Al punto 3.7 del programma c’è scritto
Il Partito Pirata Italiano vuole ottenere il riconoscimento del diritto di un governo sovrano ad espropriare un brevetto in caso di necessità
Ora, a parte il fatto che il concetto di “necessità” è talmente soggettivo che qualunque avvocato potrebbe smontarlo e invalidare l’ipotetico esproprio, mi pare che il concetto stesso di esproprio sia “un tantino” illiberale, e soprattutto rappresenta un disincentivo clamoroso a fare ricerca: posto che -purtroppo- non tutti ancora hanno sposato la filosofia dell’Open Source, se uno fa la scoperta del secolo e sa che il Governo glielo può espropriare, come minimo emigra.
Invece, sarebbe molto più efficace uno scenario in cui ogni anno il MEF -tramite l’ufficio nazionale brevetti e marchi- valuta i brevetti più interessanti, e dopodiché propone l’acquisto all’inventore. Infine, rilascerebbe tutto con licenze GPL. Basterebbe istituire un fondo apposito finanziato anche con “pochi spiccioli” (per uno Stato), tipo 10mln€/anno, per liberare ogni anno diverse scoperte. In questo modo i privati avrebbero un incentivo formidabile a far ricerca: di per sé il brevetto ti è utile se lanci un’impresa, ma poi ci sono tutti i rischi del mercato (l’accesso al credito, le tasse, la burocrazia etc.). E’ verosimile che molti, specie in Italia, potendo scegliere tra un uovo oggi (soldi subito per un brevetto) e la gallina domani (mettere su un’impresa sperando che vada bene) scelgano il primo.