Casaleggio, Morozov, Bauwens… tutti contro LQFB?

Secondo Casaleggio LQFB è scarsamente usabile. Certo, molto meglio la loro piattaforma, con voti certificati dalla Casaleggio Ass.

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dovrebbero fornirci un ratio piu preciso, che se fosse vero potremmo anche migliorarla questa usabilita

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Esattamente. Anzi, direi che noi abbiamo anche le idee abbastanza chiare su come migliorarla, questa usabilità. Ma il problema fondamentale di LQFB non è la user experience (che oggi un bravo sviluppatore frontend con un UX expert può rifare in meno di una settimana), ma bensì le implicazioni (socio-politiche) della macchina a stati che sta dietro a LQFB, ovvero il (non tanto semplice) sistema della democrazia aumentata che sottende la democrazia liquida, coniugato con le esigenze di un sistema di voto.

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Secondo me sull’interfaccia grafica un paio di modifiche veloci si potrebbero fare. Se è una azione, cioè uno tra:

  • nuova iniziativa,
  • nuovo emendamento,
  • voto,
  • cambio voto, non ci dovrebbe essere un link ma un tasto. Va bene il link per tutte le cose che fanno vedere dei contenuti.

Ma Liquid Feedback è scritto in C?? E il front-end in Lua?? Perché?

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Secondo me gli autori pensavano che facesse figo. Non trovo altre spiegazioni, almeno per la parte in Lua.

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LQFB è senz’altro migliorabile, ma non illudiamoci che a Casaleggio stia realmente a cuore il miglioramento di LQFB o di qualunque altro software realmente in grado di garantire che “uno vale uno”. Casaleggio è un volpone, oltretutto con una certa esperienza in comuncazione. Credo francamente che la vera ragione per cui il M5S non usa LQFB sia -come diceva @Guybrush- che, molto banalmente, non consentirebbe a Casaleggio il controllo sul movimento (o, almeno, non come ora). Ma ovviamente non sono cose che si possono dire in un’intervista; molto meglio far credere che la scelta dipenda da ragioni squisitamente tecniche.

E rocketwiki è in haskell. Lua ed haskell hanno sintassi simili e domini complementari.

@vitalij, la parte in C credo si occupi solo di collegare cron al core vero, nelle stored procedures in pgsql.

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That’s correct

In una intervista diversa ha addirittura attribuito i fallimenti sociali e mediatici nel Piratenpartei all’uso di Liquid Feedback. Con ciò ha dimostrato che non si è interessato per nulla ne alla piattaforma ne a quanto è avvenuto realmente in Germania. Ci avrebbe fatto una figura migliore se avesse attribuito l’insuccesso dei Piraten all’assenza di una figura leader. Il leader è infatti la soluzione semplice a tutte le questioni di disciplina e cacofonia che i Piraten non hanno voluto accettare ma non sono neanche riusciti a risolvere diversamente (mentre noi abbiamo sviluppato uno statuto apposito).

Riguardo all’usabilità con le nuove versioni LQFB ha fatto balzi nel futuro… e le ragioni per la quale solo le regioni del M5S usano LQFB, non il nazionale della Casaleggio Ass. è perchè il leader vuole mantenersi la possibilità di avere l’ultima parola, se necessario falsando gli esiti delle votazioni. Con LQFB questo sarebbe decisamente più difficile da realizzare.

Provenendo da alcuni contesti e gruppi del M5S devo far presente svariate ed importanti insoddisfazioni che mi hanno portato infine al Partito Pirata (che praticamente non conoscevo). Il mio disagio era verso:

  • toni troppo aggressivi e troppa satira sul blog che presenta di fatto il M5S;
  • l’estrema confusione, pesantezza e impossibilità di prendere in considerazione l’enorme quantità di commenti sul forum nazionale;
  • la scarsa o assente comunicazione tra realtà locali e parlamentari (sono problemi oggettivamente difficili, però occorre dunque rivedere il semplicistico “uno vale uno” o confessare che al momento non c’è una democrazia diretta);
  • la bontà degli intenti del programma, ma la scarsa presenza di dettagli e piani su come raggiungerli (cosí come l’impossibilità di lasciare il proprio contributo);
  • il rifiuto di Casaleggio della magnifica piattaforma Parelon (Parlamento elettronico online) realizzato da volontari, iniziativa sostenuta dal M5S Regione Lazio, di cui ho visto la presentazione al Senato, lunga diverse ore, ed è incomprensibile rifiutare uno strumento cosí (è veramente all’avanguardia, serve per le proposte di legge, gli emendamenti e i voti);
  • bug nel blog di Grillo (a livello di login mi sono capitati, ormai mi sono cancellato);
  • votazioni troppo brevi, che non vengono “dal basso”, sono scelte le risposte, e senza possibilità di tornarci sopra (questo è il fantasma di una democrazia diretta) (se il problema è l’immaturità degli strumenti e del movimento, posso comprendere, però va detto chiaramente e si fissano gli obiettivi della piattaforma futura: tutto ciò manca tristemente);
  • il rifiuto alla base di qualsiasi organizzazione perché è incompatibile con il “non statuto” che in realtà è uno statuto minimale (un metodo non fa male, ho visto persone capaci allontanarsi perché stufi di non poca inconcludenza).
  • sarebbe utile far leggere a Grillo questo elenco, o ai parlamentari, ma so che non c’è nessuna via regolamentata per lasciare questo feedback e probabilmente (è la sensazione che mi trasmettono) non gli interessa.

