Ecco quello che probabilmente diventerà a breve il PP. Il partito in cui una maggioranza silenziosa di dirigenti non parteciperà alla vita politica, non entrerà mai nel cuore del dibattito e neppure mostrerà interesse per i temi pollitici ma condizionerà pesantemente l’attività e la vita del partito stesso, anche con un utilizzo sconsiderato delle deleghe.
Questo scenario, che abbiamo già tristemente sperimentato in precedenza, non è una semplice paranoia del sottoscritto ma l’inevitabile conclusione di un percorso che ha preso una deriva ideologica dimenticando l’esperienza degli anni passati.
Qui dentro siamo tutti favorevoli a concetti quali democrazia, orizzontalità, accoglienza ecc…, ma se questi concetti non vengono contestualizzati dentro il nostro progetto politico produrranno l’effetto contrario a quanto auspicato.
Ora io voglio essere chiaro perché sono state dette tante cose e ogni volta qui tocca ripetersi perché le obiezioni inspiegabilmente rimangono sempre le stesse: personalmente rimango favorevole alla dem liquida per la gestione assembleare del partito pirata, inclusi i meccanismi di convivenza tanto cari a Von LynX.
Sono però apertamente contrario al concetto del partito di dirigenti, che è un modello sbagliato perché ci sottoporrà al boicottaggio di tutti gli avversari politici (che forse è già in corso), ed auspico che questa assemblea sappia trovare una soluzione per evitare questo errore che ci porterà presto all’implosione (di cui già si scorgono diversi segnali).
Non credo di essere il solo qui dentro ad avere questa impressione.
A questo punto vi invito a lavorare su una proposta di mediazione, che si concretizzi attorno a due condizioni:
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confermare la nostra predisposizione alla democrazia liquida
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determinare criteri il più oggettivi possibili per l’accesso alla piattaforma decisionale
Questi criteri potrebbero essere collegati ad un insieme di fattori concomitanti, come il tempo di iscrizione, il feedback complessivo sui propri interventi, le proposte approvate, gli incarichi svolti e in corso ecc…
Chi preferisce far parte di quella maggioranza silenziosa, perché vuole semplicemente concorrere a sostenere il partito anche con la semplice quota di iscrizione, continuerà ad avere voce nel partito, potrà sempre sollevare problematiche e fare proposte sui vari canali di comunicazione anche senza avere il diritto di voto. Ovviamente avrà anche meno responsabilità.
Chi invece si vorrà spendere nel e per il partito avrà modo di dimostrare la propria volontà e parteciperà alla piattaforma di voto assumendosi anche la responsabilità legale e politica del proprio ruolo, cosa che non credo sia del tutto chiara all’AP.
Se riusciamo a produrre criteri oggettivi riduciamo la possibilità che il gruppo degli aventi diritto si configuri come un gruppo di potere, diamo a tutti le stesse possibilità di accesso alla piattaforma decisionale e conserviamo una struttura orizzontale.