Spazi Web che garantiscono continuità nel tempo

Avvio questa discussione in stile brain-storming per raccogliere link, idee e notizie sugli spazi nel Web gestiti da associazioni che garantiscono di conservare sempre il materiale inviato e farlo arrivare alle generazioni future. Così che possa esserci una continuità: possibilità di miglioramento, visibilità per tutti, salvarsi dall’oblio.

Credo che per eccellenza sia da nominare Internet Archive associazione che nasce esattamente per il motivo appena esposto. Si sono anche dotati della Wayback Machine, ovvero fanno degli snapshot di siti web così che quando spariscono sia possibile ritrovarli (i dettagli legali sono tutti gestiti dall’associazione, di alcuni domini o contenuti non è possibile fare snapshot per esempio).

Archive è appunto un archivio statico, ideale per inviare materiale digitale da conservare così com’è, ma non è una piattaforma di collaborazione, il solo aggiornamento del materiale caricato è scomodo.

L’arci nota Wikipedia di cui i contributi inviati si deve sperare (ed in genere le speranze risultano soddisfatte) che i moderatori accettino il contributo e venga conservato da lì in avanti. In caso di problemi è possibile affrontarli in discussioni specifiche. Inoltre, ci sono progetti affini come Wikizionario, Wikibooks, Wikiversità, Commons (foto e altro), ed altri ancora. Mi fido abbastanza degli anti-corpi di Wikipedia perché ho letto un libro che illustra come funziona, però gradirei lumi anche su Wikibooks, mi chiedo se ci sono moderatori che difendono gli scritti oppure il rischio di vandalismi è più concreto o, più realisticamente magari, iniziare il libro con un certo “taglio” e poi passa in mano ad altri che lo cambiano nella sua impostazione di fondo.

Il meraviglioso Git di Linus Torvalds, il cui uso approfondito richiede abilità non indifferenti e permette di fare miracoli a livello di sviluppo collettivo. La piattaforma commerciale GitHub, nei suoi TdS (Termini di Servizio), almeno per il servizio pubblico e gratuito, non mette per esplicito alcuna garanzia o intenzione di conservare i progetti inviati per il futuro… Però, verosimilmente quell’intenzione non penso che manchi. Certamente rimane uno spazio comodo dove ospitare i progetti, ma credo sia saggio averne delle copie anche altrove.

SourceForge è analogo a GitHub, sui TdS non ho trovato dichiarazioni di voler conservare il materiale inviato nel tempo, penso che implicitamente si impegneranno a farlo, ma senza garanzie, né promesse.

Trovo molto interessante GitBook, praticamente GitHub specializzato sui libri. Precisano nei TdS che si riservato il diritto di cancellare qualsiasi contenuto, sarebbe stato carino leggere anche che si impegnano (pur senza garanzie) a conservare nel tempo i libri ospitati. Ad ogni modo, è implicito che lo fanno…

Un’altra strada che mi viene in mente è condividere un file tramite torrent tra più persone, però quando i seed (semi) non ci sono più… il file è perduto. Trovo che sia nettamente meglio pensare ad associazioni incaricate di fare qualcosa, piuttosto che affidarsi al p2p.

Grazie per qualsiasi ulteriore segnalazione!

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posso segnalare le reti contro la censura, in particolare:

  • freenet si propone come una rete contenuti persistenti e di cui non e’ possibile fare censura, rimuoverli, in quanto distribuiti e ridondati. Cosa che non si puo’ garantire ad esempio con gli hidden services di tor o i2p. Funziona gia’ oggi ed incorporta wiki e software di blogging e ‘messaging’.
  • gnunet ha un sistema simile, ma ancora in fase di sviluppo embrionale
  • tahoe-lafs storage distribuito.

a questo pro, secondo mia modesta opinione, l’unico modo per garantire continuita’ nel tempo e’ lasciare, nella piena liberta’, alla rete di utenti decidere quali contenuti voler mantenere e quali no. La rete stessa deve pero’ garantire ‘per design’ l’impossibilita’ di esercitare censura. Con il web, come lo conosciamo tradizionalmente (uno o piu’ server http), e’ fin troppo facile, ed e’ gia successo che rimuovendo un server (o qualche server) si fanno sparire le informazioni. La stessa cosa non si puo’ dire per la rete internet, disegnata per essere resitente ai ‘guasti’ (volontari o meno).

