Riassunto di una possibile visione comune per il PP

L’automazione, è stato calcolato, arriverà a rendere inutile tra il 70% e l’80% del lavoro oggi impiegato nei paesi in via di sviluppo. Il problema quindi non è locale come pensi ma globale e l’Italia non ne è esente (vedi UBI - Universal Basic Incom)

L’alternativa, che guardo con profondo rispetto, è quella di fare una rivoluzione che rovesci il potere e che distribuisca, anche con la forza la ricchezza. Ma non mi sembra proponibile, ora come ora.

Questa considerazione è slegata dal concetto di rde. Con il reddito di esistenza si suddivide meglio la ricchezza non si stabilisce nessun tenore di vita.

Cioè mi stai dicendo che alla domanda “chi sono i pirati e cosa vogliono” mi rispondi dicendo che i pirati sono persone di destra e sinistra che crea un programma? Stai scherzando vero? :smile:

@briganzia ho provato a riscrivere il tuo iniziale riassunto con frasi più circoscritte:

L’avanzare inarrestabile dell’automazione permette di aumentare la produzione e diminuire il lavoro umano, contribuendo strutturalmente alla disoccupazione.

La ricchezza tra scandali finanziari e dinamiche inique del mercato globale ha raggiunto una tale mal distribuzione che solo riformando il sistema finanziario è possibile sperare in una soluzione.

La corruzione, in particolare in Italia, è pervasiva e sembra senza rimedio. È giunto il momento di usare strumenti informatici per imporre trasparenza ed imparzialità in tutti i processi della Pubblica Amministrazione.

Il reddito di esistenza è una misura necessaria per fronteggiare una crescita strutturale della disoccupazione e per ridistribuire la ricchezza quel tanto da non lasciare parte della popolazione sotto la soglia di povertà.

È attuabile un progetto di moneta elettronica, come il Taler, in cui è impossibile evadere le imposte fiscali, l’anonimato del compratore viene garantito, ma è associabile ciascuna compravendita al venditore.

Il potere politico deve essere distribuito tra i cittadini per difenderci dalla corruzione, aumentare la trasparenza, avere spazi propositivi e di ascolto. La democrazia liquida è il nuovo paradigma a cui dovremmo approdare.

La cultura è fondamentale di fronte ai rapidi cambiamenti di oggi e la legge del copyright andrebbe riformata per equilibrare i benefici della condivisione con i guadagni degli editori.

Sicuramente sono temi cruciali, ci sarebbe da aggiungere molto altro, da una parte è positivo perché significa che abbiamo molti contenuti, dall’altra è problematico dal punto di vista della comunicazione. Teoricamente dovremmo avere diversi target di persone e presentargli i contenuti di maggior interesse.

Se proprio - come in questa discussione - vogliamo scegliere una narrazione principale, io punterei sulla democrazia liquida razionale. Vi dico che pochissime persone, che conoscevano il Partito Pirata, a cui ho parlato di democrazia liquida, mi hanno risposto che è già fallita in Germania. Effettivamente c’è stato un flop, una discesa sotto la soglia di sbarramento (a tutti nota), ed anche altri partiti pirata hanno faticato ad approdare a buone soluzioni…

Quindi se devo puntare tutto su un argomento solo, io punterei sulla democrazia liquida razionale, espressione che praticamente eredito da @lynX e che fondamentalmente è la democrazia liquida, ma integrata con una lista di fatti scientifici (ovvero empiricamente e razionalmente fondati) e storici (basati su fonti accreditate o nuove ricerche autorevolmente documentate) avvallati da un consenso intersoggettivo (come proposto da lynX su Democrazia Razionale Collettiva) e tale lista di fatti serve a degli incaricati per filtrare le iniziative e rifiutare le argomentazioni contrarie a quei fatti (potremmo chiamarli Responsabili della Ragionevolezza). Automatizzare il processo conservandolo ragionevole è impossibile, quanto automatizzare le misure per la buona convivenza. Servono dei responsabili incaricati, sempre sotto l’ulteriore misura di sicurezza del Collegio Arbitrale.

Purtroppo, un programma politico temo non basta più… le menzogne e la sfiducia hanno inquinato tanto il terreno. Bisogna puntare su qualcosa di rivoluzionario e molto preciso: “rational liquid democracy” non c’è in tutto il Web (cercando con Google) questa espressione. Perché non lavorare in questa direzione? In realtà, già lo stiamo facendo, ma in modo ancora più consapevole e preciso.

Infine, se da questo concetto si vuol tirare fuori la storia dei pirati informatici all’arrembaggio della politica, non vedo troppe difficoltà, anzi!

