Posizione comune del PP sulla immigrazione

Anche io @Cal non ho idea di come tu abbia potuto dedurre “inadeguatezza morale” dalle parole di @marcat90.

Ma forse un’altra cosa che non è chiara, è che la moralità non viene eredita dal dna, viene insegnata…
Non si nasce moralato (imparato, licenza poetica)

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Prima, ti rendi conto di cosa hai scritto dicendo che

La mafia è una conseguenza della povertà.

e di quali siano le implicazioni del dir ciò.

Poi forse discutiamo di quali sarebbero le cause della mafia.

Ma poi tu ne hai mai visti mafiosi poveri?

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insisto, ma che cavolo stai dicendo, ma quali implicazioni ci devono essere…

Ti ho fatto quelle domande per un preciso motivo, non mi meraviglio che tu non abbia risposto, dato che hai avuto questa reazione per la frase: la mafia è una conseguenza della povertà.

Io a differenza tua tu rispondo, dato che so di cosa parlo.

[quote=“Cal, post:63, topic:3289”] Ma poi tu ne hai mai visti mafiosi poveri? [/quote]Il mafioso ricco rappresenta l’1%, il restante 99% va dal mafioso ricco per questioni sociali.
Ti cito Cutolo, il padre della NCO (nuova camorra organizzata), il Cammorista. “Io ho solo dato un lavoro ai disoccupati” (una cosa del genere, non letterale)

Le mafie, ed ogni tipo di criminalità organizzata, fanno leva sulla disperazione delle persone. Che vai a fa a scuola, vieni qua che con me un mese guadagni 5mila euro e compri la televisione a mamma e papà…

Togli la povertà, e sconfiggerai anche la mafia. E una cosa risaputa, le organizzazioni criminali trovano manodopera nella povertà, non nella ricchezza.

You’re Welcome

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Ma allora devi imparare l’italiano e la logica, caro mio.

Scrivere “è conseguenza di” implica un rapporto di causalità, hai detto che la povertà è condizione sufficiente allo sviluppo di una mafia, e quindi ovunque c’è povertà c’è anche mafia.

Nel tuo ultimo messaggio l’hai messa al contrario, ed hai detto che la povertà è condizione necessaria allo sviluppo di una mafia, e quindi ovunque c’è mafia c’è anche povertà, e rimuovendo la povertà rimuovi la mafia

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Non solo sembra ovvio a me, ma è scritto da tutte le part il rapporto fra povertà e la fedeltà verso chi ti dà la possibilità di sopravvivere.
In certe situazioni è l’industriale che dà lavoro, in altre è la mafia, non solo in Italia, ma a suo tempo in America la mafia di varie nazionalità, oppure in giro per il mondo la mafia cinese, …

Se sei sposato e devi mantenere due figli e non c’è lavoro non saresti grato a don Ciccio che ti assume su un peschereccio e di tanto in tanto non scaricheresti un carico di droga?

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È un discorso diverso. Se il giorno dopo don Gaspare ti dà un altro lavoro, la notte dopo don Ciccio ti fa dormire coi pesci, e poi pensa anche a Gaspare. Nella mafia non ci sono dimissioni.

Se passi dalla catena di montaggio della Fiat a quella della Piaggio ciò non succede.

A me preoccupa tanto questo rapporto che cercate fra povertà e mafia: perché se è davvero così dovremmo trattare i poveri da sorvegliati speciali, assumendo che possano mettersi a prestare manovalanza al mafioso di turno. Ma siccome i poveri non sono coglioni né mafiosi, vorrei proprio evitare.

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La mafia è una conseguenza della povertà, togli la povertà e sconfiggerai la mafia…
[Attacco Ad personam Storno]***Forse tu devi imparare la logica e l’italiano, caro mio.***…
È una conseguenza, non la conseguenza.

Ti rispondo in un altro modo alla tua domanda, dato che continui e che le risposte normali non servono…

[quote=“Cal, post:63, topic:3289”] Ma poi tu ne hai mai visti mafiosi poveri?[/quote]facendo questa domanda, dimostri proprio che di mafia e delle associazioni mafiose non ne capisci molto, non mi meraviglia la tua reazione, ed il tuo appenderti sugli specchi.

[Attacco Ad personam Storno] Io rimango sconvolto, qua credo che sia solo una questione di arroganza a questo punto…

Io della ragione non me ne faccio nulla, forse a te ti sta troppo a cuore dato che insisti nelle tue interpretazioni fantasiose delle mie parole…

L’orgoglio si deve imparare a metterlo da parte, altrimenti con sto cazzo che il mondo un giorno si possa cambiare.

