Allora, scenario completo.
Creazione e caratteristiche dei device
Il Ministero dell’interno commissiona ad una istituzione pubblica (es. Università) la produzione di un numero di dispositivi pari a quello dei seggi elettorali. I dispositivi devono avere le caratteristiche dette sopra (nessuna scheda di rete, niente bluetooth, nessun ingresso USB o d’altro tipo. Solo un supporto su cui far girare il software e salvare i dati). Tutta la documentazione (schemi dei circuiti elettrici, software) dev’essere pubblica e consultabile dai cittadini. Il dispositivo non deve essere apribile dall’elettore, né dagli scrutatori. Gli unici che possono aprire i dispositivi sono gli agenti che verranno alla fine della giornata (e che saranno diversi da quelli che hanno portato i dispositivi).
Trasporto dei dispositivi
Il giorno delle elezioni i dispositivi vengono portati ai vari seggi da pattuglie di Polizia composte da almeno 3 agenti. La composizione delle pattuglie avviene in modo randomico il giorno prima. Gli agenti vengono mandati in trasferta e spostati da una città all’altra nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni. Gli agenti portano i dispositivi nei seggi all’orario di apertura degli stessi, dopodiché se ne vanno e la responsabilità passa agli scrutatori.
Svolgimento delle votazioni
Vd. sopra. Si vota uno alla volta. Il riconoscimento avviene come adesso (si presenta un documento di identità valido e gli scrutatori controllano che il tizio risulti effettivamente votante in quel seggio). La cabina elettorale è aperta sul davanti: gli scrutatori controllano che l’elettore non fotografi o filmi l’atto del voto.
Fine votazione e scrutinio elettronico
Al termine delle elezioni, arrivano altri agenti (diversi da quelli che avevano trasportato il dispositivo. Lo aprono, estraggono la scheda e la infilano in un altro dispositivo ad hoc per visualizzare a video i risultati. Quest’ultimo software è pubblico e reperibile sul sito del Ministero. I rappresentanti di lista (magari facendosi aiutare da un informatico) eseguono un controllo preventivo dei software dei dispositivi, per verificare che corrispondano a quelli sul sito del Ministero. A sto punto:
- Scenario 1: nessuno trova anomalie. Il Presidente di seggio telefona al Ministero degli Interni e comunica i risultati, alla presenza dei rappresentanti di lista.
- Scenario 2: se anche un solo rappresentante di lista ritiene ci siano brogli, lo spoglio viene bloccato. Tutta la documentazione viene incartata, firmata dalle parti e portata in tribunale, sempre alla presenza dei rappresentanti di lista. Entro un mese un giudice deve stabilire se la votazione è valida o no. Se la votazione era valida, il/i rappresentante/i di lista che ha fatto la segnalazione infontada si becca il daspo a vita dal fare il rappresentante di lista. Se effettivamente ci sono stati brogli, i voti di quel seggio vengono annullati. Se, su scala nazionale, risultano esserci stati brogli in almeno l’1% dei seggi, si invalidano le elezioni.
Per truccare le elezioni, in questo caso:
- Bisognerebbe riuscire a imbrogliare in più dell’1% dei seggi nazionali, che è tanto
- L’unico sistema per imbrogliare è mettere nei dispositivi un sw tarocco, e sperare che nessuno se ne accorga. E non vedo come un programmatore non colluso possa non accorgersi della differenza tra un sw e l’altro.