Chi sono i Pirati? Sull'Identità di questo partito

Non conosci la realtà @mutek.

Nemmeno la Fisica ti può permettere di conoscerla. Quello che vedi sono ombre, proiezioni mentali delle percezioni del tuo corpo. Proiezioni che sono deformate dalla struttura della tua mente. Struttura che è la Matematica (mathema tike, l’arte di imparare).

La luce non è né onda né particella. Semplicemente perché la luce esiste nella realtà, onde e particelle no: sono astrazioni, informazioni, proiezioni nella limitata mente di un homo sapiens sapiens utili alla sua sopravvivenza.

la mia è una scelta. Ho deciso di farmi raccontare la realtà dalla scienza più esatta possibile per le mie aspettative, a quanto pare è la fisica teorica, la fisica sperimentale, la chimica, l’elettrochimica, la matematica, … , insomma quel mondo li.

si questi pensieri li facevo a 16 anni, ne ho ancora tonnellate di ricordi, intere teorie ricostruite che se le avessi messe nero su bianco ora sarei un bestseller di queste fantasie. Poi però l’ho superato

p.s. i fisici teorici hanno molta più fantasia di tutto il matrix che possiamo inventare con la nostra mente

1 Mi Piace

E’ anche la mia di scelta.

Ma implica la consapevolezza degli effetti della selezione naturale sulla struttura della nostra mente.

Anche la mia é una scelta, ed é una scelta piú scelta di tutti e due. E cmq per me esistono solo linguaggi, la matematica é un linguaggio fatto per studiare e descrivere i numeri, la fisica é un linguaggio fatto per studiare e descrivere il creato. Probabilmente ho torto, ma non me ne frega niente, perché non é l’argomento di questa discussione. Mé, ora che il pippone é finito possiamo tornare OT (On Topic)?

Quando ho scritto societá dell’informazione o della conoscenza, volevo definire l’immaginario collettivo al quale ci rifacciamo, il modo in cui decliniamo il suo significato é soggetto a dibattito e lo sará ancora per molto tempo, perché é la societá che studia se stessa (lo so Godel non sarebbe proprio d’accordo). Il nostro immaginario collettivo si fonda su una scia culturale che é al contempo fatta di letteratura, saggistica, software, movimenti e probabilmente altro che crea un territorio che forma il nostro punto di vista, sul quale non dobbiamo essere tutti d’accordo, perché quella é la nostra sandbox (scusate l’informaticismo).

Quindi io direi, anche per questioni storiche e di allineamento con gli altri pirate party i punti fondanti di questo partito sono:

  • diritti civili
  • democrazia diretta
  • battaglie su copyright e brevetti
  • condivisione della conoscenza
  • privacy dell’individuo e trasparenza delle strutture sociali
  • Libertá dell’informazione
  • anti-corruzione (ho messo il trattino come richiesto da qualcuno, notare lo sforzo)
  • neutralitá della rete

Io a questi aggiungerei, diritti umani, del lavoro, dell’ambiente (piante e animali). Ma per il resto mi sembra giá che sia tanta carne al fuoco.

diciamo che quelli che descrivi sono i nostri temi “core”, li hai elencati bene a mio modo di vedere (anche se al posto di democrazia diretta metterei democrazia liquida). Lo sforzo che occorrerebbe fare ora è declinare questo core a cascata sui tutti gli altri temi che riguardano la società perché nel corso degli anni abbiamo rifiutato il modello del “partito di scopo”, che è un po’ la parte diffiicile che ci aspetta ora, visto che sul core ci sono pochi dubbi (anche se io metto il contrasto all’evasione allo stesso livello di quello alla corruzione, :smile: ),

1 Mi Piace

Io credo che ci si debba concentrare meno sulle definizioni, una volta definito il “core”, non mi addentrerei troppo nelle definizioni successive che rischiano di diventare scolastiche. Invece cercherei di lavorare sul modello decisionale, per esempio, nel mio lavoro funziona piú o meno cosí:

