo ad operai, dottori (ovviamente mi riferisco ai loro redditi)…

[quote=“boulayo, post:1, topic:2706”] Solo per casi davvero al limite la tassazione arriva a valori superiori al 90%, ad esempio, se il reddito fosse di 1000000 €, il guadagno con questo sistema sarebbe di circa 70000€, e la tassazione circa al 93%. [/quote]perchè con questo esempio non capisco benissimo, o almeno credo… 1000000€ di reddito, 70000 sarebbero i guadagni per il reddito di esistenza? tassazione circa al 93% che si intende? In questo sistema si intende che si potrebbe arrivare a far pagare a qualcuno 90% di tasse? non credo che sia così ma lo domando lo stesso.

Perdonatemi ancora l’ignoranza ma sono curioso, poi se lo capisco io, lo potranno capire anche i sassi…

Non capisco perché la funzione comprende reddito e guadagno. Guadagno è il plusvalore derivato da investimenti, per esempio è il valore aggiunto oggetto dell’IVA. Reddito è il controvalore del lavoro svolto e comprende anche le rendite finanziarie che potrebbero essere guadagno anche esse.

Si potrebbe dire per la tassazione guadagno e reddito sono la stessa cosa. Forse si intende tassare di più progressivamente i guadagni troppo alti rispetto gli investimenti. Mi sembra complicato ma avrebbe senso. Il reddito da lavoro dipendente ha apparentemente investimenti 0 ma non è così perché deriva da vari fattori che hanno comportato investimenti precedenti: istruzione, esperienza, competenza, merito.

Forse è meglio raccogliere il reddito complessivo senza quello dichiarato come valore aggiunto.

La flattax diviene progressiva se ad essa togliamo una no taxarea superiore alla soglia di povertà. L’aliquota sarà quella massima applicabile, diciamo il 25%. Mettiamo che la no tax area sia di 14000€; su un reddito di 14000€ l’imposta sarà zero. Per un imponibile superiore diciamo 28000€ si avrà una imposta di 1400025% pari a 3500€ (il 12,5% complessivo). Per un imponibile minore minore diciamo 7000€ si avrà una imposta negativa di -700025% pari a -1750€ che verranno corrisposti come sostegno al reddito. Come si vede l’imposta è progressiva e nello stesso tempo, non è una rapina per i redditi alti e comporta un aiuto per i redditi più bassi. Se il fabbisogno statale cambia basta adeguare l’aliquota o meglio tagliare le regalie inproduttive abitualmente elargite in cambio di voti.

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le definizione in funzione delle spese dello stato è fattibile variando i parametri n, k e c dell’equazione sopra.

Sostanzialmente penso che tutti i metodi di tassazione siano “buoni”, se giustificati con la loro motivazione ideologica. Le motivazioni ideologiche che motivano questo metodo sono

  1. la convinzione di una maggiore equità della progressività senza tetto.
  2. La convinzione di dover evitare dei redditi netti esageratamente sproporzionati.
  3. Il desiderio di un reddito di esistenza
  4. La convinzione che non bisogni scoraggiare le persone a lavorare o investire se vogliono guadagnare di più.

Non so quanto un singolo esempio possa far capire meglio il concetto. La sostanza di questo metodo è che se io ho un reddito netto doppio del tuo, qualunque sia il tuo reddito, allora dovrò avere un reddito lordo triplo del tuo, e quindi pagare in proporzione più tasse di te (qui ho usato come parametri 2 e 3 per semplicità, ma sono aggiustabili). È come se tassassi in parte il tuo reddito lordo in sé e per sé, e in parte la disuguaglianza tra il tuo reddito e un reddito “standard” che garantisca una vita dignitosa.

Non conosco la terminologia corretta usata in economia e così ho improvvisato dei termini che probabilmente sono inappropriati. Nel mio testo per “reddito” intendo “reddito lordo” da tassare. Per “guadagno” intendo “reddito al netto delle tasse”.

Sì, ma la progressione è banale: passa dallo 0% al n% e stop. Perché stabilire delle soglie “nette” per la soglia di povertà quando si possono stabilire delle scale di grigi per definire la povertà? Mi sembrano molto più versatili le funzioni continue che non quelle discrete. A me sembra che finora siano sempre state usate delle regole di tassazione “discrete” e non continue, solo per un limite del linguaggio giuridico nel quale vengono scritte queste regole. In nessuna legge fiscale comparirà mai un logaritmo o un’esponenziale, purtroppo.

