Legge elettorale multilivello by Storno

Continua la discussione da Sintesi delle proposte relative alla Legge Elettorale:

Commento in una nuova discussione per lasciare l’altra come semplice sintesi e quadro sinottico.

Semplicemente si scelgono gli eletti in base alle preferenze prese. Chi non mette preferenze lascia a chi le mette di deciderle al posto. No a capilista bloccati e dominio delle segreterie.

In sostanza è un maggioritario sui generis, ovvero si danno dei premi ai partiti più grandi ma si garantisce anche a partiti piccoli dell’1% di entrare. Lo trovo

  1. ingiusto, in quanto è disproporzionale, e i voti ai partiti grandi contano più dei voti ai partiti piccoli. Incentiva il voto utile.
  2. non utile rispetto all’obiettivo “governabilità” che ti poni; i partiti beneficiati dai premi possono essere tranquillamente più di uno ed essere molto probabilmente in conflitto tra di loro.

A) In Italia il proporzionale puro l’abbiamo avuto per anni. I dati: Durata media di un governo intorno all’anno Attività principale del governo: trattative per durare un po’ di più. Un unico partito (DC) che si alleava dopo le elezioni ora con questo ora con quello Inflazione (interesse sul debito) a due cifre, vicino al 20% …

B) Governabilità non significa un unico partito strapotente che fa quello che vuole, ma un partito che si allea con chi maggiormente segue la sua linea politica e se questo se ne distacca lo fa con un altro. L’obiettivo è di favorire le coalizioni, cioè dire in anticipo ai cittadini con chi si vuole governare e più le coalizioni sono numericamente grandi maggiore è il premio e minore. in caso di non raggiungimento della maggioranza, la difficoltà a cercare alleati.

I governi erano espressione di reali maggioranze nel paese, e la linea politica dei governi non cambiava. Le opposizioni non erano annientate e avevano un peso specifico, che le permetteva di contrattare norme volute dalla maggioranza del paese.

Adesso abbiamo governi che non rappresentano la maggioranza del paese, l’aleatorietà del meccanismo fa cambiare colore di governo ad ogni elezione. Attività principale dei partiti: aggredire l’avversario senza cercare nessun dialogo. Le voci fuori dal coro sono annichilite e abbiamo visto un bipolarismo dove uno era copia dell’altro. Da cui stiamo usciendo solo a colpi di qualunquismo e vaffa (visto che essere onesti intellettualmente non premia).

In realtà si sono fatte anche alcune norme non da poco:

  1. Sanità pubblica e universale
  2. Statuo dei lavoratori
  3. Divorzio e aborto

Norme che un parlamento non proporzionale difficilmente avrebbe approvato, pur essendo volute dalla maggioranza della popolazione (come dimostrarono i referendum per divorzio e aborto). A mio avviso non è un caso che gli ultimi parlamenti (non proporzionali e quindi non rappresentativi) abbiano portato avanti politiche reazionarie (guerre, jobs act, privatizzazioni).

Ciò lo fa anche un sistema proporzionale. Possiamo rafforzare questi aspetti senza togliere il principio fondamentale di “una testa un voto” (e non una testa che vota PD vale 3, una che vota FI 2,5, Sinistra 0,5, Pirata 0).

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Fantasie. I contratti (economici) erano con i piccoli partiti, a suon di cariche (ministeri, segretariati, sottosegretariati, …) e, data la durata, ci si limitava al gestire il necessario. Oggi la classe politica è peggiorata

A parte che ti riferisci a circa quarant’anni fa ti faccio presente che il solo il governo renzi ha fatto l’equivalente. (al di là che piaccia o meno come l’ha fatto)

Con un sistema puramente proporzionale avremmo una miriade di partitini con cui dover contrattare una maggioranza traballante. (certo che la storia non insegna se non si vuole imparare)

cazzo, è un’occasione che non ci possiamo lasciar sfuggire :slight_smile:

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Secondo me il maggioritario, ovvero falsare la rappresenatatività del parlamento a favore del partito o coalizione di maggioranza relativa, è la risposta sbagliata a questo problema.

Una risposta più corretta potrebbe essere una combinazione di:

  • istituzionalizzare il governo di maggioranza relativa : rimuovere la necessità che un governo debba avere la fiducia della maggioranza delle due camere, in modo che in assenza di maggioranze assolute il partito a maggioranza relativa possa esprimere il suo governo
  • sfiducia costruttiva : un governo è rimpiazzabile solo se è sostenuto da una maggioranza piu grande di quella che sostiene l’attuale governo.