C’é un servizio da fornire al cliente, il servizio deve essere prima sviluppato e poi consegnato. Quindi:

  1. C’é una sandbox dove un programmatore, o gruppi di programmatori in concerto con sistemisti e esperti di sicurezza si confrontano sulle possibili implementazioni valutando pro e contro, possono nascere e morire anche Pilot.
  2. Nella zona di sviluppo emergono le prime implementazioni, si tira su l’infrastruttura e si fa camminare il software per vedere cosa succede, comincia un confronto serrato sui problemi che emergono e secondo metodi formali che non vado qui a spiegare si ritocca il software
  3. C’é una zona di “quasi produzione” che in genere viene chiamata acceptance o test a seconda del metodo di sviluppo che si segue dove si fanno ulteriori test di affidabilitá e si tengono d’occhio le metriche
  4. si porta la soluzione in produzione in modo progressivo tenendo d’occhio le metriche.

Lungi da me proporre qualcosa di simile per un partito. Peró questo approccio mi porta a farmi queste domande:

  1. come dovrebbe nascere un’idea in un partito? Dov’é la mia sandbox? Cioé il luogo dove io posso formar{e,mi} l’idea che poi sará il generatore per il nostro agire collettivo? Attenzione, non parlo della lista della spesa, noi quando arriviamo allo stato di DEV, normalmente siamo tutti d’accordo su come lo dobbiamo fare e non c’é bisogno di fare dibattiti, se dobbiamo implementare Kerberos come user authentication si va e basta perché questa valutazione é avvenuta nella sandbox.

  2. Come osserviamo noi stessi? Quali sono le nostre metriche, come misuriamo la qualitá del servizio che offriamo alla comunitá, come possiamo ottimizzare il livello di soddisfazione dei nostri elettori? Come possiamo ottimizzare il livello di soddisfazione dei nostri iscritti? Dove sono i nostri colli di bottiglia? Dove possiamo fare meglio?

Diciamo che quello che piacerebbe a me sarebbe: Una zona dove le idee possono decantare, non pubblica, perché se necessitiamo di parlare di strategie di partito non dobbiamo vivere nel timore che qualche giornaliste le possa trasformare in un comunicato del partito pirata. Il percorso decisionale definito con LQFB, io lo vivo come la zona di sviluppo, cioé si cerca di progettare l’idea meglio che si puó, la si vota e la si manda indietro finché non é pronta, ma poi ci deve essere l’implementazione (cioé il lato operativo), cioé la si deve creare e consegnare alla comunitá. Ma poi c’é il feedback, cioé l’idea non va abbandonata, ma man mano che mostra i suoi bug o si rende necessaria l’implementazione di una nuova funzionalitá deve essere rivista e re-implementata, ottimizzata continuamente.

Questo é il mio punto di vista, spero di non essere troppo eretico.

2 Mi Piace

La sandbox si definirà negli incontri, nei dibattiti in rete e fisici e non ultimo anche su liquid. Ad esempio l’idea di una rivista pirata è una idea sulla quale si discute da tempo. E’ il momento giusto? E’ prematuro? E’ una idea che non sta in piedi? Questo lo diranno i fatti, l’interesse che susciterà la proposta. Se si misura un interesse sufficiente e se il progetto si dimostra concreto e fattibile lo si metterà in atto. Altrimenti si accantona fino a quando qualcuno non deciderà che ci sono presupposti per riproporlo.

imho un partito non è un’azienda, non dobbiamo essere ossessionati dal concetto di performance, diciamo che il radicamento della base, il numero di iscritti e perché no le percentuali di voto sono parametri oggettivi e misurabili. Il livello di soddisfazione interna generalmente si esprime nei congressi.

