Lavoro e Welfare: Unioni Civili

Dal nostro programma:

L’etimologia della parola Matrimonio implica un assegnamento ad un particolare genere, la madre femmina. Chiediamo che tale parola sia in futuro solo usata in ambito religioso. Dal punto di vista civile, tutte le unioni di persone legate da vincoli affettivi ed economici sono da trattarsi come Unione civile e perciò la definizione legale di unione civile è da orientare a quella dell’odierno matrimonio. Non ci possono essere differenziazioni riguardo al genere o numero di persone che scelgono di formare una unione civile. Bambini possono essere affidati in adozione a qualsiasi unione civile che si dimostri adatta, senza considerazioni di genere.

Personalmente propenderei per una modifica: non mi piace molto la non differenziazione del numero di persone. Senza alcun limite potrebbero crearsi abusi, essere formate sette legalmente unite in ambito economico… Toglierei quel pezzo, e modificherei limitando l’unione civile a due persone…così:

L’etimologia della parola Matrimonio implica un assegnamento ad un particolare genere, la madre femmina. Chiediamo che tale parola sia in futuro solo usata in ambito religioso. Dal punto di vista civile, tutte quelle forme di convivenza fra due persone legate da vincoli affettivi ed economici sono da trattarsi come Unione civile e perciò la definizione legale di unione civile è da orientare a quella dell’odierno matrimonio. Non ci possono essere differenziazioni riguardo al genere delle persone che scelgono di formare un’ unione civile. I Bambini possono essere affidati in adozione a qualsiasi unione civile che si dimostri adatta, senza considerazioni di genere.

Vorrei aprire una issue su LQFB per proporre la modifica, ma prima preferisco discuterne tutti insieme, e sentire le vostre opinioni.

Poi, presa una posizione, direi che visto che l’argomento da qui a luglio sarà un argomento caldo, dovremmo cercare di far girare la nostra posizione sui social.

L’approccio mi sembra buono perché rimane maggiormente coi piedi per terra.

Anche secondo me si può modificare come hai suggerito.

Quindi le adozioni non sarebbero ammesse per i single? In molti paesi stranieri questo è concesso mi sembra… In Irlanda se ho capito bene i matrimoni tra omosessuali hanno spianato la strada all’adozione da parte di omosessuali proprio perché era già riconosciuta l’adozione per i single. L’idea di riconoscere unioni civili di più di 2 persone è rivoluzionaria dal punto di vista antropologico ma… esistono casi reali? Sarebbe interessante approfondire documentandosi su casi reali e con persone direttamente interessate.

Comunque grazie per avermi fatto riflettere sull’etimologia della parola matrimonio :blush:

A dire il vero l’affermazione " I Bambini possono essere affidati in adozione a qualsiasi unione civile che si dimostri adatta, senza considerazioni di genere." non implica automaticamente che i bambini non possano essere affidati a single, secondo me la frase esprime una idea di sufficienza e non di necessarietà.

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Proviamo a invertire la frase per dare senso di sufficienza e non necessità: "Qualsiasi unione civile che si dimostri adatta, senza considerazione di genere, può prendere in adozione dei minorenni.

concordo, così è più esplicita

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Aggiornato secondo l’ultima indicazione…

Un’altra cosa: potete chiarirmi il significato della frase iniziale

cosa si intende in particolare per assegnamento? Stiamo facendo riferimento al seguente particolare aspetto dell’etimologia?

‘il matrimonio è senza dubbio chiamato così perché la donna si deve sposare non per altro motivo che per diventare madre’. http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/etimologia-significato-matrimonio

Credo che sia giusto criticare quest’accezione, ma non si capisce molto bene dal nostro testo. Un’alternativa…?

Non c’ero quando è stata votata la proposta originale, però credo più che altro che intendessero che Matrimonio richiama chiaramente alla parola “madre”, e quindi sottointende il genere femminile. Volendo parificare l’unione di qualsiasi genere, è chiaro che non avrebbe più senso parlare di matrimonio. Almeno credo fosse intesa così.

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A me sembra ovvio che il matrimonio, proprio per la possibilità di procreare, sia differente dall’unione di due persone dello stesso sesso e che di conseguenza ci sia la necessità di legislazione differente. Analogamente la convivenza fra persone di sesso diverso è differente dal matrimonio, perché le persone possono liberamente accedere al matrimonio e non vi accedono proprio perché vogliono regole differenti.