Non sono l’unico a vedere delle criticità nella democrazia del M5S.

Io non sono per un partito o un movimento e contro altri, sono per una società migliore (quanto fatico a crederci però…), sono contento se il M5S migliora i suoi problemi, adotta un po’ di regole per gestire una partecipazione complessa, ma al momento sono molto perplesso, e nel Partito Pirata ho ritrovato qualche speranza, magari non di vederlo alla maggioranza (è un obiettivo molto tosto), almeno di comprensione e dialogo intelligente.

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Infatti mi domando quanto tempo ancora ci mette il buon Federico a soppraggiungere qui da noi… :wink:

Btw, c’eravamo anche noi alla presentazione di Parelon, se non sbaglio avremmo potuto conoscerci prima!

Intervista a Casaleggio, settembre 2015: http://www.beppegrillo.it/2015/09/lintervista_di_gianroberto_casaleggio_al_fatto_quotidiano.html Altra fonte DagoSpia: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/grande-fratello-grillino-casaleggio-annuncia-arrivo-rousseau-105218.htm

La piattaforma prossima futura (o forse già adottata, non lo so) è Rousseau, ideata da Casaleggio, non open source. Si dice che è affidabile e sicura, ma non si menziona il problema della certificazione dei voti, che non viene fatta da terzi, né resa palese (mostrare i voti di ciascuno, cosí se uno non si fida può contare e verificare). Di fronte ad uno strumento democratico [che in prospettiva sarà] statale, non si può non esigere che il codice sorgente sia di pubblico dominio.

Questo fatto ritengo sia l’aspetto piú grave e inquientante del M5S, qualsiasi altra cosa è comprensibile in confronto, ma minare la fiducia sulla democrazia cosí, è grave e mi dispiace; vista la posizione che cmq ha raggiunto. C’è forse il tentativo di un raffinato totalitarismo che si avvale di marketing e dati socio-psico-geografici (IUFitalia2015 Materiale storico - Video) per influenzare la massa e spacciare il tutto per democrazia nientemeno che diretta? Naturalmente è solo un’ipotesi, ma che si avvalgano di software libero, se non vogliono diffondere questi timori …che purtroppo solo una minoranza avrà.

Concordo con solibo, inoltre Casaleggio vide solamente LQFB in versione 2 che al confronto con la 3 era veramente pesante da digerire!

Hanno scelto un linguaggio nel quale potevano muoversi con rapidità e che non sarebbe stato un problema per la scalabilità del sistema intero – e quei due obiettivi li hanno ottenuti.

È entrato in politica dopo essere diventato il market leader in Italia per la manipolazione delle persone nei social a scopo di marketing. Mi pare un sano principio democratico sul quale costruire un movimento politico (che a livello legale non è democratico comunque).

Quando il populismo è sistemico…

Hanno fatto peggio dei parlamentari Piraten che almeno usano LQFB per avere il Feedback della base pirata, anche se poi si sono ideologizzati un po’ l’idea che hanno un incarico che va oltre al PP e perciò devono dare ascolto a l’intero elettorato e decidere di propria saggezza… entrambi egocentrismi malragionati.

