Infatti sono contrario pure alla schedatura dei cattolici, pensa un po’, pure di gente proveniente da sette cattoliche come Opus Dei, CL e neocatecumeni. Sono perfino contrario a schedare la gente del Movimento dei Focolari, se pure il mio ateismo io lo debba sostanzialmente a una mia professoressa focolarina del liceo e alla sua insistente propaganda.
Mi sembra che questa frase sia l’anticamera del famigerato male non fare, paura non avere, che ha fatto parecchi danni e continua a farne.
Immagina per esempio di richiedere a una persona transex o intersex iscritta a un’associazione di supporto della sua affiliazione. Sul serio una persona del genere dovrebbe fidarsi della riservatezza portata avanti da un numero indefinito di iscritti?
Ma SE anche non dovesse essere una provocazione, sembrerebbe chiaro a me (credo anche a te) che si tratti di una esigenza fortemente minoritaria, quindi non mi preoccupa.
Vuoi presentare una proposta @Shamar ? Ok
Quando vedrò un esercito che vuole tutto questo, allora
perché al mondo esistono forze alle quali non è dato opporre alcuna resistenza
Nel frattempo, quali sono le proposte politiche del partito pirata?
Nel M5S ha avut molto successo la presentazione, per essere ammessi a “dirigente” del certificato penale intonso.
E se noi dovessimo presentare la TAC della scatola cranica?
magari è stato già scritto, sto iniziando adesso a leggere seriamente tutto, ma la “questione” doppia tessera è proprio nella radice in cui si fa politica. Infatti se “far politica” è tifoseria, allora il tesseramento corrisponde all’identificazione di una determinata fazione o squadra di calcio che lotta per accaparrarsi lo scudetto o la coppa dei campioni e quindi il potere di guidare una nazione. Per me questo non è far politica. Io non credo alle nazioni, non credo alle fazioni partitiche, non credo al fatto che la politica sia una battaglia per accaparrarsi il potere di guidare una nazione.
Politica, l’ha detto tanto bene a Milano @solibo (non sono sicura che fosse lui perché ho ancora difficoltà ad associare nickname alle facce ed ai nomi delle persone…la prosopagnosia è un mio problema oltre alla disgrafia, la discalculia ecc ecc ) : far politica è capire che non ci piace il mondo così com’è e cercare di migliorarlo. E questa radice è comune a tutte le persone che fanno politica, anche ai “conservatoristi”. Si è già scritto da più parti che non significa nulla essere cattolico, massone o appartenete ad una qualsiasi setta se quello che contraddistingue la persona non è la volontà di convertire tutti al cattolicesimo, alla massoneria o varie ma è la volontà di migliorare il mondo per tutti, quindi è per me assurdo pensare che il “potere” che viene “conquistato” con la politica sia un potere di comando, ma è un potere di servizio e quindi di rappresentanza delle istanze di tutti, anche delle minoranze (si @Shamar sto proprio citando la Costituzione ). Se un cattolico si mette al servizio dell’obiettivo che riguarda il cercare di garantire maggiormente l’autodeterminazione delle donne, l’obiettivo sarà lo stesso comune a quello di uno di potere al popolo o di un leghista. Il confronto tra le diverse sensibilità e tra i diversi punti di vista, quindi, non potrà che essere enormemente costruttivo per tutti perché quello che ne uscirà è la sintesi di tutti i punti di vista. Questo per me è fare politica. Nella mia ricerca di supporti parlamentari per fare approvare la proposta di legge io è proprio questo che voglio fare: voglio chiedere a queste persone se vogliono partecipare al Gruppo di Lavoro sulla non discriminazione delle persone con disabilità per aiutarci a trovare la sintensi migliore di questa legge senza snaturarne gli obbiettivi. Quindi si, spero che al partito s’iscrivano politici del PD, della Lega, del M5stelle, ecc ecc. perché per me iscriversi al Partito Pirata non equivale ad appartenere ad una determinata fazione o tifoseria, ma essere Pirata, quindi avere il “metodo pirata” per voler cambiare il mondo.
Nessun problema di numeri ma dialogare con tutti e cercare di lavorare su quanto si può fare assieme per migliorare le politiche nazionali ed europee.
Questo non vuol dire essere inclusivi ma accoglienti.
Questo “metodo pirata” va esportato, sta ai pirati mantenerlo solido ed efficiente.
Scusa se ti rispondo solo ora, cercare collaborazione con gli altri partiti è una cosa che dobbiamo fare (per forza dato il nostro peso politico) ma da qui ad aprire a tutti quelli che hanno già una tessera di un altro partito di strada ce ne passa
Mi spiego meglio, nel caso migliore avremmo all’interno gente che effettivamente collabora e pone discussioni costruttive sui temi trattati, non andando a inficiare il pensiero pirata, anzi arricchendolo; nel caso peggiore invece ci potremmo trovare nella situazione che un qualsiasi altro partito inizia ad “infliltrarsi” al nostro interno boicottando alcune iniziative che magari contrastano con il loro, oppure entrare in un numero tale da poter prendere decisioni magari anche contrarie al pensiero pirata stesso e veicolarlo verso altro.