Il problema è che (esagerando) mentre il matrimonio ha molti “privilegi” le altre forme non ne hanno. Per questo le altre forme vogliono essere chiamate matrimonio per poter godere degli stessi “privilegi”.

Io metterei qualcosa del tipo: riconosciamo le differenze fra il matrimonio, le unioni civili fra persone dello stesso sesso e quelle di sesso diverso, e quindi chiediamo una legislazione che sia a disposizione di coloro che vogliono stringere un’unione affinché possano sceglierne la forma corrispondente alle loro aspettative. Nel caso più semplice, chi vuole un matrimonio accetta maggiori difficoltà a scioglierlo rispetto ad una convivenza, maggior protezione per il coniuge che viene lasciato, … Analogamente per le unioni civili debbono esserci forme che prevedano forme di maggiore o minore difficoltà nello scioglimento. La politica di “privilegi” saranno finalizzate ai programmi di crescita o diminuzione della popolazione e non a giudizi morali.

La politica delle adozioni dovrà tener conto esclusivamente dell’interesse dell’adottato, a prescindere dalla numerosità e dalla composizione sessuale di chi adotta.

Confesso che non mi è molto chiaro questo passo.

  1. Vogliamo eliminare l’uso della parola “matrimonio” o no?
  2. Vuoi creare diverti tipi di “unioni civili” a seconda del livello di vincoli/privilegi che la coppia desidera? Per esempio? Non capisco molto…
  1. Personalmente non voglio eliminarla.
  2. Ad esempio Unione Civile (o semplicemente Unione) con gli stessi effetti del matrimonio con effetti (ad esempio assegno di mantenimento) anche al di là del termine dell’unione e Convivenza Civile dove gli effetti terminano al momento in cui l’unione finisce.

Credo che molti dei problemi dipendano dalla non distinzione fra le parole uguaglianza e parità. Personalmente sono per il riconoscimento della parità (pari dignità) fra tutte le modalità di unione, ma sono per il valorizzarne le differenze. La stessa cosa per gli individui.

Così come ci sono varie forme di società a contenuto economico ritengo che possano e quindi debbano (scopo dello stato dovrebbe essere quello di massimizzare il benessere sotto ogni aspetto dei cittadini) esserci diverse modalità di unioni a scopo affettivo.

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Le parole sono state scelte così proprio perché lasciavano aperta la strada al poliamore. Secondo me voler limitare il tutto alle “coppie” crea solo un’altra brutta copia del matrimonio. Anticipiamo i tempi, invece di inseguirli!

Inoltre, la questione dei “diritti economici” del matrimonio è una di quelle cose che andrebbero abrogate. Non vedo francamente niente di male se alcune comunità si volessero organizzare come “unioni civili”, come alcune comunità hippy degli anni '60…

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Ho spostato 5 messaggi in un argomento esistente: Cammellaggio

Anche oggi ci si può organizzare senza problemi come alcune comunità degli anni '60. Chi non vuole regole prefissate può fare degli atti privati oppure nulla. I “diritti economici” a mio avviso sono fondamentali nel matrimonio e nelle unioni di ogni tipo, in quanto tutelano il partner economicamente più debole.

Il poliamore (per quanto ne so solo la poligamia) è stato regolamentato per questioni di protezione delle parti deboli (per lo più quando le guerre mietevano vittime maschili lasciando vedove senza sostentamento) ed è proseguito per tradizione. Penso che possa essere regolamentato come società o con atti civili.

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Per tornare IT, posto un articolo di Vice riguardante un ragazzo cresciuto in una “famiglia allargata” poliamorica:

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Riporto in auge il tema, perché ancora non ho capito come mai abbiamo dovuto trasformare la nostra posizione avanzata in una posizione retrograda.

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Immagino dipenda da ragioni di realismo politico (che mi rendo conto essere una brutta espressione). Guardiamo la realtà: siamo un paese bigotto e arretrato, è già tanto se prima o poi un governo riuscirà ad approvare una legge sulle unioni civili prima che all’estero abbiano inventato il teletrasporto. Su questa questione -come su altre, peraltro- secondo me vale la pena applicare la logica de “un passo alla volta”. Non dimentichiamoci che fino a pochi decenni fa le donne non potevano votare.

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Al realismo politico si ci pensi quando sarà una reale necessità. Abbiamo cose più irreali di questa, in mezzo ai vari programmi. Non le elencherò.

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