Soft skill

I pirati sono quelli che si iscrivono

Scusami, ma allora davvero non ho capito lo scopo di questo thread.

Secondo quale criterio possiamo scegliere i soft skill adatti ad una comunità pirata se per definizione sono pirati solo i membri di questa comunità?

Non diventa una domanda dalla risposta scontata? I soft skill necessari sono quelli presenti.

La comunità è sempre perfetta. Ed è la migliore comunità che possiamo avere.

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almeno una comunità l’abbiamo

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Su questo forum direi di sì.

Ma siamo veramente pochi.

effettivamente raga come è possibile che nei centri sociali (alla quale struttura io un tempo ne feci parte) della quale fanno parte ragazzi delle superiori e studenti universitari siano piu coesi e incisivi di noi (inteso come gruppo di ultra tecnici competenti o mega-acculturati e stagionati)

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@LucasSharinov la differenza è che i centri sociali sono attivi sul territorio, a differenza del partito pirata…

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Perché i centri sociali hanno nemici.

AIA SCOTTA, questa è un ottima risposta soldato; ED E QUI DOVE VI VOLEVO; COME FACCIAMO AD avere come nemici multinazionali, sorveglianti e agenzia segrete straniere senza passare per l’infamante etichetta di complottisti moderati?

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No. Perché hanno una identità.

Avere un nemico è solo il modo più facile per generarla. Una forza esterna che orienta tutte le attività ad un unico scopo. Meglio ancora se il nemico è fittizio così non si rischia né di vincere né di perdere.

Una identità basata su valori è più difficile da costruire ed è più fragile, ma è molto più costruttiva.

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sai il paradosso; CHE QUI ABBIAMO UN FOTTIO DI COSE IN COMUNE ma un po perche sul pp si invecchia cercando disperatamente di trovare il dettaglio sul quale essere in disaccordo, un po perche il PP è un partito di wannabeunicoediverso,come del miele per orsi; ma NOI CE L’ABBIAMO GIA UNA MATRICE COMUNE

Ok, ma quale?

(e poi, noi chi? :wink:)

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ok forse è una mia distorsione, perche non so voi, ma riesco a trovare tutti i punti, posti da tutti, corretti dai rispettivi punti di vista e sinceramente non sopporto vedere persone in disaccordo che secondo me andrebbero d’accordo

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Io temo ti sbagli.

In questo periodo ci stiamo confrontando su alcune questioni fondamentali. Si tratta letteralmente di decidere su quali fondamenta costruire il Partito Pirata, avendo chiaro cosa è e cosa vuole diventare.

O meglio, qualcuno si confronta, qualcuno si sottrae.

Ma le posizioni non sono equivalenti: appaiono simili solo in superficie.

Non sono criteri di selezione, tutti possono aderire, e nel momento in cui si fanno la tessera assumono lo status di pirata. Ma nel momento in cui sei dentro, quali sono le modalitá migliori per lavorare insieme? Ne parliamo, le scriviamo, cerchiamo di elaborarle all’interno della comunitá e ogni tanto ci torniamo sopra come forma di feedback, finché alcune cose finiranno nello scarico e alcune sopravviveranno, altre verranno aggiunte in futuro. Ma ognuno prende le modalitá che gli piacciono e che si sente in grado di gestire. Io ho fede che pian piano se nasce un gruppo nascerá una tradizione. Puó anche darsi che nessuna delle caratteristiche che abbiamo scritto sopra sopravviva. Ma alla fine chi se ne frega.

dovresti partire dall’ individuare chi tra i pirati si schifa a vicenda e trovare chi possa essere elemento di raccordo tra le parti

Il M5S è un maestro in queste cose: chiamiamole in modo diverso, così da abbattere il significato emozionale: le multinazionali diventerebbero aziende pluristato sorveglianti vigilantes agenzie segrete straniere occulte interferenze, … Io sono un dilettante, ma un professionista saprebbe trovare nomi carichi di significato emotivo negativo.

Prima di affermare che il Partito Pirata non sia attivo sul territorio bisognerebbe definire il territorio. Forse i territori di riferimento dei centri sociali e del Partito Pirata sono diversi. Per fortuna aggiungo.

I FottiDati, I NudesHunter, LeSpiacce DAJE MANDATE IN AP CIURMA!

L’importante non é andare d’accordo é saper gestire le proprie differenze riuscendo a elaborare la cosa in positivo. Questo é un lavoro che ognuno deve fare per sé

Qui il discorso è complicato: dopo sette anni che sopporti “demolitori seriali da remoto”, che hanno creduto (solo loro, in totale auto-compiacimento) di rappresentare tutti (senza MAI uno straccio di approvazione assembleare, sistematicamente e ripetutamente ignorati nella stragrande maggioranza delle iniziative) e con cui puoi andare d’accordo solo ed unicamente se accetti pedissequamente e dogmaticamente il loro vangelo non c’è nulla che si salvi. Le differenze sono incolmabili e non c’è nulla di positivo (un esempio odierno: siamo riusciti ad elaborare più cose positive in 20 in due ore in una chat senza disturbatori seriali che in 12 con in due anni).

Ma il vero problema è che emarginare non risolve: se così fosse, avremo già vinto. L’emarginato prima di andarsene distrugge tutto quello che può. D’altronde cosa dovremmo fare, quando ogni tentativo di integrazione fallisce?