Per quanto riguarda la questione “tifo” in realtà hai trovato l’esempio migliore, esistono gemellaggi tra tifoserie e rivalità piú o meno accese, ma tutti riconoscono un “codice” che seguono (non entro nel merito della liceità di questo codice, ne che sia giusto o sbagliato ciò che fanno), la differenza però tra il tifo e i partiti è che nessuno (o quasi) dei partiti segue un codice condivisibile con noi ne hanno una qualsivoglia mentalità pirata; Poi che all’interno del partito x ci siano 1/10/100/etc persone che hanno un identità pirata, dobbiamo convincerli a sceglierci come causa da sposare (e non parlo di poligamia)
Rimango dell’idea che uno non può essere al contempo pirata e m5s, pirata e leghista, pirata e pd, pirata e del partito radicale, pirata e di forza italia etc etc. Se uno è pirata è pirata, altrimenti sarebbe il partito dei corsari che issano su la bandiera dell’altro partito quando devono attaccare
Può farlo anche semplicemente stracciando la tessera del suo vecchio partito o non dichiarandola.
Credo che lo scopo della doppia tessera sia quello di permettere di “provare” il PP a chi in un partito è rimasto deluso ma non completamente e immagino si riferisca soprattutto a partiti-movimento.
Questo è scontato: per avere la doppia tessera deve essere permessa anche dagli altri partiti.
Sono d’accordo con te in linea di massima ma esistono partiti come quello radicale che promuovono la doppia tessera in quanto strumento di contaminazione politica.
Inoltre esiste una forte sovrapposizione tra le tematiche promosse dal Partito pirata E da quello “Radicale” e quindi non vi sono sostanziali barriere programmatica tra i nostri due partiti.
Si pone Però certamente un problema di natura tattica: in politica, così come in biologia, non esistono scenari in cui due partiti sovrapponibili possono coesistere. E se la motivazione biologica è del tutto evidente ( le risorse naturali, esattamente come quelle elettorali, non sono illimitate) la motivazione politica è, se vogliamo, ancora più grave: gli elettori sarebbero totalmente confusi da una sovrapposizione dei nostri due partiti e avrebbero assolutamente ragione di esserlo.
I radicali infatti hanno dimostrato che pur possedendo un impianto ideologico politico e storico immenso, hanno sempre dilapidato il potenziale elettorale a causa della loro tracotanza della conflittualità interna e del leaderismo bolso che ha contraddistinto il loro movimento.
Se aggiungiamo inoltre che le loro posizioni sui diritti sociali sono inaccettabili e che la loro visione del sindacalismo è totalmente appiattita su quella del peggior capitalismo combattente, Ecco che anche solo un accostamento allusivo al mondo Radicale diventerebbe la migliore ricetta per farci percepire come un qualcosa di invotabile.
Se ci pensate, il movimento di Casaleggio ha saputo fare tesoro di molti dei metodi di lotta del partito radicale, almeno sulla carta, e da rastrellato milioni di voti di persone che si sarebbero riconosciute molto volentieri con quei metodi.
Io vorrei un partito pirata che utilizzasse metodi radicali di approccio alla politica e soprattutto che diffondesse al proprio interno prima e nell’elettorato poi tutta la preparazione istituzionale di cui i radicali hanno dato sempre prova nella loro storia politica.
Se per fare questo, è necessario cooptare ragazzi e non più ragazzi dotati di quella preparazione politica, allora ben vengano persone con quel tipo di estrazione (e allo stesso modo, se avremo la possibilità di cooptare qualche parlamentare di altri movimenti politici alla nostra causa, tanto meglio).
Ma attenzione, che i radicali per primi hanno sempre disprezzato tutte quelle istanze di natura spontanea, sociale, sindacale nonché quella parte del grillismo spensierato delle origini (i meet up, per esempio) che somiglia così tanto al nostro movimento (e che infatti era ricalcato proprio sul movimento pirata).
Ma deve essere chiaro che siamo un’altra cosa!
(PS: Ma per quale motivo da qualche giorno la piattaforma del forum non riconosce le interruzioni di linea? E per ottenere una capo bisogna sempre andare a capo due volte?)
Perché ho cambiato l’impostazione per fargli usare le interruzioni di capoverso di markdown in maniera corretta.
Uno
Due
Se vuoi andare a capo senza creare un nuovo capoverso (cosa che dovresti fare solo se stai scrivendo in versi, btw), funziona mettendo due spazi e poi andando a capo.
E dato che non ci siamo nati ma sono scelte che abbiamo fatto o confermato nel tempo, non ci sta nulla di discriminante. È un mero fatto di trasparenza che ritengo giusto discutere.