Riassumendo, l’infrastruttura internet e’ difficielmente ‘censurabile’ mentre i suoi contenuti ‘applicativi’, in primis siti web erogati in protocollo http, lo sono un po’ di piu’.

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Avevo pensato a spazi in cui conservare del materiale per il futuro avesse solo un problema di impegno e conservazione, ma senza problemi di fiducia.

Invece, bisogna anche considerare che del materiale scomodo, per motivi storici o politici o di altro tipo, lo si potrebbe voler censurare… In tal caso, bisogna ricorrere a soluzioni come quelle che hai elencato.

Aggiungo Khan Academy come spazio utile per scopi di tramandazione della conoscenza.

" Il meraviglioso GitHub https://github.com/ di Linus Torvalds, il cui"

c’è il rischio che qualche fissato ti dira che Linus ha inventato Git e che Github è un’azienda americana che sfrutta Git

@lynX mi ha fatto presente che GitHub è un social commerciale basato sul sistema di controllo delle versioni Git ideato da Linus Torvalds. Questo strumento permette di gestire depositi-software (repository) anche su altri server ed è raccomandabile servirsi di più copie.

non solo per una questione di fiducia, ma anche di ‘responsabilita’ e quindi ‘proprieta’ condivisa. Con aggiunta anche di sistemi di rating per le informazioni. Credo sia piu’ in linea con i propositi e le idee alla base del movimento pirata. Non so se altri movimenti pirata (stranieri) si siano posti lo stessa questione.

Sul fatto che non si dovrebbero usare sistemi cloud commerciali cresce il consenso, eppure allo stesso tempo il numero di persone che si buttano su github senza il minimo dubbio etico è impressionante.

La leggenda della federation, cioè che si possa mettere tutto su server privati, finalmente sta collassando sotto al peso delle promesse mai mantenute, perciò la awareness che sarebbero da usare sistemi distribuiti cresce.

git è l’esempio predominante del concetto delle Merkle Trees che sta alla base anche della blockchain, di IPFS e in un modo o un altro è presente in gran parte dei strumenti distribuiti… forse addirittura in bittorrent.

Per continuare il percorso verso sistemi distribuiti utilizzabili anche da persone normali bisogna abbandonare il P2P purista ed aprirsi ad una architettura più affine a Tor, cioè con molti nodi “relay” nel backbone che offrono servizi tipo server senza avere accesso ai contenuti dei messaggi. GNUnet si sta evolvendo in questa direzione.

Intanto nella vita pratica nelle mie cerchia stiamo usando git abbinato a Tor. Mantenendo ognuno un semplice git-daemon dietro ad un .onion (“hidden” service), abbiamo la possibilità di sharare le nostre modifiche ad ogni progetto o sito web tra di noi, senza necessitare nodo centrale – esattamente come fu originariamente concepito da Linus ma la realtà del mondo NATtato e assente da crittografia pervasiva non ce lo ha permesso…

Anni fa scrissi dei siti web basati sul concetto di pubsub distribuito. Nel frattempo, IPFS e WebTorrent hanno implementato tale concetto, ma mi pare che era già presente in freenet. Con la completazione della pubsub API di secushare possiamo realizzare siti di questo tipo finalmente anche con gnunet.

Omniscience may enable one government to catch little fish as they plan committing little crimes, but it empowers big fish to take over a future government and dismantle democracy in the process.

Mi autocito per non scordarmi le buone formule che ho utilizzato in passato… :wink:

esattamente! Per garantire la persistenza dei contenuiti e la non censurabilita, e’ indispensabile la distribuzione, ridondanza e anonimato garantito dal protocollo. Tor + git ci si avvicina :slight_smile:

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I tecnicismi non mancano e questo rende assai difficile la comprensione da parte del più vasto pubblico. Occorre trovare una forma di divulgazione abbastanza semplice e guide pratiche per mettere in piedi questo storage condiviso. Per esempio, si potrebbe comprare un RaspberryPi 2 o 3, copiare sulla rom una distro GNU-Linux predisposta a fare quello che può tornare utile ed iniziare a divulgare i benefici di un tale sistema.

