Ma i Pirati in questo partito sono davvero contro la violenza?

Continua la discussione da "all Pirate parties are by definition anti-fascist":

Molto bella la distinzione fra antifascismo e la organizzazione Antifa, ufficialmente presente in Germania e negli Stati Uniti (e magari anche altrove… qui è sopratutto un movimento).

Dalla mia peculiare prospettiva ricalca in qualche modo la distanza fra un’organizzazione che si dice “pirata”, ma poi “io l’algoritmo lo assecondo” ed la cultura hacker che questa strumentalizza.

Ma viste le parole di Markéta, mi chiedo: ma i Pirati in questo partito sono davvero contro la violenza?

E lo sono come i vili, che la rifuggono solo quando in posizione di svantaggio?
O lo sono come cittadini democratici, che vi si oppongono sempre ed apertamente, ma attraverso un dialogo pacifico e di merito?

Prima di rispondere, riflettiamo su tutti gli ad hominem, su tutti gli insulti, su tutte le manipolazioni che abbiamo visto in questi mesi. Riflettiamo sulle nostre battaglie. Riflettiamo sulle fazioni che si insiste a tratteggiare. Riflettiamo sul fatto che le metafore e i riferimenti ispirati alla pirateria marittima siano più frequenti rispetto a quelli ispirati alla pirateria informatica.

Ma siamo poi davvero sicuri di essere parte dello stesso movimento cui fa riferimento Markéta?

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No per niente. Se invece di fare rispettare le regole di convivenza si preferisce nascondere il luogo dello spargimento di sangue, evidentemente la violenza non è il problema bensì l’immagine d’essa.

Sono indignato.

Sono particolarmente inorridito che un anno fa questo problema ancora non esisteva — i Pirati erano genuinamente nonviolenti. Ma adesso arrivano i Radicali che si credono nonviolenti e stanno violentando il partito con votazioni che nascondono gli abusi quotidiani che vediamo in questo forum piuttosto di fermare che avvengano, come previsto dal regolamento di convivenza che è davvero nonviolento. Più dell’intero Partito Radicale, a quanto pare.

Bella domanda… Sono andato a cercarmi il significato della parola su wikipedia, perchè ritengo che in questo momento storico si stia abusando del significato di troppe parole e che questo porti a traviarne il significato.

Riporto la prima definizione:

Con il termine violenza si intende un atto volontario, esercitato da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà. Etimologicamente: “che vìola”, ciò che oltrepassa il limite della volontà altrui.

Leggendo questo sono andato a cercarmi il significato di determinare e la definizione 5 del garzanti riporta:

5. far decidere; indurre, convincere

Ecco, la domanda che mi è sorta è stata:

quando la determinazione diventa violenza, e quando la violenza è considerata determinazione?

  • La rivoluzione francese, può essere definita un atto violento o di determinazione?

  • L’antifascismo, quando è violenza e quando è determinazione a preservare gli ideali di libertà?

  • L’“hate speech”, quando diventa violenza verbale e quando è determinante a cercare di far capire un concetto?

Questo non vuole essere un’apologia alla violenza, che, credo all’alba del 2020 sia superfluo doverla rinnegare pubblicamente, ma uno spunto di riflessione.

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