Appunto! FARE Politica.
Fare. Azioni utili per la Polis.
Sul resto…
Appunto! FARE Politica.
Fare. Azioni utili per la Polis.
Sul resto…
Olio di ricino? Che volgarità!
A Briganzia ho fatto ingollare mezzo litro di mojito ed ho rotto le luci della bici con cui è tornato a casa.
Per questo mi odia.
Volevi un esempio di manipolazione neo-linguistica? Eccolo.
Politica significa “arte del governare”, non “darsi da fare per sturare i cessi”, per sturare i cessi ci sono gli appositi professionisti a cui il politico dovrebbe evitare di levare il lavoro (anzi dovrebbe fare in modo che abbiano sempre più occasioni di lavoro).
Tu distorci il significato di “politica” usando a tuo uso e consumo un significato improprio (fare cose per la polis) per sostenere la tua povera tesi, che non ha sostegno nella realtà, nei fatti, nel vocabolario, ecc.
Tu vuoi fare volontariato, non ho nulla in contrario. Ma fare volontariato non è fare politica.
Tu vuoi che il tuo gruppo di lavoro faccia volontariato, non ho nulla in contrario. Se hai trovato qualcuno che vuole lavorare gratuitamente, ok. Come detto un gdl qui non si nega a nessuno.
Se però proverai a sostenere che il partito debba presentarsi attraverso queste cose sarò, come sono, politicamente contrario.
Detto questo. Mettendomi nelle tue scarpe io avrei potuto rispondermi portando l’esempio di Gandhi, che appunto per fare politica puliva le latrine degli intoccabili, tanto per rimanere in tema d’informatica. Ma pulire le latrine degli intoccabili aveva un senso politico profondo in un India basata sulle caste. Gandhi non puliva le latrine perché riteneva che il pulire le latrine fosse il centro dell’universo della sua azione politica, come tu ritieni essere l’informatica, non scriveva trattati sull’ideologia della latrina come fai tu sulla curiosità nel forum. Lo faceva perché con quell’azione simbolica (simbolica!) si riuniva, e non prendeva le distanze, con i più umiliati ed oppressi nel suo paese (e semmai si distanziava da quelli della sua classe). Idem con l’uso dell’arcolaio o fare il sale. Sceglieva quelle azioni non perché piacessero a lui ma perché si innestavano nei bisogni del suo popolo. [ora tu mi risponderai che tu hai deciso che essere hacker è il bisogno del “tuo” popolo, evvabbé che ne parliamo a fare, non sono loro che devono fare come te, ma tu come loro].
Tu invece, nel fare il tuo “volontariato”, provi ad imporre la tua superiorità a tutti, pre-giudicando che loro senza il tuo sapere non siano cittadini completi (lo hai detto e ripetuto una infinità di volte). È proprio come quelli che vogliono esportare la democrazia sai… tu vuoi esportare la curiosità, giusto che nessuno ti dà i marines a te, sennò useresti pure quelli.
Invece di far tesoro dell’essenza altrui, tu la pregiudichi come inferiore e ti impegni a “sollevarli dai loro errori”. Chi ti ha detto che i non-hacker non abbiano qualcosa da insegnarti? Perché vuoi far diventare tutti informatici?
Simbolicamente è un atto urticante, specialmente se fatto da un politico (peggio da un partito). Perché diverso è farlo come associazione di servizio (e pure sul fatto di farlo come associazione che svilisce il valore del lavoro professionale avremmo di cui parlarne) che viene CHIAMATA a fare qualcosa, e diverso è farlo all’interno di un quadro di promozione politica di contenuti.
Tu vuoi perseverare nell’errore?
Amen
Però sarebbe bello vedere la reazione dell’opinione pubblica di fronte all’affermazione:
“fare volontariato non è fare politica”…
Quindi se io faccio volontariato nel Partito Pirata, come lo hanno fatto tante persone nella storia per i partiti che volevano sostenere, non sto facendo politica?
Quindi i volontari presenti e futuri del Partito Pirata che vogliono fare politica, non possono fare politica perché: “fare volontariato non è fare politica?”
Ah @erdexe, tanti anni che giri su questa giostra, ed ancora devi capire come fa a girare?
Secondo voi il partito pirata con quest’affermazione in quanto tempo verrebbe massacrato dall’opinione pubblica?
