Soft skill

I Soft Skills (competenze relazionali) sono un gruppo di caratteristiche della personalitá che caratterizza le relazioni degli uni con gli altri in un ambiente. Queste competenze possono comprendere attenzioni sociali, abilitá comunicative, competenze nel linguaggio, inclinazioni personali, empatia intellettuale o emotiva, gestione del tempo, lavoro di gruppo, caratteristiche di leadership. Per maggiori info:

I Soft skill, sono un concetto prettamente aziendale. E sono definiti in modo da selezionare persone che riescano ad integrarsi correttamente nel corpo dell’azienda, molto spesso si parla anche di cultural fit. Per esempio, una persona che si attiva solamente quando riceve un ordine non sarebbe un buon “cultural fit” per un’azienda come netflix, che richiede ai suoi lavoratori queste caratteristiche:

Secondo voi, quali qualitá dovrebbe avere una persona che si accosta al partito pirata?

PS: Mi riferisco a qualitá estremamente generiche, niente hard skill e niente ideologie.

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E prettamente statunitense.

Personalmente l’omologazione cui aspirano e l’ipocrisia che sottendono mi danno l’orticaria.

E le considero anche fortemente limitanti in termini creativi e produttivi.

Curiosità e dunque onestà intellettuale, creatività, senso critico e propensione al dialogo.

Data la curiosità, le altre si possono apprendere, perché ne derivano.

Dunque qualità da offrire, prima di pretenderle.

Ti posso garantire che, anche se il concetto viene rielaborato a seconda dei contesti, é molto usato anche in Europa, anzi, io finora non ho incontrato recruiter che non lo usa, in qualche modo. Credo anch’io che il concetto sia nato negli Stati Uniti, anche se non ne ho certezza. Ma non capisco il bisogno di sottolinearlo, perché se cosí fosse sarebbe sbagliato?

Perché non solo onestá? Nel senso di integritá. Le persone che aderiscono dovrebbero avere valori legati all’integritá personale?

Nella cultura anglosassone sei rude se dici le cose in faccia a qualcuno… l’ipocrisia è considerata buona educazione. Ma del resto anche in Italia è così.

Questo dei soft skills, ahimè, è un argomento che ho dovuto prima studiare e poi insegnare nei corsi per capo-progetto. In Italia hanno preso piede perché le grandi aziende certificano i project manager, i portfolio manager, i program manager… bla bla bla. Anche se in larga parte sono un tentativo di standardizzare il buon senso.

Se mi è consentita una cattiveria: diverse volte ho avuto la sensazione che si fossero inventati i soft skills per compensare la mancanza di altri skill. Voglio dire: ci sono persone, con ruoli di responsabilità, che passano gran parte del loro tempo a disegnare slide in power point. E ne vanno anche fiere.

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Puó essere un modo di vedere la cosa, dire le cose in faccia, peró é molto generico, perché poi in effetti dipende da cosa dici e da come lo dici. Per esempio, io troverei molto maleducato un feedback non richiesto sulle tue caratteristiche umane e personali. Se io facessi valutazioni su come sei, in un contesto pubblico senza che tu me l’abbia chiesto, io lo troverei molto maleducato. Probabilmente sarei contrario a farlo anche se tu me lo chiedessi. Se peró questo dire le cose in faccia si coniuga in un’analisi sincera e onesta di come qualcosa non ha funzionato, il discorso si puó fare interessante. Per esempio, se noi avessimo un sistema codificato per fornire feedback, spesso, non solo e soprattutto non quando c’é una crisi, che é piú stressante, forse questo “dire le cose in faccia” si coniugherebbe meglio. Peró conserva dei limiti, intanto, per potersi dire le cose direttamente, é necessario che ci sia fiducia reciproca. Se io penso che tu hai dei secondi fini, non funzionerá, fará solo salire la tensione, in quel caso, forse “l’ipocrisia” é un metodo migliore.

L’approccio schietto, quando é guidato nel modo corretto e si fonda su fiducia reciproca ha peró dei vantaggi. Permette al gruppo di reagire piú velocemente, di essere dinamico e meno centralizzato, permette di concentrarsi sulle cose esterne, aiuta le persone ad essere maggiormente coese dal punto di vista degli obiettivi.

Ma ĺa fiducia reciproca é una condizione essenziale. Per esempio, io sono molto contrario a farlo in maniera scritta, ritengo che questo tipo di problematiche vadano risolte in modo verbale.

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NOTA: il plurale delle lingue straniere in italiano NON viene declinato. Ergo si scrive soft skill e non soft skills. Come mai? Perché in italiano abbiamo una cosa incredibile che serve per declinare il genere e il plurale: si chiama ARTICOLO! E poi anche le preposizioni e tante altre cose, ma tutte nel prossimo ciclo (Grammar for dummies).

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Certo non intendevo in pubblico…

Giusto… per le ragioni descritte nelle linee guida… sono contento che i punti che sollevi sono già considerati nelle linee guida. :slight_smile:

Verrà il giorno che crusca e treccani si adeguano alla prassi…

Certo e tutti parleranno una lingua di merda simile all’inglese che sono costretti a parlare gli africani per capirsi tra di loro… Quando arriverà quel giorno del pensiero non sarà rimasto che un lontano ricordo. Ma per fortuna né io né te ci saremo :smile:

ADDENDA - La versione in italiano sarebbe: “Verrà il giorno in cui Crusca e Treccani si adegueranno alla prassi…”

Ci avevo pensato, poi ho deciso di tenere un registro di scrittura informale. Quando scrivo nei forum cerco di tenere un registro colloquiale. Tralaltro questo forum é molto gergale. Ma visto che preferite la traduzione corretta, correggo il post.