In questo modo il governo ha davanti a se una prospettiva di vita più lunga ed è meno ostaggio dei partitini che compongono la sua maggioranza.

Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di eleggere direttamente il capo del governo, magari con un sistema di voto evoluto come quelli che si stanno discutendo in altri thread. In virtu’ del mandato diretto popolare, il capo di governo avrebbe l’autorità per nominare i suoi ministri e governare senza richiedere la fiducia delle camere, e quindi con maggiore autonomia. Come salvaguardia, si potrebbe fare in modo che il parlamento possa sfiduciare il capo del governo ma solo a nmaggioranza qualificata.

In entrambi casi, occorrerebbe rafforzare il principio di separazione dei poteri: il governa amministra la cosa pubblica, il parlamento fa o modifica le leggi. In teoria già adesso è così, ma i molti casi di abuso del decreto legge di urgenza mostrano che la cosa non funziona bene, anche per le inefficienze del parlamento che per garantire a tutti il diritto di parola diventa vulnerabile a pratiche ostruzioniste e quindi al dilatamento dei tempi di decisione.

D’accordissimo

No! No ai capi carismatici! Se no finiamo come in USA o Turchia! Controproposte:

  1. eleggiamo direttamente i ministri, ed eliminiamo il primo ministro (lo fanno i ministri a turno.
  2. il parlamento elegge la squadra di governo votando a classifica i singoli candidati a ministro, con un condorcet proporzionale multi-winner: va al governo la combinazione preferita da tutto il parlamento, e non dal 50%+1 del parlamento (magari truccato da maggioritario). Secondo me così avremo meno ministri della salute non laureati… e anche più super-partes e trasversale, quindi più stabile.

Occorrono per queste cose leggi costituzionali.

Per l’elezione diretta dei ministri ovviamente. Per l’elezione del governo da parte del parlamento mi chiedo se si possa intervenire modificando solo regolamenti delle camere e di leggi non costituzionali.

Il presidenzialismo non è tra le mie forme preferite di governo ma puo’ funzionare se si bilanciano bene i poteri. La chiave è che deve essere il parlamento a comadare sul presidente e non viceversa. Il rapporto deve essere un po come quello tra un amministratore delegato (il presidente eletto) ed il consiglio di amministrazione ( il parlamento ), con l’unica differenza che l’A.D viene sceto dall’assemblea dei soci (gli elettori) invece che dal consiglio di amministrazione.

La numero 1 la vedo poco praticabile. La numero 2 mi piace … anche se ho dei dubbi su come possa funzionare oggi un governo con un ministro dell’ambiente del M5S un ministro dell’economia del PD ed un ministro degli interni della Lega …

In teoria si. Il presidente del consiglio incaricato potrebbe proporre ai partiti questo metodo per la scelta dei ministri… ed il presidente della repubblica potrebbe usare un condocet single-winner per la scelta del presidente del consiglio.

In pratica bisognerebbe cambiare la testa dei politici … altrimenti invece che un governo super-partes e trasversale, ci ritroviamo con un governo ammucchiata in cui le poltrone sono spartite secondo i dettami del “manuale cencelli”.

Io credo che il manuale Cencelli si realizzi con accordi tra capi partito. Con un Condorcet ineece emergono più candidati super partes.

Per es. al ministero della salute il M5S può candidare un uomo di partito o un outsider che gli piace (es. Gino Strada mettiamo). È probabile che Gino Strada raccolga consenso anche da parte di altri partiti, più dei candidati di partito, e che quindi passi, anche se non c’è un reale accordo di governo tra i M5S e le altre forze.

Il principio dei Condorcet multivincitore è che vince la combinazione con più consenso. La questione è di principio: qual è il principio guida prioritario in democrazia? Il consenso per un governo, o l’omogeneità?

Un governo più omogeneo sarà pure più un governo del fare, ma se le cose che fa non piacciono alla maggioranza qual è l’utilità? Per me il consenso è più importante dell’omogeneità per definire il concetto di governabilità.

Sono daccordo, ma molto dipende datlla “testa” dei singoli parlamentari, Se i parlamentari obbediscono ciecamente alle direttive dei capi partito, per poi averne tornaconto in termini di poltrone ed incarichi, allora ci sono poche possibilità di trovare maggioranze trasversali su ministri super-partes. Se i parlamentari valutano i candidati indipendentemente dalle direttive di partito, allora il condorcet può funzionare.

Sempre è una questione culturale, ma ci sono regole che favoriscono più di altre comportamenti virtuosi.