Su questo noi distinguiamo quelle che sono questioni strategiche, che per motivi ovvi è meglio se non vengono trattate pubblicamente, e questioni politiche che invece possono essere espresse in pubblico. Comunque vorrei farti notare come l’applicazione del paradigma security through obscurity, tanto più in un partito come il nostro in cui ogni iscritto potrebbe essere un giornalista di qualsiasi testata, è di per sé inconsistente.

non sono d’accordo, per esperienza diretta ti posso dire che non può essere liquid la zona di sviluppo, al massimo può aiutarci a decidere quali proposte di implementazione ci convincano di più.

questo è inevitabile nella politica, non credo possa funzionare altrimenti

non è democrazia diretta come non è democrazia rappresentativa

la nostra è propriamente democrazia liquida:

3 Mi Piace

Non é un approccio aziendale, é un approccio informatico. Questi ragionamenti vengono fatti anche all’interno di comunitá opensource e nella produzione di free software. Concordo sul non essere ossessionati in generale, e sul prendersi il tempo necessario per fare le cose, ma penso che misurarsi con se stessi cercare nuovi parametri che danno nuove informazioni sia salutare. Non per fare di piú, ma per fare meglio. I parametri che indichi tu, sono lenti e arrivano quando il paziente ha giá la febbre alta, stimolano rivoluzioni invece di evoluzioni e spesso creano tensione.

Vero. Ma comunque penso che avere diverse tonalitá di grigio potrebbe essere interessante, per esempio non so se abbiamo mai tentato di costruire un meeting virtuale, con interventi e altro. Potrebbe essere una sfida interessante.

Ne consegue che liquid dovrebbe essere il momento in cui si decide e dovremmo costruire un sistema dove sviluppiamo delle idee, potremmo inventarci qualcosa e creare un pilot con un numero di volontari che poi relazionano al resto e introducono pian piano il sistema perfezionandolo strada facendo.

In teoria, l’esperienza mi insegna che raramente i partiti rivedono e raffinano le loro posizioni, molto piú spesso le lasciano a marcire. Secondo me il team o la persona che la propone si dovrebbe anche fare carico del feedback e di eventuali emendamenti.

La democrazia liquida é una forma blanda di democrazia diretta. I concetti sui quali si fonda sono quello di democrazia diretta e democrazia rappresentativa, che sono i veri concetti astratti. All’inizio l’esperimento dei Pirati fu quello di operare in democrazia diretta, successivamente a liquid feedback, per ragioni che non vado qui a elaborare, venne aggiunta la possibilitá di operare secondo canoni rappresentativi (non so se ricordo bene. Correggetemi se sbaglio).

Quindi l’obiettivo finale é la convergenza sulla democrazia diretta come concetto astratto. Ovviamente le implementazioni devono tenere conto di tutta una serie di eccezioni delle quali un costrutto teorico non ha bisogno di preoccuparsi.

PS: Ció non toglie che nei punti si puó scrivere Democrazia Liquida consapevoli del ragionamento, si puó tagliare corto.

Il forum serve a buttare tutti i ragionamenti in un calderone. Le conclusioni si fanno in liquid feedback.

No, solo perché il concetto appare semplice non significa che puoi immaginare il potere della delega transitiva.

All’inizio l’esperimento dei Pirati fu quello di operare in democrazia diretta

Non mi risulta in nessun PP.

Quindi l’obiettivo finale é la convergenza sulla democrazia diretta come concetto astratto.

Assolutamente no. La democrazia diretta non funziona.

E allora, vuol dire che il termine va proprio sostituito con democrazia liquida.

si in questo senso sono d’accordo con te

intendi incontri sul modello che facciamo con Jitsi o strumenti affini? Si sarebbe molto utile, tu sei in qualche chat pirata su telegram? Generalmente le usiamo per coordinarci e programmare i meeting online

si, se riuscissimo a razionalizzare questo passaggio sarebbe ottima cosa. Se hai idee o strumenti che pensi siano utili al raggiungimento di questo obiettivo fai una proposta, potrebbe essere un modo furbo per organizzare gli sciami

No, avevo visto da qualche parte una lista di gruppi telegram, ma non avevo motivo di iscrivermi e poi l’ho persa di vista.