Favorevole ad una buona impact assessment, ma se del programma spaziale non abbiamo competenza e ci dobbiamo fidare di altri, mi pare legittimo sapere a priori che l’autore lavora per la ESA, e non venirlo a sapere a giochi fatti.
Infatti si sta solamente parlando di trasparenza, non di cooptazione/esclusione.
Ma non c’è alcuna motivazione razionale di permettere di promuovere agende occulte contro gli interessi del nostro partito. Inoltre portiamo la trasparenza sulla bandiera.
E forse è legittimo, perché le scelte che il cittadino adulto fa hanno le loro conseguenze riguardo alle competenze ed incompetenze che può avere, riguardo all’oggettività o al bias che può avere riguardo a certi temi.
Se raggiungi una certa dimensione arriva il momento nel quale attivisti di altri partiti possono decidere di infiltrarti per ottenere un vantaggio politico. Il fatto che hanno la doppia tessera ti può aiutare ad identificarli ed evitare di eleggerli in ruoli strategici. L’idea che lo faccia una persona non iscritta al partito concorrente non è da escludere ma meno probabile: chi è motivato fino ai denti, pronto ad attivarsi come talpa, in genere è profondamente legato al partito per il quale si attiva come talpa.
Improbabile, dato che sarebbe interessato a mantenere la tessera del proprio partito per potere continuare la propria carriera in quella formazione. Per questo il divieto o l’esposizione obbligatoria della doppia tessera (come avevamo nel regolamento pre 2015) è una misura sana per la propria capacità di fare campagne con un minimo di strategia. Essere credibili non ha mai bastato.
E a questo è sufficiente la dichiarazione trasparente, per proteggerci senza impedire l’interesse. Vabbeh che ad essere interessati basta farsi un login in questo forum.
Ad oggi la tematica della doppia tessera trova cittadinanza solo all’interno dell’arcipelago Radicale.
Infatti dubito che i radicali abbiano ancora alcuno spazio per mosse strategiche e campagne mediatiche a sorpresa.
Da neanche un anno. In passato i contatti con i Radicali erano minimi.
@dodeska (filosofa certificata) ci fece notare che statuti e regolamenti sono la memoria collettiva del partito, perché tutto il resto si perde e viene ricambiato da nuove facce. Per questo l’idea di fare tabula rasa ogni volta che cambiano gli iscritti del partito significa buttare al cesso tutte le lezioni imparate.
Erano tempi interessanti quando ogni giorno passavo ore a discutere con lei di tutte le questioni strutturali del partito pirata. Se le proposte che faccio oggi in quel campo sono talmente approfondite è anche frutto di quelle conversazioni nelle quali, al contrario della maggioranza dei dibattiti nel partito, riuscivamo quasi sempre ad arrivare ad una sintesi e conclusione condivisa.
Le persone veramente astute e pericolose sanno farsi apprezzare e sembrare innocue fino al giusto momento. Non riuscirai a rimuoverle con un semplice atto di non-cooptazione. Puoi individuarle solo con un attento interesse alle loro attività ed un sistema di giustizia interna che agisce per davvero.
Ecco una ragione in più per la quale la trasparenza delle associazioni non è poi una cattiva idea… dato che ci sono stati tentativi di infiltrazione/impossessamento del marchio pirata da parte di leghisti, ex-direttori SIAE, membri del partito radicale e pentastelluti…
Piuttosto che di picche? Non ho capito.
L’ex-direttore SIAE che s’interessa al PP mi pare che fu una bella controprova a questa tesi.
Infatti non stiamo parlando di schedature pubbliche, eseguite dallo Stato. Stiamo parlando di trasparenza delle persone che dicono di essere pirata.
Interessante che hai trovato un caso estremo — un caso nel quale la ragione dell’associazione è una condizione personale protetta dalle leggi di anti-discriminazione. Beh, mi pare semplice la soluzione: è da escludere l’esposizione di tale tipo di associazioni. Quelle che ci interessano non saranno mai correlate ad un aspetto fisico o acquisito in via chimica (assuefazione alcolica e di droghe ecc).
Le tue perplessità sono anche le mie ma non le trovo sufficienti a richiedere una dichiarazione preventiva.
Tranne forse l’appartenenza a enti e lobby che tutelano attivamente e dichiaratemente la difesa a oltranza dello status quo delle leggi sulla proprietà intellettuale.
Ti ricordo che le preferenze religiosi sono equiparate in tutto e per tutto a quelle sessuali in tutti gli ordinamenti relativi alla privacy e alla lotta verso le discriminazioni
Esempio privo di fondamento, visto che infatti quello si fece il “suo” PP, non si iscrisse al nostro, e fece pure una fine pessima.
Perché non hai mai letto Lenin. In ambito aziendale, i quadri sono figure intermedie tra impiegati/operai e dirigenti. Lenin usò il termine per definire il suo modello di partito, che non doveva essere di massa, ma porsi alla testa del movimento rivoluzionario degli operai per assumerne la guida.