Ok, come non detto sul nome. (Social HackForum disturberebbe qualcuno?)
Eh, lo so…beh, uno ci prova, se poi ci mandano tutti in culo a prescindere amen. A Livorno c’è un detto che recita “più che morì un si pole”.
Ok, come non detto sul nome. (Social HackForum disturberebbe qualcuno?)
Eh, lo so…beh, uno ci prova, se poi ci mandano tutti in culo a prescindere amen. A Livorno c’è un detto che recita “più che morì un si pole”.
Eh, lo so…beh, uno ci prova, se poi ci mandano tutti in culo a prescindere amen. A Livorno c’è un detto che recita “più che morì un si pole”.
non male, me la segno
Toglierei la parola Social: da un lato è come rimarcare l’ovvio (siamo tutti per forza Social) dall’altro evoca i peggiori cialtroni del mondo.
Civil/civic HackForum?
Considerando che social è stato distrutto dai social, che “hack” è un termine mangiato dagli yuppie di Google non ci sono molti termini rimasti a definirci in modo consistente. Vuoi vedere che fra alcuni anni “pirate” sarà un termine migliore di “hacker” ?
Guardiamo da una prospettiva diversa. Visto che finalmente non mi sento più solo a dire che la legislazione è l’ultimo parametro etico nella matematica della società umana suggerirei di considerare le proposte di legge l’elemento caratterizzante di questo evento e di orientare il titolo del evento in questo senso.
Last chance for ethics in a globalized world: Collective lawmaking. Come to the maker-fair for laws.
Piratare il processo di legiferazione, con la partecipazione del grande nuovo leader… Noi.
Civic hackforum mi sembra più corretto di civil. Sul resto condivido al 100% il progetto, non il riferimento alle elezioni politiche del 2018. In questa fase dovrebbe avere finalità politiche ma non necessariamente elettorali, poi si vedrà.
Quindi fatemi capire, in sintesi, questo Civic hackforum sarebbe un evento mediante il quale chiedere all’associazionismo di base di costruire assieme a noi il programma del PP-IT per le politiche 2018? Oppure una sorta di indagine sulle richieste delle associazioni per costruire da noi il programma? Nel primo caso se coinvolgessimo le associazioni sotto una nuova sigla avremmo maggiori chance di successo, come PP-IT potrebbe apparire una manovra un po’ opportunistica. Però se riusciamo a far passare il messaggio che siamo disposti a decidere il programma in maniera democratica e che il coinvolgimento sarà alla pari daremo un segnale importante, fermo restando che dovremo arrivare all’appuntamento con un “manifesto” puntuale che dia dei paletti ben piantati per terra. Domanda, ma ci teniamo realmente a presentarci come PP-IT? Se lavorassimo per creare una lista ad hoc per le politiche del 2018, muovendoci alla pari con altri soggetti, quanti di noi sarebbero d’accordo?
Più la prima che la seconda. Le associazioni che ho inserito hanno in comune il fatto di avere già elaborato proposte di legge (tutte ovviamente compatibili con noi). Diciamo che in alcuni casi -almeno secondo me- sono ulteriormente perfettibili, e soprattutto “integrabili” con altri punti di vista. Un paio di esempi: il mondo della scuola e quello del sapere libero, oppure sul tema ambiente/inquinamento sarebbe interessante un confronto con le realtà che si occupano di sharing economy, in particolare di car/bus/bike sharing.
Su questo ci sto già lavorando. Per il momento ho cominciato a buttare giù alcune idee sul tema “Conoscenza & cultura” (che è quello su cui mi sento un po’ più competente), stanno qui
“Temo” che il problema non si ponga nemmeno, nel senso che probabilmente saranno le associazioni stesse a non voler essere “trascinate” in politica e associate a partiti (parola che oramai suscita repulsione anche in persone tutt’altro che qualunquiste). L’idea è di dire: noi come partito ci impegniamo a sostenere queste leggi che abbiamo scritto insieme a voi, dopodiché voi votate per chi vi pare (sottinteso: gli altri partiti non hanno fatto altrettanto).
io sì. E l’hackforum dovrebbe essere un evento in cui siamo in un rapporto paritetico con gli altri partecipanti. Per come la vedo, non dobbiamo mettere alcun cappello su questo progetto, dovremmo solo porci come catalizzatori/facilitatori di un processo.
Per la gestione di una cosa del genere l’importante è farlo nei tempi giusti coinvolgendo direttamente le strutture da invitare, andarci a parlare nelle loro assemblee ufficializzando la proposta/invito con un abstract di partenza. Insomma, come IUF ma fatto in più tempo per poterlo organizzare meglio e arrivare all’evento con una partecipazione/convolgimento maggiore. Anche questo si può configurare come un evento che si ripete annualmente con location mobile.
Decoder! Quando ho amato quella rivista. Andavo direttamente alla shake per prendere le copie che distribuivamo nel centro sociale e Gomma apriva e chiudeva gli occhi come un registratore di cassa.
Condivido molto.
