Ripensavo a questa tua frase dopo la vicenda della Sea Watch, in seguito alla quale secondo alcuni sondaggi la Lega sarebbe ormai vicina al 40%. Sì, Salvini e Di Maio non trasudano alcuna ridicola superiorità, per il semplice fatto che non sono affatto superiori all’uomo medio (anzi, ne sono l’emblema e se ne vantano). I suoi elettori sono persone convinte che l’Uomo Qualunque Purché Simpatico sia più adatto a “risolvere i problemi” del Professorone Snob Antipatico (ho usato le virgolette pre sottolineare come l’espressione risolvere i problemi di per sé non voglia dire un cazzo. I problemi di chi, precisamente? Del Paese? A me pare che all’italiano medio dei problemi del Paese freghi pochissimo: il politico che governa bene è quello che risolve i suoi personali problemi, che possono essere conti aperti con l’Agenzia delle Entrate, disoccupazione e via dicendo. Ergo, plauderà e premierà col voto chi fa l’ennesimo condono fiscale, o chi a livello locale lo assume nella municipalizzata.
Salvini gode di quel consenso perché i suoi elettori sono convinti di una serie di cose che, semplicemente, non sono vere. Ad esempio credono che:
- la maggior parte dei migranti irregolari arrivi via mare
- da quando c’è Lui gli sbarchi siano pressoché azzerati
- la presenza delle ONG in mare sia la causa primaria delle partenze
Nessuna di queste credenze corrisponde al vero (non ho manco voglia di mettere tutti i link alle fonti, voglio sperare che almeno qui dentro non ce ne sia bisogno). Ma in democrazia a suffragio universale non conta ciò che è vero: conta ciò che la gente crede sia vero. E siccome i Salvini-boys rientrano perlopiù nella categoria degli hooligan (nella definizione di Brennan), mettersi a ragionare con loro è tempo perso: non è gente che vuole essere informata, è gente che vuole sentirsi dire che ha ragione. E premia chi lo fa, nell’urna come col telecomando.
La stessa cosa potrebbe dirsi per chi vuole prendere la patente di guida: lavoro un sacco, non ho tempo di studiare. Solo che in quel caso lo Stato non ti da lo stesso la patente. Se lo facesse, saresti un pericolo pubblico. Ecco, con il voto è lo stesso discorso. Solo che i danni da incidente stradale sono molto più facili e immediati da comprendere di quelli di una massa di decerebrati in cabina elettorale.
E sia. Io infatti questo vorrei: un’aristocrazia dell’intelletto. Che al momento coincide con quella pecuniaria, ma un domani - riforme permettendo - la situazione potrebbe cambiare.
Continui a spiegare il perché certe persone sono meno colte e preparate di altre, e sono spiegazioni convincenti, ma qui il tema è un altro: siamo sicuri che sia una buona idea dare agli ignoranti la possibilità di danneggiare sé stessi e allo stesso tempo gli altri? Perché tutta la difesa del suffragio universale ruota attorno all’idea che gli ignoranti sappiano capire cos’è meglio per loro e votino di conseguenza; ma a me pare vero il contrario. Voglio dire: se uno non sa una mazza di nulla è possibile che arrivi a ritenere Claudio Borghi un economista, anziché un grottesco ciarlatano.