PS: se non capisci nemmeno quello che ha detto storno, beh… Esiste anche il comportamento mafioso, che non viene fatto da una persona che si trova in una associazione mafiosa…

[quote=“Cal, post:67, topic:3289”]A me preoccupa tanto questo rapporto che cercate fra povertà e mafia: perché se è davvero così dovremmo trattare i poveri da sorvegliati speciali, assumendo che possano mettersi a prestare manovalanza al mafioso di turno. Ma siccome i poveri non sono coglioni né mafiosi, vorrei proprio evitare[/quote] vabbè, ormai siamo proprio alla sagra delle salsicce

Rileggi quello che ho scritto, alla luce dei contenuti di questa voce:

[Attacco Ad personam Storno] Che tristezza, sei tu che hai interpretato a tuo comodo una frase…
Ho capito, sei il classico tipo che quando dice una cazzata non ce la fa ad ammetterlo, no problem… Già l’avevo notato

Ti piace di più la povertà è una delle cause della nascita di associazioni mafiose?

E comunque se non comprendi il rapporto fra mafia e povertà, sei tu quello che porta preoccupazioni…

Marcat, io non ho intenzione di infierire, quindi va bene, sono io che ho capito male. Se ti viene l’urgenza (calco linguistico assurdo, tanto per dire) di buttare altre discussioni sul personale, parlane prima con @storno.

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infatti generalmente sono soprattutto i poveri che cercano di ribellarsi alla mafia finendo molto male…e senza gli articoli sui giornali che ricevono i pochissimi imprenditori, e perfino senza la protezione dello Stato…ma temo che certi discorsi nascono solo da chi ha visto la mafia in tv nei telefilm e basta. Ma anche in quel caso non ci vuole molto per comprendere che povertà e mafia non hanno legami: perché la mafia sta dov’è il POTERE e non l’IMPOTENZA che, semmai, sfrutta a piacimento, esattamente come lo stesso potere sfrutta a piacimento.

tornando agli stranieri che delinquono non so se basta dire che lo si fa per ripagare i debiti contratti per partire o solo perché la nazione dove sei capitato non ti offre niente altro.

Perché secondo me è più vera la seconda ipotesi piuttosto che la prima, ma pare brutto dirlo.

Eppure è così: l’Italia offre un facile guadagno a chiunque, anche agli stessi italiani, soprattutto infrangendo la legge e non rispettandola. Quindi se ci ritroviamo anche gli stranieri che delinquono è perché questa è una nazione dove il nor rispetto della legge viene facilitato. SI entra nel circuito del “sei furbo, sei un dritto se riesci a trovare l’escamotage per non rispettare una qualsiasi regola, anche la più piccola” e da la il passo è breve…

Ma è più facile addebitare le responsabilità al capro espiatorio di turno (che di volta in volta è il meridionale o lo straniero…) piuttosto che comprendere che la delinquenza viene attivata e veicolata da un sistema insito proprio nella nostra cultura…

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@sarabiemme io sono per metà calabrese: conosco la 'ndrangheta per aver comprato da bambino la carne e il pane nelle loro botteghe e sai perché?
Perché in città non c’erano altri che li vendessero.

E ti dirò una cosa sconvolgente: tutti sanno chi sono.

E ti dirò una cosa ancora più sconcertante: molti sanno apparire simpatici e persino gentili.

Basta non opporsi al loro dominio.
E pagare le tasse… A loro.

Ma li conosco anche perché un mio cugino acquisto lavora in Procura a Reggio Calabria. E dirige una associazione che da anni combatte la 'ndrangheta.

Ecco con lui non sono affatto simpatici e gentili.

I prepotenti, @sarabiemme, attecchiscono solo sui deboli.
La povertà è debolezza.
Come l’ignoranza informatica.

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no @Shamar i prepotenti attecchiscono e si propagano attraverso il POTERE.

Il potere poi sfrutta l’impotenza, e più crea un sistema funzionale al suo potere, e quindi anche benevolo, più mantiene questo potere ma il potere ha semmai maggiore possibilità di contagio dove c’è potere e non dove c’è impotenza.

Il punto che non si comprende è che la povertà è la privazione del potere, di qualsiasi potere. Quindi è logico che chiunque ha un po’ di potere possa sfruttarla. Ma non si può confondere l’esercizio di un potere con l’impotenza che viene sfruttata… La mafia purtroppo la conosco abbastanza anche io e, per esempio, in certe zone come la Calabria (fattelo raccontare da tuo cugino) è molto più diffusa in ambito istituzionale che tra i paesini dove attingono per la manovalanza.

