Partiamo da qui.
Hai frainteso l’intenzione di questo testo: non è una fonte di ispirazione, tratteggia una panoramica del Partito Pirata che intendo realizzare dal 2020. Non mi interessa fare altro qui dentro: voglio un partito sinceramente democratico, capace di diffondere Curiosità e Cultura e di liberare, attraverso di esse, tutti i cittadini.
Ho cercato di delineare chiaramente questa visione proponendola come un progetto politico da accettare o rifiutare, eventualmente confrontandolo con alternative (che però, finora, non sono state presentate purtroppo).
E’ evidente che questa visione è diversa dalla tua. Per me, la democrazia liquida è uno strumento, per te è lo scopo fondamentale dell’esistenza di questo partito. Io sono felice di usare e perfezionare (o riscrivere) LQFB, ma il mio obbiettivo è un altro.
E io sto chiedendo al Partito Pirata di scegliere una visione chiara ed esplicita della propria attività futura. E spero che questa scelta sarà determinata dall’identità Pirata.
Di seguito ti rispondo ad alcuni passaggi sperando di poter chiarire il mio pensiero e la distanza con il tuo. Ti prego di rispondere in un argomento collegato per tutto ciò che è specifico della tua visione del Partito Pirata (democrazia liquida, razionalità collettiva etc) in modo che si possa confrontare le due visioni senza confondersi.
Chi nega di avere un’ideologia vuole solo nasconderla agli altri.
Tu hai un’ideologia. E non è basata su fatti e scienza, perché quando questi contraddicono le tue opinioni li abbandoni bellamente, giustificando l’incoerenza con superiori ragioni sociologiche denunciando l’assenza di una razionalità collettiva o cose simili. Si è visto in modo evidente in questo thread (e no, non sono “ancora offeso”, per me è solo un data point).
La tua ideologia si fonda sulla democrazia liquida, ma l’idea che un software possa far emergere decisioni razionali da una popolazione che si assume essere irrazionale è semplicemente ingenua: la razionalità di una decisione dipende anche dalla conoscenza della materia disponibile e dalla buona fede di coloro che la detengono. Inoltre, anche solo per decidere chi delegare su una materia, è necessaria un minimo di conoscenza sulla stessa.
Per questo l’educazione ai valori dell’etica hacker è prioritaria rispetto all’adozione di uno specifico strumento di decisione collettiva. Senza Comunione, senza Libertà e senza Onestà Intellettuale, non c’è software che tenga.
E nota: io non ho alcuna preclusione nei confronti della democrazia liquida, che considero un’ottima idea. Ma senza Cultura (e cultura informatica), questo strumento non può funzionare.
Questa è una differenza sostanziale fra la mia visione, e (se ho capito) la tua, di @erdexe e @solibo. Io non voglio un partito mediatico.
Tutti gli altri partiti politici in Italia fanno lo stesso: si mettono in mostra.
Noi dobbiamo servire le comunità in cui operiamo. Ed in quel contesto, stabilire relazioni di dialogo e fiducia con la popolazione. Da quel dialogo emergeranno problemi politici da affrontare e soluzioni.
Non si tratta di “intromettersi nella vita delle persone”, si tratta di coinvolgerle e farsi coinvolgere, si tratta di ascoltare, di servire con le nostre peculiarità, non solo i singoli individui ma le comunità.
Il Partito Pirata che ho in mente è inevitabilmente distribuito, decentralizzato, ridondante. Sceglie la disponibilità alla consistenza, pur mantenendo una fondamentale coerenza con i valori fondamentali.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Chi si avvicina ad un partito politico italiano non può avere paura di lavorare.
Il lavoro che ho in mente è un lavoro altamente remunerativo sotto un profilo motivazionale e affettivo. Insegnare informatica (o qualsiasi altra cosa) stabilisce relazioni. Servire, stabilisce relazioni.
Noi dobbiamo uscire dall’isolamento sociale e politico, non attraverso fuffa propagandistica sui mass media, ma attraverso un lento ma inesorabile radicamento territoriale che ci doti di autorevolezza, che dia peso alle nostre parole perché a quelle parole seguono fatti concreti.
Certo, ero sarcastico.
Sottolineavo la differenza fra una campagna elettorale basata su vuote promesse elettorali (chiamate pomposamente “programma” o CEEP19), con un lavoro umile ma sistematico a vantaggio della popolazione che faccia guadagnare al partito una credibilità ed una autorevolezza tale da rendere non necessarie le promesse.
Non mi è chiaro cosa intendi ma credo di poter chiarire cosa intendo io.
All’interno del Partito Pirata, si lavora insieme. Nessun capo, nessuna autorità, nessun ordine, nessun divieto. Siamo tutti pari. A seconda dell’impatto territoriale di una decisione operativa, la decisione è presa dai pirati che ivi vivono e/o operano. Chi candidare per le elezioni a Milano lo decidono i pirati di Milano. Chi candidare per le elezioni regionali del Piemonte, lo decidono i Pirati piemontesi. Chi candidare per le elezioni nazionali lo decidiamo tutti insieme. Idem per le prossime europee.
Il Partito Pirata invece lavora sempre per le comunità in cui è presente. O meglio, non è il Partito Pirata che lavora per qualcuno, sono i Pirati. Ognuno con le sue peculiarità. Ci sarà il Pirata che va a raccogliere la spazzatura in spiaggia con il tricorno, quello che aiuta la Caritas nella distribuzione del pane ai poveri con la maglietta del PP, quello che aiuta i condomini anziani a portare la spesa, quello che tiene corsi di informatica per i bambini, quello che lo fa per gli adulti e così via…
La parola chiave è SERVIRE.
Nel Partito Pirata che ho in mente, la Politica è ANZITUTTO servizio della Polis. La Curiosità sarà il nostro “Perché?” ma il servizio sarà il nostro “Come?”.
E invece sì, con bandiere, tricorni e tutto.
Se io voglio andare ad una manifestazione di famiglie cattoliche e tu vuoi andare a quella contemporanea dei LGBT+ possiamo farlo, con bandiere e tutto. E poi magari a metà ci scambiamo di posto. E parliamo. Parliamo con tutti. Cerchiamo di comprendere tutti. E parlando con noi, le persone dialogheranno anche fra loro.
Io voglio un Partito Pirata che sia un ponte, un canale di dialogo al di là dei pregiudizi reciproci. Un partito votato alla comunione in un mondo polarizzato. Un partito votato alla libertà in un mondo soggiogato. Un partito votato alla varietà in un mondo conformista.
Lasciamo che i media ci attacchino. Si accorgeranno presto che fanno il nostro gioco. Perché noi puntiamo ad avere totale sovrapposizione fra iscritti ed elettori. Non vogliamo abbindolare nessuno.
Noi siamo Pirati. E i pirati puzzano. Sempre e comunque.
Chi ci conosce, chi vede cosa facciamo per il nostro Paese, producendo e diffondendo Cultura e software libero, liberando le persone dalla sorveglianza etc… aprirà semplicemente gli occhi su chi ci attacca.
Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.