Non ho un’idea precisa, ma penso che se troviamo un software capace di gestire gruppi e tracciare il lavoro fatto con la logica di Scrum potrebbe funzionare, credo che esistano varie implementazioni libere, magari affiancato ad un sistema che permette la creazione condivisa di documenti, come un wiki-qualcosa, ma non ho fatto ricerche.

Noi per queste elezioni abbiamo lavorato in modalità pseudo-agile e abbiamo utilizzato Project

Non lo conosco, ma se vi siete trovati bene non vedo perché cambiare.

Per mettere in modo schematico quello che dico allego una grafica, brutta, ma dovrebbe rendere l’idea. Il percorso durante lo schema verrebbe gestito passandosi la palla con un software tipo Project, credo.

3 Mi Piace

Come flusso mi sembra corretto. Io insisterei sul fatto che quando le proposte arrivano alla fase di decisione su Liquid dovrebbero avere già degli implementatori e degli attuattori definiti, questo per evitare un problema a noi ben noto, ovvero decisioni prese senza che ci fosse qualcuno disposto successivamente ad implementarle Tanto per dire, la proposta di pubblicazioni delle mozioni politiche fu votata favorevolmente dall’AP ma nessuno l’ha poi implementata.

Io credo, ma forse ho torto, che la responsabilitá dell’attuazione ricade sul primo firmatario o comunque sul promotore. Peró per ovviare a questo si potrebbe aggiungere una regola che definisce tutti gli attori chiamati a svolgere del lavoro nel percorso e perché avvenga la votazione questi team o persone devono impegnarsi formalmente a perseguire il progetto, se decidono di non farlo saranno loro ad aver perso del tempo, oltre ad averlo fatto perdere all’assemblea. E a questo punto conviene andare completi, prevedendo un paragrafo obbligatorio con la lista delle risorse che si prevede utilizzare, costi compresi e chi paga.

3 Mi Piace

Giusto, ma ricordo anche che abbiamo introdotto il Gruppo Coordinamento nello Statuto a risolvere questo aspetto — ma non lo abbiamo creato fino a qualche giorno fa. Il compito del coordinamento è, fra l’altro, di stare appreso agli implementatori e dargli i necessari calci nel sedere…

sono 8 anni che usiamo la democrazia liquida e si chiama cosi perchè è cosi, è come lo spaziotempo cosi la democrazia liquida esiste con la presenza combinata delle due caratteristiche. Lo spaziotempo lo abbiamo scoperto dopo che abbiamo trattato separatamente lo spazio ed il tempo. La democrazia liquida l’abbiamo configurata dopo aver vissuto con la democrazia diretta e quella rappresentativa.

La democrazia diretta e quella rappresentativa sono riduzioni approssimate della democrazia liquida, il fatto che nel tempo quella liquida è stata sperimentata dopo è irrilevante perchè quest’ultima vale più della somma delle apparenti parti.

Il Partito Pirata usa la democrazia liquida e questa è l’unica definizione esatta, le altre sono errate e non vanno usate.

non c’è nessun obiettivo finale, è un’invenzione di fantasia, anche se lo ripeterai non si trasformerà in realtà.

Il Partito Pirata gia dal 2011 appena ha avuto la possibilita tecnica di usare un software che implementasse la democrazia liquida in modo efficiente, ne ha approfittato il prima possibile. Ecco che nel 2011 è nata l’Assemblea Permanente che usa la democrazia liquida tramite l’implementazione software di LiquidFeedback e le regole del PP per risolvere i problemi strutturali riscontrati in germania. Questa combinazione è la formula magica a disposizione di tutti.

3 Mi Piace