Ps: gandhi puliva i cessi perché faceva parte di una comunità, e nonostante il suo status, puliva i cessi per dare l’esempio e per non sentirsi privilegiato…
Giusto per mettere i puntini sulle i, col cazzo che era un’azione simbolica caro @erdexe, lo faceva perché era GIUSTO farlo.
È una questione morale, non simbolica, le azioni simboliche sono altre.
Addenda: TUTTA L’AZIONE POLITICA NASCE DAL VOLONTARIATO.
ecco…allora adesso parlo io del volontariato perchè l’ho fatto e l’ho subito.
Già, l’ho subito.
@erdexe l’ha spiegato in parte, ci sono due modi di fare volontariato: per se stessi e per gli altri. E le due cose non coincidono…anche se apparentemente sembra di si.
Quando si fa volontariato per un altro ci si mette a servizio dell’altro, che è in quel momento in gravi difficoltà e quindi, purtroppo, è ad un livello inferiore. Quindi per mettersi a servizio non solo devi scendere al suo livello, ma devi scendere ad un livello più sotto per farlo sentire superiore. Questo è il volontariato per l’altro (e questo è far politica per il bene della collettività)…
Invece c’è il volontario per se stesso, che ha bisogno di sentirsi buono, che ha bisogno di avere delle conferme sul fatto che è una brava persona, che si sta spendendo per gli altri, che sta facendo qualcosa di utile…
Purtroppo questo tipo di volontario è molto diffuso…lo sappiamo molto bene noi…persone che abbiamo bisogno di volontariato…in genere non amiamo per nulla questi volontari, sono urticanti perché hanno un disperato bisogno di far sentire la propria superiorità.
E siccome non riescono a farcela con i propri pari cercano persone che stanno male, che stanno in basso, e così facendo le fanno spesso cadere anche più in basso…perchè si approfittano(si, si approfittano) di loro, della loro disperazione, quel tanto che basta per far sentire quanto, loro così in alto, sono persone di valore ad interessarsi a gente simile.
Per fortuna questo tipo di volontario è molto, molto incostante: dura poco…se va bene qualche settimana. Poi si stufa e va alla ricerca di un altro caso ancora più pietoso del precedente…
Perché da noi questo tipo di volontari non solo sono costanti, ma sono pure fastidiosi?
mi è venuta una battutaccia…perché non c’è un altro caso più pietoso di noi?
Partiamo da qui.
Io non impongo nulla. Io offro gratuitamente la mia conoscenza.
Non si tratta di superiorità: io non sono @solibo, per me nessuno è “superiore” o “migliore”.
Si tratta di condividere una posizione di vantaggio invece di sfruttarla egoisticamente.
Si tratta di trasformare uno strumento di Potere, in uno di Libertà.
Ecco che viene fuori il vero @erdexe! Finalmente!
Tu non sei liberale @erdexe. E nemmeno libertario.
Tu sei liberista: persino la liberalità, la generosità di chi dona gratuitamente il proprio tempo e le proprie competenze alla società, urta la tua sensibilità perché “svilisce il valore del lavoro professionale” ovvero riduce il profitto di qualcuno.
Non sempre, ma spesso lo è.
E come ti ha fatto notare @marcat90, è vero anche il contrario: la stragrande maggioranza della gente fa politica su base volontaria. Diverse volte su questo forum ho letto pirati magnanimi sostenere la necessità di questo partito di attrarre meno dirigenti e più attivisti in grado di fornire manodopera gratuita.
Eppure gli attivisti fanno politica solo quando fanno ciò che gli dici tu, giusto?
Se no è semplice volontariato, immagino…
Su questo però apro un altro thread.
Personalmente tratto persino i bambini da miei pari.
Il fatto che sappiano meno su un determinato argomento, non significa né che siano inferiori né che siano superiori. Lo stesso ho sempre fatto con chiunque altro. E lo stesso ho visto fare in moltissime associazioni di volontariato socio-assistenziale.
E ti dirò di più, non sono mai i bambini, i malati o le persone in difficoltà a risentirsene.
Solo chi si crede superiore non sopporta di essere trattato come gli altri.
Esatto.
E per capirci: ai miei occhi il volontariato degenere di cui parli è molto simile alla politica mediatica che propone @erdexe: un susseguirsi di azioni vuote ed inefficaci perché volte a soddisfare i propri bisogni, invece che a risolvere i problemi di coloro che si finge di voler servire.