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Non credo che siano stati inventati per questo. Sono stati inventati per rispondere ad una domanda, cioé quali sono le caratteristiche che rendono una squadra vincente rispetto alle altre. Peró quando poi si sviluppa un trend, ci sono le degenerazioni, quindi puó succedere la situazione che hai descritto tu, ma un team cosí fatto sicuramente non sará competitivo.

Normalmente nelle situazioni che ho visto io, si screma prima attraverso una griglia minima di hard skills e poi si valutano i soft skills.

Peró questo é un caso aziendale, la selezione in una azienda avviene dall’alto, nel nostro caso non deve e non potrebbe mai essere una griglia. E’ piú un riflettere, un ragionare in modo largo, su quali comportamenti conviene attuare per funzionare come gruppo.

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Io credo che la fiducia sia una di quelle soft skill imprescindibili. I complottisti non avranno mai pace tra i Pirati.

Nessuno dei partiti pirata che si basa sulla fiducia funziona. Ci vuole uno stato di diritto interno per il quale si può lavorare tranquilli anche se ci sono persone interessate a deviare il progetto e dirottare la nave. La fiducia si applica al metodo democratico, non alle persone.

E allora non hai capito il concetto di soft skill. Pazienza.

Le linee guida per la convivenza sono un manuale per educare le persone all’uso di soft skill per non saltarsi alla gola a vicenda. Dato che i pirati in genere le soft skill non ce le hanno, servono facilitatori a dargli una mano. Se la persona che oppone questi concetti (o li apprezza solo quando è lui stesso a formularli) si fa eleggere a RdC, ovviamente l’intera cosa va in stallo.

Io credo che quando si é costretti ad applicare le regole é perché ci si trova di fronte ad un fallimento sociale. Prima di arrivare a questo, secondo me c’é lo sviluppo di un percorso comune, una cultura comune dove l’applicazione delle regole diventa inutile. Per esempio, in famiglia, si creano degli usi per il quale le regole assumono un’importanza molto relativa.

Le regole di solito arrivano quando il giocattolo si é giá rotto e sono comunque soggette a meccanismi dialettici, per i quali é molto improbabile che alla fine si faccia giustizia.

Per esempio, la capacitá di riuscire a cogliere il significato di quello che cerchi di comunicare, nonostante un utilizzo errato della terminologia, ed evitare di sfruttare errori terminologici per rompere il ragionamento, mentre invece cerco di stare su quello che si é realmente cercato di comunicare.

E’ una qualitá interessante che probabilmente taglierebbe fuori il 50% delle polemiche in un gruppo.

Poi io non credo che le soft skill ce le hai o non ce le hai, non siamo geneticamente programmati, quello che non hai lo puoi acquisire. Non é sempre semplice, ma ci si puó lavorare.

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Siamo in ambito digitale. È un dato di fatto comprovato e studiato che QUI NON FUNZIONA. Puoi fare quello che dici in un circolo di quartiere, ma non in un forum digitale. Qui i facilitatori sono NECESSARI. È un fatto scientifico!

Esatto. E infatti nel 2016 abbiamo visto come ha funzionato: nel primo mese il facilitatore ha avuto un certo tot di lavoro a stare appresso alle persone. Poco dopo le persone hanno imparato a non usare più ad-hominem ed altre scemenze, per non avere imbarazzanti interazioni con il facilitatore, e il facilitatore è rimasto a guardare come la qualità della comunicazione è migliorata.

Perciò la conseguenza logica è che ci servono facilitatori che comprendono il loro lavoro. Tutto qua!

Più che di invenzioni, spesso si tratta di riproposizioni di concetti che appartengono al senso comune, con nomi e formulazioni più o meno pompose.

Ti faccio un copia e incolla di alcune perle da un libro sulla certificazione PMP, prese da un capitolo che si intitola Motivate your team:

Maslow’s Hierarchy of Needs says that people have needs, and until the lower ones are satisfied they won’t even begin to think about the higher ones.

McGregor’s Theory X and Theory Y McGregor tells us that there are two kinds of managers: ones who assume that everyone on the team is selfish and unmotivated, and ones who trust their team to do a good job. He calls the kind of manager who distrusts the team a “Theory X” manager, and the kind who trusts them a “Theory Y” manager.

Herzberg’s Motivation-Hygiene Theory. A “hygiene factor” is something like a paycheck or status—stuff that people need in order to do the job. If people don’t have this stuff, it’s really hard to motivate them!

McClelland’s Achievement Theory says that people need to be motivated. Achievement is when someone performs well and is recognized for it. Power means he or she has a lot of control or influence in the company. And someone feels a strong sense of affiliation from being a part of a working team and having good relationships with coworkers.

Che dire. Prima delle teorie di Maslow, Herzberg e McClelland, chi avrebbe mai pensato di motivare qualcuno con riconoscimenti, soldi e potere? O di dare la priorità ai beni primari?

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Condivido, cmq, non mi riferivo a questi punti di vista, a dire il vero li trovo terribili. Mi sembrano il manuale perfetto per distruggere un team.

Il forum é uno degli strumenti, in contesti dove esiste solo la parola scritta hai ragione. Ma nel lavoro in team secondo me é meglio alternare sistemi dove si scrive e meeting audio e/o video dove si concordano le cose. Io non metterei il forum al centro del mondo, lo vedrei come uno dei tanti tool che si usano per portare avanti il percorso. Non sono particolarmente a favore o contro i facilitatori, peró penso che il lavoro di un partito non sia di gestire un forum (potrebbe esserlo in parte), il lavoro del partito é quello di puntare a raggiungere il suo obiettivo politico. Per fare questo, usiamo degli strumenti…

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