Di fronte alla crisi dei partiti di sinistra la proposta di una lista civica nazionale, radicalmente democratica (in modo pirata), potrebbe raccogliere consenso dal classico “elettorato di sinistra”.
La differenza della lista civica che costruiremmo, rispetto agli altri cartelli elettorali dei partiti di sinistra, è che appunto nessuno mette il cappello.
Proprio perché l’organizzazione intrinseca non prevede capi, ma solo assemblee democratiche.
Questo sistema “federativo” aggrega le singole persone delle varie strutture, non i rispettivi capi (che non ci sono). Quindi l’attività si concentra di più sui contenuti che sui tatticismi di tifoseria, si depotenziano i personalismi e i gruppi di potere delle varie gerarchie.
Questo permette di aggregare anche altri gruppetti politici, e raggiungere una massa critica che potrebbe anche mettere in difficoltà i partiti gerarchici. I quali potrebbero in futuro pure interessarsi alla cosa, ma parteciperebbero solo rinunciando ai loro modelli verticistici
Comunque non facciamoci false aspettative sulle associazioni che vorremmo invitare:
Le associazioni indicate sono civiche e apartitiche, non aderiranno mai a nessun progetto politico esplicito (ancor meno elettorale). Di contro i singoli che ne fanno parte possono essere interessati (ma spesso sono già in contatto con dei partiti).
Il Civic Hackforum è un’ottima idea per confrontarsi sui contenuti e imparare dagli altri. Può essere propedeutico per far crescere un progetto politico con nome diverso da PP, ma per quello bisogna puntare alle singole persone e ad altri gruppetti dichiaratamente politici.
un paio di punti di forza a nostro favore e uno di debolezza en passant.
Non sarebbe la solita aggregazione che parte da un manifesto scritto dalla pseudo elite intellettuale di turno alla perenne ricerca di auto affermazione. Questo potrebbe attirare l’interesse di quel mondo di cani sciolti che non si presta più al giochetto di cui sopra.
Non solo nessuno ci mette il cappello, i programmi una volta tanto non verranno redatti dalle segreterie dei partiti dopo aver messo in piedi simbolici/inutili tavoli di lavoro.
Esistono già diversi progetti politici che si organizzano in altrettanti cartelli elettorali, per evitare di diventare un coacervo di idee strampalate o cialtronerie varie dobbiamo avere idee molto chiare, soprattutto ben riferibili al nostro manifesto e al codex (la deriva securitaria, il controllo e l’invasione della privacy ad esempio sono purtroppo un cavallo di battaglia anche di parte della sinistra). In particolare occorrerebbero uno o due temi forti, dirompenti, sui quali far breccia nel cuore dell’elettorato.
C’è un bel lavoro da fare
L’hackforum non deve essere un progetto elettorale (politico lo è per forza). Deve produrre un progetto (di società) il cui codice sia libero, utilizzabile e modificabile da chiunque.
Poi sarebbe razionale che gruppi che decidessero di adottare lo stesso progetto si alleassero anche elettoralmente, ma questo sarebbe un discorso a parte.
scusate ma io a una cosa così non ci andrei mai, mi sembra inutile quanto probabilmente noiosa! dubito che una cosa così porti a qualche risultato, escludo che serva a costuire il programma (in due giorni???) o anche solo parti di esso. per fare il programma sul serio ci vogliono mesi di lavoro (come stiamo già facendo), quindi necessariamente online.
Riesumo questo topic in primis per comunicare che la cosa non è morta, in questi giorni sto ultimando la proposta sui vari temi.
Poco fa sulla pagina del FabLab Firenze è arrivato un messaggio privato da Lars Zimmermann (il nome non mi è nuovo, anche se al momento non ricordo dove l’ho già sentito), a proposito di un evento in programma dal 9 al 13 giugno, chiamato OSCE (Open Source Circular Economy) Days. Viene presentato in questi termini:
OSCEdays is an open and distributed platform event exploring globally connected the Open Source Circular Economy.
Experts, enthusiasts and innovators from across the globe will work together in order to exchange ideas and solutions and prototype systems, products and designs for an Open Source Circular Economy.
We invite you to connect and join us, organize a local event
In pratica è un qualcosa di molto simile a ciò che avevo in mente (qui la Mission Statement), solo con un nome, uno story-telling e anche un logo già pronti (e secondo me anche piuttosto efficaci). Mi chiedevo quindi se non fosse il caso di inserire questo nostro evento in questa cornice (cosa che darebbe un più vasto respiro internazionale). Per di più l’anno scorso pare che nessuna città italiana abbia partecipato. Inoltre, essendo piuttosto in là nel tempo ci sarebbe tutto il tempo di fare le cose ammodino; ci sarebbe perfino il tempo per proporre la cosa al PP-EU…
Chiudete pure questo topic, ne apro uno apposito col nome definitivo
Perché? Non c’è bisogno di parlarne? Poi il titolo si può sempre cambiare quando si è trovato il consenso…
Inoltre non è esattamente la stessa cosa, quindi quest’idea non la abbandonerei del tutto.