Non so se ho sbagliato i conti, ma mi sembra che per x = 10.000 euro le tasse g(x) siano di 6159 euro.

Nel caso ho sbagliato, puoi mostrarmi le tasse per: 10.000 30.000 50.000 100.000 1.000.000 10.000.000 euro?

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Dimentichiamo una regola di trasparenza, la semplicità, la flat tax è sicuramente progressiva indipendentemente dall’aliquota ed ottiene un risultato simile a quello esposto se non si vuole arrivare ad una tassazione tale che è più conveniente emigrare. Possiamo confrontare i due metodi applicando su 10.000.000€ la percentuale della tassa sul reddito ed usarla come aliquota della flattax. Stasera mi diletto con la tabella.

Con i parametri (arbitrari) che ho impostato prima: n=2 k=1.5 c=23

le tasse sono:

Se cambiamo i parametri, per esempio impostando un sistema più “gentile” n=2 k=1.3 c=13

Ma l’idea è che i parametri si possano impostare nel modo più congeniale alle esigenze dello stato e dei cittadini.

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Scusa, ma “flat tax progressiva” è un ossimoro.

La definizione di “imposta progressiva” riguarda l’aumento della percentuale di tassazione in base al reddito lordo, non delle tasse in sé. https://www.okpedia.it/imposta-progressiva

https://www.quotidiano.net/economia/flat-tax-progressiva-1.4532617

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Non servono matematici: bastano competenze di matematica delle scuole medie superiori.

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Bella tabella, quindi più soldi hai più tasse paghi?

La tassazione diventa più alta partendo da un “certo ceto” o redditto.

Però non capisco, che miglioramento c’è in tutto ciò? da quello che vedo ci sono più tasse, o forse non ho capito una mazza…

Capisco che la tassazione è sempre modificabile e questo è un esempio, a questo punto potresti fare una tabella con le tasse che pensi sarebbero giuste da applicare secondo la tua idea?

insomma @solibo…io sono sempre stata una ciucca in matematica, anche se mi ci incaponisco perché, invece, mi coinvolgono molto argomenti come la statistica, l’economia e la fisica…giuro che sto provando con i miei tempi a seguire il discorso che m’interessa moltissimo ma fatico troppo e di sicuro non mi sento in alcun modo in grado di intervenire anche se, sulla tassazione della popolazione economicamente più debole, ne avrei di cose da dire…

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Non credo che esista il livello “giusto” di tasse. Le tasse servono (in teoria) per finanziare servizi e previdenza sociale.

Il livello “giusto” di tasse dipende dai servizi che si offrono, dalla loro qualità, dagli sprechi dello stato, dal malcontento dei cittadini etc…

Attualmente la tassazione irpef per i vari scaglioni di reddito è questa:

e le tasse effettive da pagare sui redditi lordi (calcolando gli scaglioni) sono queste:

Purtroppo la procedura per calcolare queste tasse non è esprimibile in modo semplice con un UNICA formula matematica. La legge non sa parlare con la matematica, e per questo descrive delle procedure per arrivare al risultato.

Come si può notare, questo sistema di tassazione privilegia molto le persone straricche, le quali, oltre una certa soglia, non devono pagare percentuali significativamente più alte a seconda del reddito.

Il punto su cui vorrei insistere è che ciò che ha importanza non è “quante tasse far pagare” per un certo reddito, perché cambiando i parametri, con un modello o con l’altro, si ottiene quello che si vuole.

Il modello “progressivo a scaglioni” esistente ha delle motivazioni ideologiche diverse da quelle che motivano il mio modello ed è costruito in modo assolutamente arbitrario, senza alcuna giustificazione per motivare perchè le soglie sono 4 e sono poste rispettivamente a 15000, 28000, 55000 e 75000 euro, anziché essere, ad esempio, 5 e poste a 10000, 20000, 40000, 80000 e 1600000. Funziona? Sì. Fa quello che deve fare: fornisce una procedura per calcolare quante tasse deve pagare tal de tali.

Il modello che ho proposto fa le stesse cose, ma con un’idea di giustizia sociale diversa, e con trasparenza riguardo al criterio con cui vengono decise le percentuali. Ad essere arbitrarie ora non sono più le percentuali, ma il criterio (e trasparente). Fissato questo criterio le percentuali “emergono” come risultato.