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Se vogliamo lavorare sul concetto di DRC possiamo farlo purché sia un lavoro condotto razionalmente e che possa ammettere anche il fallimento, ovvero “no, non possiamo ancora proporlo per questo e quest’altro motivo”. Se diventa un braccio di ferro per una disputa teorica sui massimi sistemi declino l’invito :smile: La mia perplessità riguardo a questo punto se mai decideremo di implementarlo nella nostra “vision” è “come lo comunichi?”

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Se non fosse così, saremmo inutili: perché entrare in un partito di una ventina di persone quando ci sono partiti (i più piccoli con qualche migliaio di persone) che vanno dalla destra-destra-destra alla sinistra-sinistra-sinistra passando anche per il né-di-destra-né-di-sinistra? P.S. Pensi che con la nostra fievole voce sul RdE possiamo sovrastare quella del M5S? Se pensi che abbiamo un senso perché magari diciamo le stesse cose, ma meglio perché siamo più belli degli altri dobbiamo espellere almeno la metà degli iscritti. :smile: P.P.S. Ci posizioniamo a circa il 70% di sinistra, perché all’estrema dicono NO al RdE http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=3402

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E’ lo stesso pensiero agli inizi della rivoluzione industriale, quando il sellaio ed il fabbro ferraio persero il posto mentre si creavano il meccanico e l’autista. Il nuovo presidente la pensa, secondo me giustamente, in modo differente: la disoccupazione non è dovuta all’automazione ma al fatto che la produzione viene fatta in altri paesi con costo del lavoro più basso [Cina] Proprio quello che succede in Italia.

In Italia è un problema di deindustrializzazione e non di automazione, Ad oggi l’automazione nei paesi emergenti ha portato occupazione.

Distribuire meglio la ricchezza significa elevare il tenore di vita di chi riceve, a che livello lo porti se è universale? In Etiopia lo stipendio di un insegnante è di 30 €/mese

Bella. A lungo andare arriveremo anche ai ragionamenti di Pistono, ma la crisi che stiamo vivendo in questo momento non è causata dall’automatizzazione bensì dalla globalizzazione! Gli indumenti che ci offrono a prezzi stracciati sono comunque stati assemblati manualmente da sarti precari in Bangladesh. E le applicazioni di pelliccia sintetica delle giacche invernali cinesi che vendono a 30€ il pezzo, sono in realtà pellicce vere di animali cresciuti sotto condizioni letteralmente bestiali in qualche luogo nascosto d’Asia, e poi falsamente vendute sul mercato mondiale come pelliccia sintetica!

In molti ambiti non stiamo vivendo un presente più tecnologico, stiamo semplicemente vivendo un presente più corrotto, più criminale, più Darwinistico, più globalizzato male in chiave neoliberista. Anche questo sia un compito pirata: accorgersi dove la digitalizzazione sta solamente semplificando la criminalità, ma non migliorando la società.

Il RdE è definito in modo etico. Se in quel paese riesci a garantire una sussistenza esistenziale dignitosa con 30€ al mese, può anche andare. Dubito che 30€ siano sufficienti in qualsiasi posto del mondo, ma che ci siano differenze regionali per almeno un periodo di transizione mi pare inevitabile…

Questo è un altro discorso e non è il topic della discussione. Io sto dicendo che quella tua affermazione non descrive una visione comune per il PP ma al più esplicita una composizione (una provenienza? una cultura?) che non è rilevante come non lo è nella legione straniera e neppure tra pirati. Io ti descrivo la trama di un film e tu mi dici che nessuno lo andrà a vedere perché fatto da un regista sconosciuto.

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Se non dovessimo avere (come finora è stato) sufficiente successo tra i cittadini ordinari, potremmo rivolgerci alla fascia più colta della popolazione, puntare molto sulla qualità ed iniziare a coinvolgere quella, dopo ciò potrebbe esserci sufficiente sostegno per iniziare a trasmettere fiducia anche ai cittadini che votano più “di pancia” e si aspettano motti semplici da seguire.

Nessun braccio di ferro, se non c’è un accordo in una direzione, prevale lo status quo.

Perché un film con lo stesso soggetto è fatto da registi più conosciuti e con maggiori risorse per promuoverlo.

Beh direi che i pirati informatici confluiti nel partito pirata hanno una storia piuttosto precisa. Riguardo il “cosa vogliamo”, credo che il Programma di cui disponiamo sia già un buon risultato ed una risposta. Siamo più un metodo di fare politica che un partito classico, quindi non è proficuo cercare di trovare un’identità classica, abbiamo un’identità liquida.

