Eccoci qua. Benvenuti al redde rationem. Il tema che propongo qui potrebbe diventare un punto programmatico di svolta e identità, forse le uniche cose in grado oggi di dare visibilità a partiti microscopici.
Il tema è (nientemeno che) il superamento della democrazia (o meglio: del suffragio universale) e l’abbraccio dell’epistocrazia, vale a dire una forma di governo in cui il voto informato e istruito conta di più di quello disinformato e ignorante. Un qualcosa che in parte esiste già (ma solo in teoria, vd. sotto) nella nostra cara democrazia liquida: il sistema delle deleghe permette in teoria a chi è più competente sui vari temi di contare di più sugli altri. Jason Brennan chiama questo sistema “voto plurimo”.
Il libro di Brennan
Ma chi è sto Brennan? E’ un docente universitario alla Georgetown University, ma soprattutto è l’autore di Contro la democrazia, principale punto di riferimento per chi crede che l’epistocrazia sia meglio della democrazia medesima.
Di seguito riassumo i principali punti del ragionamento di Brennan.
- La democrazia è il governo degli Hobbit e degli Hooligan
Il primo capitolo è dedicato al problema fondamentale: la popolazione. Brennan la divide in 3 categorie:
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Hobbit: cittadini scaesamente informati, con scarso interesse e scarsi livelli di partecipazione politica: si caratterizzano per un impegno ideologico debole o instabile
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Hooligan: cittadini molto informati e impegnati nei confronti della politica e della propria identità ideologica. Per loro, fare politica è come tifare per la squadra del cuore. Si informano di politica, ma in modo partigiano. Cercano informazioni che confermano le loro opinioni pregresse, mentre ignorano, sottovalutano o rifiutano senza pensarci due volte le prove che contraddicono o sconfessano le loro opinioni.
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Vulcaniani: pensatori perfettamente razionali e molto informati, senza eccessiva lealtà per le proprie convinzioni. Le loro opinioni hanno solide basi di scienze sociali e filosofia. Sono consapevoli dei propri limiti, e le loro certezze non vanno mai al di là delle prove. Sono gli unici in grado di articolare il punto di vista diverso dal loro in un modo che chi lo sostiene troverebbe accettabile.
La stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto, dice Brennan, rientra nelle prime 2 categorie.
- Nazionalisti ignoranti, irrazionali e male informati
Qui l’autore spiega che
- esiste una vastissima letteratura scientifica e decine di esperimenti, sondaggi e test sociologici che dimostrano che il livello di conoscenza degli americani riguardo le basi minime del funzionamento dello Stato è bassissimo. Per citare giusto un paio di esempi:
-durante l’anno delle elezioni, la maggior parte dei cittadini non sa identificare nessun candidato al Congresso nei propri distretti -Il 73% degli americani non capisce quali fossero i motivi della Guerra Fredda -La maggior parte degli americani non sa, nemmeno approssimativamente, quanto si spende per il sistema pensionistico, né a quale percentuale del budget federale corrisponde
-alcune persone di solito sanno più di altre: la conoscenza è fortemente legata all’interesse, ovvero le persone acquisiscono conoscenze politiche perché trovano interessante farlo
-la maggior parte delle persone processa le informazioni politiche in una maniera distorta, che rinforza la loro ideologia preesistente (bias di conferma; availability bias; contagio affettivo ed effetto dell’attitudine precedente)
-le persone più attive in politica di solito sono anche sostenitrici fanatiche, parlano raramente con chi ha visioni politiche opposte e non sanno articolare i motivi per i quali qualcun altro è in disaccordo con loro.
ALTRE ARGOMENTAZIONI IMPORTANTI
Le libertà politiche non sono come le altre
Supponiamo che Tizio -un uomo single e senza figli, sulla ventina- si comporti in modo imprudente: mangia troppo, fa poco esercizio, spende troppi soldi. Per quanto discutibili possano essere le sue scelte, non sta facendo male a nessuno se non a sé stesso. Lasciamo che viva come gli pare. Molte persone pensano che così come Tizio ha il diritto di mangiare fino a farsi venire un infarto, una democrazia ha il diritto di governare sé stessa fino a provocare una crisi economica. L’analogia non regge. Un elettorato non è un individuo, ma un insieme di persone ocn scopi, comportamenti e credenziali intellettuali diverse. In un elettorato ci sono persone che impongono le loro decisioni ad altre. Se la maggior parte degli elettori agisce con stupidità non fa male solo a sé stessa, ma anche ad elettori meglio informati e più razionali.