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Allora…

  1. Il CEEP parla di presentazione di domanda di asilo anche al di fuori dell’Europa, non solo al di fuori dell’Europa.
  2. la direzione delle ambasciate proviene dall’Esecutivo, quindi le linee guida sull’accettazione devono venire da lì; inoltre nulla vieta che di fare proposte in modo che possano occuparsi delle pratiche necessarie anche persone delegate, per esempio avvocati tramite ONG o associazioni non a fini di lucro, quindi con un processo molto più trasparente e pubblico che non la semplice presentazione delle domande alle ambasciate, con i rischi che questo comporta (tipo eventuali tangenti richieste per l’accettazione delle domande).
  3. il CEEP parte dal presupposto che la direzione comunque sia presa in ambito europeo.
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E’ così, in Italia dove ci sono i cinesi poveri, sfruttati a Prato nelle aziende tessili c’è la mafia cinese, dove ci sono gli immigrati buttati per strada c’è la mafia nigeriana, come già detto negli USA quando c’erano poveri di tutte le nazioni c’erano mafie di tutte le nazioni, irlandesi ed italiani in primis.
Naturalmente una volta sviluppatasi ed acquistato potere la mafia non si limita alle zone povere e crea una ragnatela dove si impigliano tutti, dai politici agli industriali o per scelta o per obbligo.
Potremmo dire che uno dei requisiti è l’assenza dello stato, ma se ci fosse uno stato efficiente non ci sarebbero le condizioni della povertà.

P.S. Dove c’è don Ciccio non c’è don Gaspare, così come a Torino c’era solo la Fiat.
P.P.S. Un tempo volevo passare dall?Italtel alla Siemens, ma mi fu detto che c’era un accordo per cui non c’erano passaggi di azienda in un verso o nell’altro

Concludo con una frase di Bertinotti : non voglio convincere nessuno, ma voglio sottolineare che è un pensiero diffuso.
***‘Povertà vera e criminalità. Un binomio indissolubile, proprio perché la seconda vive sulla prima e senza la prima la criminalità non avrebbe possibilità di esistere’***.

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Cosa cambia? Ovvio che se qui ti offrono soldi a palate risani subito il debito

Beh, se mi dici dove corro subito.

Anche dal resto del post mi sembra che ti stia facendo spingere dall’ideologia più che dalla realtà.

Credo che sia proprio questa la presa per il culo: scappi da un paese e ti rechi da chi ti vorrebbe eliminare a per le formalità d’uscita?
Ma perché non chiedi il visto turistico, vieni comodamente in Italia, in aereo e poi qui chiedi l’asilo politico?

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se non rispetti la legge in Italia non muori di fame @storno…ma anche se fai solo il “furbo”…davvero ti devo dare un’esempio concreto? Guarda solo la fine che ha fatto il rdc dove si sono stimate un 70% d*'irregolarità* -le chiamano così - nelle richieste. Ovvero di gente che ha un reddito al di sopra della soglia di povertà, per la quale è stata concepita questa misura, e che da Aprile percepisce dai 700 ai 1200 euro di soldi pubblici.

Tra i veri poveri, e credimi io li conosco parecchio, difficilmente troverai gente capace di arrangiarsi infrangendo la legge.

anche sui lavori che gli italiani non vogliono più fare secondo me è necessario un ragionamento “laico”. La questione è, perché gli italiani dovrebbero fare un lavoro se questo è retribuito oggettivamente al di sotto del minimo ipotizzabile? Mi spiego, se sono un badante italiano e ho una famiglia da mantenere come posso pensare di lavorare per 800 euro al mese, con una presenza quasi h24, se con questi soldi, dopo aver pagato l’affitto e le spese correnti, non riesco neppure a sfamare la prole? Certo che la condizione della badante ucraina o romena è differente, perché si sottopone ad un lavoro di merda, ma ha vitto e alloggio garantito e con quello che guadagna può comunque mantenere più che dignitosamente la propria famiglia in patria. Sono condizioni oggettivamente diverse e sono lavori che semplicemente gli italiani “non possono” fare, perché non possono entrare in competizione con la manodopera straniera sottopagata. Inutile far finta di credere che il dumping salariale non esiste. Esiste in tanti settori, nell’edilizia come nell’agricoltura o nei servizi alla persona. Oppure provate a vedere come il costo della manodopera cinese importata in Italia abbia distrutto l’intero settore del tessile. Se non partiamo da questa considerazione finiamo con il sostenere cose sbagliate, ad esempio che gli italiani non vogliono più fare la raccolta dei pomodori, il che non è vero, prima di tutto perché ci sono italiani disperati che la fanno ugualmente e in secondo luogo perché nessun italiano accetta - giustamente - il ricatto di un lavoro pagato 3 euro all’ora. Ecco quindi che di fronte al diffondersi di certi luoghi comuni, forse sarebbe il caso di ragionare con proposte politiche e non moralistiche, salario minimo e reddito di esistenza potrebbero costituire nuove condizioni per unire i lavoratori anzichè metterli gli uni contro gli altri o peggio criminalizzarli perché “non vogliono lavorare”. Certo che se pensate che i maggiori detrattori del salario minimo e del rde sono i sindacati e parte della sinistra progressista…

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