I voti online - generalmente parlando - sono a rischio di manomissione, sia per la registrazione del voto, sia per la comunicazione dei risultati. In ogni caso, c’è una forte percezione di sfiducia nella gente (così dicevano gli sviluppatori di Parelon che hanno optato per il voto palese). Quindi non di rado (e ho appena menzionato un caso) si rinuncia al voto segreto e si sceglie quello palese.
Blockchain potrebbe introdurre un elemento di novità per il voto. Potendo garantire un database non modificabile con dati di votazione criptati ed un algoritmo basilare e semplice - a sua volta non corruttibile (si crea una corrispondenza necessaria tra codice sorgente pubblico e binari compilati in uso) - possiamo fare conteggi automatizzati e permettere a ciascun cittadino di ricontrollare il suo voto, che resta segreto.
L’importanza della segretezza del voto è la libertà di votare come uno vuole, in ogni circostanza, senza che datori di lavoro, partiti in cui si è iscritti, colleghi, ecc., possano vincolarci in un qualche modo. Però, c’è anche da dire che il voto di scambio è molto diffuso in Italia ed è ideologicamente sostenuto da chi ritiene che il partito che vota gli porti dei vantaggi. Inoltre, alcuni personaggi famosi si “vendono” per fare campagna verso una direzione o un’altra… Quindi forse il voto segreto non è poi così risolutivo…