Il suffragio non è davvero universale
Perché non facciamo votare i bambini di 6 anni? Sembrano esserci 3 ragioni fondamentali:
- Appartenenza alla società: i bimbi piccoli non sono ancora pienamente membri della società, perciò non meritano diritto di voto
- Dipendenza: i bimbi piccoli voterebbero quello che dicono i genitori, perciò dare il diritto di voto a loro sarebbe come darne di più ai loro genitori
- Incompetenza: i bambini non ne sanno abbastanza di politica
Consideriamo la terza ragione: se l’ignoranza è una ragione sufficiente per escludere i giovani dal voto, per coerenza si dovrebbero escludere anche gli ignoranti non giovani.
E fin qui ho semplicemente riassunto il libro di Jason Brennan. Ora aggiungo qualche considerazione mia.
PERCHÉ LA DEMOCRAZIA LIQUIDA NON È EPISTOCRAZIA
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Perché presuppone -erroneamente- che il singolo individuo sia in grado di capire chi è competente e chi no su un argomento. E perché mai uno che passa le giornate a insultare Burioni su Facebook dovrebbe essere ritenuto capace di distinguere un luminare della scienza da un ciarlatano?
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Perché presuppone -erroneamente- che le deleghe vengano date avendo come unico criterio quello della competenza. Non possiamo sapere se Tizio ha delegato Caio perché lo ritiene più competente o solo più simpatico
L’ETICA HACKER PROMUOVE L’EPISTOCRAZIA
Mi rifaccio qui agli scritti di Levy.
Gli hacker dovranno essere giudicati per il loro operato, e non sulla base di falsi criteri quali ceto, età, razza, sesso o posizione sociale. In una comunità hacker, l’abilità conta più di ogni altra sua caratteristica. Levy descrive il caso di L. Peter Deutsch che, seppur appena dodicenne, venne accettato dagli altri hacker del TX-0 nonostante non fosse neppure uno studente del MIT.
Dovrebbe valere lo stesso discorso per i cittadini. Se un bimbo di 7 anni dimostra di saperne di più di un ritardato 50enne, per me il bimbo ha diritto di voto, il 50enne no.
Il problema -come spiega benissimo Brennan- è che abbiamo elevato il diritto di voto a una sorta di patente di dignità ed uguaglianza sociale. Siccome in passato le società occidentali hanno escluso dal voto certe categorie per criteri sbagliati, abbiamo pensato che far votare tutti fosse la soluzione. Beh, non lo è. E’ ovviamente sbagliato escludere dal voto le donne, o i neri, o i biondi, o quelli alti meno di 1m e 65; ma sarebbe giusto escluderli per motivi razionali, ad esempio l’ignoranza.
CON L’EPISTOCRAZIA LA QUESTIONE DELLA PRIVACY E DELLA SORVEGLIANZA DI MASSA È MENO GRAVE
Visto che di recente qui si discute molto sul “che fare” coi dati (nazionalizzarli, non nazionalizzarli) e annesse situazioni di sorveglianza di massa e mancanza di privacy, faccio notare che con l’epistocrazia questo problema si risolverebbe a monte: lasciamo pure che i babbei si facciano indottrinare dai demagoghi di turno, tanto se il loro voto non conta un cazzo (come sarebbe giusto) non faranno danni. Anche perché noi siamo contro lo Stato etico/paternalista: impedire alla gente di svendere i propri dati per sapere a quale personaggio di Games of Throne assomiglia non è tanto diverso dall’impedire loro di farsi uno spinello, mangiare da McDonald tutti i giorni o guardare Uomini e Donne.
TUTTO CIÒ NON È AFFATTO ELITISMO
Soprattutto in considerazione del fatto che nella nostra visione di società la conoscenza è libera. Ergo, se tutti hanno libero accesso alla conoscenza e all’informazione, è anche giusto che chi decide di non attingere a quella conoscenza venga trattato peggio di altri. E’ come se in un villaggio ci fosse un lago in mezzo, a cui tutti hanno diritto di andare liberamente: non lavarti mai è una tua legittima decisione, ma non puoi lamentarti se gli altri abitanti ti scansano perché puzzi da fare schifo.
In futuro (forse) scriverò qualche proposta operativa per implementare concretamente forme epistocratiche. Per ora però mi fermo qua.