Non distorciamo (come sempre) i termini del discorso. Fare volontariato COME partito politico è una cosa, fare volontariato IN un partito politico è un’altra. Fare volontariato per motivi politici è un’altra cosa ancora. Fare volontariato senza una connotazione politica è ancora differente. Inutile che cercate di imbrogliare le acque solo per aver ragione.
È OVVIO che, dati gli obiettivi politici di un partito, se agisci da volontario per quegli obiettivi stai facendo politica, questo nessuno lo mette in dubbio, e spero che lo si faccia di più qui dentro. È un po’ meno ovvio se fai il volontario in un ente benefico, ma in fondo hai un fine politico (diciamo “politico” passi, ma partitico un po’ di meno). È molto molto meno ovvio se con il cappello in testa di un partito politico pretendi di andare a fare volontariato per imporre la tua visione della società. Allora se permetti non fai il “volontario” ma l’evangelista e non hai un fine politico ma stai sfruttando, eventualmente, i bisogni delle persone per imporre il tuo modo di vedere le cose.
Qui infatti si sta parlando proprio di mettersi a fare volontariato nella società COME partito politico e di farlo per propagandare una “verità” sopra ogni altra: che sia la curiosità o altro. Per me è politicamente sbagliato, ma sono ben disposto a vedere dove si arriva. Ma si arriva da qualche parte?
Orrore!!! Ecco qua, altro olio di ricino in arrivo. @mic Aiuto aiuto. Sì lo sono, almeno nella misura in cui non sono certamente statalista.O nella misura in cui in Italia c’è stato bisogno di disincrostare uno stato che intermediava, tramite la gestione partitocratica, l’intera economia. Ma eravamo negli anni '90, non so neppure se tu fossi nato. Non lo sono certamente per tante altre cose, soprattutto non darei mai del liberista a qualcuno per provare ad offenderlo.
Per il resto del discorso, quanto mi accorgerò che tu abbia raggiunto un decimo delle cose che ho fatto io nel volontariato, anche professionale, nella mia vita (ampiamente riscontrabili nel mio curriculum pubblico) allora ne riparleremo. Purtroppo non posso valutare perché il tuo curriculum semplicemente non esiste. Sarà tua cura pubblicarlo prima o poi da qualche parte così da sapere a chi questa bizzarra organizzazione si sta affidando.
Ma tu l’hai detto che stai facendo “volontariato” mica io. Io avrei usato la parola “evangelismo” piuttosto.
Ma come sei drammatico @erdexe!
No, dire che sei liberista non è un insulto. E’ una constatazione.
Un’affermazione priva di connotazioni etiche, semplicemente chiarisce la tua collocazione politica.
Essere liberista non ti rende migliore o peggiore. Ma è utile sapere che per te l’economia, il mercato ed il profitto sono prioritari persino rispetto alla scelta individuale di donare il proprio tempo alla comunità gratuitamente come volontario.
Rivediamo la moviola:
Visto che senti il bisogno irrefrenabile di denigrare ciò che gli altri fanno gratuitamente, ti ho fatto notare come esistano centinaia di migliaia di persone che fanno gratuitamente ciò che tu vorresti affidare al mercato.
Ancora!
La Curiosità ha bisogno di due precondizioni:
Non puoi essere curioso di ciò che sai o sei certo di sapere.
Per questo i valori dell’etica hacker non sono totalizzanti.
Non sono una “verità” da propagandare. Non possono proprio esserlo!
Toh… starai mica diventando curioso?
Beh sai… a volte il percorso è più importante della meta.
Comunque sì, lavorare stanca, ma porta lontano.
Normalmente non rispondo ai troll, ma faccio un’eccezione giusto per cercare di far capire una cosa: non a tutte le domande si può rispondere per monosillabi o con frasi minime, ma a quelle che ha posto l’autore sì.
Ad esempio
Un partito deve ottenere i voti degli elettori per entrare nelle istituzioni e portare avanti le proprie idee. Gli elettori vogliono sapere cosa pensa il partito anche su questioni non “core”. Se il partito non prende posizione sull’immigrazione, sul suffragio universale o sullo ius soli o sull’aumento dell’IVA, la gente a cui questi temi interessano non lo vota.
Non è che deve. Gli conviene
E infatti non l’ha cacato praticamente nessuno, e se non fosse che ci sono leggi che impongono di dar voce a tutti…
E’ quello di cui si discute nell’apposito topic. Rendere più facile ottenere un visto temporaneo e permettere alla gente di arrivare in aereo (non “andarli a prendere”).
