Verso le elezioni europee: la posizione di Potere al Popolo!. Continua la discussione da Liquid Feedback per “Potere al Popolo”.
Ecco quattro punti che PaP considera fondamentali. Stavolta non ho una opinione facile a riguardo dato che cose con le quali siamo fondamentalmente d’accordo, la ridistribuzione della ricchezza per esempio, sono declinate in dettagli dei quali non ho le idee chiare:
1 . Crediamo che in questi anni, si pensi alla vicenda greca o alla recente umiliazione del Governo Lega/5 Stelle sulla manovra di bilancio, sia diventato evidente che l’Unione Europea, con i suoi Trattati e il suo sistema di poteri, è l’inevitabile avversario di ogni progetto di eguaglianza sociale e di controllo democratico sul mercato e sulla finanza. I Trattati sono stati costruiti su principi in totale contrasto con i valori della Costituzione del 1948. Inoltre bisogna ricordare come il popolo italiano non abbia mai votato questi Trattati, che oggi sono prevalenti sulla nostra Costituzione e la stanno distruggendo. La rottura dei Trattati non è dunque una questione ideologica, ma serve a realizzare quello che da anni chiedono le classi popolari europee e movimenti come quello dei Gilet Gialli. Per redistribuire la ricchezza, per fare politiche di piena occupazione, per nazionalizzare i settori strategici e le aziende che chiudono o delocalizzano, serve disobbedire da subito ai vincoli che ci vengono imposti dall’UE. Gli stessi vincoli che non consentono di procedere con un piano di investimenti alternativo alle Grandi Opere che possa mettere fine alla devastazione ambientale e realizzare una vera transizione ecologica. Così come è impossibile, stretti in questa morsa, garantire effettivamente il diritto alla casa, all’istruzione, alla salute, e servizi sociali efficienti per la maggioranza delle persone.
Faccio un po fatica ad equiparare il “privilegio” a fare debiti in dismisura a tale punto che l’economia non sarebbe più in grado di gestirli ad un qualcosa che in qualche magico modo permetterebbe una effettiva ridistribuzione della ricchezza. Qui mi pare che PaP è colta nella bolla d’informazione italiana per la quale l’intervento dell’UE a fermare la follia finanziaria sia un abuso. Secondo me la ridistribuzione della ricchezza va gestita in modo totalmente diverso, e prevalentemente a livello europeo. Spese folli a livello nazionale non risolvono nulla e perciò non mi è chiaro quali dei trattati vorrebbero mettere in discussione e con quale argomentazione. Che ce ne sono lo sappiamo, ma mi pare che sono altri. In pratica non mi piacerebbe pensare che qui PaP in qualche modo è cascata in una trappola populista… e se questa è una precondizione per l’alleanza potranno solo allearsi con forze altrettanto populiste (aka superficiali, che non si sono studiati bene il problema).
2 . Per realizzare un programma del genere non si possono inoltre non rivedere radicalmente le spese e le servitù militari, la nostra adesione alla NATO, la collocazione internazionale del nostro paese. Servono processi di cooperazione reale e non di rapina con i paesi africani e del Medioriente, non possiamo essere indifferenti ai disastri umani e ambientali che le multinazionali compiono sull’altra sponda del Mediterraneo. Chi scappa da guerre e miseria è un oppresso come noi. Anche per questo bisogna praticare politiche di accoglienza e integrazione sul modello di Riace.
Fondamentalmente d’accordo, ma sarebbe l’uscita dalla NATO a risolvere alcun problema? Non è piuttosto una questione di WTO e regolamentazione delle multinazionali ecc ecc… cioè tutte le cose che abbiamo discusso nei vari thread sul reddito d’esistenza? Non ho l’impressione che questi quattro punti siano stato il frutto di un processo di intelligenza collettiva attraverso l’impiego di Liquid Feedback. Ho l’impressione che alcune persone hanno buttato giù questi pensieri e chi gli manca un certo grado di struttura, di razionalità e di connessione tra cause ed effetti.
3 . Bisogna dire basta alla falsa alternativa tra l’europeismo liberista della “sinistra” e il nazionalismo liberista della destra, a cui oggi sembra ridursi ogni opzione. Per farlo, bisogna essere coerenti: non si possono cavalcare sentimenti umanitari in difesa dei migranti e poi essere in piazza con i SI TAV o al governo con chi mette in pratica politiche che impoveriscono la maggioranza. È una questione di credibilità: non si può stare con chi si allea con il PD. L’unità è certo un valore, ma non si fa cucendo un vestito da Arlecchino, dove sta insieme tutto e il contrario di tutto. L’unità si deve fare innanzitutto con il nostro blocco sociale, su questioni concrete, su contenuti chiari: deve servire alle persone per essere più forti, non a residuali gruppi dirigenti per sopravvivere.
Il liberismo di sinistra stile Blair e Schröder deve veramente scomparire al più presto…
4 . Infine pensiamo che un movimento di trasformazione della società non possa prescindere da una forte caratterizzazione rispetto alle questioni di genere, nel programma, nell’organizzazione interna, nella comunicazione. Come ci insegnano movimenti come Non Una di Meno, non a caso protagonisti delle lotte di questi anni, il femminismo non è un orpello o una questione settoriale, ma un elemento costitutivo del nostro pensiero e della nostra azione.
Va bene. Abbiamo problemi grossi come la distruzione del pianeta o l’eliminazione della democrazia, ma nulla ci impedisce di occuparci prima delle questioni di eguaglianza civile, non economica. Non mi fraintendete, sono d’accordo, ma vedo qualche problema di priotizzazione.