Dal 2012 ci facciamo questa pippa se siamo un partito dei temi digitali o siamo un partito liquido dai temi crowdsourcati. La cosa mi secca perché in tutti questi anni siamo stati un partito che analizza tutti i problemi della realtà umana dalla pervasiva prospettiva digitale… ed in questo senso alla fine la distinzione del approccio @briganzia e quello @silvan non si manifesta. Non importa quanti siamo stati– anche in Germania, quando eravamo in decine di migliaia– le proposte per migliorare l’esistenza in Rete ci sono sempre state, e se non ce ne sono state abbastanza (tipo quella che sto proponendo in AP questa settimana) era colpa dei pirati informatici che non ne hanno sviluppate abbastanza. Le maggioranze per metterle nel programma non ci sono mai venute a mancare. Ma che paranoie vi fate? Se per una volta non abbiamo problemi, ce li dobbiamo inventare?

Alla fine però non capisco se quella visione che abbiamo sintetizzato un po’ in questo thread ci trova o meno d’accordo (a parte Storno che si è già espresso). Resta il fatto che non serve avere programmi evoluti se non si sanno comunicare in maniera semplice alle persone e quindi la domanda “chi siete e cosa volete” richiede una risposta convincente (o per lo meno interessante) che non può essere quella del “vatti a leggere il programma” e neppure “facciamo cose, vediamo gente”.

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Allora il problema è la comunicazione: “come comunichiamo” - dunque “cosa vogliamo” non è un problema.

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Potremmo,soprattutto facendo capire che quello che propone il m5s è un reddito minimo garantito a nucleo familiare, che non c’entra una emerita mazza con il Reddito di Esistenza. Il loro nome “reddito di cittadinanza” è solo propaganda.

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La realtà dice che oggi non la stiamo sovrastando per niente nonostante da 4 anni e mezzo abbiamo una proposta seria mentre loro hanno solo una proposta truffaldina (chiunque conosca il RdE di Livorno se è un uomo sputa loro addosso ogni volta che li vede). Conclusione data dalla realtà: nemmeno con proposte infinitamente migliori riusciamo a sovrastarli.

Questo è un dato di realtà che però non inficia la bontà delle nostre proposte. Come fare entrare queste proposte nella agenda politica ialiana è una questione che dovremmo invece affrontare. Io ad esempio penso che se in questi anni anziché dire cose fumose avessimo avuto una buona e accattivante narrazione da comunicare, semplice e mirata, adesso le cose sarebbero leggermente differenti. Ma non è troppo tardi viste anche le difficoltà e la lentezza con la quale “il nuovo” si muove sul fronte politico.

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Assolutamente NO (non inficia) Pensi davvero che sia possibile comunicare in maniera semplice e mirata un programma di circa 75 articoli? (più d’uno dei quali fra l’altro discutibili e molti preparati da dilettanti: paragona il capitolo sulla droga con la legge d’iniziativa popolare presentata dai radicali)

Se ci sono proposte migliori, votiamo in LQFB per includerle, avevamo già appoggiato la PdL dei Radicali sulle droghe leggere. La strada nuova è proprio questa democrazia liquida. Se hai timore di cosa può comportare il contributo di dilettanti, allora dovresti trovarti rassicurato da ulteriori misure che vanno verso la democrazia liquida razionale. Misure appunto per escludere tutto ciò che non è fondato e facilitare il miglioramento progressivo che può emergere dalla collettività, come accade con i software open source.

Ad ogni modo, la lentezza è dovuta al poco tempo che abbiamo. Abbiamo sistemato i termini di servizio del forum, riorganizzato il forum, forse riusciamo a migliorare il manifesto, ci stiamo muovendo per migliorare l’accoglienza (non tutto è ancora oliato), dopo di ché si dovrebbe strutturare il sito (mia opinione) per far focalizzare i cittadini su parti del programma di interesse e poter lasciare un feedback. Gestendo bene questi feedback avremmo ulteriore input per migliorare progressivamente ogni aspetto del programma.

Mi rendo conto che è un percorso più teorico che pratico considerando che siamo pochi… Però, la possibilità in linea di principio la vedo e sarebbe un peccato farla estinguere.

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In realtà basterebbe fare, per i vari punti, delle semplici immagini grafiche che riportano il concetto saliente del testo, e poi spammarli in rete. Ormai le immagini sono il veicolo di trasmissione virale. Insomma ci serve un grafico.

Già. Qualcosa così. Io tempo fa ho provato a far qualcosa di simile e si è messa in Home Page, ma non sono un grafico. @FelynX invece lo è, e dimolto bravo anche.