Quindi secondo te i liberali non si occupano di immigrazione? Perché a me risulta che se ne occupino eccome.
@Shamar tu sai che c’è stata di recente la riforma del Terzo Settore (che indica spesso impropriamente il Volontariato)? Si era resa necessaria da tempo, ed a mio giudizio non ha sciolto alcuni nodi importanti, proprio perché il volontariato è parte dell’economia, con professionalità e profitti, esattamente come lo è per le imprese. La differenza riguarda gli investimenti ed il settore in cui si opera…ma l’idea che tu hai molto romantica del volontario sarebbe da ascrivere più in un’ottica di pura beneficenza, che è comunque un guadagno per molte imprese e fondazioni che ne approfittano per gli sgravi fiscali ottenuti. In sintesi non c’è mai solo il “dare” e basta. C’è sempre un “ricevere”…ed è perfino giusto che sia così.
Quello che è ingiusto, anche in una relazione di volontariato, non è quello che viene detto, ma è quello che viene sottaciuto. La Chiesa Cattolica ha il primato del volontariato non perché è molto buona, ma perché attraverso il volontariato catechizza, converte.
E’ questo che è ingiusto, profondamente ingiusto nel volontariato: quello che viene sottaciuto. Che lo faccia un Partito Politico io lo trovo un abuso di potere.
Bastano un paio di bicchieri per dei loffi come te: ieri notte, verso le due, io e la mia ospite russa di San Pietroburgo ce ne siamo bevute due bottiglie e poi abbiamo continuato comodamente sdraiati a letto (purtroppo senza prosecco, era finito).
Non pensavo non sapessi distinguere la gazzosa da un prosecco ed una rossa da una russa.
Mai bevuta gazzosa in vita mia (mi fa orrore anche la parola). La russa invece è rossa quindi…
Capisco il tuo punto di vista. È un modello adolescenziale della politica. È quel modello che pretende che tu voglia sostituire il potere con un altro potere, il tuo, perciò devi essere preparato a gestire tutto e sapere tutto. Non funziona così, a meno di non esserti ritagliato la tua fetta di “destra” di potere e essere ammesso al “sistema”. Ma pensi veramente di vivere in una democrazia?
È una derivazione di quello che si chiama centralismo democratico (le minoranze che stanno al loro posto e fanno le buone finché non saranno diventate maggioranze).
È la boiata con cui il potere tiene buoni i fessi (o meglio l’osso spolpato con cui alleva gli antagonisti addomesticati).
È un modo per non farti avere un’agenda politica tua e farti parlare di un sacco di cose inutili che sviano la tua possibilità di incidere seriamente sulla realtà.
È il modo per importi la strada del massimalismo e soprattutto per fotterti con la necessaria impreparazione su tutte le cose. Prendi la stronzata che ha detto @lanta nel thread sull’aumento dell’IVA. Lanta è un importante dirigente di questo partito, pure candidato alle ultime elezioni. Su quella boiata il partito (se solo valesse qualcosa) sarebbe stato crocifisso per la sua assoluta incmpetenza.
Però c’è un modo facile per risolvere la situazione. Una risposta magica che risolve il problema. Prova con i tui amici, ti faccio vedere che funziona.
Quando ti domanda: “qual è il vostro pensiero sul tema ius soli?” Tu rispondi: “Esticazzi!” e la cosa bella è che puoi usare la risposta anche quando ti domanda “e sull’immigrazione che pensate”, “Ah… esticazzi”, “E sull’Europa”, “Esticazzi a livello europeo”. Se vuoi puoi pure provare anche con “Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribàcchi confaldina”. Ma devi essere convincente sennò c’è il caso che questa la riconoscano.
Scherzi a parte il problema non è quello che loro chiedono, ma quello che tu rispondi. Se il focus del partito sta sul copyright o sulla società della conoscenza TU devi portare il tuo interlocutore a capire che il SUO problema non è sto minchia di ius soli ma il copyright e solo il copyright. (ma veramente, chiediti: lo ius soli è un TUO problema? Personalmente dico. Lo vedi che qualcuno ti ha fomentato a introiettare un suo cavallo di battaglia).