Lo sanno tutti meglio di noi…

Ah, gli italiani… grandi maestri a coprire i propri interessi con nomi e citazioni di grandi pensatori… come per dissociarsi dal proprio prodotto ed elevarlo ad un livello più egregio… indiscutibile…

Lo spiega il video sugli “influencer” che Casaleggio pubblicò prima di scendere in campo…

No veramente sono grato che non abusino del software libero a questi scopi. Immagina avessero rilasciato un software apparentemente ragionevole mentre in realtà sui loro server ci stanno una dozzina di plug-in o patch che ne garantiscono il controllo dello staff. Tutti farebbero la figura dei paranoici a dire che solo perchè il software appare buono non è detto che sui loro server ancora lo sia (vedi argomentazione della licenza Affero GPL). Casaleggio si sente talmente saldo in groppa da potere difendere l’uso del proprietario – ma ora se lo critichiamo dobbiamo stare attenti a non suggerire che se fosse libero sarebbe sufficiente per essere credibile. Non è così. La trasparenza democratica richiede più di quanto alcuna licenza software ci offra.

Casaleggio usa lo strumento migliore per gli scopi che si pone. Gli scopi di Casaleggio non sono la democrazia liquida. Gli scopi di Casaleggio sono la partecipazione (a livello strettamente locale e con incontri fisici, visto che i suoi membri non sono così informatizzati), e uno strumento di qualche tipo per sondaggi.

Questo è Rousseau: uno strumento di sondaggistica con uno spin partecipativo e democratico. Imho preoccuparsi della manipolazione dei voti è paranoia: Casaleggio è un professionista della pubblicità, se vuole può manipolare i votanti.

@Cal non è paranoia, potrebbe anche non manipolare nulla Casaleggio, ma è correttezza: una piattaforma di voto statale deve rispettare certi criteri.

@lynX naturalmente non basta che sia open source, i server devono risiedere in Italia (non negli USA) e deve esserci una vigilanza che garantisca l’integrità dei sistemi e la non manipolazione. Con Parelon sono emersi questi problemi e i cittadini tendono a non fidarsi (almeno in altri Stati europei) nonostante si implementi vigilanza, la fiducia maggiore si ottiene con il voto palese. Tanto non sarebbe piú su un partito, ma su singole questioni e quindi questo crea molta meno discriminazione. Inoltre, si può sempre ricorrere ad uno pseudo nick conosciuto dal solo votante, cosí ognuno verifica per sé, ma resta anonimo agli occhi altrui.

Si devono fare bene le cose, Rousseau non mi convince affatto, è scorretto nelle premesse.

@Cal Sicuramente, come dici, è piú probabile che la manipolazione sia a livello di marketing. Avendo molti dati di profilazione e statistici, si può comprendere l’opinione pubblica su un certo tema, nel momento che risulta piú favorevole agli interessati: si fa la votazione. Ottengono il risultato previsto e chiudono la votazione. Diventa fondamentale quando si fa una votazione, chi decide le risposte possibili, se e quando si può ripetere una votazione fatta. Se hai i dati oggi disponibili grazie ai social e decidi le modalità di voto, puoi quasi condurre ogni esito verso il risultato desiderato. Puoi anche intercettare nuove esigenze, nuovi timori, e generare eventi per spingere l’opinione pubblica nella direzione voluta.

È vero che la politica si è sempre basata sulla propaganda emotiva e la popolazione è quello che è, però si avranno metodi piú raffinati e quindi un maggior controllo sociale e politico. Solo un metodo di democrazia che si impegna a massimizzare il feedback può prevenire questi problemi.

@Silvan, una piattaforma si voto statale si porta dietro altri problemi notevoli. Quella del M5S non aspira ad esserlo (spero).

Primo fra tutti, l’algoritmo di voto deve essere comprensibile ai più. (Quindi, Condorcet no. Non puoi pretendere che tutti gli elettori si vadano a studiare una cosa del genere.)

Poi, deve essere “ragionevolmente” sicuro. Di una macchina elettronica non lo sai davvero, mentre con le schede di carta puoi lasciare i carabinieri a fare la guardia, eccetera.

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Con il voto palese, la situazione è del tutto analoga (anzi ancora piú sicura) delle schede di carta.

Riguardo i metodi di calcolo, gli algoritmi, ecc. sono una questione a sé, che direi di non toccare in questa discussione (sarebbe OT). Comunque preferisco le soluzioni piú chiare e semplici possibili.

Attento: il voto palese (argomento già trattato milioni di volte) ha implicazioni sociali spaventose.

Riassumo: un voto o è palese o è libero. Tutte e due mai.

Peggio ancora quelle del voto segreto… quando parliamo di democrazia parliamo sempre di scelte “meno peggio” di altre…

No. Il voto DEVE essere segreto. La garanzia va chiesta al sistema sull’utente, NON al voto.

Una volta che l’utente è certo, ma non è riconducibile direttamente ad una persona in particolare, il suo voto si può conoscere. Ma se l’utente non è offuscabile, allora il suo voto non sarà mai libero.