Se volessi avvicinare il più possibile il mio modello a quello esistente porrei questi parametri:

  1. se A ha un reddito netto il doppio di quello di B, il suo reddito lordo deve essere 2,2 volte superiore. (Si evince a occhio guardando la tabella delle tasse reali) quindi n=2, k=1.1

  2. Fissiamo che chi ha un reddito lordo di 10000 euro paghi 1610 € in tasse (al centro della tabella) e ricaviamo la c che soddisfa questa condizione:

c 2^(log(10000)/log(2.2) - 1) = 8390 => c circa uguale a 5.1

L’equazione che rende simili i risultati (vicino al punto scelto dei 10000 euro), ma basata sul mio modello è g(x) = x- 5.1 * 2^(log(x)/log(2.2) - 1)

E la tabella corrispondente sarà

Nella prima metà della tabella pagherebbero quasi tutti un po’meno. Coloro che sono sotto i 10000 (arbitrari) pagherebbero leggermente di più in certi casi, e riceverebbero parte del reddito di esistenza in altri. I ricconi in fondo alla tabella invece pagherebbero di più. E quella differenza dei ricconi compenserebbe tutte le tasse che pagano di meno gli altri.

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Apprezzo, ma puoi vedere anche tu ad occhio confrontando le due tabelle (che sono l’esempio che cercavo) che qualcosa non funziona…

Si 10milioni paga 4% di tasse in più, ma 1milione paga il 4% di tasse in meno, per non parlare di 100mila che paga il 7% di tasse in meno…

Ora che dovresti fare? dovresti controllare il numero di persone che hanno questi redditi, perchè credo che ci siano più persone con 100mila ed 1milione che con 10milioni… (anche perchè poi si sono i 200/300/400mila che andrebbero a pagare di meno) Può darsi pure che sbaglio, per questo serve il prossimo passo, ovvero i numeri di persone con questi redditi e confrontarli. Penso tu abbia capito che intendo…

(non ho parlato del bug dei 4000 e 5000 che ovviamente sono eccezioni modificabili)

@marcat90 Ho corretto i parametri e aggiornato la tabella usando come valore di k 1.1 anziché 1.05. Guarda com’è cambiata in modo sostanziale!

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Sì, questa sarà una condizione necessaria per dichiarare “funzionante” il mio modello :slight_smile:

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Per semplificare il lavoro ed il discorso di @boulayo ecco le tabelle prima e dopo:

Poi come già hai detto è un problema costringere la tassazione ad una formula matematica finale… Anche se la matematica ha il potere di accontentare il parere di tutti con i fatti… Forse qualche matematico potrebbe “pulire” questa formula…

Il problema è che la legge non può descrivere “modelli”, ma solo prescrivere procedure. Attualmente la legge, in sostanza dice: Gli scaglioni sono questi 5 (vedi sopra).

  1. Se ti trovi nel primo scaglione devi fare questo calcolo: (Reddito - 3000)*0.23
  2. Se ti trovi nel secondo scaglione devi fare quest’altro calcolo: 3450+(Reddito-15000)*0.27
  3. Se ti trovi nel terzo scaglione devi fare quest’altro calcolo: 6960+(Reddito-28000)*0.38
  4. Se ti trovi nel quarto scaglione devi fare quest’altro calcolo: 17220+(Reddito-55000)*0.41
  5. Se ti trovi nel quinto e ultimo scaglione devi fare quest’altro calcolo: 25420+(Reddito-75000)*0.43 Il risultato del calcolo fatto, qualora sia un numero positivo, corrisponde alle tasse da pagare.

La legge dà per scontato che chi dovrà calcolare le tasse da pagare (il commercialista) sappia fare le quattro operazioni e individuare in quale scaglione ci si trova.

Una legge che faccia uso di una formula matematica dovrebbe dire: Esegui questo calcolo: reddito- 5.1 * 2^(log(reddito)/log(2.2) - 1) Il risultato corrisponde alle tasse da pagare, se è un numero positivo, oppure a un indennizzo da ricevere se il risultato è negativo.

La legge sarebbe molto più chiara e compatta? Nì. Per un matematico sì. Sarebbe anche molto più elegante e coincisa. Ma finora nessuna legge prevede di svolgere operazioni che vadano oltre somme e moltiplicazioni. Un’esponenziale e un logaritmo?! MAMMAMIA! I commercialisti impazzirebbero! E mi sembra grave, dato che qualunque studente che esca dalle superiori dovrebbe sapere cosa sia un logaritmo.

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