Loro ci sono riusciti e se tu non riesci a fare questo allora è meglio che sparisci dalla faccia della terra (come partito dico). Partiti che ripetono le solite boiate sulle ius soli, incapaci di spostare il focus su proprio centro di gravità, ce ne stanno a carrettate (e sono parte del “sistema” proprio per quello). A cosa minchia servi anche tu là? A te interessa chi vede la tua battaglia come la prima unica e sola battaglia dell’universo… Sennò salutalo: arrividerci e grazie.
I 50000 me hanno votato il PP lo hanno fatto perché la società della conoscenza è la loro priorità, non perché avevi una posizione sullo ius soli (che infatti non avevi).Saranno pochi, ma intanto, sono. Devi dar conto a quelli e non al passante che vuole sentirsi dire una stronzata consolatoria sullo ius soli.
Ma veramente? Quindi eclissare i propri temi per accodarsi alla fanfara di quelli che vogliono o non vogliono l’immigrazione gli converrebbe? E a cosa? A trovarsi un proprio spazio di qua o di là? Attenzione io non dico che non bisogna parlarne, ma parlarne in modo da mettere a fuoco IL TEMA PRINCIPALE del partito (quale che esso sia) e se non si è capaci di farlo così STARE ZITTI. Perché, sempre per rimanere nel tema immigrazione, questo è il tema della Lega e qualunque assolutamente qualunque cosa tu dici in merito non stai facendo altro che sostenere il tema di un altro. O sei furbo, o meriti di morire. A quel punto meglio sottrarsi alla trappola.
Non c’è mica bisogno di pensare tutti assieme su tutto. Ma perché secondo te il PD sa come affrontaretutti i problemi?. Ma se Nardella non sa manco come chiudere le buche sugli spalti dell’Arno maremma maiala, o che tu voi che sappia che fare col buco dell’@o_zone?
Findove arriva il CEEP, attienti a quello, e quando non c’è sul CEEP c’è la FAQ, Vuoi aggiungere qualcosa, ok. Ma focalizzato sul tuo tema portante che è il copyright e tutto quello che ne consegue. e quando non c’è dici: Non c’è una posizione maggioritaria nel partito, vieni pure tu e prova a far massa per imporre la tua visione. E parla sempre sempre sempre del TUO programma, di quello che interessa a TE (come partito dico).
Questo ha un senso, per esempio (anche se mi pare incompatibile con i tempi di un partito, ma almeno è (più o meno) nel focus.
Lo ius soli, sinceramente, NO.
Se tu vuoi far diventare il Partito Pirata (è un esempio) una brutta copia di Potere al Polipo o +Neuro mi spieghi perché dovrebbero votare te e non loro. A me mi sa che tutti questi infiltrati di altri partiti che pretendono queste posizioni comuni vogliono proprio quello, farci diventare così simili agli altri che poi è facile dire, mbé ma se devi votare
E infatti quella mi sembra una buona idea MA ANCORA non centra il focus di un partito della conoscenza e del copyright. Se trovi un modo forte per legarlo a quello allora sì che potrebbe essere una “posizione comune”. Io non lo vedo però, ma ti sfido comunque a farlo. Perché la “fighezza” di un partito si vede anche nella sua capacità di pensare l’impensabile, e non di accodarsi a quello che pensano e dicono tutti.
No, forse non mi sono spiegato. I liberali in italia non esistono, assenti, mancanti, non pervenuti. L’ultimo liberale l’hanno visto aggirarsi una cinquantina d’anni fa attorno alla stazione di milano che chiedeva l’elemosina e si ubriacava col tavernello. I liberali in italia semplicemente NON CI SONO. Dacché discende che non si possono occupare di immigrazione. Ci sono quelli a cui il potere ha dato l’immagine e la forma di liberali, che fanno le cose “alla liberale” ma sono altrettanto “destra” (cfr. sopra) quanto lo sono quelli candidati dal potere ad essere comunisti, socialisti, o chissà ché.
L’ultima cosa che pareva liberale che ho visto in Italia (e al tempo lo guardvo con orrore, ma l’ho riscoperto studiando dopo) è il “partito liberale di massa” di Berlusconi, sai quello con Marcello Pera, Baldassarri e gli altri professori che non è riuscito a durare manco il tempo del suo annuncio (al tempo si chiamava se non sbaglio Partito del Buongoverno). Non appena si è concretizzato (cioè ancor prima della “discesa in campo” di Berlusconi praticamente, era già parte di quel sistema fasullo di spartizione del potere delle istituzione). Poi quando si presentò (e vinse) le elezioni, aveva già le catene del potere e di liberale c’erano rimasti solo i professori che l’abbandonarono immediatamente (e quindi non Pera, Baldassarri e via dicendo).