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L’obiettivo che ci siamo premessi in ambito gnunet/secushare è di sfornare una immagine linux su chiavetta USB che contiene tutto pronto all’uso… un intero OS orientato a scambiarsi documenti e cose tra amici. L’idea è che tutta la gente che ha comprato computer con Windows 10 possono farne un uso migliore. ng0 sta lavorando su questa parte del progetto, ma dobbiamo trascendere lo stato prototipico…

mi sa che senza saperlo, lavoriamo piu’ o meno sugli stessi progetti :smile:

L’idea è che tutta la gente che ha comprato computer con Windows 10 possono farne un uso migliore

al di la’ degli aspetti squisitamente tecnici, credo ci sia un punto legato alla sensibilita’ delle persone relativamente alla privacy e all’uso dei sistemi che si nutrono delle informazioni personali, questo scoglia va superato insieme alla parte tecnica. Se le persone non avvertono ‘un problema’ continueranno ad usare e comportarsi nel modo piu comodo e noto. Ovvero: non cerchi una soluzione se non hai un problema :smile:

Per “lavoro” ho redatto un documento che riassume l’intero scenario di sorveglianza con un capitolo deleterio sull’operato della Microsoft… vediamo quando lo posso pubblicare…

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Intanto github sta dimostrando di essere una ditta capitalista come tutte le altre, intenzionata a non garantire uno spazio web continuato nel tempo

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Ho spostato 4 messaggi in un nuovo argomento: Mozilla e alcune ombre sul rispetto della privacy

Io ho riletto i nuovi ToS di GitHub e salvo la sezione D dove dice:

[…] GitHub si riserva il diritto di rimuovere il contenuto degli utenti e chiudere gli account se necessita di ciò [a loro insindacabile giudizio, se violano termini o politiche di GitHub].

che si traduce nel fatto che GitHub non può essere usato come archivio pubblico dove lasciare il proprio software, non vedo altri problemi. C’è anche da dire che cambiando i ToS non si sa mai cosa potrebbe accadere ai vari depositi software… Insomma, un uso temporaneo è accettabile.

Comunque, abbiamo bisogno di uno spazio pubblico e di incentivare l’uso di server casalinghi (posta elettronica, rubrica, foto, depositi software, piccoli siti, ecc.).

Dovrei capire meglio come funzionano FreeNet e Tahoe-lafs linkati da baux.

You retain ownership of and responsibility for Content you create. If you’re posting anything you did not create yourself, you agree that you will only submit Content that you have the right to post, and you will fully comply with any third party licenses relating to Content you post.

Il problema quando lavori su progetti GPL o CC è che i diritti third party a pubblicare i contributi di altra gente non ce li hai. Perciò per usare github come spazio web puoi collaborare esclusivamente con persone che hanno aderito anch’essi a github ed accettato queste ToS. Per me è un no go. Ma i due articoli che ho linkato spiegano le implicazioni molto meglio di me…

Premesso che uno spazio proprio o opportunamente pubblico, anziché appoggiarsi ad un’azienda commerciale è sempre e comunque meglio, se la gente invia contributi ovviamente dà il permesso, altrimenti non contribuirebbe, che poi veri e propri pezzi di codice è raro che arrivino da persone che un minimo non si conosco, ovvero tra collaboratori. Le licenze di terze parti sono quelle applicate sui contributi che stiamo caricando e che devono essere compatibili con la licenza sotto la quale rilasciamo il nostro progetto. È un’attenzione che ho comunque sempre fatto.

Il funzionamento di git è tale che condividi anche i contributi altrui (per esempio se fai un fork del kernel linux per cambiare due righe), perciò la licenza del progetto comune deve esplicitamente permettere che github ne faccia uso come vuole. Varie licenze GNU non permettono l’appropriamento commerciale di contenuti terzi, e di questo trattano i link in alto.

Faticavo a leggere quei link in inglese… Ora ho capito. Quindi le licenze del progetto devono comunque sottostare alle richieste della licenza di GitHub. Può essere paralizzante in particolare se si vieta l’uso a fini commerciali, tocca andare altrove.

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