È che da toscano la chiama spuma e di solito la beve colorata di merda.
Quanto alla rossa, russa, mi sa che costui non sa distinguere un corpo da una mano e poca fantasia.
No @sarabiemme, il fatto che il Terzo Settore costituisca un mercato è una cosa. Il fatto che alle imprese che vi operano vengano offerti sgravi fiscali un’altra. Il fatto che vi siano persone che svolgono attività gratuite per un tornaconto personale ( immagine, contatti etc…) è un’altra ancora.
Tutto questo è vero ed ha dinamiche che ho conosciuto durante il mio lavoro professionale in un CSV molti anni fa, nonché nelle mie attività come volontario in diverse associazioni.
Non conosco la recente riforma (anzi se hai un bignami da suggerirmi sono felice di aggiornarmi), ma conosco la varietà di organizzazioni che operano in questo importantissimo settore.
Non confondo assolutamente associazioni di volontariato da operatori economici come fondazioni o società not-for-profit.
Ho parlato propriamente di volontariato perché chi non lavora in cambio di un compenso esigibile (sia esso monetario o di altra natura) è un volontario.
Il fatto che il volontario persegua dei obiettivi etici, morali, culturali, politici o persino economici a beneficio della società in cui opera, non cambia e non svilisce il dono che compie: il volontario non lavora per sé stesso, ma ottimizza il beneficio altrui (che sia una singola persona, una famiglia, una comunità, una nazione o l’umanità intera).
Nella sua natura totalitaria il liberismo ha bisogno di ricondurre sempre l’agire umano alla massimizzazione dell’utilità individuale. È un punto fondamentale della religione liberista (o dovevo scrivere “credo”, @erdexe? ) il suo dogma fondamentale.
Di fronte all’attività volontaria ed al suo innegabile valore sociale il liberista si trova spiazzato.
Ha bisogno di ricondurre le motivazioni del volontario ad un qualche beneficio personale che ottiene in cambio e non può accettare l’idea che la scelta del volontario non sia guidata da un ragionamento calcolistico (e dunque razionale e prevedibile nel proprio Framework di riferimento) ma da una spinta normativa, non riconducibile ad un’utilità personale e dunque inconcepibile e persino controproducente per il liberista.
In realtà è vero che il volontario riceve benefici dall’attività che svolge, ma raramente svolge tale attività per ottenere tali benefici (anche perché esistono sempre alternative più efficienti a tal scopo).
Che si tratti di un oscuro programmatore che sviluppa la shell unix più diffusa al mondo (no, non bash… mksh, installata su quasi tutti i dispositivi android del pianeta) o di un volontario della Croce Rossa o di un ragazzo che si traveste da clown per divertire i bambini ricoverati in un ospedale, fino al vecchietto che si prende cura del parchetto di paese senza che nessuno lo abbia chiesto o lo ringrazi.
E questa non è una visione “romantica” del volontariato, è semplicemente una visione del fenomeno non condizionata dalla ideologia liberista.
Ideologia che oggi è mainstream in occidente. (ti piace più la parola “regime” tanto cara ai Radicali? “mainstream” è più o meno la stessa cosa per noi hacker. E sì sto dicendo che @erdexe è profondamente mainstream).
Quanto detto dovrebbe spiegarti perché qualsiasi partito politico ha il dovere di fare nella società.
Non per indottrinare qualcuno ma perché persegue un cambiamento nella società che inizia a realizzare con le proprie mani.
La Politica è anche certamente chiacchere, manifestazioni di protesta e azioni simboliche.
Ma la crisi della democrazia attuale deriva proprio dall’aver dimenticato l’aspetto fondamentale del fare Politica: il fare, appunto.
Qui molti evocano attivisti che portino in giro le bandiere pirata.
Invece io voglio Pirati capaci di agire e cambiare il mondo. Dal basso anzitutto. E quando avremo meritato fiducia, anche dall’alto.
Il resto non è politica, ma avanspettacolo mainstream.
Oddio, ora capisco quel disagio che mi rendeva estremamente difficile andare a fare volontariato in un campo di accoglienza dopo l’arrivo degli ospiti, mentre tutti sti problemi nel montarlo, vuoto, non li ho mai avuti, anzi.